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Tornarono all’Udi. Kate si mise a sedere, sostenendosi la testa con entrambe le mani, gli occhi intenti a scrutare la lavagna. «Non riesco a crederci. Non riesco a credere che abbia ucciso Bradley Harper. O chiunque altro.»
Bernie si voltò verso di lei. «E l’identikit? E lo stato in cui si trova? E le cose che ha detto? Abbiamo appena cominciato con lui. Lo teniamo qui. Non appena si sarà calmato, faremo un altro giro di domande.»
Joe guardò Kate alzarsi in piedi. «È vero che ha usato la parola “confessione”, e sai che è un tipo instabile.»
Kate sembrava ancora dubbiosa. «È possibile che quando ha detto di voler confessare stesse facendo riferimento al suo senso di colpa riguardo al padre oppure all’aggressione nei confronti di Bradley Harper. Questo lo posso credere.»
«Dove stai andando?» le chiese lui.
«Tra mezz’ora ho il ricevimento studenti. Potete avvisare me o Crystal appena si viene a sapere qualcosa di Cassandra?»
Kate era ancora sulla soglia quando comparve Crystal. L’espressione sul viso della giovane donna la paralizzò. «Che cosa è successo? Che cosa c’è che non va?» Crystal la fissò con un foglietto rosa in mano. «Sono felice che sia arrivata. Ho ricevuto una telefonata.» Sentendo salire la tensione, Kate prese il foglietto. «Ha chiamato, ma ha detto che non voleva parlarle, solo lasciarle un messaggio.» Crystal lesse ciò che aveva scritto lei stessa. «“Per favore dica a Kate che ora sono all’inferno, dove dovrei stare.” Sembrava veramente sconvolta, e poi ha cominciato a cantare una strana canzone, qualcosa che parlava di “orecchie”, ed era terribile.»
Kate prese il foglietto, c’era solo una persona che poteva corrispondere a quella descrizione. Cassandra Levitte. Fu presa da un senso di sollievo, ma non ci aveva pensato abbastanza: rileggendo quelle poche parole, il sollievo scomparve. «Non ha lasciato un numero di telefono?»
«No. Ho chiamato il servizio per rintracciare i numeri… L’ho scritto dietro.»
Kate girò il foglietto dall’altra parte e riconobbe il numero della villa di Hyde Road che Bernie aveva scritto sulla lavagna dell’Udi. Cassandra.
Corse alla scrivania, sollevò una grossa cartelletta e la portò a Crystal. «Quando arriva il gruppo di studio, per favore, da’ una di queste a ciascuno di loro e chiedi scusa per la mia assenza.» Stava aprendo la porta, poi si fermò. Bernie e Joe stavano interrogando Roderick Levitte. «Poi chiama Roase Road e lascia un messaggio per l’Udi. Di’ che Cassandra ha chiamato e che sto andando a prenderla.»
«Kate?» L’angoscia che sentì nella giovane voce la fece voltare. «Non si arrabbi. Lei non vuole che si dia in giro il suo numero di cellulare, ma… L’ho fatto. A lei l’ho dato. Ho pensato che potesse… aver bisogno di parlarle.»
«Hai fatto la cosa giusta.» Crystal rimase a guardare la porta che si chiudeva.