13

Quando rientrarono a Rose Road, Joe stava finendo una telefonata. Guardò Kate e scandì, senza pronunciarlo, il nome «Alastair Buchanan». Squillò l’altro telefono e Kate rispose. «Udi. Kate Hanson.» Rimase in ascolto, poi coprì il ricevitore con una mano e lo tese a Bernie. «È per te. Una donna che richiama dopo che l’hai cercata stamattina. Non vuole darmi il suo nome.»

«So chi è. Ho ripescato il numero da quei fascicoli.» Bernie prese il telefono, lo mise in vivavoce e posò il ricevitore. «Detective sergente Bernard Watts, polizia di West Midlands. Grazie per aver richiamato. Sto cercando di rintracciare un uomo di nome Joel Smythe. S-m-y-t-h-e.» In risposta ebbe solo silenzio. Bernie guardò entrambi i colleghi. «Pronto?»

Poi arrivò una voce debole e incerta. «Quel che mi sta chiedendo… Non sono sicura di poterla aiutare…»

«Questo è il numero della famiglia di Joel Smythe?» Dopo un altro silenzio prolungato e un borbottio irritato da parte di Bernie, la voce diffidente fu sostituita da un’altra, dal tono deciso. «Chi parla?»

«Il detective sergente Watts, polizia di Birmingham.»

«Che cosa vuole?»

Bernie guardò il telefono, accigliandosi. «Voglio mettermi in contatto con Joel Smythe.»

«Mi dispiace. Non possiamo aiutarla.»

Il viso di Bernie si irrigidì. «E lei sarebbe?»

La voce rimbombò nella stanza. «Sua sorella. Prima ha parlato con mia madre, che ora è sconvolta.»

Con le mani appoggiate alle anche, Bernie guardò in cagnesco il telefono. «Mi dispiace, ma qui stiamo facendo un’indagine e riteniamo che suo fratello possa aiutarci…»

La voce lo interruppe. «Joel se n’è andato da qui quando aveva diciotto anni. E dal 2004 non abbiamo più avuto sue notizie.»

«Mi sta dicendo che non ha idea di dove possa trovarsi, ora?»

«Se ce l’avessimo, lo diremmo alla sua ex moglie. Mio fratello ha abbandonato la sua famiglia anni fa e da allora non si è più fatto sentire, a parte una telefonata sei mesi dopo che se n’era andato. È tutto quello che so.»

Bernie riappese e poi guardò i colleghi. «È così, allora. Smythe ha piantato tutto in asso: lavoro, moglie, vita. Proseguire in quella direzione non servirà a niente.»

Joe, che stava osservando la lavagna, si voltò. «Perché un trentenne dovrebbe decidere di abbandonare la sua famiglia e sparire? E se dessimo un’occhiata all’archivio della polizia?»

Bernie si voltò verso Julian, che entrava in quel momento. «C’è un lavoro per te, Devenish. Fammi una ricerca completa nell’archivio persone scomparse, dal 2004 in poi. Il nome è Joel Smythe, scritto con la “y”. Ultimo domicilio noto nel Surrey.» Lo guardò sedersi al computer. «Hai mai diviso una casa con qualcuno, Sherlock?»

Julian batteva sui tasti, immusonito. «Una parte del mio accordo con il vicepreside dopo quel problemino…» il consueto eufemismo per indicare il suo passato da hacker «era che rimanessi a vivere nello studentato. Non mi piace. È troppo rumoroso. Adesso dice che sono libero di andarmene e prendere in affitto un appartamento, ma non posso. Costa troppo.»

«Va bene, Riccioli d’oro, calmati. Salterà fuori qualcosa.» Si rivolse a Kate. «Nessuno di questi studenti che vivevano insieme nel 1993 sembra essersi mai preso la briga di rimanere in contatto con gli altri.»

Kate gli spiegò brevemente come funzionavano le cose per gli studenti, all’epoca. «Capisco cosa stai dicendo. Io tengo ancora i contatti con due o tre amici dei tempi in cui studiavo, ma per molti si tratta semplicemente di amicizie di convenienza. Ti laurei, cerchi un lavoro e poi via, spesso in un’altra zona, a stringere nuove amicizie.»

Bernie sbuffò. «Pare proprio che Smythe ci abbia fatto l’abitudine e che sia andato avanti anche dopo sposato.»

Julian sollevò lo zaino per posarlo sulla scrivania. «Dovrò finire la ricerca un’altra volta. Tra mezz’ora ho il colloquio semestrale con il vicepreside.»

Kate sapeva che il vicepreside teneva sempre gli occhi puntati su di lui. Era per quello che era stato assegnato a lei come assistente e che gli era stato dato un incarico part-time nella Scientifica di Rose Road. Erano due modi per controllarlo. All’inizio sembrava che Julian non fosse entusiasta dell’accordo, ma poi aveva recuperato e ora stava andando benissimo. Kate si alzò. «Sto andando all’università, ti do un passaggio. Bernie? Telefoneresti a casa di Henry Levitte per prendere un appuntamento? Io posso andarci giovedì o venerdì pomeriggio. Torno più tardi.»

Nella luce ormai fioca del pomeriggio, nella stanza dell’Udi, Julian distolse gli occhi dallo schermo per rivolgersi ai colleghi più anziani. «Trovato. Il coinquilino numero tre. Joel Smythe è ufficialmente una persona scomparsa. La moglie ha sporto denuncia nel 2004, a un mese dalla sua sparizione.»

Kate si avvicinò al computer per scorrere i dettagli. «Dove viveva a quel tempo?»

«A Farnham, nel Surrey, con la moglie e due figli. Se ne andò dicendo alla moglie che doveva fare un breve viaggio d’affari. Vedi?» Indicò una riga. «Doveva portare dei progetti architettonici a un cliente di Londra. O almeno così ha detto alla moglie. A dire il vero, aveva prelevato diciottomila sterline dal conto che avevano in comune senza dirglielo. Inizialmente la donna aveva chiamato la polizia dopo che non era riuscita a contattarlo, la settimana seguente. Dopo altre tre settimane aveva sporto denuncia. Lui le telefonò dopo sei mesi, dicendole…» Julian seguì i dettagli sullo schermo con l’indice «che “voleva una vita diversa… non poteva rimanere sposato”. La polizia sapeva già delle diciottomila sterline. Con quella telefonata la faccenda si era chiusa. Per quanto riguardava le forze dell’ordine, Smythe era scomparso per scelta.»

Bernie si mise comodo sulla sedia, intrecciando le dita. «Ho già capito che storia è: Cherchez la femme

Kate tornò a sedersi. «Questa è un’aggiunta al tuo implacabile fiuto per le coincidenze?»

«Non vedo coincidenze, qui. Era al Woolner e conosceva Troy, ma Smythe è scomparso anni e anni dopo la faccenda. Non c’è niente che suggerisca un legame tra lui e ciò che è successo a Troy. È ovvio. Se ne è andato con un’altra donna.»

Nel silenzio, Joe lanciò un’occhiata a Bernie. «C’è un ex coinquilino di Troy che possiamo andare a trovare. Alastair Buchanan. Ha tempo domani mattina dalle undici in poi.»

«Dove?»

«Worcester.»

Bernie scosse la testa. «Io voglio rimanere da queste parti nel caso in cui trovassero Stuey Butts.»

«Tu come sei messa, Rossa?» Kate alzò gli occhi dall’agenda e fece di sì con la testa. «Bene. Vengo a prenderti tra le nove e mezzo e le dieci.»

Niente di umano
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