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«Sergente Watts!» Un Whittaker a corto di fiato chiamava in fondo alle scale. «Può scendere? La famiglia sta iniziando ad agitarsi, soprattutto la signora più anziana.»
«Dove sono?»
«Li stiamo tenendo in stanze separate lungo un corridoio accanto al pianterreno e lei sta dando di matto. Provate a sentire.» Tutti si misero in ascolto e si accorsero delle grida rauche che, benché attutite, si sentivano anche a distanza. «Gus chiede se potete parlare con loro. Poi faremo rilasciare delle dichiarazioni scritte e li manderemo a casa.»
Kate, Joe e Bernie raggiunsero Whittaker giù per le scale. Al pianterreno si unì a loro anche Julian, il viso pallido e sudato. «Parliamo innanzitutto con la moglie» disse Bernie.
Appena li vide, la donna prese istantaneamente a sbraitare. «Era ora, maledizione! Che cosa è successo? Che c’è? Non mi lasciano salire.»
«Okay, signora Levitte. Occorre che ci parliamo con calma.»
«Calma un cazzo!» La donna si agitò sulla sedia, il dito puntato contro Bernie. «Ditemelo! Che cosa è successo a Henry? Sta male? Voglio vederlo. Lui ha bisogno di me!» Kate la fissò. Gli avvenimenti della serata avevano cancellato il tono educato per gli eventi sociali, e il collo e il petto della donna erano coperti di macchie rosso acceso. «Aspettate che lo venga a sapere il nostro avvocato.» Tutte le teste si voltarono: un giovane agente era appena entrato nella stanza e aveva posato una tazza sulla scrivania accanto alla donna. «Può anche buttarla via! Quella merda non la bevo!» Spinse via la tazza con violenza, rovesciandola.
Bernie si avvicinò alla donna e appoggiò le mani sul tavolo, gli occhi fissi sul viso adirato. «Deve calmarsi, signora Levitte, perché…»
«Non osi venirmi a dire di…»
«… ho delle brutte notizie per lei, e occorre che stia in silenzio e ascolti.» La donna lo fissò. «Mi dispiace. Si tratta di suo marito… È morto.» Nella stanza, tutti si prepararono a essere investiti da un assalto verbale che invece non arrivò. «Ha capito che cosa le ho detto, signora…»
«Sì. Sì. Ho capito.» Kate sentì il tono irritato della sua voce, vide che stava pensando freneticamente.
Bernie raddrizzò la schiena. «Non sono sicuro che sia così. Le ho appena detto che cosa è successo a suo marito, ma non mi sembra sconvolta.»
Theda Levitte sollevò il viso verso il suo. «Capisco che cosa ha detto. So che cosa pensavate di lui e vi sbagliavate!» Kate chiuse gli occhi. «Ma adesso lui è morto e la mia priorità sono i miei figli adottivi. Dove sono?»
Bernie prese la sedia dall’altra parte della scrivania. «Per come funzionano queste cose, saremo noi a parlare con loro per primi…»
«State lontani! Voglio parlarci io. Adesso. Portateli qui. Voglio parlare con Miranda.» Arrossì. «Quel suo fratello…» Si fermò, gli occhi velati. «Voglio vedere Roderick.»
Bernie stava per perdere la pazienza. «Come ho già detto, deve calmarsi.» La donna si strinse nelle braccia. Le chiazze rosse risaltavano sulla carne bianca. Bernie annuì. «Così va meglio. Faremo il più in fretta possibile.»
La salutarono, incamminandosi verso la porta. Bernie abbassò la voce e si mise a gesticolare verso un giovane agente. «Tu. Trova Whittaker.» Gli fece segno con il pollice. «Fagli prendere la dichiarazione di questa donna. Tenetela qui più che potete.»
Proseguirono lungo il corridoio, raggiungendo l’ufficio accanto. Quando entrarono, Roderick Levitte si alzò, tremando e sorreggendosi allo schienale della sedia per riuscire a stare in piedi. I suoi occhi si soffermarono su Kate. «Ho sentito la voce della mia matrigna…»
«Si sieda, per favore, signor Levitte» lo interruppe Bernie. «Dobbiamo parlare con lei.» Roderick si mise a sedere, scarmigliato e inespressivo. «Innanzitutto ho delle brutte notizie. Si tratta di suo padre. Mi dispiace doverglielo dire, ma… è morto.» Levitte abbassò la testa, posando le mani sui capelli corti, cominciando a far dondolare la parte superiore del corpo a ritmo costante. Bernie lo guardò, a disagio, e gli parlò con voce roca. «Mi dispiace, ma dobbiamo…» Le parole dell’uomo furono interrotte da un suono basso, funereo, che si fece man mano più intenso fino a uscirgli dal petto, acuto e dirompente.
Si guardarono. Poi, lanciando un’altra occhiata a Bernie, Kate si avvicinò a Roderick. «Signor Levitte? Di sopra c’è un medico. Vorrebbe…» Le mani dell’uomo si staccarono dal viso, scoprendo la bocca grande, i denti scoperti, gli occhi socchiusi. Roderick Levitte stava ridendo.
Dopo qualche minuto aveva ripreso una parvenza di autocontrollo. Sollevando lo sguardo verso gli astanti, sbatté rapidamente le palpebre e si toccò gli occhi umidi. «Maledette lenti. Sto bene. Sono…» Ed ecco di nuovo quel suono, un’altra risata alta e fragorosa, che si spense dopo qualche secondo. «Il Re è morto, eh?» Un’altra risata gorgogliante. «E io sono ancora qui.»
Bernie andò alla porta a parlare con il giovane agente appostato lì. «Quando Whittaker ha finito con la matrigna, fallo venire a registrare la dichiarazione di questo qui.» Si voltò verso i colleghi. «Andiamo avanti.» Lasciarono Roderick Levitte accasciato sulla sedia che rideva ancora.
«Perché lo lasciamo qui? Perché non gli fai fare tu la dichiarazione?» domandò Kate, guardando Joe che li precedeva lungo il corridoio.
«Perché voglio starmene lontano da questi pazzi e abbiamo ancora un paio di persone a cui fare visita.» Erano arrivati all’ultima porta, e Bernie la spalancò. La stanza era vuota. Si voltò e fece un cenno all’agente. «Dov’è lui?»
Il giovane agente assunse un’espressione nervosa. «Dov’è chi, signore?»
Kate vide Bernie farsi paonazzo in viso. «Dovrebbe esserci un altro testimone. Si chiama Buchanan. Nessuno ha avuto il permesso di andarsene, quindi dov’è?» sbraitò.
«Deve essersene andato prima, signore, prima di tutta la confusione.»
Bernie era già in corridoio, con Kate accanto. «Che cosa pensi?» gli domandò.
«Parecchie cose, ma me le tengo per me.»
Lei lo guardò aggrottando la fronte. «Buchanan potrebbe non essere l’unico ad aver lasciato la galleria. Dov’è Matthew Johnson?»
«Chi lo sa. Qui non c’è, poco ma sicuro. Aspetta che torniamo a Rose Road! Avrò parecchio da ridire su come si isola una dannata scena del crimine.»
Avevano raggiunto l’area bar, che ora era vuota, a parte John Wellan, seduto da solo, a distanza, e Miranda Levitte, seduta a un tavolo, con la penna in mano e gli occhi fissi su un pezzo di carta. Joe fece un cenno a uno dei camerieri, che stava oziando. «Un bourbon liscio e una caraffa di acqua fredda.»
Kate lo guardò mentre portava il bourbon a Miranda Levitte e riempiva due bicchieri d’acqua. Gliene porse uno. «Ecco, Rossa. Adesso probabilmente riuscirai a tenerla dentro.»
Lei rabbrividì. «Vedo che John Wellan è ancora qui.»
«Ha rilasciato la sua dichiarazione e si è offerto di portare a casa Miranda.»
«Come sta la tua bella bionda?» domandò lei, bevendo un sorso d’acqua.
«Sembra che stia finendo la dichiarazione, quindi andiamo a scoprirlo.» Si avvicinarono. «Signorina Levitte? Non sono sicuro che conosca la mia collega Kate Hanson. Possiamo parlarle, per favore?» La donna guardò Kate, annuì e distolse lo sguardo. Joe raccolse la brevissima dichiarazione e la lesse.
Miranda Levitte posò il bicchiere e parlò trascinando la voce. «Mio padre è morto e non riesco… a rispondere.» Kate vide che era confusa. «Io non ho mai davvero… capito la mia famiglia. Come funzionasse. Io e mio fratello… non siamo mai stati i preferiti, come Cassandra. Mi sono sempre chiesta che cosa avessimo che non andava. Che cosa avessi io, che non andava.» Le lacrime caddero sul taffettà rosso, trasformandosi in macchie scure. La testa di Kate era piena di domande. La guardò piegare in avanti la testa elegante, con i capelli biondi che ora sfuggivano allo chignon. «Non sono mai stata la preferita, ma sono sempre stata trattata bene. Roderick era quello che si prendeva tutte le critiche, e Cassandra…» Sollevò il viso, gli occhi spalancati, le pupille dilatate. «Non è straordinaria, la mente umana? Sappiamo quello che sappiamo, ma ci diciamo di non saperlo.» Spinse indietro la sedia. «Mi sono sempre chiesta che cosa sapesse la nostra vera madre. Lei amava Cassandra ma… Mamma era tanto infelice qui. Dipendeva da… lui.»
Kate fece un respiro profondo. Capì che aveva avuto ragione su Henry Levitte. Al suono di passi che si avvicinavano, si voltò: era Roderick. «Ho rilasciato la mia dichiarazione. Posso parlare con mia sorella, per favore?» Si mise a sedere accanto a lei, prendendola per mano. Lei non oppose resistenza. «Ho un sacco di problemi, ma è ora che li affr…»
Sul pavimento risuonò il ticchettio di un paio di tacchi alti. Theda Levitte si avvicinò ai due figliastri e, prima che chiunque potesse fare qualcosa, diede un sonoro schiaffo sulla testa a Roderick Levitte. Joe e Bernie si affrettarono a prenderla ciascuno per un braccio. Lei cercò di divincolarsi. «Ti ho sentito ridere, bastardo. Adesso taci.» Kate vide il viso sconvolto di Wellan, mentre Miranda strizzò gli occhi e chiuse la bocca. Roderick si portò una mano alla testa. Theda Levitte guardò i figliastri. «Hanno le loro dichiarazioni. Andiamocene. Ora.» Kate li guardò allontanarsi, mentre John Wellan si alzava per seguirli, il viso stanco.
Qualche minuto dopo, Kate e i colleghi si avvicinarono alle porte della galleria, dove stazionava un uomo solo, in completo di raso azzurro chiaro. Bernie si fermò. «E lei chi è?» domandò. Kate riconobbe l’uomo che, qualche ora prima, era intento a lodare l’opera di Henry Levitte.
«Mi chiamo Sylvester Seale.»
«Sparisca. Che cosa ci fa ancora qui?»
«Mi hanno detto di aspettare.»
Bernie gli lanciò un’occhiataccia. «Chi gliel’ha detto?»
«Uno degli agenti. Gli ho detto che avevo visto qualcosa e…»
L’interesse di Bernie fu subito risvegliato da quelle parole. «Che cosa ha visto?»
Seale indicò le scale che salivano al piano di sopra. «Ho visto un cameriere salire per quelle scale.» Si voltò verso Kate. «E ho visto anche lei. Ho notato i suoi capelli e il…»
Bernie strizzò le palpebre. «Vada avanti» latrò.
Seale si strinse nelle spalle avvolte dal raso. «È stato il cameriere a salire per primo. Saranno state… Mmm, direi le sette e mezzo circa anche se non posso esserne del tutto certo…»
Bernie lo guardò stizzito. «Come fa a sapere che era un cameriere?»
L’uomo rifletté brevemente sulla domanda. «Indossava un completo nero…» Bernie roteò gli occhi, esasperato «e aveva un vassoio con dei bicchieri. La mia impressione è che avesse tra i quaranta e i cinquant’anni… anche se, adesso che ci penso… da come si muoveva. Un fisico tonico. Poteva essere più giovane.»
Kate annuì. «Ho visto un vassoio, di sopra.»
Scorgendo Whittaker e un altro agente che scendevano le scale, Bernie fece loro cenno di avvicinarsi. «Uno di voi due prenda la deposizione di questo qua.» L’agente annuì e curvò il dito a uncino per ordinare a Seale di seguirlo. Bernie si rivolse a Whittaker. «Voglio che tu torni su. C’è un vassoio con dei bicchieri…»
«È su uno scaffale. C’è sopra un tovagliolo bianco» disse Kate.
Guardarono Whittaker salire rapidamente le scale. Bernie gridò. «Quando lo trovi, dallo direttamente alla Scientifica! È una prova!» Lo guardarono svoltare a grandi passi nel corridoio. «Meno male che almeno uno sa cosa sta facendo, e lo fa di corsa» borbottò Bernie.
Erano fuori dalla galleria. Joe era andato a prendere la macchina. Julian era seduto sul bordo del marciapiede. Kate era lì accanto, stretta nella giacca di Joe. L’aria fredda della notte le stava facendo bene. Guardò Bernie. «Qual è il prossimo passo?»
«Dopo che avremo letto le dichiarazioni, decideremo se serve interrogarli. Buchanan lo acciuffiamo domani. Gli chiederemo come mai se ne è andato così di fretta. E quel Johnson…» Sembrava stanco. Abbassò lo sguardo su Kate. «Che cosa pensi dei Levitte? Tutti dannatamente strambi, se vuoi la mia opinione. Mamma Levitte se ne frega allegramente del marito e quell’idiota del figlio è scoppiato a ridere. Quanto alla figlia, di che cavolo stava parlando?»
Kate fissava la strada lastricata di mattoni. «Miranda stava dicendo cose sensatissime. Ciò che ha detto, per me, è stato una conferma del fatto che Henry Levitte avesse abusato sessualmente di un membro della famiglia. Aveva scelto Cassandra.» Sollevò lo sguardo verso Bernie. «Levitte conosceva bene i suoi figli e aveva riconosciuto l’estremo bisogno di attenzioni di Cassandra. Probabilmente Miranda era molto più sicura di sé e abusare di lei sarebbe stato un rischio maggiore. Invece Roderick era il figlio criticato e denigrato.»
«Io continuo a pensare che il modo in cui si sono comportati sia strano.»
Kate annuì. «Capisco che cosa intendi, ma nel mio lavoro ho imparato che le persone possono dire e fare cose strane in seguito a situazioni traumatiche.» Lo guardò di nuovo. «Sai che cosa disse Jackie Kennedy poco dopo che spararono al presidente Kennedy? “Hanno ucciso mio marito. Ho il suo cervello in mano”.» Julian emise un debole grugnito. Kate lo guardò. «Come ti senti?» Lui scosse la testa.
Bernie teneva le mani in tasca. Non sembrava troppo impressionato dalle parole di Kate. «Mi è capitato diverse volte di dover dare qualche brutta notizia alle persone, Doc, ma non ho mai visto nessuno reagire come quei tre. E se uno di loro, o tutti avessero deciso di dare l’addio al vecchio perché eravamo lì per beccarlo?»
Kate scosse la testa. «Potrei sbagliarmi, ma da ciò che ho sentito stasera nessuno di loro sapeva davvero che cosa fosse successo a Cassandra.»
Bernie sospirò. «Doc, a casa mia le cose o le sai o non le sai.»
«Hai sentito Miranda. Ci ha detto che non poteva permettersi di sapere ciò che suo padre stava facendo alla sorella.»
«E mamma Levitte? Che cosa mi dici di lei? Non dirmi che non sapeva niente.»
Kate scrollò le spalle. «Quando è arrivata in famiglia, gran parte di ciò che è successo a Cassandra e a Roderick aveva già avuto luogo. In ogni caso, anche se avesse scoperto qualcosa, probabilmente avrà scelto di ignorarlo. Theda Levitte ha due interessi: i soldi e lo status sociale. Se voleva ottenerli, neanche lei poteva permettersi di sapere. Quindi si è tenuta a distanza.» A distanza.
«Bene, quindi nessuno è responsabile di niente.» Bernie spostò l’attenzione su Julian. «Ehi! Sei ancora con noi?» Julian sollevò la testa, pallido. «Sette bicchieri di champagne. Ne hai bevuti sei di troppo, ti avevo avvisato. Sono felice che tu vada a dormire a casa della Doc e non da me.»
Kate guardò la fila di auto in strada, tutte in coda per uscire dal parcheggio. «Domani vado da Furman. Immaginatevi la sua reazione quando lo informerò.»
Bernie le lanciò un’occhiata. «Non importa, no? Il nostro indiziato principale si è trasformato in una vittima. Fa tutto parte del nostro caso.»
Kate si strinse addosso la giacca di Joe. «Henry Levitte era un pericolo dal punto di vista sessuale, ma avrà mai assassinato qualcuno?»
A quelle parole, Bernie lasciò vagare lo sguardo davanti a sé. «Per adesso non pensarci.» La squadrò da capo a piedi. «A proposito, stasera eri uno schianto.»
Kate lo guardò sorpresa. «Grazie. Almeno qualcuno se n’è accorto.»
«Fidati, non ero il solo.»
«Lui non ha detto niente.»
Bernie sorrise mentre compariva l’auto di Joe. «Forse è rimasto senza parole, Doc.» La macchina si fermò davanti a loro e Kate salì, esausta.