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«Si stanno infilando nel colatoio», comunicò un uomo, radio alla mano, ad Abaddon Lotan. Il reverendo era sul suo sedile dorato all’interno dell’elicottero militare Colossus, che solcava il cielo insieme a venti velivoli neri dell’aeronautica turca.
Il robusto predicatore sorrise al proprio assistente nel suo maglioncino dolcevita.
«È stata una buona idea installare la trasmittente sulla mia amata figliola. Perché il Signore disse: “Che tua figlia sia inviata al campo di battaglia, se necessario”».
«Che succede se la fanno parlare?».
Il reverendo scosse la testa. Osservò dall’alto le rovine di Efeso: la basilica di San Giovanni distrutta, i frammenti di colonne sparpagliati nell’area diroccata.
«“Però, la figlia di qualsiasi sacerdote che si contamina prostituendosi, contamina suo padre e deve essere bruciata nel fuoco”. Levitico 21:9». La sua espressione divenne mostruosa. «Nella trasmittente c’è anche dell’esplosivo».
Il suo assistente deglutì. «Uccidereste vostra figlia?».
Abaddon Lotan sorrise.
«L’unica cosa che conta ora è trovare la ragazza che morì duemila seicento anni fa: la Redattrice R. È questa l’unica cosa di cui mi importa. È lei la chiave per cambiare il mondo adesso. È lei che ha in mano il documento ancestrale. Chi lo possiederà, avrà il potere di Dio».