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«Così mi piace».
Il predicatore e politico Abaddon Lotan sorrise tra sé. Era un sessantacinquenne energico. Stava seduto alla sua monumentale scrivania di vetro nero. Sulla parete alle sue spalle erano appese sue fotografie insieme a presidenti degli Stati Uniti come Clinton, Bush e Trump.
Mise giù la cornetta del telefono. Terminò la chiamata con il giovane sacerdote Creseto Montiranio, che lo aveva ascoltato tramite il piccolo auricolare nascosto nell’orecchio.
«Le menti deboli sono facili da controllare, soprattutto quando mancano di fiducia in sé stesse».
Si rivolse all’uomo anziano che gli stava di fronte. Era un uomo di Dio, a capo delle sentinelle dell’Apocalisse sull’isola di Patmos: Arthur O’Connell.
«Non capisco qual è il compito di questo giovane. Che ordini gli hai dato?».
Abaddon Lotan si chinò verso di lui, oltre la scrivania: «C’è un maledetto ambasciatore delle Nazioni Unite che vuole screditare la Bibbia basandosi sulla scoperta del papa nei sotterranei del Vaticano. Proprio qui, sotto al nostro naso, in questo monastero. Si tratta del Libro dell’Apocalisse. Lui e gli archeologi ebrei hanno intenzione di denigrarlo in presenza dei diplomatici di tutto il mondo, davanti alla stampa, con una copertura internazionale della CNN. Vuoi che ciò accada?».
Il superiore delle sentinelle dell’Apocalisse piegò la testa. Abaddon si alzò, possente. Si posizionò dietro al suo anziano ospite e gli appoggiò una mano sulla spalla.
«Presto ti presenterai al cospetto dell’Altissimo. Cosa gli dirai il giorno della tua morte, che è vicino? Che sei stato un codardo? Pensi di dirgli che quando questi scienziati, questi archeologi, sono venuti qui ad attaccare il testo sacro rivelato da Dio stesso a Mosè e agli apostoli di Cristo, tu, un sacerdote della sua Chiesa, non hai fatto niente per difenderlo?». Gli strinse la spalla. «Questa non è una guerra contro gli uomini. È una guerra contro Satana in persona. C’è Satana dietro a questi scienziati. Satana è il serpente. Tu fai parte del patronato del monastero e hai accesso ai protocolli dell’UNESCO. Deve essere la stessa cosa di Magdala».
Il superiore assentì.
«Cosa vuoi che faccia?». C’era un barlume di apprensione nel suo sguardo.
«Di’ a mia figlia che deve prendere il controllo dell’evento. Di utilizzare i suoi contatti nell’UNESCO per riunire tutti gli addetti alla sicurezza nella cappella. Ti invio i lori nomi. Sono stati designati dalle Nazioni Unite. Voglio che mia figlia li intercetti e li controlli, che li conduca fino alla cappella di Cristodulo e che li chiuda lì dentro. Non devono interferire con il mio sacerdote più amato». Curvò le labbra in un sorriso. «Il mio leale Creseto Montiranio».