Capitolo trentanove
Sedici anni prima
«Voglio che tu venga da me questo week-end», disse Gareth. «Per un giorno intero».
«Mi piacerebbe tanto», rispose Rose. Si sentiva così tremendamente adulta in quel periodo.
«Pensavo di prepararti un bel pranzetto sabato e poi oziare insieme tutto il pomeriggio. Che dici?»
«Oh, sarebbe bellissimo, ma ho promesso a Billy di portarlo agli allenamenti di calcio sabato pomeriggio», spiegò Rose. «Perché non facciamo la mattina?»
«La mattina ho alcune pratiche da completare», replicò lui brusco. «Che male c’è se per una volta non lo porti a calcio? Potrebbe andarci tua madre o tuo padre».
«Ma è da una vita che non lo accompagno e ci rimarrà male se non vado».
Gareth si incupì e Rose tentò di chiarire meglio la propria posizione. «Ci andiamo sempre insieme e questa settimana giocherà in porta per la prima volta. Per lui è un’occasione speciale».
Le narici di Gareth si allargarono, ma non replicò.
«Posso essere sincera? Da quando ho cominciato il college e il volontariato in biblioteca e poi ti ho conosciuto, mi sembra di averlo trascurato», precisò Rose, desiderosa che lui capisse. «Ho bisogno di ritagliare un po’ di tempo per Billy… potremmo fare qualcosa tutti e tre insieme».
«Oh, certo… adesso è colpa mia». Gareth ritrasse la mano dal ginocchio di Rose.
«Non ho detto questo!».
«E che mi dici del tempo per me… per noi?»
«Mi sento responsabile per lui», tentò di argomentare Rose. «È così piccolo e solo, e io…».
«Non è tuo figlio… giusto?», ribatté Gareth. «Non sarete una di quelle inquietanti famiglie incestuose che si vedono al Jerry Springer Show, vero? Dove il figlio è convinto che sua madre sia la sorella o roba simile?»
«No!». Rose fece un sorrisetto, ma provò una fitta di fastidio. «È senza dubbio mio fratello».
«Bene, allora non sei affatto responsabile per lui. Fallo accompagnare agli allenamenti dai tuoi genitori. Stai rendendo la vita troppo facile a entrambi».
Rose sospirò. Gareth sembrava proprio non capire. Lei voleva accompagnare Billy alla partita.
«Non vedevo l’ora di passare un po’ di tempo insieme come si deve», disse lui, ammorbidendo un po’ il tono. «Ma se tu preferisci mettere la famiglia al primo posto, fa’ come vuoi. Suppongo di dover biasimare soltanto me stesso per non aver legato con nessuno qui in paese. Forse mi sono dedicato troppo a te, Rosie». Le diede un bacio leggero sulla guancia. «Mi troverò qualcosa da fare. Ci saranno di sicuro altre persone alle quali non dispiacerà passare del tempo con me».
Rose provò un immediato senso d’allarme, mentre i volti attraenti delle altre ragazze del paese prendevano a scorrere nella sua mente come diapositive. Erano quasi tutte più grandi di lei. Lavoravano in città come Mansfield e Nottingham, erano curate e ben vestite.
Rose voleva stare con Gareth nel week-end, ma anche tener fede all’impegno di accompagnare Billy alla partita. Se solo Gareth fosse stato un tantino più flessibile, lei avrebbe potuto fare entrambe le cose, ma era chiaro che non sarebbe andata così.
«Chiederò a mia mamma se può accompagnare Billy», dichiarò riluttante.
«Brava la mia ragazza», sorrise Gareth.
«Puoi venire con noi se ti va, Billy», propose Rose allegra.
I suoi genitori erano al cantiere di rinascita e Gareth si era presentato a casa con la scusa di farsi raccontare da Rose quello che sapeva del Nottingham & Beeston Canal.
«Fa lo stesso», rispose Billy. «Vado a vedere se giù al campo ci sono i miei amici».
«Ma ti piace un sacco osservare le barche sul canale», insisté lei.
«Non ne ho voglia», bofonchiò Billy, guardando Gareth.
«Per te va bene se viene con noi, vero, Gareth?».
Lui fece spallucce. «Ha appena detto che non ne ha voglia».
Rose percepì la strana tensione nell’aria. La sentiva crepitare tra Billy e Gareth.
«Cosa mi nascondete voi due?». Lanciò uno sguardo febbrile prima a uno, poi all’altro. «È successo qualcosa».
«Smettila di costruire i tuoi sciocchi castelli, Rose», replicò Gareth tranquillo, fissando Billy. «Non è successo niente. Billy sa divertirsi anche da solo. Ormai ha otto anni, non tre».
Rose osservò il fratello e avvertì una fitta al cuore. Per chissà quale ragione, Billy non era molto popolare a scuola. Aveva un paio di amici, ma vivevano nella periferia di Hucknall, a diversi chilometri dal loro paese.
Era sempre stato un tipo solitario e adesso Gareth lo metteva a disagio anche all’interno della sua famiglia. Rose aveva già ceduto accettando di non accompagnare il fratello agli allenamenti di calcio, e ora Gareth pretendeva che lo escludesse di nuovo.
«Billy, preferirei che tu venissi con noi, io…».
Gareth l’afferrò per un braccio. «Lascia perdere, Rose. Andremo al canale da soli, punto e basta».
«Ahia!». Rose si liberò e si sfregò il braccio con aria accigliata.
«Non toccare mia sorella», minacciò Billy a denti stretti. Fece un passo avanti, le manine strette a pugno.
Gareth spinse indietro la testa e scoppiò in una risata esagerata. «Perché, altrimenti tu cosa mi fai, moscerino rinsecchito?». Lo spinse con forza e il bambino incespicò e andò a sbattere con il braccio contro l’angolo della credenza. Le guance gli si rigarono di lacrime. Rose accorse al suo fianco.
«Ma come hai potuto?», inveì contro Gareth, gli occhi in fiamme. «Sarà meglio che tu te ne vada».
Prima che Rose riuscisse a registrare cosa stava per accadere, Gareth si scagliò su di lei, ancora china a massaggiare il braccio di Billy, e l’afferrò per i capelli.
Rose cacciò un grido, mentre lui la sollevava con uno strattone. Billy cominciò a piagnucolare, sul viso un’espressione di terrore puro.
«Ora andremo al canale, che ti piaccia o no. Sali subito su quella macchina», le ordinò Gareth con un tono calmo e misurato che amplificò la paura di Rose.
«Gareth, ti prego! No! Non posso lasciare Billy a casa da solo, senza nessuno che badi a lui».
«Entra lì dentro». La spintonò con forza in cucina. Lei urtò lo stipite della porta con la spalla e gemette di dolore. «E tu!». Gareth si voltò verso il bambino spaventato e sollevò l’indice per poi passarselo lentamente sulle labbra. «Tienila ben chiusa, piccola peste, o me la prenderò con tua sorella».
In cucina, Gareth si stagliò contro Rose in tutta la sua imponenza, i tratti del viso cupi e maligni.
«Ora ascoltami bene», ripeté con tono monocorde. «Quando avrò finito con te, tornerai da tuo fratello e lo convincerai a tenere chiusa quella stupida boccaccia. Altrimenti tuo padre perderà il posto nel progetto e io darò il suo potenziale futuro lavoro a qualcun altro».
Rose serrò gli occhi e l’ammasso di lacrime precipitò lungo le guance.
Quando riaprì gli occhi e guardò Gareth, non poté fare a meno di chiedersi come avesse fatto una persona così premurosa e amorevole a trasformarsi in quel… mostro.
La stava minacciando facendo leva sulle speranze rinnovate del padre. Ray lo stimava moltissimo. Solo allora Rose si rese conto di come Gareth si fosse insinuato in maniera subdola nelle loro vite. A modo suo, ora controllava il padre, lei e Billy… e Rose non poteva farci niente.
Cassie aveva ragione fin dall’inizio.
«Gli dirò di stare zitto», mormorò Rose, asciugandosi gli occhi con il dorso della mano.
«Brava ragazza. Saggia decisione».
Rose uscì dalla cucina e tornò in salotto, dove Billy era immobile al centro della stanza con l’aria frastornata.
Rose sapeva che se avesse raccontato al padre cosa stava succedendo, lui avrebbe sistemato Gareth in quattro e quattr’otto. Lavoro o meno. In cuor suo non aveva dubbi che Ray avrebbe sacrificato la promessa di un nuovo futuro senza pensarci due volte, se solo avesse saputo che Gareth maltrattava lei e il fratellino.
Ma Rose non poteva fargli una cosa simile. Era stata lei a portare Gareth nelle loro vite. Spettava a lei proteggere il padre e il fratellino e trovare il modo di risolvere quel casino.
Da vera stupida, aveva escluso dalla propria vita quasi tutte le persone che tenevano a lei. Aveva creduto come un’ingenua che Gareth la volesse con sé perché l’amava moltissimo, mentre ora vedeva finalmente la verità sulla quale Cassie aveva tentato disperatamente di farle aprire gli occhi.
Gareth si sentiva minacciato da chiunque le fosse caro. Compreso il fratello di otto anni.
Rose decise di starsene buona e di tenerlo lontano da Billy… finché non si fosse presentata una soluzione.