Capitolo trentasette

Rose

Oggi

 

Mi sforzo di non fissare Mike che si protende in avanti a fatica e con mano tremante guida la cannuccia verso la bocca.

«Posso aiutarla?», chiedo imbarazzata.

«No, grazie. In realtà, riuscire a fare le piccole cose mi dà una certa soddisfazione». Alza gli occhi al cielo. «È patetico, a dire il vero. Ma vedi, non sai mai quando le cose andranno ancora peggio».

Scuoto il capo. «Credo se la stia cavando alla grande. Ha scoperto la malattia dopo il suo ritiro dalla polizia?»

«No, no». Mike si appoggia goffamente allo schienale e osserva un vogatore che rema con grazia lungo il fiume. «È stato prima. È successo qualcosa durante il caso di Billy».

Mi raddrizzo sulla sedia. «Che cosa intende?»

«È cambiato qualcosa qui dentro», spiega lui battendosi il petto. «Ho perso la passione per il lavoro».

«Posso immaginare».

«Insomma, il caso di Billy, come l’ho sempre chiamato, mi ha strappato qualcosa». Mike si guarda alle spalle, suppongo per controllare che Tessa non stia ascoltando. «Ho avuto per le mani faccende molto sgradevoli nel corso degli anni, omicidi, stupri, cruenti affari di droga finiti male… prova a citare qualsiasi cosa e, dopo trentatré anni in polizia, ti posso giurare che ci sono passato».

Lo ascolto in silenzio. Non voglio interromperlo, ma sono ansiosa di riferirgli il motivo della mia visita prima di perdere il coraggio.

«Eppure la storia di quel bambino, tuo fratello, mi ha lacerato dentro. Tornavo a casa dopo quattordici ore di lavoro e ne passavo altre quattro o cinque seduto al tavolo della cucina». Scuote la testa lentamente nel ricordare quell’orrore. Lo sguardo fisso all’acqua, riprende il racconto. «Saltai i compleanni di famiglia, il diploma di mia figlia maggiore finché io e Tessa, be’, arrivammo a un passo dal separarci».

A vederli così bene insieme in questo momento, quel particolare mi coglie di sorpresa. Mi sento in colpa. Mike ha affrontato tutti quei problemi per ottenere giustizia per Billy. Per noi.

«Era diventata un’ossessione». Mi guarda. «Non voglio insinuare di aver sofferto come te e i tuoi genitori, Rose; lo so che non è così. Ma tu forse sei l’unica persona rimasta al mondo a poter capire da vicino come mi sentivo».

Annuisco. Non serve aggiungere niente.

«Comunque sia…», Mike scuote il capo per scacciare i ricordi, «una volta risolto il caso e messo fuori gioco Farnham, grazie a Dio, mi accorsi di non avere più lo spirito per affrontarne altri, capisci? Cominciarono a cadermi le cose dalle mani, tipo le posate, e non riuscivo più a scrivere. Articolazioni rigide… tanto per darti un’idea».

«Era il Parkinson?».

Mike fa spallucce. «Come al solito, tentai di ignorarlo il più a lungo possibile, dissimulando i tremori. Poi un giorno Tessa se ne accorse e fine della storia, si incaponì come un mulo. Nel giro di un mese mi fu data la diagnosi e accettai il pensionamento per motivi di salute».

«Mi spiace tanto, Mike», commento, provando una tristezza genuina. «I miei genitori dicevano sempre quanto erano stati fortunati che abbia seguito lei il caso. Quanto ci teneva a scoprire cosa fosse accaduto a Billy. Credo che nessuno di noi si sia mai reso conto di quanto le sia costato».

«Suvvia…», sospira lui, nel tentativo di ricomporsi, «basta con le lagne e l’autocommiserazione. Sono davvero felice di vederti, Rose… di vedere che stai bene, nonostante quello che è successo alla tua famiglia».

Di colpo mi assale la terribile consapevolezza delle mie cosce scarne in bella mostra sulla sedia e delle spalle ossute, impossibili da nascondere sotto la canottiera che ho indossato.

Penso alla mia vita schifosa e triste. Non mi sembra di stare bene proprio per niente.

«Hai accennato al telefono di volere un mio consiglio?». Mike mi riporta alla ragione per cui sono qui e avverto una certa resistenza interiore. Non voglio approfittare troppo della sua ospitalità, perciò è il momento di venire al punto.

Respiro a fondo. «È difficile, Mike. Ho trascorso gli ultimi sedici anni cercando di non pensare a quello che è accaduto a Billy, di cancellare dalla mente il ricordo di Gareth Farnham».

«Perfettamente comprensibile», osserva lui, annuendo. «Prenditi il tempo che ti serve, Rose».

«Il punto è che vorrei chiederle un grosso favore. Intendo un favore molto grosso».

«Qualunque cosa possa fare per aiutarti, sarà un piacere». Mike stringe davanti a sé le mani tremanti. «Lo sai».

«Vorrei discutere ipoteticamente di un certo scenario, se per lei va bene».

Mike sorride. «Ah, capisco, il vecchio scenario degli “E se…”. Quindi non vuoi parlare di fatti nudi e crudi? Per me va bene, Rose. Dimmi pure».

Voglio continuare davvero?, mi chiedo.

Il viso stanco di Ronnie si affaccia nella mia mente. È stato così male e non è ancora guarito del tutto, costretto a letto nella casa accanto, solo soletto negli ultimi anni della sua vita.

Respiro a fondo. Devo farlo per me stessa e per Billy.

Non ho altra scelta.

Non fidarti di lui
titlepage.xhtml
index_split_000.html
index_split_001.html
index_split_002.html
index_split_003.html
index_split_004.html
index_split_005.html
index_split_006.html
index_split_007.html
index_split_008.html
index_split_009.html
index_split_010.html
index_split_011.html
index_split_012.html
index_split_013.html
index_split_014.html
index_split_015.html
index_split_016.html
index_split_017.html
index_split_018.html
index_split_019.html
index_split_020.html
index_split_021.html
index_split_022.html
index_split_023.html
index_split_024.html
index_split_025.html
index_split_026.html
index_split_027.html
index_split_028.html
index_split_029.html
index_split_030.html
index_split_031.html
index_split_032.html
index_split_033.html
index_split_034.html
index_split_035.html
index_split_036.html
index_split_037.html
index_split_038.html
index_split_039.html
index_split_040.html
index_split_041.html
index_split_042.html
index_split_043.html
index_split_044.html
index_split_045.html
index_split_046.html
index_split_047.html
index_split_048.html
index_split_049.html
index_split_050.html
index_split_051.html
index_split_052.html
index_split_053.html
index_split_054.html
index_split_055.html
index_split_056.html
index_split_057.html
index_split_058.html
index_split_059.html
index_split_060.html
index_split_061.html
index_split_062.html
index_split_063.html
index_split_064.html
index_split_065.html
index_split_066.html
index_split_067.html
index_split_068.html
index_split_069.html
index_split_070.html
index_split_071.html
index_split_072.html
index_split_073.html
index_split_074.html
index_split_075.html
index_split_076.html
index_split_077.html
index_split_078.html
index_split_079.html
index_split_080.html