Capitolo trentatré
Sedici anni prima
Quando le sirene presero a strillare a squarciagola, entrarono nel sogno di Rose diventandone parte.
Poi, mentre si avvicinavano, la ragazza riemerse finalmente dal torpore. Udì delle voci per strada. Porte che sbattevano al piano inferiore.
Le cifre rosse della sveglia annunciavano l’una e mezza del mattino.
Rose saltò fuori dal letto in fretta e furia e si infilò la camicia da notte di lanetta. Attraversò il pianerottolo a piedi nudi con passo furtivo e si mise all’ascolto in cima alle scale.
Strani sussurri concitati fluttuarono verso di lei, poi distinse la voce del padre.
«E siete sicuri… è proprio Cassie?».
Rose si precipitò di sotto.
«Che succede?». Oltrepassò il padre e si ritrovò davanti un gruppetto di vicini accalcati sulla soglia, i volti segnati dall’orrore.
Solo allora si rese conto che circondavano Jed, reggendolo di peso sulle gambe tremanti e instabili.
«Jed, cosa c’è? Cos’è successo?». Rose pensò che parlasse in modo sconclusionato perché era ubriaco, ma poi si accorse che singhiozzava.
«Cassie. La nostra Cassie…». Come se non riuscisse a tollerare i pensieri e le emozioni che si affollavano, il ragazzo scoppiò in una pioggia di singhiozzi e si fece strada barcollante tra la folla, allontanandosi incerto lungo la via.
Mentre la gente gli correva dietro, Stella tirò Rose con delicatezza per un braccio e la riportò dentro. Ray prese gli scarponi, si sedette e cominciò ad allentare i lacci, scuro e minaccioso in volto. A Rose si rizzarono i peli sulla nuca.
Si divincolò dalla presa della madre, la pelle di colpo rovente.
«Mamma, papà, ditemi cosa sta succedendo!».
«È per Cassie, tesoro», spiegò Stella con cautela. «È stata… aggredita».
Rose si portò di scatto la mano alla bocca.
«È stata violentata, Rose», precisò Ray con tono cupo, infilando i piedi negli scarponi. «Qualche bastardo l’ha violentata».
«Ray, non…».
«Non ha più dodici anni, Stella», tuonò il padre. «Rose deve sapere… Deve conoscere i pericoli che ci sono là fuori. Lo avrebbe scoperto comunque. Metà paese gli sta dando la caccia».
«Ma… come…». Rose stentava a trovare le parole. «Dove è successo?»
«In casa», rispose Stella. «Carolyn e Jed erano fuori. Cassie era sola ieri sera».
«Sanno chi è stato, chi le ha fatto una cosa simile?», si sentì chiedere Rose, con voce che sembrava disperdersi alla deriva. Lei e l’amica si riunivano sempre a casa di Cassie il venerdì sera, a guardare la TV e mangiare patatine. Almeno fino a quando non aveva conosciuto Gareth.
Stella scosse il capo. «Non sanno chi è stato. Pare non abbia detto una parola e indossasse un passamontagna».
«Ma lei lo conosceva? Insomma…». Rose rimase a bocca aperta, incapace di proseguire.
«Non preoccuparti, tesoro». Ray guardò la figlia. «Scopriremo chi è stato e, non appena lo troveremo, impiccheremo quel bastardo. Per ora non ti serve sapere altro».
Rose tornò in camera sua e si stese sul letto a guardare il soffitto.
Il viso di Gareth fece capolino nella sua mente. Lo avrebbe chiamato da lì a poco. Lui le dava sicurezza e riusciva sempre a tranquillizzarla.
Le risuonarono nelle orecchie le ultime parole rabbiose che lui aveva scagliato contro Cassie, ma le ignorò. Gareth sarebbe rimasto scioccato dall’accaduto. Come tutti.
Cose del genere non accadevano dalle loro parti. Di tanto in tanto la polizia locale si aggirava per il paese, parlava soprattutto con il signor Shandu, il proprietario del piccolo supermercato. Inoltre si premurava di fermarsi per due chiacchiere con i ragazzi che, non avendo altro da fare, bazzicavano fuori dal circolo minatori la sera e nel fine settimana.
L’evento più sconvolgente registrato a Newstead nel corso di quell’anno era stato forse quando avevano lanciato un sasso contro la vetrina del negozio di fish and chips. Ma poi si era scoperto che il responsabile era Davey lo Sciocco, un innocuo ragazzone sulla trentina, che viveva in Mosley Road con i genitori anziani.
In pratica, pareva si fosse offeso perché non gli avevano venduto tutte le otto frittelle di patate appena sfornate, a scapito degli altri clienti in coda. Chiunque sapeva che Davey lo Sciocco non poteva vivere senza le sue frittelle di patate.
Ora, invece, era accaduto questo incubo. Ed era accaduto a Cassie.
Newstead era sempre stato un paese tranquillo, rifletté Rose. Eppure, quello che era successo a Cassie… era un tale shock che fosse avvenuto proprio lì, nel cuore del paese. Era come se l’adorato cagnolino di famiglia di cui ti fidavi ciecamente si fosse rivoltato contro di te di punto in bianco.
Cose del genere non capitavano in un paese così sicuro, in cui tutti si conoscevano e si viveva insieme, generazione dopo generazione, in relativa armonia. Giusto?
Rose cercò sotto il cuscino il cellulare che Gareth insisteva perché tenesse acceso, anche di notte, nel caso avesse avuto bisogno di cercarla. Era sempre così ansioso che restasse in contatto con lui, che fosse al sicuro.
Lo chiamò con la selezione rapida. C’era un solo numero memorizzato sul dispositivo ed era il suo.
Rose attese, con il cuore che pompava sempre più forte, che gli squilli acuti le inondassero l’orecchio. Scattò la segreteria. Sperava di sentire la voce rassicurante di Gareth, così forte e saggia, invece rispose il messaggio standard registrato.
Rose richiamò quattro volte nella mezz’ora seguente, ma ottenne ogni volta la stessa risposta.
Dov’era finito? Le aveva detto di avere una riunione di lavoro che sarebbe andata per le lunghe e che poi sarebbe andato a letto presto per recarsi l’indomani mattina a una conferenza a Birmingham in giornata.
Certo, erano quasi le due del mattino, ma Rose era convinta che anche lui tenesse acceso il cellulare tutta la notte, dato che insisteva tanto perché lei lo facesse. Forse, ipotizzò, la riunione si era protratta più del previsto.
Silenziose lacrime di tristezza e rimpianto le scivolarono lungo le guance arrossate. Desiderava rivedere Cassie e sistemare le cose tra loro. Desiderava essere accanto alla sua migliore amica nel momento del bisogno.
In quell’istante, tuttavia, si rese conto che la persona con cui voleva parlare davvero era Gareth.
Gli lasciò un messaggio in segreteria.