CAPITOLO 12
Catturare il colore
Epigrafi:
W. Benjamin, "Das Kunstwerk im Zeitalter seiner technischen Reproduzierbarkeit", in Zeitschrift für Sozialforschung, Paris 1936. Trad. ingl. "The work of art in the age of mechanical reproduction", in Art in Modern Culture, a cura di F. Frascina e J. Harris, Phaidon Press, London 1992, pag. 297.
J. Berger, Ways of Seeing, Penguin, London 1972, pag. 32.
W. Benjamin, op. cit.
J. Berger, op. cit., pag. 21.
Perfino mentre scrivo, i muri di Londra sono ornati di cartelloni pubblicitari con l’immagine della Madonna dal manto cremisi di Tiziano, nononstante il "Rinascimento" che propagandano abbia più a che vedere con la cultura mondana che con quella "alta".
Jonathan Brown e Carmen Garrido sottolineano che una delle opere più discusse del canone occidentale, Damigelle d’onore (Las Meninas) di Velázquez, è stata interpretata in gran parte da riproduzioni. Dicono: «Sembra che a nessuno sia interessata la materialità, o struttura fisica, dell’opera, o l’abbia apprezzata come realizzazione pittorica... Tuttavia, la pulitura del dipinto [1984]... ci permette di considerarlo uno dei più straordinari tour-de-force artistici della cultura occidentale». Il messaggio (oltre a "Visita il Prado") è che insistendo sull’aspetto concettuale e ignorando quello materiale si può perdere la vera bellezza di opere come questa. (Vedi J. Brown e C. Garrido, Velàzquez: The Technique of Genius, Yale University Press, New Haven/CT 1998.)
J.C. Le Blon, Coloritto; o l’armonia del colore in pittura; ridotto a pratica meccanica con facili precetti e regole infallibili, 1725, epistola XX; ristampa in facsimile Van Nostrand Reinhold, New York 1980.
Ibidem, pag. 28.
Ibidem, pag. 30.
È probabile che Le Blon non fosse al corrente di questo commento, quando dedicò il Coloritto a Walpole.
R.M. Burch, Colour Printing and Colour Printers, Sir Isaac Pitman & Sons Ltd, London 1910, pag. 112.
Quando Schulze pubblicò le sue scoperte, le intitolò Scotophorus pro Phosphoro Inventus, un gioco di parole sul fatto che gli esperimenti avrebbero dovuto, secondo le sue intenzioni, produrre fosforo, infiammabile "portatore di luce", e produssero invece "scotoforo", "portatore di oscurità".
S.F.B. Morse in The New York Observer, citato in J. Carey (a cura di), The Faber Book of Science, Faber & Faber, London 1996.
J.C. Maxwell, Transactions of the Royal Society of Edinburgh, 21, 1857, pag. 275.
Secondo informazioni affidabili, la conferenza fu alquanto noiosa, poiché Maxwell aveva fama di essere poco abile come oratore.
J.C. Maxwell, British Journal of Photography, IX, 1861, pag. 270.
H. Collen, British Journal of Photography, 12, 1865, pag. 547. Collen suggerì che le separazioni di colori fossero prese secondo i primari sottrattivi rosso, giallo, azzurro, invece che (più correttamente) quelli additivi usati da Maxwell.
E.J. Wall, History of Three-Colour Photography, American Photographic Publishing Co., Boston (MA) 1925, pag. 9.
E. Wind, Art and Anarchy, 1963, pag. 165.
Georgia O’Keeffe, citato in C.A. Riley, op. cit., pag. 169.