Capitolo Decimo
OMBRE DI MEZZANOTTE
Il problema dell’azzurro
Che felicità nel blu. Non ho mai saputo quanto blu potesse essere il blu.
VLADIMIR NABOKOV
Laughter in the Dark (1989)
Azzurro dona agli altri colori la loro vibrazione.
PAUL CÉZANNE
Che cos’è l’azzurro? È l’invisibile diventato visibile... Non ha dimensioni. È "oltre" le dimensioni di cui sono partecipi gli altri colori.
YVES KLEIN
Che cos’ha di speciale l’azzurro per avere sempre tanto affascinato i pittori? Maestà, sì; malinconia, certamente; e anche mistero. Secondo Kandinskij: «Nell’azzurro si trova la potenza del significato profondo... È il tipico colore del cielo, la sensazione fondamentale che crea è di riposo. Quando sprofonda vicino al nero, riecheggia un dolore quasi inumano».1
Sarà questo il dolore del cielo scuro nel dipinto ritenuto l’ultimo di Van Gogh, Campo di grano con corvi sotto un cielo tempestoso (1890). Il Periodo blu di Picasso (1901-04) coincide con gli anni di miseria a Parigi, quando il pittore rimuginava sul suicidio del suo intimo amico Carlos Casagemas. Cari Gustav Jung ha ipotizzato che questi ritratti freddi e tetri, di esseri ammalati, vecchi e poveri, immersi in una luce blu rappresentino un mitico viaggio all’inferno, dove «regna il blu della notte, del chiaro di luna e dell’acqua, il Duat azzurro dell’oltretomba egizio». Il bevitore d’assenzio e Donna in blu (entrambi 1901), ancora sotto l’influsso dell’Impressionismo, sono vestiti di blu notte; Camera blu (1901) e La Vita (1903) hanno un aspetto sommesso, ombroso.
Ma esistono anche azzurri esuberanti e uno dei primi dipinti a dimostrarlo è il Bacco e Arianna di Tiziano. L’abito della Signora in blu (1937) di Matisse lascia poco spazio ai primari che l’accompagnano (1953, di Clyfford Stili, del 1953, ne lascia ancor meno). L’artista e la modella nell’atelier di Le Havre (1929) di Raoul Dufy incastona le due figure in una stanza azzurro cielo che semplicemente sconfina nella visuale di cielo e mare oltre la finestra aperta. Nel visionario Nudo blu (1907) di Matisse, la modella stessa assume questo colore senza perdere di vigore; la sua figura angolosa sembra precorrere le totemiche donne cubiste di Les demoiselles d’Avignon (1907) di Picasso, circondate dall’azzurro come da un lenzuolo avvolgente.
Il rapporto di Kandinskij con l’azzurro prese forma concreta nel 1911 quando col pittore tedesco Franz Marc creò un almanacco d’arte chiamato Blaue Reiter (Il cavaliere azzurro), dal nome di un quadro del 1903 dello stesso Kandinskij, raffigurante appunto un cavaliere di tale colore. Marc proseguì con ostinazione letterale su questo tema nel Cavallo blu I e Grande cavallo blu (entrambi 1911). Il nome dell’almanacco venne a designare un gruppo di artisti che facevano capo a Marc e Kandinskij e incluse (per un certo periodo) Paul Klee e il parigino Robert Delaunay. Marc morì nella prima guerra mondiale, nel 1916; ma Kandinskij mantenne la passione per l’azzurro con i Blaue Vier (i Quattro Azzurri), il gruppo che formò nel 1924 con Klee, Lyonel Feininger e Alexej Jawlensky. L’anno precedente Klee aveva dipinto Scena di battaglia da "Sindbad il marinaio”, con il suo mosaico tonale di azzurri alla Munsell.
Ho riflettuto per un po’ se questo libro potesse abbandonare la cronologia e dividere invece la narrazione tra i vari colori primari e secondari. Avrebbe potuto essere divertente; ma ci sarebbe voluta più abilità di quanta io non ne possieda per evitare di ripercorre sempre lo stesso cammino. Poiché, anche se in qualsiasi epoca la tecnologia crea alcuni colori con maggior facilità e abbondanza di altri, ciò accade in genere sullo sfondo di considerazioni sociali, scientifiche, estetiche e artistiche che valgono per un colore quanto per un altro.
E tuttavia, perché non scegliere l’azzurro per un trattamento "assolo"? È difficile non concludere, esaminando la storia della produzione dei colori, che l’azzurro è sempre stato un po’ speciale. Dovrebbe ormai essere chiaro, dato che è il più antico dei pigmenti sintetici, venerato nel Medioevo come simbolo della purezza divina. Ciononostante riuscì a veder riconosciuto il suo rango di colore primario soltanto secoli dopo il rosso e il giallo. E a dispetto della comparsa, attorno al 1704, di un pigmento blu che rappresentava il primo dei moderni colori artificiali, fino agli inizi del XIX secolo i pittori avvertirono la carenza di azzurri d’alta qualità facilmente reperibili.
Il fatto è che era difficile trovare un valido azzurro.