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ladyjade: cm ti riconoscerò?

tesla: ti riconoscerò io

ladyjade: come?!?

tesla: ho i capelli scuri e indosserò un trench nero lungo di lana

ladyjade: occhi???

tesla: castani

ladyjade: una rosa rossa sul risvolto???

tesla: allergico alle rose scs

ladyjade: mandami una foto ti preeeeego

tesla: odio farmi fotografare scs

ladyjade: nn vedo l’ora di conoscerti

tesla: anch’io nn vedo l’ora

ladyjade: smak

tesla: smak

Porsi il laptop a Templeton e lei lo prese per rileggere il testo. Sumati Chatterjee sorrideva e non stava ferma un secondo. L’adrenalina, la corsa su per le scale e la scoperta di quel frammento di conversazione nel computer di Rachel Morris l’avevano messa in grande agitazione. Tutt’intorno, nella sala operativa, c’era un pandemonio. Le voci echeggiavano contro pareti e soffitto bersagliandomi da ogni parte, ma non ci feci quasi caso. Tutto ciò che contava erano quelle parole sullo schermo del computer.

Il primo vago ritratto del criminale.

«Ottimo lavoro» dissi.

Il sorriso di Sumati divenne ancor più ampio. «Grazie» rispose raggiante.

«Era nel laptop di Rachel Morris o nel PC dell’ufficio?»

«Nel PC dell’ufficio. In un file Word.» Parlava come una mitraglia. «Lo aveva tagliato e incollato da una conversazione in chat. C’è un particolare che forse troverete interessante. Aveva rimosso tutte le tracce del file dall’elenco dei documenti recenti.»

«Come?»

«Ha continuato a caricare il file finché è scomparso dall’elenco. Quando ho controllato i file dei documenti recenti, ho visto che ogni tre minuti si era verificato un accesso.»

«Ha trovato qualcos’altro?»

«Non in Word. Ma adesso che ho un paio di nomi utente su cui lavorare, passerò al setaccio i suoi computer. Ho pensato che avreste voluto saperlo subito. Darò anche un’altra occhiata ai computer delle vittime precedenti. Forse troverò qualcosa pure lì.»

«Dobbiamo scoprire dove si sia svolta questa conversazione» osservai. «Cominci dalle chat riguardanti l’infedeltà, in particolare da forum che parlano di tradimenti per vendetta.»

«Lo faccio subito.»

Sumati allungò la mano e Templeton le restituì il laptop. Lasciò la stanza di corsa sbattendo la porta dietro di sé. Era una donna in missione.

«Bene» dissi. «Abbiamo un’informazione nuova. In che modo ci può aiutare?»

Templeton rifletté per un istante. «Be’, tanto per cominciare abbiamo un nome utente su cui lavorare. Tesla.»

«Hai ragione, è interessante, ma non per il motivo che pensi.»

«E come diavolo fai a sapere quello che penso, Winter?»

«Pensi che dovremmo controllare i computer delle altre vittime e cercare eventuali riferimenti a Tesla. E che potremmo fare qualche ricerca in Internet. Probabilmente stai accarezzando l’idea di creare un cyberghost, una figura fittizia di una persona tradita in cerca di vendetta, e di usarlo per stanare il nostro uomo.»

Lei socchiuse gli occhi e arrossì lievemente. «Non sarebbe una mossa logica?»

«Certo, ma anche una perdita di tempo. Tesla è il nome che ha usato con Rachel Morris. Con le altre ne ha usato uno diverso, o meglio, ne ha usato uno diverso con ciascuna. Sarebbe inutile e stupido da parte sua usare lo stesso nome utente, e il nostro uomo non è stupido.»

«Quindi il nome non ci aiuta.»

«Sì che ci aiuta. I nomi sono speciali, hanno una loro forza. Quel nome non è stato scelto a caso. Si è presentato come Tesla. Perché?»

«Ci dev’essere per forza una ragione?»

«C’è sempre una ragione. I criminali organizzati non fanno mai niente per il puro gusto di farlo. Ogni azione, per quanto stravagante possa sembrare, è motivata. Motivata e premeditata a lungo. Quando senti il nome Tesla, qual è la prima cosa che ti viene mente?»

«L’inventore.»

«Ma non era un inventore qualsiasi. Nikola Tesla era un genio. A mio parere, alla pari di Leonardo da Vinci e di Thomas Edison. Le sue teorie sono state fondamentali per lo sviluppo della comunicazione wireless e via radio. Ha avuto inoltre un ruolo molto importante nell’utilizzo della corrente alternata quale fonte d’energia.»

«Stai affermando che il Sezionatore è un genio?»

Scossi la testa. «Assolutamente no. Penso che cerchi di compensare in ogni modo la scarsa stima che ha di sé. Vorrebbe credere di essere una specie di genio, superiore al resto dell’umanità, ma nel profondo sa che non è vero. Chiamandosi Tesla, cerca di convincersi d’essere più di quello che è in realtà. La scarsa autostima è alla base del bisogno che ha di torturare le vittime. Cova una profonda rabbia e ha necessità di incanalarla da qualche parte.»

«Qual è la causa della scarsa autostima?»

«Direi i genitori, o comunque la figura parentale più influente nella sua vita. Un’esigenza così radicata non può che risalire alla sua educazione. La cultura contrapposta alla natura.»

Templeton rifletté per qualche istante. Si stava mordicchiando il labbro con fare provocante, tanto da distrarmi. Appariva vulnerabile e intelligente nello stesso tempo. Un bel mix. S’interruppe all’improvviso. «E il nome utente di Rachel Morris?» domandò.

«Ti giro la domanda» risposi. «Il fatto che tu me lo chieda significa che hai una teoria, perciò sentiamola.»

«Lady Jade» disse. «È aristocratico, di classe. Vuole essere vista come una persona di uno status più elevato del suo.»

«Mi pare sensato» commentai. «Donald Cole è proletario fin nel midollo, ma aspira sicuramente a salire in alto nella scala sociale.»

«E avrà trasmesso quell’ambizione a Rachel» concluse Templeton. «Forse il Sezionatore non è l’unico in cerca di compensazioni.»

«Certo» dissi. «E Internet è il luogo adatto allo scopo. Quando siamo online, diventiamo tutti una sorta di avatar. Ci reinventiamo continuamente. Quindi, che cos’altro abbiamo appreso?»

«Non ha voluto dare a Rachel una fotografia.»

«Una specie di foto, gliel’ha data, ma è fatta di parole.»

«Però è piuttosto ambigua» replicò. «Capelli scuri, occhi castani, trench di lana. Come ha detto ieri, non rivela niente o almeno niente di utile.»

«Ti sfugge un punto. Quando hanno avuto quella conversazione, Rachel era ansiosa di conoscere il suo aspetto. Ricordi quel “ti preeeeego” esagerato quando gli ha chiesto una foto? Perché ha sentito il bisogno di conservare il testo della conversazione? Perché lo ha nascosto?»

«Perché è quanto di più simile ci sia a una foto. E la ragione per cui lo ha nascosto era che voleva tenerlo tutto per sé.»

«No. L’ha nascosto perché il nostro uomo l’ha istruita a coprire ogni traccia. Le avrà detto di cancellare tutte le prove delle loro conversazioni usando come scusa il marito, dicendole che non poteva lasciare tracce nel timore che Jamie Morris le scoprisse. Per questo si trovava nel PC dell’ufficio. Rachel riteneva che le probabilità che Jamie lo trovasse fossero pari a zero. Bene, che altro abbiamo?»

Templeton si morse di nuovo il labbro mentre rifletteva. Alla fine scosse la testa. «Io non ho niente, ma immagino tu abbia qualcosa.»

«L’uso del linguaggio da parte del nostro uomo è interessante.»

«E il fatto che lo sia è un bene.»

«Se qualcosa è interessante, è sempre un bene» osservai. «Okay, riprende molto le parole di lei. Quando Rachel usa “riconoscerò”, anche lui lo fa. Quando dice “non vedo l’ora”, lui risponde nello stesso modo. Anche le emoticon e i saluti sono identici. In questo modo Rachel si è sentita rassicurata, ha avuto la sensazione di aver incontrato qualcuno che la capisce davvero, una dote che manca al marito. Il nostro uomo deve essersi sempre comportato così durante l’intera fase di adescamento. La quarta riga è la più interessante del dialogo: “Ho i capelli scuri e indosserò un trench nero lungo di lana”.»

«Non è scritta nel linguaggio delle chat» affermò Templeton.

«Centro al primo colpo» convenni. «Non ci sono numeri al posto di lettere e tutto è scritto in modo corretto, anche grammaticalmente. Ci sono persino la maiuscola all’inizio e il punto alla fine. Questo ci dice due cose: innanzitutto ci conferma che il nostro uomo è istruito. In secondo luogo ci fa capire che riteneva importante che Rachel cogliesse quell’informazione.»

«Perché avrebbe dovuto riconoscerlo fuori da Springers.»

Annuii. «Allora, come te la cavi con scassi e irruzioni? Credo dovremmo scoprire qualcosa di più sul conto di Rachel e Jamie Morris.»

«Non mi dire che fai sul serio, Winter.» Mi guardò e io risposi a tutte le domande nel suo sguardo con un ampio sorriso. «Gesù, fai sul serio.»

«Prendi la giacca» dissi. «Andiamo a divertirci un po’.»