RACCOLTA ORIGINALE DEI PENSIERI1 ]

Sono stati trattati con tutta l’umanità che era possibile per tenersi in equilibrio tra l’amore della verità e il dovere della carità.

La pietà non consiste nel non insorgere mai contro i propri fratelli. Sarebbe ben facile, ecc.

È una falsa pietà conservare la pace a danno della verità.

È anche un falso zelo conservare la verità ferendo la carità [ 2 ].

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Infatti non se ne sono lamentati mai.

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Le loro massime hanno il loro tempo e il loro luogo.

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La loro vanità prende forza dai loro errori.

Conformi ai Padri per le loro colpe.

E ai martiri per il loro supplizio [ 3 ].

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E non ne sconfessano alcuna.

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Non avevano che da prendere l’Estratto e sconfessarlo [ 4 ].

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Sanctificant proelium5 ].

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M. Bourzeis [ 6 ]: almeno non potevano sconfessare che si opponeva alla condanna. [787]

 

*

 

Nella sua bolla Cum ex apostolatus officio di Paolo IV, pubblicata nel 1558:

Ordiniamo, decidiamo, decretiamo, definiamo che tutti e ciascuno di coloro che si troveranno a essere fuorviati o caduti in eresia o scisma, e di qualsiasi qualità e condizione siano, laici, ecclesiastici, preti, vescovi, arcivescovi, patriarchi, primati, cardinali, conti, marchesi, duchi, re e imperatori, oltre alle sentenze e pene suddette, siano perciò stesso senza alcun ministero di diritto o di fatto, privati in tutto e per tutto perpetuamente dei loro ordini, vescovati, benefici, uffici, regno, impero, e privati per sempre della potestà di rientrarvi. Abbandoniamo costoro alla discrezione del potere secolare per essere puniti, non concedendo altra grazia a coloro che in virtù di una vera penitenza tornassero dal loro smarrimento, se non che per la benignità e clemenza della Santa Sede siano stimati meritevoli di essere reclusi in un monastero, per farvi perpetua penitenza a pane e acqua. Ma rimangano sempre privati di qualsiasi dignità, ordine, prelatura, contea, ducato, regno. E quelli che daranno loro asilo e li difenderanno saranno per ciò stesso giudicati scomunicati e infami, privati di ogni regno, ducato, bene e possedimento, che apparterranno di diritto e in proprietà a chi se ne impadronirà per primo7 ].

 

Si hominem excommunicatum interfecerunt, non eos homicidas reputamus, quod adversus excommunicatos zelo catholicae matris ardentes aliquem eorum trucidasse contigerit.

23 q. 5 di Urbano II.

121. Il papa proibisce al re di dare in matrimonio i figli senza il suo permesso. 1294.

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Scire te volumus8 ]. 124. 1302.

La puerile. [788]

 

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Avete un’idea adeguata della nostra Compagnia?

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La Chiesa è sussistita tanto a lungo senza queste questioni.

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Gli altri ne fanno, ma non allo stesso modo.

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Come potete paragonare ventimila separati e duecento milioni uniti, pronti a perire uno per l’altro? Un corpo immortale.

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Ci sosteniamo fino a perire. Lamy [ 9 ].

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Respingiamo i nostri nemici. M. Puys [ 10 ].

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Tutto dipende dalla probabilità.

 

Il mondo vuole naturalmente una religione, ma dolce.

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Mi viene voglia di dimostrarvelo con un’ipotesi strana. Dirò dunque: «Se anche Dio non ci sostenesse con una Provvidenza particolare, per il bene della Chiesa, vi voglio dimostrare che anche parlando umanamente noi non possiamo perire».

Concedetemi questo principio, e vi proverò tutto. Cioè che la Compagnia e la Chiesa hanno la stessa sorte.

Senza questi princìpi non si può provare nulla.

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Non si vive a lungo nell’empietà manifesta, né naturalmente nelle grandi austerità.

Una religione accomodante è adatta a durare.

Li cercano per libertinaggio.

 

Dei privati che non vogliono dominare con le armi, non so se avrebbero potuto fare di meglio.

Re, papa.

Troisième Requête; 246 [ 11 ].

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6. Rettamente e in buona fede alla devozione.

6, 42. Re che nutrono [ 12 ].

4. Odiati a causa del loro merito [ 13 ].

Apologia dell’Università 159. Decreto della Sorbona [ 14 ].

(Uccidere) i re. 241, 228.

Gesuiti impiccati [ 15 ]. 112.

La religione. E la Compagnia.

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Jesuita omnis homo16 ].

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Collegi, genitori, amici, bambini da scegliere [ 17 ].


 

Costituzioni18 ]

 

253. Povertà, ambizione.

257. Principalmente i principi, i grandi signori, che possono nuocere e servire.

12. Inutili, respinti.

Bella apparenza.

Ricchezza, nobiltà, ecc. Come! Avevate paura che si trascurasse di riceverli prima?

27.

47. Dare i propri beni alla Compagnia per la gloria di Dio. DICHIARAZIONI.

51. 52. Unione di sentimenti. DICHIARAZIONI. Sottomettere alla Compagnia, e così conservare l’uniformità. Ora, questa uniformità oggi consiste nella diversità, poiché la Compagnia vuole così.

117. COSTITUZIONI: il Vangelo e san Tommaso. DICHIARAZIONI: qualche teologia accomodante.

65. Rari dotti pii. I nostri vecchi hanno cambiato parere.

23, 74. Mendicare.

19. Non dare ai parenti, e affidarsi in ciò ai consiglieri dati dai superiori.

Non praticare l’esame. DICHIARAZIONI.

Povertà completa. Per dir messe, né per predicare, né per elemosina compensatrice.

4. Dichiarazioni, con la stessa autorità delle Costituzioni. Fine, leggere le Costituzioni ogni mese.

149. Le Dichiarazioni rovinano tutto.

154. Né incitare a dare elemosine perpetue, né domandarle per giustizia, né cassetta delle elemosine.

Dichiarazioni: Non tanquam eleemosyna (sed tanquam conpensatio)19 ].

200, 4. Avvertirci di tutto.

190. COSTITUZIONI: non vuole schiera. DICHIARAZIONI: schiera, interpretato.

Un corpo universale e immortale.

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Affetto per la comunità grande e senza scrupoli: PERICOLOSO.

Con la religione saremmo tutti ricchi, senza le nostre Costituzioni. Invece noi siamo poveri.

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Con e senza vera religione, siamo forti.

 

Clemens Placentinus [ 20 ]

 

I nostri generali temevano la decadenza a causa delle occupazioni esterne: 208, 152, 150; a causa della corte: 209, 203, 216, 218; per il fatto che non si seguivano le opinioni più sicure e più autorevoli, san Tommaso, ecc.: 215, 218.

Stipendium contra Constitutiones.

Donne: 225, 228.

Principi e politica: 227, 168, 177. Politica: 181.

Probabilità, novità: 279, 156. Novità, verità.

Per passare il tempo e divertirsi più che per aiutare le anime: 158.

Opinioni lassiste: 160. Peccato mortale e veniale.

Contrizione: 162.

Politica: 162.

Aulicismus21 ] (164) o 162.

Le comodità della vita vanno crescendo per i gesuiti: 166.

Padre Le Moine, diecimila scudi, fuori della sua provincia.

Beni apparenti e falsi che li ingannano: 192 ad.

Vedete com’è debole la previdenza degli uomini! Tutte le cose da cui i nostri generali temevano la rovina della nostra Compagnia, sono proprio quelle che l’hanno accresciuta: i potenti, l’opposizione alle nostre Costituzioni, la moltitudine dei religiosi, la diversità e novità di opinioni, ecc.: 182, 157.

Il primitivo spirito della Compagnia, spento: 1770, 171 ad 174, 184 ad 187. Non è più quella22 ]. Vittelescus. 183.

Lamenti dei generali. Nessuno di sant’Ignazio, nessuno di Laynez, qualcuno di Borgia e di Aquaviva, infiniti di Mutius, ecc. [789]

 

*

 

Ep. 16 Aquavivae. De formandis concionatoribus.  
p. 373. Longe falluntur qui ad – irrigaturae. Leggere i Padri [ 23 ] per conformarli alla propria immaginazione, invece di formare il proprio pensiero su quello dei Padri.
Ep. 1 Mutii Vitellesci.
p. 389. Quamvis enim probe norim – et absolutum.
 
p. 390. Dolet ac queritur – esse modestiam. Modestia.
p. 392. Lex ne dimidiata – reprehendit. La messa. Non so che cosa dice.
408. Ita feram illam – etiam irrumpat. Politica.
409. Ad extremum pervelim – circumferatur. Per una disgrazia o piuttosto una fortuna singolare della Compagnia, ciò che fa uno viene attribuito a tutti.
410. Querimoniae – deprehendetis. p. 412. Obbedire ai vescovi puntualmente; che non sembri che pretendiamo di misurarci con loro, sull’esempio di san Francesco Saverio.
412. Ad haec si a litibus – aviditatis. Testamenti. Processi.
413. Patris Borgiae – videbitur illam futuram. Ingrandiscono, addirittura inventano storie false.
415. Ita res domesticas – Nunc dimittis, ecc.
Ep. 2 Mutii Vitellesci.
 
432. Quarto nonnullorum – quam ardentissime possum urgere. Probabilità: Tueri pius potest, probabilis est. Auctore non caret.
433. Quoniam vero de loquendi licentia – aut raro plectatur.
Ep. 3 Mutii Vitellesci.
Per non punire i maldicenti.
p. 437. Nec sane dubium – nihil jam detrimenti acceperit. Che la Compagnia non si guasti.
p. 440. Ardentissime Deum exoremus – operari non est gravatus, et tu fili hominis, ecc.  
Ezechiele 37. p. 441. Secundum caput – tanti facinus. Mancanza di obbedienza per inseguire la loro reputazione.
p. 442. Haec profecto una si deficiet – qui haec molitur, ecc. Mancanza di obbedienza, cercare l’appoggio dei potenti.
p. 443. Ex hoc namque vitio – importunum praebeas. Fanno cose indecenti e sconvenienti per la Compagnia, e dicono che i grandi signori li importunano a questo scopo. Ma sono loro che li importunano. In modo che bisogna farseli nemici, se si rifiutano loro tali cose, o rovinare la Compagnia, concedendole.
p. 443. Spectabit tertium caput – mutatus est color optimus. Castità
445. De paupertate – non adversentur veritati. Povertà, rilassamento di opinioni contrarie alla verità.
445. Nobilis quidam Roma – collocabit.  
p. 446. Faxit Deus – atque si praetermitterentur. Vigne, ecc.

[790]

 

*

 

Esaminare il motivo della censura a partire dai fenomeni. Fare un’ipotesi che convenga a tutti.

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L’abito fa la dottrina [ 24 ].

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Diffido di questa dottrina, perché è troppo mite nei miei riguardi, vista la malignità che dicono sia in me.

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Nell’anno 1647, la grazia era per tutti; nel 1650, divenne più rara, ecc.

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Per poco che disturbi, ne inventano altre (grazie), perché ne dispongono come di un’opera loro.

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Infine M. Chamillard [ 25 ] si è talmente avvicinato che, se vi sono dei gradini per scendere nel nulla, (questa grazia sufficiente) è ora sul più vicino.

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Non c’è nessuno che non sia stato colto di sorpresa, perché non la si è vista mai nella Scrittura, né nei Padri, ecc.

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Da quanto tempo, Padre, è un articolo di fede? Al massimo da quando esiste l’espressione «potere prossimo». Credo che, nascendo, sia lui ad aver creato questa eresia e che sia nato solo con questa intenzione.

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Diffido della loro unione, visti i loro privati contrasti. Aspetterò che si mettano d’accordo [ 26 ], prima di prender partito: per un amico, mi farei troppi nemici. Non sono abbastanza dotto da rispondere loro.

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Se non ci fossero state nella Chiesa circostanze simili, ma su questo mi rimetto al mio parroco.

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Lutero: tutto fuorché il vero.

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Uno solo dice il vero.

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Membro eretico.

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Unam sanctam27 ].

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Le Miniature28 ] ci hanno fatto torto.

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Una proposizione è buona in un autore, e cattiva nell’altro.

Sì, ma ci sono dunque altre cattive proposizioni.

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Ci sono persone che si sottomettono alla censura, altre alle ragioni, ma tutti si sottomettono alle ragioni. Mi meraviglio dunque che non abbiate preso la via generale, invece di quella particolare, o almeno che non le abbiate prese entrambe.

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Pluralità di grazie.

Traduttori giansenisti.

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(Sant’Agostino ne ha il maggior numero, a causa delle divisioni dei suoi nemici). Oltre al fatto che si può considerare sia una tradizione ininterrotta da milledue [cento anni]: papi, concili, ecc.

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M. Arnauld deve avere delle opinioni proprio molto cattive, per infettare quelle che abbraccia!

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La censura fa questo di buono per loro, che quando saranno censurati, la combatteranno dicendo che imitano i giansenisti.

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Che sollievo! Nessun francese buon cattolico.

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Le litanie [ 29 ]. Clemente VIII. Paolo V. Censura. Visibilmente Dio ci protegge.

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L’uomo è proprio insensato.

Non può creare nemmeno un acaro [ 30 ].

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Invece di [essere] dèi, la grazia per arrivarci. [791]

 

*

 

Tutti dichiarano che esse [ 31 ] lo sono. M. Arnauld, con i suoi amici, protesta che le condanna in se stesse, e dovunque esse si trovino: se sono in Giansenio, le condanna là; e quand’anche non vi fossero, se il senso eretico di queste proposizioni che il papa ha condannato si trova in Giansenio, condanna Giansenio.

Ma voi non siete soddisfatti di queste dichiarazioni. Volete che egli assicuri che queste proposizioni si trovano parola per parola in Giansenio. Ha risposto che non può assicurarlo, non sapendo se è così; ve le ha cercate, insieme con infinite altre, senza mai trovarcele. Vi hanno pregato, voi e tutti i vostri, di citare in quali pagine sono. Mai nessuno lo ha fatto. E nondimeno voi volete reciderlo dalla Chiesa a causa di questo rifiuto, sebbene egli condanni tutto ciò che essa condanna, per la semplice ragione che non garantisce che certe parole o un certo senso siano in un libro dove non li ha trovati mai, e dove nessuno vuole mostrarglieli. In verità, Padre, è un pretesto così inconsistente, che forse non c’è stato mai nella Chiesa un procedimento così strano, così ingiusto e tirannico.

Non occorre essere teologi per vedere che la loro eresia consiste unicamente nell’opposizione che fanno a voi. Ne ho la prova in me stesso, e se ne vede la prova generale in tutti quelli che vi hanno attaccato.

I parroci di Rouen, giansenisti.

Voto di Caen.

Credete le vostre intenzioni così oneste da farne addirittura materia di voto.

Due anni fa, la loro eresia era la bolla. L’anno scorso era l’interiore. Sei mesi fa era totidem32 ]. Adesso è il senso.

Non è evidente che volete solo renderli eretici? SS. Sacramento [ 33 ].

Ho disputato con voi parlando a nome di altri.

_______

Siete proprio ridicoli a fare tanto rumore per le proposizioni. Non è niente, bisogna farsi sentire.

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(I dottori della Sorbona). Senza nome d’autore. Ma siccome la vostra intenzione era nota, settanta si opposero. Datare la sentenza.

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Affinché colui che non avevate potuto rendere eretico in base alle sue stesse parole, ecc.

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Giacchè si sa tutto.

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O sa che è sì o no, o dubita, o peccatore, o eretico.

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Prefazione.

Villeloin [ 34 ].

Giansenio. Aurelius [ 35 ]. Arnauld. Provinciali.

Con quale ragione? Dite che sono giansenista, che Port-Royal sostiene le cinque proposizioni, e che per conseguenza le sostengo anch’io: tre menzogne.

Quella stessa luce che rivela le verità soprannaturali le rivela senza errore, mentre la luce che, ecc.

Come può trovarsi il senso di Giansenio in cinque proposizioni che non sono sue?

E vi prego di non venirmi a dire che non siete voi a smuovere tutto questo. Risparmiatemi la risposta.

_______

O questo è in Giansenio, o non c’è. Se c’è, eccolo condannato in questo. Se no, perché volete farlo condannare?

Che sia condannata una sola delle vostre proposizioni di padre Escobar, porterò in una mano Escobar, nell’altra la censura, e ne farò un argomento in piena regola.

Il papa non ha condannato due cose. Ha condannato solo il senso delle proposizioni.

Direte che non lo ha condannato? Ma vi è racchiuso il senso di Giansenio, dice il papa? Vedo bene che il papa lo ha pensato, a causa dei vostri totidem, ma non lo ha detto sotto pena di scomunica.

_______

Come avrebbe potuto non crederlo, e anche i vescovi di Francia? Dicevate loro: totidem, e non sapevano che potete dirlo anche se non è vero? Impostori! Non s’era vista la mia quindicesima Lettera. [792]

 

*

 

Diana [ 36 ]

 

Ecco a che serve Diana.

11. È PERMESSO NON DARE I BENEFICI SENZA CURA D’ANIME AI PIÙ DEGNI. Il concilio di Trento sembra dire il contrario, ma ecco come lui lo prova: PERCHÉ SE COSÌ FOSSE, TUTTI I PRELATI SAREBBERO IN STATO DI DANNAZIONE, DATO CHE TUTTI SI COMPORTANO COSÌ.

11. IL RE E IL PAPA NON SONO OBBLIGATI A SCEGLIERE I PIÙ DEGNI. SE COSÌ FOSSE, IL PAPA E I RE AVREBBERO UN AGGRAVIO DI COSCIENZA TERRIBILE.

21. E altrove: SE QUESTA OPINIONE NON FOSSE VERA, I PENITENTI E I CONFESSORI AVREBBERO UN BEL DA FARE, E PER QUESTO STIMO CHE BISOGNA SEGUIRLA NELLA PRATICA.

22. E in un altro passo, in cui stabilisce le condizioni necessarie a far sì che un peccato sia mortale, vi mette tali e tante circostanze che esiste appena la possibilità di peccare mortalmente; e, dopo aver così stabilito, esclama: O COM’È DOLCE E LEGGERO IL GIOGO DEL SIGNORE37 ]!

11. E altrove: NON SI È OBBLIGATI A DARE IN ELEMOSINA IL PROPRIO SUPERFLUO NELLE COMUNI NECESSITÀ DEI POVERI. SE IL CONTRARIO FOSSE VERO, BISOGNEREBBE CONDANNARE LA MAGGIOR PARTE DEI RICCHI E DEI LORO CONFESSORI.

Codeste ragioni mi facevano perdere la pazienza, quando dissi al Padre: «Ma chi vieta di dire che lo sono?». «Anche questo egli ha previsto – mi rispose –, in quel passo in cui dopo aver detto: 22. SE QUESTO FOSSE VERO, I PIÙ RICCHI SAREBBERO DANNATI, aggiunge: A QUESTO ARRAGONIUS RISPONDE CHE INFATTI LO SONO, E BAUNEZ, GESUITA, AGGIUNGE CHE I LORO CONFESSORI LO SONO UGUALMENTE. MA IO RISPONDO CON VALENTIA, ALTRO GESUITA, E CON ALTRI AUTORI, CHE CI SONO MOLTE RAGIONI PER SCUSARE QUEI RICCHI E I LORO CONFESSORI».

Ero rapito da quel ragionamento, quando mi finì con questo:

«SE QUESTA OPINIONE FOSSE VERA PER QUANTO RIGUARDA LA RESTITUZIONE, QUANTE RESTITUZIONI CI SAREBBERO DA FARE!».

«Che buona ragione, Padre!», gli dissi. «Che uomo accomodante!», mi disse il Padre. «Padre – gli risposi –, senza i vostri casisti, quanta gente sarebbe dannata! O Padre, come rendete larga la strada che porta al cielo, e quanta gente la trova! Ecco un... [ 38 ]». [793]

 

*

 

Nel suo [ 39 ] linguaggio, essa è tutta il corpo di Cristo, ma non può dire che essa è tutto il corpo di Cristo.

_______

L’unione di due cose senza cambiamento non permette di dire che l’una diventa l’altra.

Così l’anima unita al corpo,

così il fuoco alla legna senza cambiamento [ 40 ].

Ma occorre un cambiamento che faccia sì che la forma dell’una divenga la forma dell’altra.

Così l’unione del Verbo all’umanità.

_______

Siccome il mio corpo unito alla mia anima non costituirebbe il corpo di un uomo, dunque la mia anima unita a qualunque materia costituirebbe il mio corpo.

Egli non distingue la condizione necessaria dalla condizione sufficiente. L’unione è necessaria, ma non sufficiente.

Il braccio sinistro non è il destro [ 41 ].

_______

L’impenetrabilità è una proprietà dei corpi.

_______

Identità de numero riguardo al medesimo tempo esige l’identità della materia.

_______

Così, se Dio unisse la mia anima ad un corpo in Cina, lo stesso corpo idem numero sarebbe in Cina.

_______

Lo stesso fiume che scorre là è idem numero rispetto a quello che contemporaneamente scorre in Cina [ 42 ]. [794]

 

*

 

Parte I. L.2.C.I.S.4 [ 43 ]

Che cosa c’è di più assurdo che dire che i corpi inanimati hanno delle passioni, dei timori, degli orrori? Che corpi insensibili, senza vita, addirittura incapaci di vita, abbiano delle passioni, che presuppongono almeno un’anima sensitiva per accoglierle? Per di più, che l’oggetto di tale orrore sia il vuoto? Che cosa c’è nel vuoto che possa far loro paura? c’è niente di più basso e più ridicolo?

E non è tutto. Pretendono che abbiano in se stessi un principio di movimento per evitare il vuoto. Hanno forse braccia, gambe, muscoli, nervi?

Se non significa indifferenza [ 44 ].

Malachia.

Isaia.

Isaia: Si volueritis, ecc.

In quacumque die. [795]

 

*

 

Mi minacciate.

Io non sono eretico, non ho sostenuto le cinque proposizioni. Voi lo dite, e non lo provate. Io dico che avete detto questo, e lo provo.

_______

Vi dico che siete degli impostori, e ve lo provo: e che, insolentemente, non lo nascondete: d’Alby, Brisacier, Meynier [ 45 ]; e che lo autorizzate:

ELIDERE.

Visto che avete toccato solo questo punto, significa che approvate tutto il resto.

Ex senatusconsultis et plebiscitis46 ]: cercare passaggi simili.

Quando credevate M. Puys nemico della Compagnia, era un indegno pastore della sua chiesa, ignorante, eretico, in malafede e di cattivi costumi. Poi è divenuto pastore degno, di buona fede e buoni costumi.

_______

Calunniare, haec est magna cecitas cordis. Non vederne il male, haec est major caecitas cordis. Farne la difesa invece di confessarsene come di un peccato, tunc homines concludit profunditas iniquitatis47 ], ecc. 230, Prosper.

Elidere. Caramuel.

_______

L’alta aristocrazia si divide nelle guerre civili.

E così voi nella guerra civile degli uomini.

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Sono ben contento che affermiate pubblicamente la stessa cosa che affermo io.

Ex contentione48 ]. San Paolo.

Me causam fecit49 ].

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I santi sottilizzano per trovare se stessi criminali e mettere sotto accusa le proprie azioni migliori, e questi sottilizzano per scusare le peggiori.

_______

Non pretendete che questo si esaurisca in una discussione.

Si faranno stampare per intero le vostre opere, e in francese: tutti saranno chiamati a giudicarle.

_______

Un edificio ugualmente bello all’esterno, ma su un cattivo fondamento, lo costruivano i saggi pagani. E il diavolo inganna gli uomini con questa somiglianza apparente, che ha per base le fondamenta più diverse.

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Mai uomo ha difeso una causa così buona come la mia, e mai altri hanno offerto una presa facile come voi.

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I mondani non credono di essere sulla buona strada.

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Più debolezza denunciano nella mia persona, più autorizzano la mia causa.

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Voi dite che io sono eretico. È lecito? E se non temete che gli uomini possano rendermi giustizia, non temete che me la renda Dio?

_______

Prego che mi si faccia la giustizia di non crederli più sulla loro parola.

Bisognerebbe obbligare la gente a credervi sotto pena di peccato mortale. Elidere.

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È peccato credere temerariamente alle maldicenze.

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Non credebat temere calumniatori50 ]. Sant’Agostino.

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Fecitque cadendo undique me cadere51 ] con la massima della maldicenza.

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C’è qualcosa di soprannaturale in un tale accecamento. Digna necessitas52 ].

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Sono solo contro trentamila? niente affatto. Voi tenetevi la Corte e l’impostura, io la verità. È tutta la mia forza. Se la perdo, sono perduto. Non mi mancheranno accusatori e vendicatori. Ma ho la verità, e vediamo chi la vincerà.

Io non merito di difendere la religione, ma voi non meritate di difendere l’errore. E spero che Dio nella sua misericordia, non considerando il male che è in me e considerando il bene che è in voi, ci farà a tutti la grazia che la verità non soccomba nelle mie mani e la menzogna non…

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Mentiris impudentissime53 ].

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230. Difenderlo è l’estremo peccato. Elidere.

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340.23. La fortuna dei malvagi.

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Doctrina sua noscetur vir54 ].

_______

66. Labor mendacii55 ].

80. Elemosina.

Falsa pietà, doppio peccato. [796]

 

*

 

B. Voi ignorate le profezie, se non sapete che tutto ciò deve accadere: principi, profeti, papa, e anche i sacerdoti; e tuttavia la Chiesa deve sussistere.

Per grazia di Dio, non siamo a questo punto. Guai a quei sacerdoti! Ma speriamo che Dio ci faccia la misericordia di non essere di quelli.

Prima lettera di san Pietro 2: falsi profeti del passato, immagine di quelli futuri [ 56 ]. [797]

 

*

 

Bisogna pure, dice il fogliante, che la cosa non sia così certa, perché la contestazione significa incertezza.

Sant’Atanasio, san Crisostomo.

La morale. Gli infedeli.

_______

I gesuiti non hanno reso incerta la verità, ma hanno reso certa la loro empietà.

La contraddizione è sempre stata lasciata per accecare i cattivi. Perché tutto ciò che ferisce la verità o la carità è cattivo. Ecco il vero principio. [798]

 

*

 

È indifferente al cuore dell’uomo credere a tre o quattro persone della Trinità, ma non, ecc. Donde viene che s’infervorano a sostenere una cosa, e non l’altra.

È bene fare una cosa, ma non bisogna tralasciare l’altra.

E così, chi crede solo l’uno, e non l’altro, non lo crede perché lo ha detto Dio, ma perché la sua cupidigia non vi oppone resistenza ed è ben contento di consentirvi e avere così, senza fatica, una testimonianza della sua coscienza che gli…

Ma è una testimonianza falsa.

Lettera sugli insediamenti violenti dei gesuiti ovunque.

_______

Accecamento soprannaturale.

_______

Questa morale che ha come punto di partenza un Dio crocifisso.

_______

Ecco coloro che hanno fatto voto di obbedire tamquam Christo57 ]!

_______

La decadenza dei gesuiti.

_______

La nostra religione, che è tutta divina.

_______

Un casista, specchio [ 58 ]!

Se lo trovate buono, è buon segno.

_______

Strana cosa, che non ci sia modo di dar loro l’idea della religione.

_______

Un Dio crocifisso.

_______

Scatenando questa punibile faccenda dello scisma, saranno puniti.

_______

Ma quale capovolgimento! I bambini, abbracciandolo, amano i corruttori. I nemici li aborriscono.

_______

Noi siamo i testimoni.

_______

Quanto alla folla dei casisti, lungi dall’essere un capo d’accusa contro la Chiesa, è invece una ragione di pianto della Chiesa.

_______

E affinché non siamo affatto sospetti.

Come gli Ebrei che portano i Libri, che non sono affatto sospetti per i gentili, loro ci portano le loro Costituzioni. [799]

 

*

 

In modo che se da una parte è vero che alcuni religiosi rilassati e alcuni casisti corrotti, che non sono membri della gerarchia, hanno sguazzato in queste corruzioni, dall’altra parte è costante che i veri pastori della Chiesa, veri depositari della Parola divina, l’hanno conservata immutabile contro gli sforzi di chi ha tentato di rovinarla.

Perciò i fedeli non hanno alcun pretesto per seguire quelle rilassatezze, offerte loro soltanto dalle mani estranee di quei casisti, invece della sana dottrina, presentata loro dalle mani paterne dei loro stessi pastori. E gli empi e gli eretici non hanno alcuna ragione di far passare quegli abusi come segni del venir meno della Provvidenza di Dio sulla sua Chiesa, poiché essendo il corpo della gerarchia il luogo proprio della Chiesa, lungi dal poter arguire dallo stato attuale delle cose che Dio l’abbia abbandonata alla corruzione, mai più di oggi è apparso chiaro che Dio la difende visibilmente dalla corruzione.

Se infatti alcuni di quegli uomini che per una vocazione straordinaria hanno fatto professione di uscire dal mondo e di prendere l’abito religioso, per vivere in uno stato più perfetto dei cristiani comuni, sono caduti in devianze che fanno orrore ai cristiani comuni e sono divenuti tra noi ciò che i falsi profeti erano in mezzo agli Ebrei, è una sventura particolare e personale, che in verità bisogna deplorare, ma da cui non c’è niente da arguire contro la cura che Dio prende della sua Chiesa, poiché tutte queste cose sono così chiaramente predette ed è annunciato da tanto tempo che simili tentazioni sarebbero insorte da parte di quel tipo di persone, che quando si è ben istruiti si vedono in ciò piuttosto dei segni della guida di Dio che non della sua dimenticanza nei nostri riguardi. [800]

 

*

 

Bisogna ascoltare le due parti: di questo ho avuto cura.

Quando si è udita una parte sola, si sta sempre da quella parte. Ma la parte avversa ci induce a cambiare. Mentre invece qui il gesuita conferma.

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Non ciò che fanno, ma ciò che dicono59 ].

 

È solo contro di me che gridano. Mi sta bene. So a chi renderne conto.

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Gesù Cristo è stato pietra di scandalo [ 60 ].

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Condannabile, condannato.

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Politica.

Abbiamo trovato due ostacoli al disegno di dar sollievo agli uomini: uno viene dalle leggi interne del Vangelo, l’altro dalle leggi esterne dello Stato e della religione.

Delle une, siamo padroni; per le altre, ecco come abbiamo fatto: amplianda, restringenda, a majori ad minus.

Junior61 ].

 

Probabile.

Ragionano come quelli che dimostrano che fa buio a mezzogiorno.

Se ragioni così cattive sono probabili, tutto lo sarà:

Prima ragione: ominus actuum conjugalium. Molina.

Seconda ragione: Non potest compensari. Lessius62 ].

Opporre non delle massime sante, ma abominevoli.

Bauny che dà fuoco ai fienili [ 63 ].

Mascarenhas, concilio di Trento, per i preti in peccato mortale, quam primum64 ]. [801]

 

*

 

Differenza tra il pranzo e la cena.

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In Dio la parola non differisce dall’intenzione, perché egli è verace; né la parola dall’effetto, perché è potente; né i mezzi dall’effetto, perché è saggio. Bernardo, Ultimus sermo in «Missus»65 ].

_______

Agostino, V, De Civitate Dei, 10: Questa è una regola generale: Dio può tutto, tranne le cose contrarie alla sua onnipotenza, come morire, ESSERE INGANNATO, ECC., MENTIRE, ecc.

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Molti evangelisti a conferma della verità. La loro divergenza utile.

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Eucarestia dopo la Cena: verità dopo figura.

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Rovina di Gerusalemme, figura della rovina del mondo.

Quarant’anni dopo la morte di Gesù.

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Gesù non sa come uomo o come inviato: Matteo 24, 36 [ 66 ].

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Gesù condannato dagli Ebrei e dai pagani.

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Gli Ebrei e i pagani, figurati dai due figli [ 67 ].

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Agostino, XX, De Civitate Dei, 29 [ 68 ]. [802]

 

*

 

Adoperatevi per la vostra salvezza con timore69 ].

_______

Poveri della grazia

 

Petenti dabitur70 ]. Dunque è in nostro potere chiedere? Al contrario, concludiamo che non lo è: perché è in nostro potere ottenere, non pregare. Se infatti la salvezza non è in nostro potere e lo è l’ottenere, la preghiera non lo è.

 

Il giusto non dovrebbe dunque più sperare in Dio, perché non deve sperare, ma sforzarsi di ottenere ciò che domanda.

Concludiamo dunque che poiché l’uomo è ora incapace di usare quel potere prossimo e Dio non vuole che in forza di esso l’uomo non si allontani da lui, è solo grazie a un potere efficace che non si allontana.

Dunque quelli che si allontanano non hanno quel potere senza il quale non ci si allontana da Dio. E quelli che non si allontanano hanno quel potere efficace.

Dunque quelli che, avendo perseverato qualche tempo nella preghiera grazie a quel potere efficace, cessano di pregare, mancano di quel potere efficace. Pertanto, in questo senso, Dio lascia per primo. [803]

 


 

1 ] Nel 1711, Louis Périer, nipote di Pascal, confeziona un album in cui incolla ciò che gli rimane delle carte dello zio. Il carattere tecnico e allusivo della gran parte di quelle che seguono spiega che siano state tralasciate dal copista e dal comitato di edizione di Port-Royal.

2 ] Tema importante del Second écrit des curés de Paris (aprile 1658).

3 ] Si tratta dei gesuiti: poiché i Padri stessi hanno enunciato degli errori, perché non i casisti?

4 ] I gesuiti non avevano che da sconfessare le massime vergognose dei loro casisti, riunite in un Estratto... pubblicato il 13 settembre 1656.

5 ] Michea 3, 5: i falsi pofeti, «se qualcuno non dà loro da mangiare, fanno consistere la loro pietà nel dichiarargli guerra».

6 ] L’abate di Bourzeis sostenne vigorosamente la teologia agostiniana fino al 1653.

7 ] Pascal ha tradotto questa bolla del 15 febbraio 1559 per servirsene nella Lettre d’un avocat au parlement (1° giugno 1657). Il testo latino deriva da una lettera di Urbano II, che è stata inserita nel Corpus di Diritto canonico, causa 23, questione 5, cap. 47.

8 ] «Vogliamo che tu sappia». Pascal ha aggiunto in margine questi riferimenti ad altri decreti abusivi dei papi.

9 ] Il gesuita Amico (Lamy) pretendeva che un religioso può uccidere coloro che rischiano di rovinare la reputazione della sua comunità. I suoi confratelli avrebbero preferito non aver da difendere una tale fantasia; ma pensavano di dover sostenere uno dei loro!

10 ] Teologo di Lione, che aveva avuto a che dire con il gesuita Alby, e dunque con i suoi confratelli, nel 1649.

11 ] Riferimento a una pagina della Historia jesuitica di R. Hospinianus (Zurigo 1619): è permesso uccidere re o principi che il papa o i gesuiti ritengono eretici. La Troisième Requête de l’Université de Paris (contro un’apologia dei gesuiti) è del 1644.

12 ] Nella Imago primi saeculi Societatis Iesu (V, 1), la Compagnia si applica il versetto di Isaia 49, 23: «I re e le regine saranno quelli che ti nutriranno».

13 ] I gesuiti di Venezia hanno ben meritato l’odio che li ha fatti espellere (rapporto dell’Ambasciatore di Francia a Enrico IV, il 24 febbraio 1607).

14 ] Nel 1640, un’Apologie de l’Université (di Parigi) aveva respinto i tentativi dei gesuiti di farsi aggregare all’Università. Il 4 giugno 1610, la Sorbona aveva condannato le tesi del gesuita Mariana a favore del regicidio.

15 ] Il gesuita Guignard fu impiccato nel 1595 per aver ispirato il parricidio a uno dei suoi discepoli (Morale pratique des jésuites). I riferimenti rimandano alla Historia jesuitica.

16 ] «Il gesuita gioca tutti i personaggi», formula del gesuita scozzese Haius, condannato nel 1595 alla relegazione perpetua.

17 ] I gesuiti erano accusati di abusare dei loro collegi per accrescere la loro influenza e reclutare per la loro Compagnia.

18 ] L’edizione di cui si serve Pascal, non senza continuare a utilizzare l’Historia jesuitica, è del 1570. «Oltre le Costituzioni, più universali e più sommarie [...] ci è parso cosa buona in Nostro Signore redigere delle Dichiarazioni e degli Avvertimenti che, avendo la stessa forza del resto delle Costituzioni, potranno illuminare in modo più particolareggiato coloro che hanno la responsabilità degli altri», scrive sant’Ignazio nella prefazione alle Dichiarazioni (G. Bottereau). Pascal opporrà il rigore delle Costituzioni all’imprecisione delle Dichiarazioni, che ha favorito la decadenza della Compagnia.

19 ] «Non come elemosina (ma come compenso)».

20 ] Pseudonimo di Giulio Scotti, autore di un libro antigesuita.

21 ] «Cortigianeria»: Pascal non ha tradotto la sua fonte, Scotti (G. Bottereau).

22 ] «Non è più la stessa». Muzio Vitelleschi succedette ad Aquaviva, morto nel 1615, come generale della Compagnia.

23 ] La colonna di sinistra, sicuramente della mano di Arnauld, rinvia a certi passi delle Lettere dei generali ai padri e ai fratelli della Compagnia di Gesù (Anversa 1635). Le osservazioni in francese sono di mano di Pascal.

24 ] Per obbedienza quaranta religiosi avevano votato la censura del 26 gennaio 1656, contro la Lettre à un duc et pair, di Arnauld. Questo insieme di appunti è relativo alle prime tre Provinciali.

25 ] Professore alla Sorbona, che aveva finito per giudicare Arnauld del tutto ortodosso (fine 1655).

26 ] Gli avversari di Arnauld.

27 ] Bolla di papa Bonifacio VIII (nel 1302).

28 ] A un Almanacco antigiansenista dei gesuiti, Lemaitre de Sacy aveva replicato nel 1654 con un’opera satirica di mille versi, le Enluminures du fameux Almanach des Jésuites. Tourneur pensa che Pascal faccia qui parlare un gesuita.

29 ] In un Libro d’Ore composto dal gesuita Adam, il nome di sant’Agostino era scomparso dalle litanie dei santi. Citato in giudizio dagli agostiniani, l’editore dovette procedere alle correzioni necessarie.

30 ] Essais, II, 12, p. 530: «L’uomo è ben stolto; non saprebbe forgiare un acaro, e forgia dèi a dozzine».

31 ] Si tratta delle cinque proposizioni, riconosciute dalla stessa Port-Royal come eretiche.

32 ] I gesuiti, in particolare padre Annat, nelle sue Chicanes des jansénistes, fine 1654, pretendevano di obbligare i loro avversari a riconoscere che le cinque proposizioni si trovavano «parola per parola» (totidem verbis) nell’Augustinus (cf. la Diciassettesima Provinciale, di cui questo frammento è un insieme di appunti preparatori).

33 ] Certi gesuiti erano giunti fino ad accusare Port-Royal di non credere alla presenza reale del Cristo nell’Eucarestia!

34 ] Allusione alla prefazione del Nuovo Testamento (1653), dovuta a Michel de Marolles, abate di Villeloin, favorevole a Port-Royal.

35 ] Pseudonimo di Saint-Cyran, autore dei Petri Aurelii theologi opera (1632).

36 ] Religioso teatino di Palermo (1586-1663), specialista di casistica. Nel 1634 erano apparse a Lione le sue Résolutions morales. È messo alla berlina nella Quinta e nella Sesta Provinciale.

37 ] Matteo 11, 30. «Venite a me – dice Gesù – perché il mio giogo è soave, e il mio peso è leggero».

38 ] Matteo 7, 13-14: «Entrate dalla porta stretta: perché la porta della perdizione è larga, e il cammino che vi conduce è spazioso, e molti sono quelli che vi entrano. Come è piccola la porta della vita! Come è stretta la strada che vi conduce: e quanto pochi sono quelli che la trovano!».

39 ] Questo frammento discute la teologia cartesiana dell’Eucarestia, esposta in una lettera a padre Mesland (9 febbraio 1645), di cui Pascal ha di sicuro avuto in mano una copia, poiché essa non fu stampata fino al 1811 e il frammento si riferisce al testo stesso di Descartes. Secondo quest’ultimo, la materia del pane unita all’anima del Cristo diviene corpo di Cristo. Ogni ostia è dunque tutta il corpo di Cristo; ma Descartes non può pretendere che sia quel corpo tutto intero, poiché esistono altre ostie consacrate.

40 ] In questi esempi vi è semplice giustapposizione, da cui Descartes non può uscire, finché cerca analogie naturali per spiegare la transustanziazione.

41 ] Descartes distingue, per un corpo, fra la sua identità de numero (quantità, qualità, configurazione), «in modo che non si potrebbe [...] cambiare alcuna particella di quella materia senza che noi pensiamo in seguito che il corpo non è più totalmente lo stesso o idem numero», e un’accezione più generale per quanto riguarda l’uomo: «corpo» designa allora semplicemente l’insieme della materia «unita con l’anima di quell’uomo». Pascal obietta che la seconda accezione non dispensa dalla prima.

42 ] Nelle due ultime osservazioni, Pascal spinge all’assurdo la tesi cartesiana. Descartes scriveva: «La Loira è lo stesso fiume di dieci anni or sono, anche se l’acqua non è più la stessa». Ma confonde le condizioni dell’identità attraverso il tempo con tali condizioni in un medesimo tempo.

43 ] Questo appunto è relativo al Trité du vide, al quale Pascal lavorò nel 1650-1651 e di cui vari frammenti furono pubblicati nel 1663 da Florin Périer. Questo Trattato era «diviso in parti, libri, capitoli, sezioni e articoli».

44 ] Appunto destinato agli Ecrits sur la grâce. Malachia 2, 12: «Questo comando è rivolto a voi, sacerdoti. Se non lo volete ascoltare, e se non lo volete mettere nel vostro cuore [...] vi invierò povertà...». Isaia 1, 19-20: «Se volete e se mi ascoltate, mangerete i beni della terra». Genesi 2, 17 (vetus itala): l’albero della conoscenza del bene e del male, «il giorno in cui ne mangerai, morirai» (trad. letterale).

45 ] D’Alby: gesuita, che aveva attaccato nel 1649 un teologo di Lione, M. Puys. Il gesuita Brisacier, autore del Jansénisme confondu... (1651), si era reso tristemente celebre per le sue calunnie contro le religiose di Port-Royal. Quanto al gesuita Meynier, aveva pubblicato un Port-Royal et Genève d’intelligence contre le Très-Saint-Sacrement de l’autel (1656). Il casista Caramuel è attaccato nella Settima Provinciale.

46 ] «Vi sono dei crimini commessi col favore di senatoconsulti e di plebisciti» (Seneca, Lettera 95).

47 ] «È un grande accecamento di cuore [...] è un accecamento ancora più grande. [...] Allora l’eccesso dell’iniquità avviluppa gli uomini». Pascal rinvia a Prospero di Aquitania, discepolo immediato di sant’Agostino.

48 ] Romani 2, 8: la collera di Dio attende «quelli che si sono dati alla ribellione, e non obbediscono alla verità» (cf. la trad. di Lovanio).

49 ] «Me ne ha reso causa».

50 ] «Non si fidava facilmente di un calunniatore» (Commento al salmo 14, c. 3, n. 14).

51 ] «E cadendo da tutte le parti, mi ha fatto cadere».

52 ] «La degna necessità», ovvero un meritato destino, portava i malvagi alla loro perdizione (Sapienza 19, 4; cf. la trad. di Lovanio).

53 ] «Menti con estrema impudenza»: questa risposta di un cappuccino di Bologna a un gesuita che lo calunniava è citata nella Quindicesima Provinciale.

54 ] Proverbi 12, 8: «L’uomo sarà conosciuto dalla sua dottrina».

55 ] Sicuramente è un’allusione a sant’Agostino, Sul salmo 139, n. 10: «Laborant homines loqui mendacium». Sant’Agostino parte qui da Geremia 9, 5: «Hanno insegnato alla loro lingua a dire la menzogna, e hanno penato per agire ingiustamente» (cf. la trad. di Lovanio).

56 ] Di fatto, Seconda lettera di san Pietro. Questo frammento e il secondo che segue sono appunti in vista del Projet de mandement contre l’«Apologie pour les casuistes».

57 ] «Come a Cristo».

58 ] Nel bilancio soddisfatto del loro primo centenario, Imago primi saeculi..., i gesuiti si vedevano come «lo specchio di Dio».

59 ] Matteo 23, 3, a proposito dei farisei: «Fate tutto ciò che vi dicono: ma non fate ciò che fanno; perché dicono ciò che bisogna fare, e non lo fanno». I gesuiti, più corrotti dei farisei, non dicono nemmeno più...

60 ] Isaia 8, 14.

61 ] «Bisogna allargare, stringere, [scivolare] dal più al meno. Più giovane».

62 ] Vedi il dossier «Miscellanea 3».

63 ] Messo all’Indice fin dal 1640, padre Bauny sosteneva nella sua Somma des péchés che, se qualcuno ha pregato un soldato di dar fuoco al fienile del vicino, non è tenuto alla riparazione, perché ha soltanto chiesto un favore e non ha dato egli stesso fuoco al fienile. Vedi l’Ottava Provinciale.

64 ] Il gesuita portoghese Mascarenhas aveva sostenuto nel 1656 una tesi in contraddizione col concilio di Trento.

65 ] Ultimo sermone sul vangelo dell’Annunciazione. «L’angelo Gabriele fu inviato (missus) in una città della Galilea chiamata Nazaret» (Luca 1, 26).

66 ] «Quanto a quel giorno [della fine del mondo] , nessuno ne ha conoscenza, nemmeno gli angeli del cielo, ma soltanto il Padre mio».

67 ] Matteo 21, 28-32.

68 ] Nella Città di Dio, sant’Agostino commenta Malachia 4, 5-6, secondo il quale gli Ebrei a venire avranno lo stesso cuore di quelli che hanno creduto in Mosè.

69 ] Lettera ai Filippesi 2, 12.

70 ] Matteo 7, 7: «Chiedete e vi sarà dato». Questo frammento è un appunto per gli Ecrits sur la grâce, dove si può leggere: «I poveri della grazia non mancano mai del potere di ottenere, se chiedono».

Pensieri [Nuova edizione a cura di Philippe Sellier secondo l’“ordine” pascaliano]
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