MIRACOLI [1]
I punti che devo sottoporre al signor abate di Saint-Cyran [ 1 ] sono principalmente questi. Ma, siccome non ne ho una copia, bisognerebbe che si prendesse la pena di rimandare questo foglio con la risposta che avrà la bontà di dare.
1. Se, per far sì che un fatto sia miracoloso, bisogna che sia al di sopra della capacità degli uomini, dei demoni, degli angeli e di tutta la natura creata.
I teologi dicono che i miracoli sono soprannaturali o nella loro sostanza, quoad substantiam, come la compenetrazione di due corpi o la situazione di uno stesso corpo in due luoghi contemporaneamente: o che sono soprannaturali nella maniera in cui si producono, quoad modum: come quando sono prodotti da mezzi che non hanno alcuna virtù naturale di produrli: come quando Gesù Cristo guarisce gli occhi del cieco col fango e la suocera di san Pietro chinandosi su di lei, e la donna malata di flusso di sangue, toccando il bordo del suo abito. E la maggior parte dei miracoli fatti nei Vangeli sono di questo secondo genere. Tale è anche la guarigione da una febbre o da un’altra malattia fatta istantaneamente, o più perfettamente di quanto comporti la natura, per il contatto di una reliquia o per l’invocazione del nome di Dio. Dunque il pensiero di chi propone queste difficoltà è vero e conforme a quello di tutti i teologi, anche odierni.
2. Se non basta che sia al di sopra della capacità naturale dei mezzi impiegati in esso; il mio pensiero è che è miracoloso ogni fatto che superi la capacità naturale dei mezzi impiegati. Così chiamo miracolosa la guarigione di una malattia fatta col contatto di una reliquia santa, la guarigione di un indemoniato fatta con l’invocazione del nome di Gesù, ecc., perché questi fatti vanno oltre la forza naturale delle parole con le quali si invoca Dio e la forza naturale di una reliquia che non può guarire i malati e cacciare i demoni. Ma non chiamo miracolo cacciare i demoni con arte diabolica; perché, quando si impiega la potenza del diavolo per cacciare il diavolo, il fatto non supera la forza naturale dei mezzi impiegati; e così mi è parso che la vera definizione di miracolo sia quella che ho appena detto.
Ciò che il diavolo può fare non è miracolo, non più di quanto possa fare una bestia, anche se l’uomo da solo non lo può fare.
3. Se san Tommaso non sia contrario a questa definizione, e se non ritenga che un fatto, per essere miracoloso, debba superare la capacità di tutta la natura creata.
San Tommaso è dello stesso parere degli altri, benché divida in due la seconda specie di miracoli, cioè in miracoli quoad subjectum, e miracoli quoad ordinem naturae. Dice che i primi sono quelli che la natura può produrre in termini assoluti, ma non in quel determinato soggetto, come può produrre la vita, ma non in un corpo morto; e i secondi sono quelli che può produrre in un certo soggetto, ma non con quei mezzi, con tanta prontezza, ecc., come guarire in un momento e con un solo tocco una febbre o un’altra malattia, seppure non incurabile.
4. Se gli eretici dichiarati e riconosciuti possano fare veri miracoli a conferma di un errore.
5. Se gli eretici dichiarati e riconosciuti possano fare miracoli come la guarigione di malattie non incurabili: per esempio, se possono guarire una febbre per confermare una proposizione erronea, come predica padre Lingendes.
Non possono esser fatti veri miracoli da nessuno, cattolico o eretico che sia, santo o malvagio, per confermare un errore, perché Dio confermerebbe e appoverebbe col suo sigillo l’errore come falso testimone, o piuttosto come falso giudice. Questo è sicuro e costante.
6. Se gli eretici dichiarati e riconosciuti possano fare miracoli che siano al di sopra di tutta la natura creata mediante l’invocazione del nome di Dio o con una reliquia santa.
Lo possono per confermare una verità, e ce ne sono esempi nella storia.
7. Se gli eretici occulti, e che pur non separandosi dalla Chiesa sono tuttavia nell’errore, e che non prendono posizione contro la Chiesa per poter sedurre più facilmente i fedeli e fortificare il loro partito, possano fare tramite l’invocazione del nome di Gesù, o una santa reliquia, miracoli che siano al di sopra dell’intera natura, o anche se possano farne che siano solo al di sopra dell’uomo, come guarire istantaneamente mali non incurabili.
Gli eretici occulti non hanno più potere sui miracoli degli eretici dichiarati, poiché niente è occulto a Dio, che è il solo autore e operatore dei miracoli, quali che siano, purché siano veri miracoli.
8. Se i miracoli fatti col nome di Dio e l’interposizione delle cose divine non siano i segni della vera Chiesa, e se tutti i cattolici non abbiano sostenuto questa posizione contro tutti gli eretici.
Tutti i cattolici sono d’accordo su questo e soprattutto gli autori gesuiti. Basta leggere Bellarmino. Anche quando gli eretici hanno fatto miracoli, ciò che è accaduto talvolta, seppur raramente, quei miracoli erano segni della Chiesa, perché erano fatti solo a conferma della verità che la Chiesa insegna, e non dell’errore degli eretici.
9. Se sia mai accaduto che gli eretici abbiano fatto miracoli, e di quale natura.
Ce ne sono pochissimi di sicuri; ma quelli di cui si parla sono miracolosi solo quoad modum, cioè effetti naturali prodotti miracolosamente e in una maniera che supera l’ordine della natura.
10. Se quell’uomo del Vangelo [ 2 ] che scacciava i demoni nel nome di Gesù Cristo e di cui Gesù Cristo dice: Chi non è contro di voi è per voi, fosse amico o nemico di Gesù Cristo, e che cosa ne dicono gli interpreti del Vangelo. Domando questo perché padre Lingendes ha predicato che quell’uomo là era contrario a Gesù Cristo.
Il Vangelo testimonia abbastanza chiaramente che non era contrario a Gesù Cristo, e i Padri la pensano così, e quasi tutti gli autori gesuiti.
11. Se l’Anticristo farà i suoi segni nel nome di Gesù Cristo o nel proprio nome.
Come non verrà nel nome di Gesù Cristo, ma nel proprio, secondo il Vangelo, così non farà miracoli nel nome di Gesù Cristo, ma nel suo e contro Gesù Cristo, per distruggere la fede e la sua Chiesa: per questo non saranno veri miracoli.
12. Se gli oracoli siano stati miracolosi.
I miracoli dei pagani e degli idoli non sono stati più miracolosi che le altre operazioni dei demoni e dei maghi. [419]
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Il secondo miracolo può supporre il primo, il primo non può supporre il secondo [ 3 ]. [420]
[ 1 ] Questo dossier è una consultazione di Martin de Barcos, abate di Saint-Cyran (nipote del celebre maestro di spiritualità). Era un teologo rinomato. Pascal, che è agostiniano, e conosce poco la scolastica, sa che la teologia del miracolo è particolarmente rigorosa in san Tommaso, Summa theologiae, Ia, q. 105, 6-8; q. 110, 4; q. 114, 4. San Tommaso chiama miracolo un fenomeno che è al di sopra dell’ordine dell’intera natura creata. Ora, nessuno può compiere niente del genere, se non Dio. Il questionario è stato redatto per intero prima delle risposte. Queste ultime sono riportate qui in corsivo. Questo documento, che allude alla quaresima predicata da padre Claude de Lingendes a Saint-Merri nel febbraio 1657, «Sui miracoli di Cristo», non deve essere di molto posteriore a quell’inizio d’anno.
[ 2 ] Marco 9, 38-40.
[ 3 ] Le due Copie indicano che questo frammento non apparteneva al primo dossier «Miracoli». Dev’essere stato collocato qui forse a caso.