PERPETUITÀ [ 1 ]

Una parola di Davide e di Mosè, ad esempio che Dio circonciderà il loro cuore [ 2 ], fa giudicare il loro spirito. Tutti gli altri discorsi possono essere equivoci e in bilico tra l’essere filosofi o cristiani: finalmente una parola di tale natura determina tutte le altre, come una parola di Epitteto determina, in senso opposto, tutto il resto. Fin là dura l’ambiguità, e non oltre. [311]

 

*

 

Gli Stati perirebbero se spesso non si piegassero le leggi alla necessità, ma mai la religione ha sopportato e profittato di una cosa simile. Occorrono dunque tali accomodamenti oppure dei miracoli.

Non è strano che ci si conservi facendo compromessi, e non è nemmeno propriamente un conservarsi. Per di più alla fine periscono interamente. Non ce n’è nessuno che sia durato mille anni. Ma che questa religione si sia sempre mantenuta, e inflessibile… è divino. [312]

 

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Perpetuità

 

Questa religione che consiste nel credere che l’uomo è decaduto da uno stato di gloria e di comunicazione con Dio in uno stato di tristezza, di penitenza e di allontanamento da Dio, ma che dopo questa vita saremo ristabiliti da un Messia che doveva venire, è sempre esistita sulla terra. Tutto è passato, ed è rimasta lei, per la quale tutto è.

Nella prima età del mondo gli uomini sono stati travolti da ogni sorta di disordine, eppure c’erano dei santi come Enoch, Lamech e altri che aspettavano pazientemente il Cristo promesso fin dall’inizio del mondo. Noè ha visto al suo culmine la malizia degli uomini e ha meritato di salvare il mondo nella propria persona, mediante la speranza nel Messia di cui è stato figura. Abramo era circondato da idolatri quando Dio gli ha fatto conoscere il mistero del Messia che ha salutato da lontano. Al tempo di Isacco e di Giacobbe, l’abominio era diffuso su tutta la terra, ma quei santi vivevano nella loro fede, e Giacobbe morente, nel benedire i suoi figli, grida in uno slancio che gli fa interrompere il suo discorso: Attendo, Dio mio, il salvatore che hai promesso. Salutare tuum exspectabo, Domine3 ].

Gli Egiziani erano infetti di idolatria e di magia, lo stesso popolo di Dio era trascinato dal loro esempio, e tuttavia Mosè e altri vedevano colui che essi non vedevano, e lo adoravano guardando ai doni eterni che egli preparava per loro.

In seguito i Greci e i Latini hanno fatto regnare le false divinità, i poeti hanno inventato cento diverse teologie, i filosofi si sono divisi in mille scuole diverse. E tuttavia, nel cuore della Giudea c’erano sempre uomini eletti che predicevano la venuta di quel Messia conosciuto solo da loro [ 4 ]. È venuto infine, nella pienezza dei tempi, e dopo si sono visti nascere tanti scismi ed eresie, e rovesciarsi tanti Stati, e tanti cambiamenti in ogni cosa, e questa Chiesa che adora colui che è sempre stato adorato è sussistita ininterrottamente. E, cosa mirabile, incomparabile e assolutamente divina, questa religione che è sempre durata, sempre è stata combattuta. Mille volte è stata sul punto di una distruzione universale, e ogni volta che si è trovata in questo stato Dio l’ha risollevata con interventi straordinari della sua potenza. Perché, questo è sorprendente, essa si è mantenuta senza cedere e flettere sotto la volontà dei tiranni: niente di strano infatti se uno Stato sussiste quando si fanno cedere qualche volta le leggi alla necessità. Ma che... SI VEDA IL CERCHIO IN MONTAIGNE5 ]. [313]

 

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Perpetuità

 

Nel Messia si è sempre creduto. La tradizione di Adamo era ancora fresca in Noè e in Mosè. Più tardi i profeti lo hanno predetto, predicendo sempre altre cose il cui compimento, che si verificava di quando in quando sotto gli occhi degli uomini, autenticava la loro missione, e dunque le loro promesse riguardo al Messia. Gesù Cristo ha fatto dei miracoli, e così anche gli apostoli, che hanno convertito tutti i pagani, ed essendo in tal modo compiute tutte le profezie, il Messia è provato per sempre. [314]

 

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Le sei età, i sei padri delle sei età, le sei meraviglie all’inizio delle sei età, i sei orienti all’inizio delle sei età [ 6 ]. [315]

 

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L’unica religione contraria alla natura, contraria al senso comune, contraria ai nostri piaceri, è l’unica che sia stata sempre. [316]

 

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Se la Chiesa antica fosse stata in errore, cade la Chiesa. Se lo fosse oggi, non è lo stesso, perché essa ha sempre come massima più alta la tradizione di ciò che credeva l’antica Chiesa. E così la sottomissione e la conformità all’antica Chiesa prevale e corregge tutto. Ma l’antica Chiesa non supponeva la Chiesa futura e non guardava ad essa, come noi supponiamo e guardiamo all’antica. [317]

 

*

 

2 tipi di uomini in ogni religione

 

Tra i pagani, alcuni adoratori di bestie, e altri adoratori di un solo dio nella religione naturale.

Tra gli Ebrei, i carnali e gli spirituali, che erano i cristiani della Legge antica.

Tra i cristiani, i grossolani, che sono gli Ebrei della Legge nuova.

Gli Ebrei carnali attendevano un Messia carnale e i cristiani grossolani credono che il Messia li abbia dispensati dall’amare Dio. I veri Ebrei e i veri cristiani adorano un Messia che fa loro amare Dio. [318]

 

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Chi giudicherà la religione ebraica dai più grossolani la conoscerà male. Essa è visibile nei Libri santi e nella tradizione dei profeti, che hanno fatto abbastanza capire come non prendessero la Legge alla lettera. Così la nostra religione è divina nel Vangelo, negli apostoli e nella tradizione, ma è ridicola in quelli che la vivono male.

Il Messia, secondo gli Ebrei carnali, deve essere un grande principe temporale. Gesù Cristo, secondo i cristiani carnali, è venuto a dispensarci dall’amare Dio, e a darci dei sacramenti che operano tutto senza di noi. Né l’una né l’altra è la religione cristiana, né quella ebraica.

I veri Ebrei e i veri cristiani hanno sempre atteso un Messia che li avrebbe resi capaci di amare Dio e, con questo amore, di trionfare sui loro nemici. [319]

 

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Mosè, Deuteronomio 30, promette che Dio circonciderà il loro cuore per renderli capaci di amarlo. [320]

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Gli Ebrei carnali stanno in mezzo fra i cristiani e i pagani. I pagani non conoscono Dio e amano solo la terra. Gli Ebrei conoscono il vero Dio e amano solo la terra. I cristiani conoscono il vero Dio e non amano la terra. Gli Ebrei e i pagani amano gli stessi beni. Gli Ebrei e i cristiani conoscono lo stesso Dio.

Gli Ebrei erano di due specie: gli uni avevano solo le affezioni pagane, gli altri avevano le affezioni cristiane. [321]

 


 

1 ] Come si crederà generalmente fino alla metà dell’Ottocento, Pascal era convinto che la storia umana non copra se non alcuni millenni. In questa prospettiva, i santi antichi hanno annunciato il Cristo, che speravano e intravedevano: la vera religione è esistita sempre sulla terra, mentre le false si susseguivano e svanivano.

2 ] Deuteronomio 30, 6.

3 ] Genesi 49, 18.

4 ] Salmo 75, 1: «Dio [non] si è fatto conoscere [che] nella Giudea». Questo frammento è un mosaico di reminiscenze bibliche: Giovanni 8, 56; Ebrei 11, 13 e 23-27...

5 ] Havet pensava che questo «cerchio» fosse un segno di Pascal sulla sua copia degli Essais.

6 ] Agostino, Della Genesi contro i manichei, I, 23: la storia del mondo si divide in sei periodi, simili ai sei giorni della Creazione, che hanno avuto ciascuno una sera e una mattina (un oriente), e furono segnati da un evento meraviglioso. Adamo - Diluvio, Noè - Babele, Abramo - Saul, Davide - Deportazione in Babilonia, Purificazione tramite l’esilio - Rifiuto del Messia, Gesù umile - Gesù glorioso. La settima età sarà il riposo senza fine di coloro che hanno amato Dio. I «padri» sono Adamo, Noè... Questa concezione ciclica della storia (freschezza del mondo, crepuscolo, caos, nuovo mattino, ecc.), caratteristica di innumerevoli religioni, è inconciliabile con l’affermazione così frequente in sant’Ireneo e tanti altri di una pedagogia divina nei confronti del popolo ebreo.

Pensieri [Nuova edizione a cura di Philippe Sellier secondo l’“ordine” pascaliano]
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