LEGGE FIGURATIVA [ 1 ]
Figure
Per mostrare che l’Antico Testamento non è che figurativo e che i profeti parlando di beni temporali intendevano altri beni, c’è da dire: 1. che ciò sarebbe indegno di Dio; 2. che i loro discorsi esprimono molto chiaramente la promessa dei beni temporali, e tuttavia, a quanto dicono, i loro discorsi sono oscuri e il loro senso non sarà capito: donde appare che quel senso segreto non poteva essere quello che esprimevano scopertamente, e per conseguenza intendevano parlare di altri sacrifici, di un altro Liberatore, ecc. Dicono che lo si capirà solo alla fine dei tempi: Geremia 33, ult.
La seconda prova [ 2 ] deriva dal fatto che i loro discorsi sono contraddittori e si autodistruggono. In modo che se si suppone che con le parole di legge e di sacrificio abbiano inteso soltanto quella di Mosè, c’è manifesta e grossolana contraddizione. Dunque intendevano altro, contraddicendosi talvolta anche in un medesimo capitolo.
Ora, per capire il senso di un autore... [ 3 ].
È bello vedere con gli occhi della fede la storia di Erode, di Cesare. [737]
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Il perché delle figure
R. (Dovevano intrattenere un popolo carnale e renderlo depositario del testamento spirituale).
Per prestare fede al Messia bisognava che vi fossero state delle profezie precedenti, e trasmesse da persone non sospette, di una diligenza e fedeltà e di uno zelo straordinario, riconosciuto da tutta la terra.
Perché tutto ciò riuscisse, Dio ha scelto quel popolo carnale, al quale ha affidato il deposito delle profezie che predicono il Messia come liberatore e dispensatore dei beni carnali amati da quel popolo.
E così esso è stato straordinariamente ardente nei riguardi dei suoi profeti e ha posto sotto gli occhi di tutto il mondo i libri che predicono il loro Messia, assicurando a tutte le nazioni che egli doveva venire, nel modo predetto dai libri che essi offrivano aperti al mondo intero. E così quel popolo, deluso dall’avvento ignominioso e povero del Messia, è stato il suo più crudele nemico. Ecco dunque il popolo al mondo meno sospetto di parzialità nei nostri riguardi, il più rigoroso e zelante che si possa pensare per la sua legge e i suoi profeti, che custodisce incorrotti.
In tal modo quelli che hanno respinto e crocifisso Gesù Cristo, che si sono scandalizzati di lui, proprio loro portano i libri che danno testimonianza di lui e annunciano che egli sarà respinto e ci si scandalizzerà di lui. Così, rifiutandolo, hanno mostrato che era lui, ed egli è stato ugualmente provato dagli Ebrei giusti che lo hanno accolto e dagli ingiusti che lo hanno respinto, l’una e l’altra cosa essendo stata predetta.
Per questo le profezie hanno un senso nascosto, spirituale, cui quel popolo era nemico, sotto il senso carnale, di cui era amico. Se il senso spirituale fosse stato rivelato non sarebbero stati capaci di amarlo; e non potendo accettarlo, non avrebbero avuto lo zelo per la conservazione dei loro libri e delle loro cerimonie. E, se avessero amato quelle promesse spirituali e le avessero conservate incorrotte fino al Messia, la loro testimonianza avrebbe mancato di forza, perché sarebbero stati suoi amici.
Ecco perché era bene che il senso spirituale fosse coperto. Ma, d’altra parte, se quel senso fosse stato talmente nascosto da non apparire affatto, non sarebbe potuto servire come prova al Messia. Che si è fatto dunque? È stato coperto sotto il senso temporale nella massa dei brani, ed è stato scoperto così chiaramente in alcuni – senza contare che il tempo e lo stato del mondo sono stati predetti così chiaramente che è più chiaro del sole – e quel senso spirituale è così chiaramente spiegato in alcuni punti, che occorreva, per non riconoscerlo, un accecamento pari a quello che la carne getta nella mente, quando la domina.
Ecco dunque qual è stata la condotta di Dio: quel senso è coperto da un altro in un’infinità di luoghi, e scoperto raramente in alcuni, ma tuttavia in modo tale che i luoghi ove è nascosto sono equivoci e possono convenire ai due sensi, mentre i luoghi ove è scoperto sono univoci, e possono convenire solo al senso spirituale.
In modo che non era possibile essere indotti in errore, e solo un popolo così carnale poteva sbagliarsi.
Perché quando i beni sono promessi in abbondanza, che cosa impediva loro di intendere i veri beni, se non la loro cupidigia, che restringeva il senso ai beni della terra?
Ma chi riponeva in Dio tutto il suo bene li riferiva unicamente a Dio.
Perché ci sono due princìpi che dividono le volontà degli uomini: la cupidigia e la carità. Non che la cupidigia non possa coesistere con la fede in Dio, e la carità con i beni della terra. Ma la cupidigia usa di Dio e gode del mondo, e la carità al contrario.
Ora, il fine ultimo è ciò che dà il nome alle cose.
Tutto ciò che ci impedisce di raggiungerlo è chiamato nemico. Così le creature, per quanto buone, saranno nemiche dei giusti, quando li distolgono da Dio. E Dio stesso è nemico di coloro di cui turba le bramosie.
Così, poiché il termine di nemico dipende dal fine ultimo, i giusti intendevano con quel termine le loro passioni, e i carnali intendevano i Babilonesi. E così quei termini erano oscuri solo per gli ingiusti. È quanto dice Isaia: Signa legem in electis meis [ 4 ]. E che Gesù Cristo sarà pietra di scandalo, ma beati quelli che non si scandalizzeranno di lui [ 5 ].
Osea, ult. lo dice perfettamente: «Dov’è il saggio? comprenderà quello che io dico. I giusti lo comprenderanno, perché le vie di Dio sono rette; ma i cattivi vi inciamperanno» [ 6 ].
E tuttavia quel testamento, fatto per accecare gli uni e illuminare gli altri, significava, proprio in coloro che accecava, la verità che doveva essere conosciuta dagli altri. Perché i beni visibili che essi ricevevano da Dio erano così grandi e divini, che appariva ben chiaro come egli avesse il potere di darne loro di invisibili, e un Messia.
La natura infatti è un’immagine della grazia, e i miracoli visibili sono immagine di quelli invisibili: Ut sciatis, tibi dico: «Surge» [ 7 ].
Isaia 51 dice che la Redenzione sarà come il passaggio del Mar Rosso.
Dio ha dunque mostrato nell’uscita dall’Egitto e dal mare, nella disfatta dei re, nella manna, in tutta la genealogia di Abramo, che era capace di salvare, di far discendere il pane dal cielo, ecc., in modo che quel popolo nemico è figura e rappresentazione del Messia stesso che ignorano.
Infine, ci ha insegnato che tutte queste cose erano solo figure, e ciò che significa Veramente libero, Vero Israelita, Vera circoncisione, Vero pane dal cielo [ 8 ], ecc.
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In quelle promesse, ognuno trova quello che ha nel fondo del proprio cuore: i beni temporali o i beni spirituali, Dio o le creature; ma con la differenza che chi vi cerca le creature, le trova, però con molte contraddizioni, con la proibizione di amarle, con l’ordine di adorare Dio solo e di amare lui solo – il che è lo stesso –, e infine nessun Messia è venuto per lui. Mentre chi vi cerca Dio lo trova, e senza alcuna contraddizione, con il comandamento di amare lui solo, e un Messia è venuto nel tempo predetto per fargli dono dei beni che domanda.
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Così gli Ebrei avevano miracoli, e profezie che vedevano compiersi. E la dottrina della loro legge era di adorare e amare un solo Dio; e come tale, era perpetua. Aveva dunque tutti i segni della vera religione: e infatti lo era. Ma bisogna distinguere la dottrina degli Ebrei dalla dottrina della legge degli Ebrei. Ora, la dottrina degli Ebrei non era vera, pur avendo i miracoli, le profezie e la perpetuità, perché le mancava quest’altro punto, l’obbligo di adorare e amare Dio solo.
Kirkerus – Usserius [ 9 ]. [738]
[ 1 ] Questo dossier rimanda esplicitamente e a due riprese agli appunti preparatori che costituiscono il dossier «La Legge era figurativa». Secondo la sua abitudine, Pascal si dedica a vari saggi di redazione su uno stesso tema. Il secondo frammento presenta il tentativo più ampio.
[ 2 ] Effettivamente, all’inizio era la seconda: quella che attualmente è la prima è stata aggiunta in margine.
[ 3 ] Rinvio al dossier «La Legge era figurativa».
[ 4 ] 8, 16: «Coprite la mia legge per i miei discepoli». Al versetto 14, Dio appare come «pietra di scandalo».
[ 5 ] Matteo 11, 6.
[ 6 ] 14, 10.
[ 7 ] Marco 2, 10-11.
[ 8 ] Rinvio agli appunti preparatori che costituiscono il dossier «La Legge era figurativa».
[ 9 ] Il luterano Conrad Kircher e l’anglicano Jack Usher, autori, il primo di una Concordanza greco-ebraica dell’Antico Testamento (1607), il secondo di Annali dell’Antico e del Nuovo Testamento (1650).