PROVE DI MOSÈ [ 1 ]
Altro cerchio [ 2 ].
La longevità dei patriarchi, invece di far sì che si disperdessero le storie delle cose passate, serviva a conservarle. Perché se talvolta non si è abbastanza informati sulla storia degli avi, è perché non si è mai molto vissuto con loro, e spesso sono morti prima che raggiungessimo l’età della ragione. Ora, quando gli uomini vivevano così a lungo, i figli vivevano a lungo con i loro padri. A lungo questi li intrattenevano. E di che li avrebbero potuti intrattenere se non della storia degli antenati, poiché non c’era altra storia che quella, e non facevano studi né di scienze né di arti, che occupano gran parte dei discorsi della vita? E infatti si vede che in quel tempo i popoli avevano una cura particolare nel conservare le loro genealogie. [322]
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Questa religione così grande in miracoli; santi, puri, irreprensibili, sapienti e grandi testimoni; martiri; re stabiliti – Davide –, Isaia di sangue principesco; così grande nel sapere; dopo aver sciorinato tutti i suoi miracoli e tutta la sua sapienza, rigetta tutto ciò e dice che non ha né sapienza né segno, ma la croce e la follia [ 3 ].
Giacché coloro che mediante quei segni e quella sapienza hanno meritato il vostro credito e vi hanno dato prova del loro carattere, vi dichiarano che niente di tutto ciò può cambiarci e renderci capaci di conoscere e amare Dio se non la virtù della follia della croce, senza sapienza né segno, e non certo i segni senza quella virtù. Così la nostra religione è folle se si guarda alla grazia efficace, e saggia se si guarda alla sapienza che vi prepara. [323]
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Prove di Mosè
Perché Mosè farà così lunga la vita degli uomini, e così poche le generazioni?
Perché non la lunghezza degli anni, ma la moltitudine delle generazioni rende oscure le cose.
La verità infatti non si altera se non perché cambiano gli uomini.
E tuttavia le due cose più memorabili che siano mai state immaginate, ossia la Creazione e il Diluvio, le mette così vicine che si toccano.
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Se si devono spendere otto giorni, si deve spendere tutta la vita.
Prove di Mosè [324]
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Finché ci sono stati i profeti per conservare la Legge, il popolo è stato negligente. Ma da quando non ci sono stati più profeti, è subentrato lo zelo.
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Giuseppe nasconde la vergogna della sua nazione.
Mosè non nasconde la sua propria vergogna né... [ 4 ].
Quis mihi det ut omnes prophetent [ 5 ]?
Era stanco del popolo [ 6 ]. [326]
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Sem, che ha visto Lamech, che ha visto Adamo, ha visto anche Giacobbe, che ha visto quelli che hanno visto Mosè [ 7 ]. Dunque il Diluvio e la Creazione sono veri. È un argomento probante per certe persone che sanno capirlo. [327]
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Zelo del popolo ebraico per la sua Legge, e soprattutto da quando non ha più avuto profeti. [328]
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Perché [ 8 ], sebbene risalissero a circa duemila anni prima, per gli uomini di allora erano cose altrettanto nuove – essendo intercorse poche generazioni – come lo sono oggi per noi quelle accadute circa trecento anni fa. Ciò deriva dalla longevità dei primi uomini. In modo che Sem, che ha visto Lamech, ecc.
Questa prova basta a convincere le persone ragionevoli della verità del Diluvio e della Creazione. E si vede così la Provvidenza di Dio, il quale, vedendo che la Creazione cominciava ad allontanarsi, ha fornito uno storico che può esser definito contemporaneo e ha incaricato tutto un popolo della custodia del suo Libro.
E, altra cosa mirabile, quel Libro è stato abbracciato unanimemente e senza alcuna contraddizione, non solo da tutto il popolo ebraico, ma anche da tutti i re e tutti i popoli della terra, che lo hanno ricevuto con un rispetto e una venerazione affatto particolare. [741]
[ 1 ] Prima di dimostrare che la legge era «figurativa», che gli Ebrei santi e i veri cristiani «hanno una stessa religione» e che questa religione «è sempre esistita sulla terra», era necessario accreditare l’autore della Legge, Mosè. L’ultimo frammento, che non figura più in questo dossier (nelle Copie), gli apparteneva originariamente.
[ 2 ] Come alla fine del terzo frammento di «Perpetuità», questa indicazione rimanda probabilmente a un segno di Pascal sulla sua copia degli Essais. Forse Essais, II, 18, p. 664: «Quale soddisfazione sarebbe per me, udire così qualcuno che mi raccontasse i costumi, l’aspetto, il contegno, le parole più usuali, e le vicende dei miei antenati...». Sulla longevità attribuita ai primi uomini, cf. Genesi 5.
[ 3 ] Prima lettera ai Corinzi 1, 18.
[ 4 ] Il Pentateuco non è stato inventato dagli Ebrei. Altrimenti, avrebbero tramandato dei fatti che li accusano, come l’adorazione del Vitello d’oro? Contrariamente a Mosè, così veritiero, lo storico ebreo Giuseppe ha passato sotto silenzio quel crimine.
[ 5 ] Numeri 11, 29, in cui Mosè, vedendo che solamente due Israeliti profetizzano, esclama: «Piacesse a Dio che tutto il popolo profetizzasse!». La citazione di Pascal è presa dalla Bibbia di Vatable.
[ 6 ] Numeri 11, 14.
[ 7 ] Secondo la cronologia di Port-Royal, Lamech, sesto discendente di Adamo, visse dall’874 al 1651 dopo la Creazione del mondo. Conobbe dunque Adamo, morto nel 930, e Sem, nato da Noè nel 1558. Sem morì al momento della nascita di Giacobbe, nipote di Abramo, ossia verso il 2160. Questi calcoli si fondano sull’interpretazione dei dati sulla longevità dei patriarchi come dati storici, mentre noi li leggiamo come affermazione della forza primaverile del mondo, espressa secondo i procedimenti del pensiero mitico.
[ 8 ] Questo frammento, gettato su una pagina tagliata in un libro e scritto di mano dallo stesso Pascal, è stato inserito fra le pagine 154 e 155 della Prima Copia, come una sorta di ornamento, forse poco dopo il compimento dell’edizione del 1678, per la quale furono ancora utilizzati i quaderni di quella Copia. Le pagine 154-155 corrispondono alla liassa «Prove di Mosè». La frase incompiuta «Sem, che ha visto Lamech...» rimanda chiaramente a «Prove di Mosè».