SOTTOMISSIONE E USO DELLA RAGIONE
IN CUI CONSISTE IL VERO CRISTIANESIMO [ 1 ]

Come detesto queste sciocchezze, di non credere all’Eucarestia, ecc.

Se il Vangelo è vero, se Gesù Cristo è Dio, che difficoltà può esserci? [199]

 

*

 

Non sarei cristiano senza i miracoli, dice sant’Agostino [ 2 ]. [200]

 

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Sottomissione

 

Bisogna (avere queste tre qualità: pirroniano, geometra, cristiano. Sottomesso. Dubbio. Ed esse si accordano) saper dubitare quando occorre, asserire quando occorre, sottomettendosi quando occorre. Chi non fa così non capisce la forza della ragione. C’è chi viene meno a questi tre princìpi, o asserendo tutto come probante, perché manca di competenza in dimostrazione, o dubitando di tutto, perché non sa quando deve sottomettersi, o sottomettendosi in tutto, perché non sa quando bisogna esprimere un giudizio. [201]

 

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Susceperunt verbum cum omni aviditate, scrutantes Scripturas si ita se haberent3 ]. [202]

 

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La condotta di Dio, che tutto dispone con dolcezza, è mettere la religione nella mente con le ragioni e nel cuore con la grazia. Ma volerla mettere nella mente e nel cuore per forza e con le minacce, non è mettervi la religione ma il terrore, terrorem potius quam religionem4 ]. [203]

 

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Se si sottomette tutto alla ragione, la nostra religione non avrà nulla di misterioso e di soprannaturale.

Se si urtano i princìpi della ragione, la nostra religione sarà assurda e ridicola. [204]

 

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Sant’Agostino. La ragione non si sottometterebbe mai se non giudicasse che vi sono occasioni in cui deve sottomettersi [ 5 ].

È giusto dunque che si sottometta quando giudica che deve sottomettersi. [205]

 

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Sarà uno dei motivi di confusione dei dannati vedere che saranno condannati proprio da quella ragione con la quale hanno preteso condannare la religione cristiana. [206]

 

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Quelli che non amano la verità prendono come pretesto la contestazione e la moltitudine di quanti la negano, e così il loro errore proviene solo dal fatto che non amano la verità o la carità. E in tal modo non ne sono scusati. [207]

 

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Contraddizione è un cattivo segno della verità.

Molte cose certe vengono contraddette.

Molte false passano senza contraddizione.

Né la contraddizione è segno di falsità né la non-contraddizione è segno di verità. [208]

 

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Vedere i due tipi di uomini nel titolo «Perpetuità». [209]

Ci sono pochi cristiani veri. Voglio dire, proprio per quanto riguarda la fede. Ci sono molti che credono, ma per superstizione. Ci sono molti che non credono, ma per libertinaggio. Pochi sono nel mezzo.

 

 

 

Non annovero qui coloro che sono nella vera pietà dei costumi, e tutti quelli che credono per un sentimento del cuore. [210]

*

 

Gesù Cristo ha fatto dei miracoli, e dopo di lui, in gran numero, gli apostoli e i primi santi, perché non essendo ancora compiute le profezie, le quali si compivano per mezzo loro, non vi era altra testimonianza se non i miracoli. Era predetto che il Messia avrebbe convertito le nazioni: come si sarebbe compiuta questa profezia, senza la conversione delle nazioni? E come si sarebbero convertite al Messia le nazioni, senza vedere questo effetto ultimo delle profezie che lo provano? Prima dunque che egli fosse morto e risorto e le nazioni convertite, non tutto era compiuto, e così durante tutto quel tempo ci sono voluti dei miracoli. Adesso, contro gli Ebrei e i miscredenti, non ne occorrono più, perché le profezie compiute sono un miracolo sussistente. [211]

 

*

 

La pietà è diversa dalla superstizione.

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Spingere la pietà fino alla superstizione significa distruggerla.

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Gli eretici ci rimproverano questa sottomissione superstiziosa. Incorrono così in ciò che ci rimproverano.

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Empietà di non credere all’Eucarestia per il fatto che non la si vede.

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Superstizione di credere a delle proposizioni [ 6 ], ecc.

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Fede, ecc. [212]

 

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Niente è così conforme alla ragione come questa sconfessione della ragione. [213]

 

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Due eccessi

 

Escludere la ragione, non ammettere che la ragione. [214]

 

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Non sarebbe stato peccato non credere a Gesù Cristo, se non vi fossero stati i miracoli [ 7 ]. [215]

 

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Videte an mentiar8 ]. [216]

 

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La fede dice quello che i sensi non dicono, ma non il contrario di ciò che essi vedono. Essa è al di sopra, e non contro [ 9 ]. [217]

 

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Voi abusate della fiducia che il popolo ha nella Chiesa e la date loro da bere. [218]

*

 

Non è raro che si debba rimproverare alla gente troppa docilità. È un vizio naturale, come l’incredulità, e altrettanto pernicioso. Superstizione. [219]

 

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L’ultimo passo della ragione è riconoscere che ci sono infinite cose che la superano. Solo una ragione debole non arriva a riconoscerlo.

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E se le cose naturali la superano, che diremo di quelle soprannaturali [ 10 ]? [220]

 


 

1 ] Nell’ultimo frammento del dossier «Ordine», Pascal scrive: «Bisogna cominciare col mostrare che la religione non è contraria alla ragione», prima di affrontare le due grandi sezioni: «Conoscenza dell’uomo» e «Conoscenza di Dio». Una delle sequenze del Preludio doveva trattare del buon uso della ragione nella ricerca di Dio. Questo stesso dossier «Ordine» annuncia una risposta all’obiezione preliminare che può enunciare un incredulo aprendo un’apologia: A che serve quest’argomentazione, poiché, secondo la teologia stessa, la fede «è un dono di Dio»? Pascal progettava di rispondere con una «Lettera che sottolinea l’utilità delle prove». Queste due parti del Preludio non sono state scritte. Disponiamo, col dossier «Sottomissione», solo di qualche appunto preparatorio.

2 ] A proposito della Resurrezione e dell’Ascensione di Cristo sant’Agostino scrive nella Città di Dio (XXII, 7): «Questi misteri, lo spirito umano non potrebbe accettarli, senza la forza dimostrativa dei miracoli che li attestano».

3 ] Atti degli Apostoli 17, 11: «[Gli Ebrei di Berea] accolsero la parola di Dio con molto affetto e fervore, esaminando tutti i giorni le Scritture, per vedere se ciò che si diceva loro era vero».

4 ] Nella tristemente celebre Lettera a Vincenzo (Epistula 93), sant’Agostino, di fronte al fallimento dei contatti e degli scambi per far rientrare lo scisma donatista, aveva finito per giustificare il ricorso alla costrizione: la violenza del terrore avrebbe infranto l’insidiosa violenza dell’educazione, dell’ambiente, delle abitudini! Pascal vede in ciò terrore più che religione.

5 ] Lettera 120, I, n. 3. La Logique de Port-Royal (IV, 12) cita lo stesso testo. «Se si paragonano tra loro le due vie generali che ci fanno credere che una cosa è, la ragione e la fede, è certo che la fede suppone sempre qualche ragione, poiché, come dice sant’Agostino nella sua Lettera 12[0] , e in molti altri luoghi: “Non potremmo spingerci a credere ciò che è al di sopra della nostra ragione, se la ragione stessa non ci avesse persuaso che ci sono delle cose che facciamo bene a credere, pur non essendo ancora capaci di comprenderle”».

6 ] Pascal situa il buon uso dell’intelligenza fra la passione di tutto discutere propria dei Riformati che respingono la fede nell’Eucarestia e il servilismo di quanti si sottomettono al papa, là dove questi non esprime solennemente la fede della Chiesa universale. Condannare nel 1653 cinque proposizioni eretiche sulla grazia, è diritto del papa: ma sostenere che si trovano nell’Augustinus, è un abuso del papa. Se vi si trovano, lo si dimostri! Ugualmente, in astronomia, non si ascolta il papa, ma i dotti: Galileo (Diciottesima Provinciale).

7 ] Giovanni 15, 24.

8 ] Giobbe 6, 28: «Prestate orecchio, e vedete se mento».

9 ] Ricordo dell’inno eucaristico Pange lingua: «Et si sensus deficit / Ad firmandum cor sincerum / sola fides sufficit [...] Praestet fides supplementum / Sensuum defectui». («Anche se i nostri sensi vengono meno, la fede sola basta a confermare un cuore puro [...] la fede supplisca al venir meno dei sensi»). Port-Royal era divenuto un monastero del SS. Sacramento: la liturgia eucaristica ha profondamente segnato Pascal (Dio nascosto...).

10 ] Richiamo di un passo della Diciassettesima Provinciale (23 gennaio 1657). A partire dalla pratica dei gesuiti decaduti, Pascal si proponeva di far riflettere sul tema: intelligenza e servitù. Ancora vicinissimi alle polemiche sui miracoli, vari frammenti di questa liassa sono fra i più antichi del progetto di Apologia.

Pensieri [Nuova edizione a cura di Philippe Sellier secondo l’“ordine” pascaliano]
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