[MISCELLANEA 3]
Piace vedere l’errore, la passione di Cléobuline, perché lei non la conosce. Se non si ingannasse, spiacerebbe [ 1 ].
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Piace dar del Principe a un re, in quanto diminuisce la sua qualità. [528]
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Spengere la fiaccola della sedizione: troppo ridondante.
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L’inquietudine del suo genio: due parole ardite sono troppe.
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Quando si è in buona salute, ci si domanda con apprensione come faremmo se fossimo malati. Quando si è malati, si prendono le medicine allegramente: è la malattia a decidere: non abbiamo più le passioni e i desideri di diversivi e passeggiate che dava la salute, e che sono incompatibili con le necessità della malattia. La natura dà allora passioni e desideri conformi allo stato presente. Quello che ci turba sono soltanto i timori, che ci procuriamo noi stessi e non la natura, perché essi uniscono allo stato in cui siamo le passioni dello stato in cui non siamo.
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Siccome la natura ci rende sempre infelici in qualunque stato, i nostri desideri ci figurano uno stato felice, perché uniscono allo stato in cui siamo i piaceri dello stato in cui non siamo. E se arrivassimo a quei piaceri, non per questo saremmo felici, dato che avremmo altri desideri conformi alla nuova situazione.
Bisogna applicare al particolare questa proposizione generale. [529]
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Coloro che, negli affari spiacevoli, hanno sempre prospettive ottimiste e si rallegrano delle evenienze fortunate, se non si affliggono ugualmente di quelle negative, sono sospetti di essere ben contenti di perdere l’affare; e sono felici di trovare quei pretesti di speranza per dimostrare che ci tengono, e coprire con la gioia che fingono di riceverne quella che hanno di vedere l’affare perduto.
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La nostra natura è movimento, il riposo completo è la morte.
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Miton vede bene che la natura è corrotta e che gli uomini sono contrari alla onestà, ma non sa perché non possono volare più alto.
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Le belle azioni nascoste sono le più stimabili. Quando ne vedo qualcuna nella storia, come a pagina 184 [ 2 ], mi piacciono molto; ma in definitiva non erano del tutto nascoste, poiché sono risapute. E anche se è stato fatto il possibile per nasconderle, quel poco che ne traspare guasta tutto. Perché la cosa più bella è averle volute nascondere.
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Che altro è, se non la voglia di compiacere al mondo, quello che fa trovare le cose probabili? Vorreste farci credere che è la verità, e che, se non ci fosse la moda del duello, guardando la cosa in se stessa, trovereste probabile che ci si possa battere? [529 bis]
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La giustizia è ciò che è stabilito. E così tutte le nostre leggi saranno necessariamente considerate giuste senza essere esaminate, poiché sono stabilite. [530]
Sentimento
La memoria, la gioia sono sentimenti. E anche le proposizioni geometriche diventano sentimenti, perché la ragione rende naturali i sentimenti e i sentimenti naturali sono cancellati dalla ragione. [531]
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Honnête homme
Bisogna che non si possa dire di lui né: è matematico, né predicatore, né eloquente, ma: è uomo dabbene. Questa qualità universale è l’unica che mi piace. Quando, nel vedere un uomo, ci si ricorda del suo libro, è brutto segno. Vorrei che non ci si accorgesse di alcuna qualità se non all’occorrenza e quando si presenta l’occasione di metterla in opera, NE QUID NIMIS [ 3 ], per timore che una qualità s’imponga sulle altre, e porti a dare un nome. Che non si pensi che parla bene, se non quando si tratta di parlare bene. E allora sì, che ci si pensi. [532]
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Miracoli
Il popolo ci arriva da solo a queste conclusioni, ma se dovete darne la ragione…
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È spiacevole essere l’eccezione della regola. Bisogna essere addirittura severi, e contrari all’eccezione. E tuttavia, siccome è sicuro che ci sono eccezioni alla regola, bisogna giudicarne severamente, ma giustamente [ 4 ]. [533]
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Montaigne
Ciò che Montaigne ha di buono difficilmente può essere acquisito. Ciò che ha di cattivo, intendo dire a parte i costumi, si poteva correggere in un momento, se lo si fosse avvertito che faceva troppe storie e parlava troppo di sé [ 5 ]. [534]
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Non avete mai trovato persone che, per lamentarsi del poco caso che fate di loro, vi sciorinano l’esempio di gente altolocata che li stima? A questo risponderei: «Mostrami il merito con il quale hai incantato queste persone, e ti stimerò alla stessa maniera». [535]
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La memoria è necessaria per tutte le operazioni della ragione.
Quando un discorso naturale ritrae una passione o un effetto, troviamo in noi stessi la verità di ciò che udiamo, verità che non sapevamo di avere in noi, in modo che si è portati ad amare chi ce la fa sentire, perché non ci ha fatto mostra del suo bene ma del nostro. E così questo beneficio ce lo rende amabile, oltre al fatto che la comunanza di intelligenza che si crea tra noi e lui inclina necessariamente il cuore ad amarlo. [536]
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Probabilità
Ciascuno può aggiungere, nessuno può togliere [ 6 ]. [537]
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Voi non mi accusate mai di falsità a proposito di Escobar, perché è ben noto [ 7 ]. [538]
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I discorsi sull’umiltà sono materia d’orgoglio alle persone orgogliose e di umiltà agli umili. Così quelli del pirronismo sono materia di affermazione agli affermativi. Pochi parlano umilmente dell’umiltà, pochi castamente della castità, pochi in termini dubitativi del pirronismo [ 8 ]. Non siamo che menzogna, doppiezza, contraddizione, e ci nascondiamo e dissimuliamo a noi stessi. [539]
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Scrivendo il mio pensiero, qualche volta esso mi sfugge, ma ciò mi fa ricordare della mia debolezza, che dimentico in continuazione. Cosa istruttiva per me quanto il pensiero dimenticato, perché tengo solo a conoscere il mio nulla. [540]
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Compiangere gl’infelici non è contrario alla concupiscenza. Anzi, si è ben contenti di rendere questa testimonianza di amicizia e, senza nulla donare, guadagnarsi la reputazione di tenerezza. [541]
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Conversazione
Parole grosse sulla religione: «Io la nego».
Conversazione
Il pirronismo serve alla religione. [542]
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Bisogna uccidere, per impedire che vi siano dei malvagi?
Significa farne due invece di uno. VINCE IN BONO MALUM [ 9 ], sant’Agostino. [543]
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Spongia solis [ 10 ].
Quando vediamo verificarsi un effetto sempre allo stesso modo, se ne arguisce una necessità naturale, come che domani sarà giorno, ecc. Ma spesso la natura ci smentice e non si sottomette alle sue stesse regole.
La mente crede naturalmente, e la volontà ama naturalmente. In modo che in mancanza di oggetti veri, bisogna che si attacchino a quelli falsi.
La grazia ci sarà sempre nel mondo, e anche la natura, in modo che in un certo senso essa è naturale. E così sempre ci saranno dei pelagiani, e sempre dei cattolici, e sempre lotta.
Perché la prima nascita genera gli uni, e la grazia della seconda nascita genera gli altri.
La natura ricomincia sempre le stesse cose: gli anni, i giorni, le ore, e anche gli spazi, e i numeri, passo passo, uno dopo l’altro. Così si forma una specie d’infinito e di eterno. In tutto ciò non c’è niente di infinito e di eterno, ma quegli esseri finiti si moltiplicano infinitamente. Così, mi sembra, il numero che li moltiplica è il solo a essere infinito. [544]
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L’uomo è propriamente omne animal [ 11 ]. [545]
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Il potere fondato sull’opinione e sull’immaginazione regna per qualche tempo, ed è un potere dolce e volontario. Quello della forza regna sempre. Così l’opinione è come la regina del mondo, ma la forza ne è il tiranno. [546]
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Sarà ben condannato, chi lo sarà da Escobar!
Eloquenza
Ci vuole del piacevole e del vero, ma bisogna che il piacevole sia, esso stesso, preso dal vero.
Ciascuno è un tutto per se stesso, perché, una volta morto, tutto è morto per lui. Donde viene che ciascuno crede di essere tutto per tutti. Non bisogna giudicare la natura secondo noi, ma secondo lei. [547]
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Bisogna, in qualunque dialogo e discorso, poter dire a quelli che se ne hanno a male: «Di che ti lamenti?». [548]
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Battute spiritose, cattivo carattere. [549]
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Volete che si pensi del bene di voi? Non ditene. [550]
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Non soltanto guardiamo le cose sotto altri aspetti, ma con altri occhi. Poco c’importa di trovarle uguali. [551]
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Non ama più quella persona che amava dieci anni fa. Lo credo bene: lei non è più la stessa, lui nemmeno. Lui era giovane e lei anche: ora è tutta diversa. Forse l’amerebbe ancora, com’era allora. [552]
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Non ci reggiamo nella virtù con la nostra propria forza, ma per il contrappeso di due vizi opposti, così come rimaniamo in piedi tra due venti contrari. Eliminato uno di quei vizi, cadiamo nell’altro. [553]
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Stile
Quando s’incontra lo stile naturale, è una sorpresa e un incanto, perché ci si aspettava di vedere un autore, e si trova un uomo. Mentre chi ha buon gusto e vedendo un libro crede di trovare un uomo, è tutto sorpreso di trovare un autore: PLUS POETICE QUAM HUMANE LOCUTUS ES [ 12 ]. Onora davvero la natura chi le insegna che essa può parlare di tutto, e anche di teologia. [554]
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Bisogna che il mondo sia proprio cieco, per credervi. [555]
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Il papa odia e teme i dotti che non sono sottomessi a lui per voto. [556]
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L’uomo non è né angelo né bestia, e disgrazia vuole che chi vuol fare l’angelo fa la bestia. [557]
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Pro [ 13 ]
Quelli che amano la Chiesa si lamentano per la corruzione dei costumi; ma almeno le leggi sussistono. Questi qui invece corrompono le leggi. Il modello è guasto. [558]
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Montaigne
I difetti di Montaigne sono grandi. Parole lascive: è roba che non vale niente, nonostante Mlle de Gournay [ 14 ].
Credulo: GENTE SENZA OCCHI [ 15 ]. Ignorante: QUADRATURA DEL CERCHIO, MONDO PIÙ GRANDE [ 16 ]. Le sue opinioni sull’omicidio volontario, sulla morte [ 17 ]. Ispira una noncuranza della salvezza, SENZA TIMORE E SENZA PENTIMENTO [ 18 ]. Dato che il suo libro non si prefiggeva di portare alla pietà, non vi era tenuto: ma si è sempre tenuti a non distoglierne. Si possono scusare i suoi sentimenti un po’ liberi e voluttuosi in alcune circostanze della vita – 730, 331 [ 19 ] – ma non si possono scusare i suoi sentimenti del tutto pagani sulla morte. Perché bisogna rinunciare a ogni pietà, se non si vuole almeno morire cristianamente. Ora, in tutto il suo libro lui non pensa che a morire vilmente e mollemente. [559]
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Non ammiro l’eccesso di una virtù, ad esempio il valore, se non vedo al tempo stesso l’eccesso della virtù opposta, come in Epaminonda [ 20 ], che aveva il colmo del valore e il colmo della mitezza. Altrimenti non significa salire, significa cadere. Non si manifesta la propria grandezza collocandosi a un estremo, ma toccando contemporaneamente entrambi gli estremi e riempiendo tutto lo spazio che li separa.
Ma forse è solo un subitaneo movimento dell’anima dall’uno all’altro estremo ed effettivamente essa non si trova mai se non in un punto, come la scintilla di fuoco. Forse; ma almeno questo indica l’agilità dell’anima, se non la sua estensione. [560]
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Movimento infinito
Il movimento infinito, il punto che riempie tutto, il movimento in riposo, infinito senza quantità, indivisibile e infinito. [561]
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Ordine
Perché dovrei dividere la mia morale in quattro punti piuttosto che in sei? Perché articolerò la virtù in quattro, in due, in uno? Perché porla in ABSTINE ET SUSTINE [ 21 ] anziché in SEGUIRE LA NATURA [ 22 ] o FARE I PROPRI AFFARI PRIVATI SENZA INGIUSTIZIA [ 23 ], come Platone, o altro?
Ma, direte voi, ecco tutto condensato in una parola. Sì, ma è inutile, se non la si spiega. E quando ci si mette a spiegarla, non appena si dischiude quel precetto che contiene tutti gli altri, questi ne escono fuori nello stato di primitiva confusione che volevate evitare. Così, quando sono tutti condensati in uno, vi stanno dentro nascosti e inutili, come in un forziere, e non compaiono mai allo scoperto se non nella loro confusione naturale. La natura li ha stabiliti tutti, senza racchiuderli uno nell’altro. [562]
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Ordine
La natura ha riposto tutte le proprie verità ciascuna in se stessa. La nostra arte è chiuderle una nell’altra, ma questo non è naturale. Ciascuna ha il proprio posto. [563]
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Gloria
Le bestie non si ammirano. Un cavallo non ammira il suo compagno. Non che non vi sia tra loro emulazione nella corsa, ma è senza conseguenze, perché dentro la stalla il più pesante e più goffo non per questo cede la propria avena all’altro, come gli uomini vogliono che si faccia tra loro. La loro virtù si soddisfa da sé. [564]
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Quando dicono [ 24 ] che il caldo è solo il movimento di alcuni globuli e la luce il CONATUS RECEDENDI che avvertiamo, ne siamo sorpresi. Come! Il piacere non sarebbe altro che il balletto degli spiriti? Ce ne eravamo fatti un’idea ben diversa! E quelle sensazioni là ci sembrano così lontane da queste altre, che pure affermiamo confrontandole, sono le stesse! La sensazione del fuoco, questo calore che ci investe in modo tutto diverso dal tatto, la ricezione del suono e della luce, tutto ciò ci sembra misterioso, e invece è grossolano come una sassata. È vero che la piccolezza degli spiriti che entrano nei pori tocca altri nervi, ma si tratta sempre di nervi toccati. [565]
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Avevo trascorso molto tempo nello studio delle scienze astratte, e la poca comunicazione di cui possono essere oggetto me ne aveva disgustato. Quando ho intrapreso lo studio dell’uomo, ho visto che le scienze astratte non sono adatte all’uomo, e, approfondendole, mi allontanavo dalla mia condizione, più degli altri che le ignorano. Ho perdonato agli altri di saperne poco. Ma ho creduto almeno di trovare molti compagni nello studio dell’uomo, e che questo sia il vero studio che lo riguarda [ 25 ]. Mi ingannavo: ce ne sono ancora meno di quanti studiano la geometria. Solo perché non sappiamo affrontare questo studio, andiamo alla ricerca del resto. A meno che non sia nemmeno questa la scienza che l’uomo deve avere, ed è meglio non conoscersi, per essere felici? [566]
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Che cos’è l’io?
Un uomo che si mette alla finestra per vedere i passanti, se io passo di là, posso dire che si è messo là per vedermi? No, perché non pensa a me in particolare. Ma se uno ama qualcuno a causa della sua bellezza, l’ama? No, perché il vaiolo, che ucciderà la bellezza senza uccidere la persona, farà sì che non l’amerà più.
E se mi si ama per il mio giudizio, per la mia memoria, si ama me? No, perché posso perdere queste qualità senza perdere me stesso. Dov’è dunque questo io, se non è né nel corpo, né nell’anima? E come amare il corpo o l’anima se non per queste qualità, che non sono affatto ciò che costituisce l’io, visto che sono periture? Si potrebbe forse amare astrattamente la sostanza dell’anima di una persona, quali che siano le sue qualità? Non si può e sarebbe ingiusto. Non si ama dunque mai nessuno, ma solo delle qualità.
Smettiamola dunque di canzonare quelli che si fanno onorare per delle cariche e degli uffici! Visto che non si ama nessuno se non per delle qualità prese a prestito. [567]
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Non in Montaigne, ma in me stesso trovo tutto quello che scorgo in lui. [568]
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Che Dio non ci imputi i nostri peccati [ 26 ]: cioè tutte le conseguenze e gli strascichi dei nostri peccati, che sono spaventosi anche per le colpe più piccole, se si vuole considerarli senza misericordia. [569]
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Pirronismo
Il pirronismo è nel vero. Perché dopo tutto gli uomini, prima di Gesù Cristo, non sapevano in quale stato fossero, né se erano grandi o piccoli. E chi ha sostenuto l’una o l’altra cosa non ne sapeva nulla e indovinava a caso e senza ragione, e inoltre sbagliava sempre escludendo una delle due.
Quod ergo ignorantes quaeritis, religio annuntiat vobis [ 27 ]. [570]
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Montalto [ 28 ]
Le opinioni lassiste piacciono tanto agli uomini che è strano che le loro dispiacciano. È perché hanno passato ogni limite. E poi, c’è molta gente che vede il vero e non riesce a raggiungerlo, ma ce n’è poca che non sappia che la purezza della religione è contraria alla nostra corruzione. Ridicolo dire che una ricompensa eterna è offerta a dei costumi escobardiani. [571]
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Le condizioni più facili a viversi secondo il mondo sono le più difficili a viversi secondo Dio. E viceversa, secondo il mondo niente è difficile come la vita religiosa, niente è più facile che viverla secondo Dio. Niente è più facile che vivere con una grande carica e grandi beni, secondo il mondo. Niente è più difficile che viverci secondo Dio e senza prendervi parte e gusto. [572]
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Ordine
Avrei impostato volentieri così il discorso dell’ordine, per mostrare la vanità di ogni tipo di condizioni: mostrare la vanità delle vite comuni, e poi la vanità delle vite filosofiche, pirroniane, stoiche. Ma l’ordine non vi sarebbe stato osservato. Conosco un poco di che si tratta, e quanto pochi sono quelli che lo capiscono. Nessuna scienza umana può osservarlo. San Tommaso non l’ha osservato. La matematica lo osserva, ma è inutile, nella sua profondità. [573]
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Il peccato originale è una follia agli occhi degli uomini, ma come tale lo si presenta. Non dovete dunque rinfacciarmi la mancanza di ragione in questa dottrina, visto che sono io a dire che essa è senza ragione. Ma questa follia è più saggia di tutta la saggezza degli uomini, sapientius est hominibus [ 29 ]. Perché senza tale dottrina, che cosa si dirà che sia l’uomo? Tutto il suo stato dipende da quell’impercettibile punto. E come avrebbe potuto accorgersene con la sua ragione, poiché è una cosa contro la sua ragione, e la sua ragione, lungi dall’inventarla con le proprie risorse, se ne allontana quando le viene presentata. [574]
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Non dicano che non ho detto niente di nuovo: la disposizione degli argomenti è nuova. Quando si gioca alla pallacorda, è con una stessa palla che giocano tutti e due, ma uno la piazza meglio.
Tanto varrebbe sentirmi dire che mi sono servito di parole antiche. Come se gli stessi pensieri non formassero un altro corpo di discorso grazie a una disposizione diversa, così come le stesse parole formano altri pensieri con la loro diversa disposizione. [575]
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Quelli che vivono in modo sregolato dicono alle persone ordinate che sono loro ad allontanarsi dalla natura, e credono di seguirla: come chi sta su una nave crede che chi rimane a riva stia fuggendo. Il linguaggio è lo stesso dalle due parti. Bisogna avere un punto fisso, per giudicarne. Il porto giudica chi sta sulla nave. Ma dove prenderemo un porto nella morale? [576]
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La natura si imita
La natura si imita: un seme, gettato in terra buona, produce; un principio, gettato in una buona mente, produce.
I numeri imitano lo spazio, pur essendo di natura così diversa.
Tutto è fatto e governato da uno stesso padrone: la radice, i rami, i frutti, i princìpi, le conseguenze.
Quando tutto è ugualmente in movimento, apparentemente niente è in movimento, come su una nave. Quando tutti vanno verso l’eccesso, sembra che nessuno ci vada: chi si ferma fa notare il travolgimento degli altri, come un punto fisso. [577]
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Generali
Non basta loro introdurre nei nostri [ 30 ] templi tali costumi. TEMPLIS INDUCERE MORES. Non soltanto vogliono essere tollerati nella Chiesa, ma come se fossero divenuti i più forti, vogliono cacciarne chi non è dei loro...
MOHATRA [ 31 ], non occorre essere teologi per stupirsene.
Chi avrebbe detto ai vostri generali [ 32 ] che era così vicino il tempo in cui avrebbero trasmesso questi costumi alla Chiesa universale e avrebbero chiamato guerra il rifiuto di questi disordini, TOT ET TANTA MALA PACEM [ 33 ]. [578]
*
Quando si vuole riprendere un altro in modo efficace e mostrargli che si sbaglia, bisogna osservare da quale lato lui considera la cosa, perché di solito da quel lato là è vera, e dargli atto di questa verità, ma scoprirgli il lato da cui è falsa. Si contenta di questo, perché vede che non si sbagliava e che semplicemente gli mancava la visione di tutti i lati. Non si è contrariati all’idea di non vedere tutto, ma non si accetta l’idea di sbagliare. E forse questo nasce dal fatto che l’uomo naturalmente non può vedere tutto, e naturalmente non può sbagliarsi nella parte che vede, perché le apprensioni dei sensi sono sempre vere. [579]
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I movimenti della grazia, la durezza di cuore, le circostanze esterne. [580]
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Grazia
Romani 3, 27: esclusa la gloria. Per quale legge? quella delle opere? No, ma per la fede. Dunque la fede non è in nostro potere come le opere della Legge, e ci viene data in un’altra maniera. [581]
*
Venezia [ 34 ]
Che vantaggio ne trarrete, se dal bisogno che ne hanno i principi e dall’orrore che ne hanno i popoli...? Se vi avessero richiesti, e per ottenervi avessero implorato l’assistenza dei principi cristiani, potreste far valere questa richiesta. Ma che per cinquant’anni tutti i principi si siano adoperati inutilmente e ci sia voluto un bisogno così pressante per ottenerlo...! [582]
*
I grandi e i piccoli hanno le stesse disavventure, le stesse contrarietà, le stesse passioni. Ma uno è in cima alla ruota, e l’altro vicino al centro, e dunque è meno agitato dagli stessi movimenti. [583]
*
Legare e sciogliere [ 35 ]
Dio non ha voluto assolvere senza la Chiesa: come essa ha parte all’offesa, così vuole che abbia parte al perdono. Egli l’associa a questo potere come i re con i parlamenti. Ma se essa assolve o lega senza Dio, non è più la Chiesa. Come nel parlamento: perché anche se il re ha fatto grazia a un uomo, bisogna pure che sia ratificata: ma se il parlamento ratifica senza il re o se rifiuta di ratificare su ordine del re, non è più il parlamento del re, ma un corpo ribelle. [584]
*
Non possono avere la perpetuità e cercano l’universalità. E per questo corrompono tutta la Chiesa, al fine di apparire santi. [585]
*
Papi
I re dispongono del loro impero, ma i papi non possono disporre del loro. [586]
*
Ci conosciamo così poco che molti pensano di star per morire quando stanno bene, e molti pensano di star bene quando sono vicini a morire, non accorgendosi della febbre che arriva o dell’ascesso pronto a formarsi. [587]
*
Linguaggio
Non bisogna distrarre la mente, se non per farla riposare, ma nel tempo opportuno: farla riposare quando occorre, e non altrimenti. Perché chi riposa a sproposito, stanca; e chi stanca a sproposito, riposa, perché si finisce per lasciar perdere tutto. Tanto la malizia della concupiscenza si compiace nel fare tutto il contrario, quando si vorrebbe ottenere qualcosa da noi senza offrirci piacere, che è la moneta per la quale siamo disposti a dare tutto quanto ci viene chiesto! [588]
*
Forza
Perché si segue la legge della maggioranza? È perché hanno più ragione? No, più forza.
Perché si seguono le antiche leggi e le antiche opinioni? È perché sono le più sane? No, ma sono uniche, ed eliminano la diversità alla radice. [589]
*
Una persona mi diceva un giorno che provava grande gioia e fiducia uscendo dalla confessione. Un’altra mi diceva che rimaneva in stato di timore. Allora pensai che di queste due persone se ne sarebbe potuta fare una buona, e che a ciascuna mancava il sentimento dell’altra. Spesso accade lo stesso in altre cose. [590]
*
Nel sacramento della penitenza, non è l’assoluzione da sola che rimette i peccati, ma la contrizione, che non è sincera se non cerca il sacramento.
Così non è la benedizione nuziale che impedisce il peccato nell’atto della generazione, ma il desiderio di generare figli di Dio, che non è autentico se non nel matrimonio.
E come una persona contrita senza sacramento è più disposta all’assoluzione che un impenitente col sacramento, così le figlie di Lot, per esempio, che desideravano solo dei figli, erano più pure anche senza matrimonio che le persone sposate senza desiderio di figli [ 36 ]. [591]
*
P.P. papa
C’è una contraddizione, perché da un lato dicono [ 37 ] che bisogna seguire la tradizione e non oserebbero sconfessarla, e dall’altro dicono quello che vogliono. Si crederà sempre la prima cosa, perché non crederlo sarebbe mettersi contro di loro. [592]
*
Talento principale che regola tutti gli altri. [593]
*
Temere la morte quando non si è in pericolo, e non nel pericolo, perché bisogna essere uomini. [594]
*
I fiumi sono strade in cammino, e che portano dove si vuole andare. [595]
*
Le cinque proposizioni erano equivoche: non lo sono più. [596]
*
Ne ho riservati per me settemila [ 38 ]. Amo questi adoratori ignoti al mondo e perfino ai profeti. [597]
*
Universale
Morale / e linguaggio / sono scienze particolari, ma universali.
Probabilità
L’ardore dei santi nella ricerca del vero era inutile, se il probabile è sicuro.
La paura dei santi che avevano sempre seguito la via più sicura.
Santa Teresa che aveva sempre seguito il suo confessore. [598]
*
Invano la Chiesa ha stabilito questi termini di anatema, eresie, ecc.: vengono usati contro di lei. [599]
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Probabile
Vediamo se cerchiamo sinceramente Dio, facendo il confronto con le cose a cui teniamo.
È probabile che questa carne non mi avvelenerà.
È probabile che non perderò il mio processo, anche senza fare istanze. [600]
*
Due infiniti. Mezzo
Quando si legge troppo rapidamente o troppo lentamente, non si capisce nulla. [601]
*
Osereste, voi, farvi gioco in questa maniera degli editti del re? Dicendo per esempio che non è battersi a duello, andare in un campo ad aspettare un uomo [ 39 ]. [602]
*
Probabile
Se anche fosse vero che la serietà degli autori e le ragioni addotte fossero sufficienti, io dico che non sono né seri né ragionevoli. Come! Secondo Molina un marito può approfittare di sua moglie! La ragione che ne dà è ragionevole? E lo è anche quella opposta di Lessius [ 40 ]? [603]
*
La Chiesa avrebbe proibito, certo, il duello, ma non di passeggiare.
E così l’usura, ma non…
E la simonia, ma non…
E la vendetta, ma non…
E i sodomiti, ma non…
E il quam primum [ 41 ], ma non… [604]
*
Ciò che può la virtù di un uomo non dev’essere misurato dai suoi sforzi, ma dalla sua vita ordinaria. [605]
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Peccatori senza penitenza.
Giusti senza carità.
Un Dio senza potere sulle volontà degli uomini, una predestinazione senza mistero. [606]
*
P.P. papa
Dio non fa miracoli nel governo ordinario della sua Chiesa. Sarebbe un miracolo strano se l’infallibilità risiedesse in uno solo. Ma che sia nella moltitudine sembra così naturale, che la condotta di Dio è nascosta sotto la natura, come in tutte le altre sue opere. [607]
*
Fanno dell’eccezione la regola. Gli antichi hanno dato l’assoluzione prima della penitenza? Fatelo in spirito di eccezione. Ma dell’eccezione voi fate una regola senza eccezioni, in modo che non volete nemmeno più che la regola contempli l’eccezione. [608]
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Miracoli
San Tommaso, t. 3, l. 8, c. 20 [ 42 ]. [609]
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Tutte le false bellezze che biasimiamo in Cicerone hanno degli ammiratori, e in gran numero [ 43 ]. [610]
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Casisti
Un’elemosina considerevole, una penitenza ragionevole: per quanto non si possa quantificare il giusto, si vede bene che cosa non lo è. I casisti sono ridicoli a credere di poter dare di questo l’interpretazione che danno.
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Gente che si abitua a parlar male e a pensar male.
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Il loro grande numero, lungi dal significare la loro perfezione, significa il contrario.
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L’umiltà di uno solo fa l’orgoglio di molti. [611]
[ 1 ] Nel Grand Cyrus, romanzo di Madeleine de Scudéry, Cléobuline, regina di Corinto, ama uno dei suoi sudditi: «Lo amava senza pensare di amarlo, e rimase così a lungo in questo errore, che quando se ne accorse questo affetto non era più in condizione d’essere vinto» (VII, 2). Cléobuline passava per essere il “ritratto” della regina Cristina di Svezia, cui Pascal aveva offerto nel 1652 una delle sue macchine aritmetiche. Egli ha dunque potuto leggere il ritratto, anche senza immergersi in quel romanzo-fiume. Afferma di non aver letto alcun “romanzo” (Quindicesima Provinciale), ma pensava al romanzo sentimentale ed eroico del suo tempo. Il suo gusto del riso gli aveva fatto ammirare delle parodie come Don Chisciotte e il Roman comique di Scarron.
[ 2 ] Essais, I, 41 (p. 184 nell’edizione del 1652; pp. 255-256 dell’éd. Villey), in cui Montaigne racconta due aneddoti a questo proposito. Cf. ibid., III, 10, p. 1023: «Hanno ben più grazia quelle azioni che sfuggono alla mano di chi le compie, con noncuranza e senza rumore: e che poi qualche onest’uomo sceglie, e risolleva dall’ombra, per spingerle alla luce, a causa di se stesse».
[ 3 ] «Nulla di troppo», massima che i Latini hanno derivata dalla saggezza greca. Dare un nome: cf. ibid., I, 30, p. 197.
[ 4 ] Contro la rilassatezza dei casisti corrotti, che finiscono per autorizzare anche l’omicidio, nonostante la legge divina.
[ 5 ] Ibid., III, 2, p. 805; III, 8, p. 942; ecc.
[ 6 ] Cf. Tredicesima Provinciale (30 settembre 1656): «Lessius parlerà da pagano dell’omicidio, e forse da cristiano dell’elemosina; Vasquez parlerà da pagano dell’elemosina, e da cristiano dell’omicidio. Ma per il tramite della probabilità, che Vasquez e Lessius posseggono e che rende tutte le vostre opinioni comuni, si attribuiranno reciprocamente le loro posizioni, e saranno obbligati ad assolvere quelli che avranno agito secondo le opinioni che ognuno di loro condanna».
[ 7 ] Lo si trova ovunque (aveva già avuto quarantuno edizioni). Escobar y Mendoza (1589-1669), autore di una Teologia morale.
[ 8 ] Essais, II, 12, p. 527: «Quando [i pirroniani] dicono: io dubito, subito li si prende alla gola, per far loro confessare che almeno di questo sono sicuri e questo sanno, che dubitano».
[ 9 ] Lettera ai Romani 12, 21: «Lavorate a vincere il male col bene». La citazione viene dal Sermone 302 di sant’Agostino: «Perché ti scateni contro i cattivi? [...] Diventi uno di loro, scatenandoti contro di loro [...] Vi saranno per conseguenza due cattiverie, tutt’e due da vincere. Non senti il consiglio del tuo Signore, per bocca dell’Apostolo [Paolo] : “Non lasciarti vincere dal male, ma vinci il male col bene”». La Quattordicesima provinciale (23 ottobre 1656) è tutta nutrita di questo stesso Sermone.
[ 10 ] Nome dato a una pietra fosforosa scoperta nel 1604: essa diventava luminosa quando la si esponeva alla luce del giorno e, più ancora, ai raggi del sole. Così svaniva l’opposizione comune tra luce e opacità dei corpi (Jasinski).
[ 11 ] Ripresa di un frammento di «Miscellanea 2».
[ 12 ] Petronio, Satyricon, 90: «Hai parlato da poeta, più che da [onest’] uomo».
[ 13 ] Nella «Seconda copia», una mano ha completato: «Provinciali».
[ 14 ] Autrice di una prefazione agli Essais.
[ 15 ] Essais, II, 12, p. 525: «Vi sono delle regioni in cui gli uomini nascono senza testa, con gli occhi e la bocca nel petto...».
[ 16 ] Ibid., 14, p. 611. Mondo più grande non è stato identificato.
[ 17 ] Ibid., 3.
[ 18 ] Ibid., III, 2, p. 806: «Mi pento raramente...»; p. 816: «Non rimpiango il passato, né temo l’avvenire».
[ 19 ] Questi riferimenti all’edizione del 1652 illustrano i «sentimenti del tutto pagani sulla morte»: ibid., 9, pp. 981-984 e II, 12, p. 461. «Vilmente» e «mollemente» vengono da III, 9, p. 949.
[ 20 ] Riflessione sull’elogio di Epaminonda in ibid., III, 1, pp. 801-802.
[ 21 ] «Astienti e sopporta», massima stoica.
[ 22 ] Precetto comune agli epicurei e agli stoici, ma non s’intendevano su che cos’è questa «natura». Cf. ibid., 12, p. 1059, ecc.
[ 23 ] Ibid., III, 9, p. 955: «Platone, che stima per ognuno l’occupazione più felice, fare i propri affari privati senza ingiustizia».
[ 24 ] Descartes, che ha proposto una spiegazione puramente meccanicistica delle sensazioni. Gli «spiriti animali» sono «delle parti del sangue sottilissime [...] e che si muovono molto velocemente» (Traité des passions, I, 10). Le nostre percezioni eccitano il movimento di questi spiriti, e così impressionano il nostro cervello: così avviene con il calore (ibid., 13). «È una simile agitazione delle particelle dei corpi terrestri, che si chiama in essi il calore [...] . Questa denominazione di calore si riferisce al senso del tatto» (Principes de la philosophie, IV, 29). Il conatus recedendi è lo sforzo che devono fare «tutti i corpi che si muovono in un’orbita [...] per allontanarsi dai corpi intorno ai quali si muovono. [...] È in questo solo sforzo che consiste la natura della luce» (ibid., III, 54). Sui nervi, in ibid., IV, 189, 191-195 (M. Le Guern).
[ 25 ] Charron, De la Sagesse, Prefazione: «La vera scienza e il vero studio dell’uomo è l’uomo».
[ 26 ] Cf. Salmo 31, 2.
[ 27 ] Libera ripresa del discorso di san Paolo ad Atene: «Io vi annuncio dunque quel Dio, che voi adorate senza conoscerlo» (Atti degli Apostoli 17, 23). Pascal adatta il testo, che diviene: «Ciò che voi cercate senza conoscerlo, la religione ve lo annuncia».
[ 28 ] Pseudonimo sotto il quale Pascal pubblicò le Provinciali.
[ 29 ] Prima lettera ai Corinzi 1, 25.
[ 30 ] Pascal parla a nome di un gruppo di sacerdoti. La stessa idea, d’altronde, si ritrova nel Factum pour les curés de Paris (gennaio 1658).
[ 31 ] Ottava Provinciale: «Il contratto Mohatra è quello con cui si comprano stoffe a caro prezzo e a credito, per rivenderle nel medesimo istante e alla stessa persona, in contanti e a buon mercato». Escobar lo autorizzava.
[ 32 ] Pascal si proponeva di contrapporre l’evangelismo dei primi generali della Compagnia di Gesù all’indegnità dei gesuiti del suo tempo.
[ 33 ] Sapienza 14, 22.
[ 34 ] I gesuiti erano stati cacciati da Venezia nel 1606. Ma la Repubblica, in guerra contro i Turchi, aveva da poco ceduto alle istanze del papa e delle altre corti cattoliche, ammettendo il ritorno della Compagnia sul suo territorio.
[ 35 ] Titolo derivato dal sommario del capitolo 16 del Vangelo di Matteo, nella Bibbia di Lovanio. Gesù dice all’apostolo Pietro: «Tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».
[ 36 ] Genesi 19, 30ss.: secondo il commento di sant’Agostino (Contro Fausto, XXII, 43).
[ 37 ] I gesuiti. È probabile che il titolo dato dalla Copia implichi una ridondanza, poiché l’abbreviazione P.P., i cui gambi sussistono sull’autografo, significa papa.
[ 38 ] Cf. 3 Re 19, 18, cit. secondo la vetus itala di sant’Agostino, Epistula contra donatistas, 13, n. 33.
[ 39 ] Cf. la Settima e la Quattordicesima Provinciale.
[ 40 ] La questione era: «Una donna è tenuta a restituire al marito il guadagno ricevuto dall’adulterio?». Sì, diceva Molina, perché il marito è padrone del corpo della moglie. No, replicava Lessius, perché l’ingiustizia dell’adulterio non si compensa con il danaro: la donna può dunque godere dei suoi guadagni.
[ 41 ] Il Concilio di Trento ordina a un sacerdote che, in stato di peccato, deve tuttavia celebrare la messa, di confessarsi «il più presto possibile» (quam primum).
[ 42 ] Riferimento all’Augustinus di Giansenio, in cui è esaminato il pensiero tomista. Tale riferimento è utilizzato nella Diciottesima Provinciale, pubblicata il 24 marzo 1657.
[ 43 ] Pascal aveva scritto sul retro della sua Bibbia: «Tutte le false bellezze che troviamo in sant’Agostino hanno ammiratori, e in gran numero» (Recueil de choses diverses).