PREROGATIVE DEL POPOLO EBRAICO

Prerogative del popolo ebraico

 

Nel corso di questa indagine, il popolo ebraico attira di primo acchito [ 1 ] la mia attenzione per una quantità di cose mirabili e singolari che si trovano in esso.

Vedo prima di tutto che è un popolo tutto composto di fratelli. E, mentre tutti gli altri sono formati dall’assembramento di un’infinità di famiglie, questo, pur così stranamente numeroso, è tutto uscito da un uomo solo, ed essendo tutti in tal modo una stessa carne e membra gli uni degli altri, formano uno Stato potente a partire da una sola famiglia. È un fatto unico.

Questa famiglia o questo popolo è il più antico a conoscenza d’uomo, e mi sembra che ciò gli attiri una venerazione particolare, soprattutto nell’indagine che stiamo conducendo, perché se Dio da sempre si è comunicato agli uomini, bisogna ricorrere a costoro per conoscerne la tradizione.

Questo popolo non solo è degno di considerazione per la sua antichità, ma è singolare anche per la sua durata: continua dall’origine fino ad oggi. Mentre i popoli di Grecia e d’Italia, di Sparta, Atene, Roma, e gli altri venuti tanto tempo dopo, sono periti da gran tempo, questi sussistono sempre, e nonostante le imprese di tanti re possenti che cento volte hanno cercato di farli perire, come testimoniano i loro storici, e com’è facile giudicare dall’ordine naturale delle cose durante un così lungo volgere d’anni, nondimeno sono stati sempre conservati (e questa conservazione è stata predetta); estendendosi così dai primi agli ultimi tempi, la loro storia racchiude nella sua durata quella di tutte le nostre storie.

La legge che governa questo popolo è insieme la più antica legge del mondo, la più perfetta, e la sola che si sia sempre conservata senza interruzione in uno Stato. Giuseppe lo dimostra mirabilmente contro Appione, e così Filone Ebreo, in molti passi [ 2 ] in cui fanno vedere che essa è così antica che il nome stesso di legge fu noto ai più antichi più di mille anni dopo; tant’è vero che Omero, che ha scritto la storia di tanti Stati, non se ne è servito mai. Ed è facile giudicare la sua perfezione alla semplice lettura, quando si vede che tutte le cose sono state regolate con tanta sapienza, tanta equità e tanto giudizio, che i più antichi legislatori greci e romani, venuti ad averne qualche conoscenza, ne hanno tratto le loro principali leggi; ciò che appare in quella che chiamano le Dodici Tavole e nelle altre prove addotte da Giuseppe.

Ma insieme, questa legge è la più severa e rigorosa di tutte, riguardo al culto della loro religione, in quanto obbliga il popolo – per trattenerlo nel suo dovere – a mille osservanze particolari e faticose, pena la vita, cosicché è davvero sorprendente che si sia sempre conservata stabilmente durante tanti secoli presso un popolo ribelle e impaziente come questo, mentre tutti gli altri Stati hanno cambiato di quando in quando le loro leggi, pur ben diversamente facili.

Il Libro che contiene questa legge, la prima di tutte, è esso stesso il più antico libro del mondo. Quelli di Omero, di Esiodo e gli altri sono venuti sei o settecento anni dopo. [691]

 


 

1 ] Nella riflessione sulle prove storiche, ciò che si impone di primo acchito, è il mistero di Israele, la sua singolarità nella storia.

2 ] In particolare nella Vita di Mosè.

Pensieri [Nuova edizione a cura di Philippe Sellier secondo l’“ordine” pascaliano]
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