MIRACOLI [2]
5. Miracoli.
Inizio
I miracoli sono principio di discernimento per la dottrina, e la dottrina per i miracoli.
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Ce ne sono di falsi e di veri. Ci vuole un criterio per riconoscerli, altrimenti sarebbero inutili.
Ora, non sono inutili, anzi costituiscono un fondamento.
Bisogna dunque che il criterio che ci viene dato sia tale da non distruggere la prova che i veri miracoli portano a favore della verità, fine principale dei miracoli.
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Mosè ne ha dati due: che la predizione non si verifichi, Deuteronomio 18. E che non conducano all’idolatria, Deuteronomio 13. E Gesù Cristo uno [ 1 ].
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Se la dottrina giudica i miracoli, i miracoli sono inutili per la dottrina.
Se i miracoli giudicano…
Obiezione contro il criterio
Il discernimento dei tempi, criterio che aveva un valore ai tempi di Mosè, e ne ha un altro oggi.
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È falsa ogni religione che, nella sua fede, non adora un Dio come principio di tutto e che, nella sua morale, non ama un solo Dio come fine di tutto. [421]
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Ragione per cui non si crede
Joh. [Gv] 12, 37:
Cum autem tanta signa fecisset, non credebant in eum. Ut sermo Isaiae impleretur: Excaecavit, ecc.
Haec dixit Isaias quando vidit gloriam ejus et locutus est de eo [ 2 ].
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Judaei signa petunt, et Graeci sapientiam quaerunt.
Nos autem Jesum crucifixum [ 3 ].
Sed plenum signis, sed plenum sapientia.
Vos autem Christum non crucifixum, et religionem sine miraculis et sine sapientia [ 4 ].
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Ciò che porta a non credere ai veri miracoli è la mancanza di carità. Joh: Sed vos non creditis quia non estis ex ovibus [ 5 ].
Ciò che porta a credere ai falsi è la mancanza di carità.
2 Tessalonicesi 2 [ 6 ].
Fondamento della religione
Sono i miracoli. Come! Dio parla contro i miracoli, contro i fondamenti della fede in lui?
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Se c’è un Dio, bisognava che la fede di Dio ci fosse sulla terra. Ora, i miracoli di Gesù Cristo non sono predetti dall’Anticristo, ma i miracoli dell’Anticristo sono predetti da Gesù Cristo. E così se Gesù Cristo non fosse il Messia, avrebbe ben potuto indurre in errore. Ma l’Anticristo non può indurre in errore.
Quando Gesù Cristo ha predetto i miracoli dell’Anticristo, ha forse creduto di distruggere la fede nei suoi stessi miracoli?
Non c’è nessuna ragione di credere nell’Anticristo che non porti a credere in Gesù Cristo. Ma ve ne sono per Gesù Cristo che non sono per l’altro.
Mosè ha predetto Gesù Cristo e ha ordinato di seguirlo. Gesù Cristo ha predetto l’Anticristo e proibito di seguirlo [ 7 ].
Era impossibile che ai tempi di Mosè si prestasse fede all’Anticristo, che era loro ignoto. Ma è assai facile, al tempo dell’Anticristo, credere in Gesù Cristo, che è già conosciuto. [422]
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Le profezie, i miracoli stessi e le prove della nostra religione non sono di tale natura che si possa dirli assolutamente convincenti, ma d’altra parte, lo sono in modo che non si possa dire che crederli sia mancare di ragione. Così vi è evidenza e oscurità, per illuminare gli uni e ottenebrare gli altri. Ma l’evidenza è tale da sorpassare o almeno uguagliare l’evidenza opposta, in modo che non è la ragione che possa distogliere dal seguirla. Dunque può essere solo la concupiscenza e la malizia del cuore. Vi è, insomma, abbastanza evidenza per condannare, e non abbastanza per convincere, affinché appaia chiaro che chi la segue non agisce per ragione ma per grazia, e chi la fugge non agisce per ragione ma per concupiscenza.
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VERE discipuli, VERE Israelita, vere liberi, VERE CIBUS [ 8 ].
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Suppongo che si creda ai miracoli.
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Voi corrompete la religione, o a favore dei vostri amici, o contro i vostri nemici. Ne disponete a vostro piacimento. [423]
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Se non ci fossero falsi miracoli, vi sarebbe certezza.
Se non ci fosse alcun criterio per discernerli, i miracoli sarebbero inutili e non ci sarebbe nessuna ragione di credere.
Ora, umanamente, non c’è umana certezza, ma ragione.
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Gli Ebrei, che sono stati chiamati a sottomettere le nazioni e i re, sono stati schiavi del peccato. E i cristiani, chiamati a servire e ad essere sottomessi, sono i figli liberi.
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Giudici 13, 23: Se il Signore avesse voluto farci morire, non ci avrebbe mostrato tutte queste cose.
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Ezechia, Sennacherib [ 9 ].
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Geremia: Anania, falso profeta, muore il settimo mese [ 10 ].
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2 Maccabei 3. Il Tempio, sul punto di essere depredato, soccorso miracolosamente. 2 Maccabei 15.
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3 Re 17. La vedova a Elia, che aveva risuscitato il bambino: Da questo conosco che le tue parole sono vere [ 11 ].
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3 Re 18. Elia, con i pofeti di Baal [ 12 ].
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Mai, nella disputa sul vero Dio, sulla verità della religione, sono accaduti miracoli dalla parte dell’errore invece che della verità. [424]
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Questo non è il paese della verità. Essa va errando ignorata in mezzo agli uomini. Dio l’ha coperta con un velo che permette sia misconosciuta da quanti non sentono la sua voce. Vi è campo aperto per la bestemmia, anche su delle verità quanto meno assai visibili. Se si affermano le verità del Vangelo, si affermano anche quelle contrarie, e si imbrogliano le questioni in modo che il popolo non possa discernere. E si domanda: «Che cosa avete in più degli altri per farvi credere? Quale segno fate? Avete solo parole, come noi. Se aveste miracoli, allora sì». Che la dottrina debba essere sostenuta con i miracoli, è una verità di cui si abusa per bestemmiare la dottrina. E se i miracoli accadono, si dice che i miracoli non bastano senza la dottrina. Ed è un’altra verità per bestemmiare i miracoli.
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Gesù Cristo guarì il cieco nato e fece molti miracoli nel giorno di sabato, accecando così i farisei, che dicevano che bisogna giudicare i miracoli dalla dottrina.
Noi abbiamo Mosè, ma costui non sappiamo di dov’è.
Proprio questo è sorprendente, che non sapete di dov’è, e tuttavia fa tali miracoli [ 13 ].
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Gesù Cristo non parlava né contro Dio, né contro Mosè.
L’Anticristo e i falsi profeti predetti dai due Testamenti parleranno apertamente contro Dio e contro Gesù Cristo.
Chi non fosse contro, chi fosse nemico coperto, Dio non gli permetterebbe di fare miracoli apertamente.
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Mai in una disputa pubblica in cui i due partiti si appellano a Dio, a Gesù Cristo, alla Chiesa, i miracoli sono dalla parte dei falsi cristiani, e l’altra parte è priva di miracoli.
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Ha un demonio. Giovanni 10, 21: E gli altri dicevano: il demonio può aprire gli occhi ai ciechi?
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Le prove che Gesù Cristo e gli apostoli traggono dalla Scrittura non sono dimostrative. Infatti si limitano a dire che Mosè aveva annunciato che sarebbe venuto un profeta, ma con questo non provano che fosse lui: e tutta la questione era quella. Dunque questi passi servono solo a mostrare che non sono in disaccordo con la Scrittura e che non vi è incompatibilità, ma non che c’è accordo. Ora, è quanto basta: esclusione di incompatibilità, e miracoli. [425]
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Gesù Cristo dice che le Scritture gli rendono testimonianza [ 14 ]. Ma non mostra in che cosa.
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Nemmeno le profezie potevano provare Gesù Cristo durante la sua vita. E così, prima della sua morte, non vi sarebbe stata colpa nel non credere in lui, se i miracoli non fossero bastati senza la dottrina. E invece, quelli che non credevano in lui durante la sua vita erano peccatori, come dice egli stesso [ 15 ], e senza scusa. Dunque doveva esserci una dimostrazione a cui resistevano. Non avevano la Scrittura, ma solamente i miracoli. Dunque questi bastano, quando la dottrina non è contraria. E bisogna crederci.
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Giovanni 7, 40. Disputa tra gli Ebrei come oggi tra i cristiani.
Gli uni credono in Gesù Cristo, gli altri non credono a causa delle profezie secondo cui doveva nascere a Betlemme. Avrebbero dovuto controllare con più attenzione se non fosse nato là: dato che i suoi miracoli erano convincenti, dovevano accertarsi bene riguardo a quelle pretese contraddizioni fra la sua dottrina e la Scrittura. E quella oscurità non li scusava, ma li rendeva ciechi. Così chi rifiuta di credere ai miracoli d’oggi per una pretesa chimerica contraddizione non può essere scusato.
Al popolo che credeva in lui per i suoi miracoli, i farisei dicono: Questo popolo che non conosce la Legge è maledetto. Ma vi è un principe o un fariseo che abbia creduto in lui? Sappiamo infatti che dalla Galilea non sorge profeta. Nicodemo rispose: La nostra Legge giudica forse un uomo prima di averlo ascoltato? [426]
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La nostra religione è savia e folle. Savia, perché è la più sapiente e la più fondata su miracoli, profezie, ecc. Folle, perché niente di tutto ciò è il motivo per cui la si accoglie. È un motivo sufficiente per condannare chi non l’accoglie, ma non per far credere chi lo fa. Ciò che li fa credere, è la croce. Ne evacuata sit crux [ 16 ].
E così san Paolo, che è venuto con sapienza e con segni, dice che non è venuto né con sapienza né con segni: perché veniva per convertire. Ma chi viene solo per convincere può dire di esser venuto con sapienza e con segni.
C’è una bella differenza tra il non essere per Gesù Cristo e dirlo, e non essere per Gesù Cristo ma fingere di esserlo. Gli uni possono fare miracoli, gli altri no. Perché degli uni è chiaro che sono contro la verità, degli altri no. E così i miracoli sono più chiari.
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È così evidente che bisogna amare un solo Dio che non occorrono miracoli per provarlo.
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Che bella condizione per la Chiesa, quando non è sostenuta più che da Dio. [427]
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C’è un dovere reciproco tra Dio e gli uomini. Bisogna passare questa espressione. Quod debui [ 17 ]. Accusatemi, dice Dio in Isaia [ 18 ].
Dio deve compiere le sue promesse, ecc.
Gli uomini hanno nei confronti di Dio il dovere di accogliere la religione che egli invia loro.
Dio ha nei confronti degli uomini il dovere di non indurli in errore.
Ora, essi sarebbero indotti in errore, se quelli che fanno miracoli annunciassero una dottrina che non apparisse evidentemente falsa alla luce del senso comune, e se un più grande operatore di miracoli non avesse già ammonito di non credere a costoro.
Così se ci fosse divisione nella Chiesa; se gli ariani, per esempio, che affermavano di fondarsi sulla Scrittura come i cattolici, avessero fatto miracoli, e i cattolici no, si sarebbe stati indotti in errore.
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Poiché, come un uomo che annuncia i segreti di Dio non è degno di esser creduto sulla sua personale autorità e per questo gli empi ne dubitano, così ad un uomo che come segno della sua comunicazione con Dio resuscita i morti, predice l’avvenire, smuove i mari, guarisce le malattie, non c’è empio che non si arrenda. E l’incredulità di Faraone e dei farisei è effetto di un indurimento soprannaturale.
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Quando dunque si vedono insieme dalla stessa parte i miracoli e una dottrina non sospetta, non ci sono difficoltà. Ma quando si vedono dalla stessa parte i miracoli e una dottrina sospetta, allora bisogna vedere che cosa è più chiaro. Gesù Cristo era sospetto.
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Bariesu [ 19 ] accecato. La forza di Dio supera quella dei suoi nemici.
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Gli esorcisti ebrei percossi dai diavoli che dicevano: «Conosco Gesù e Paolo, ma voi chi siete [ 20 ]?».
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I miracoli sono per la dottrina, e non la dottrina per i miracoli.
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Se i miracoli sono veri, si potrà forse convincere di qualsiasi dottrina? No. Perché non succederà.
Si angelus [ 21 ].
Regola
Bisogna giudicare la dottrina in base ai miracoli. Bisogna giudicare i miracoli in base alla dottrina. Entrambe le cose sono vere, ma non si contraddicono.
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Perché bisogna distinguere i tempi.
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Come siete soddisfatto di conoscere le regole generali, pensando così di gettare lo sconcerto e rendere tutto inutile. Vi sarà impedito, reverendo padre [ 22 ]. La verità è una, e ferma.
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È impossibile, perché contrario al dovere di Dio, che un uomo che nasconda la sua cattiva dottrina e ne manifesti soltanto una buona, e si dica conforme a Dio e alla Chiesa, faccia miracoli per insinuare insensibilmente una dottrina falsa e sottile. Questo non può essere.
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E ancor meno che Dio, che conosce i cuori, faccia miracoli in favore di una persona così [ 23 ]. [428]
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Gesù Cristo ha dimostrato di essere il Messia, mai verificando la sua dottrina sulla Scrittura o le profezie, e sempre con i suoi miracoli.
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Con un miracolo dà la prova che rimette i peccati [ 24 ].
Non vi rallegrate dei vostri miracoli, dice Gesù Cristo, ma del fatto che i vostri nomi sono scritti nei cieli [ 25 ].
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Se non credono a Mosè, non crederanno a un risuscitato [ 26 ].
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Dai miracoli Nicodemo riconosce che la sua dottrina viene da Dio: Scimus quia venisti a Deo magister, nemo enim potest facere quae tu facis nisi Deus fuerit cum illo [ 27 ]. Non giudica i miracoli dalla dottrina, ma la dottrina dai miracoli.
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Gli Ebrei avevano da Dio una dottrina come noi ne abbiamo una da Gesù Cristo, confermata con miracoli, e proibizione di credere a tutti gli autori di miracoli, e per di più, ordine di ricorrere ai sommi sacerdoti e di attenersi al loro giudizio. E così tutte le ragioni che noi abbiamo per rifiutare di credere a chi fa miracoli, loro le avevano nei confronti dei loro profeti. E nondimeno, commettevano una grande colpa nel rifiutare i profeti, a causa dei loro miracoli, e così Gesù Cristo, mentre non sarebbero stati affatto colpevoli se non avessero visto i miracoli. Nisi fecissem, peccatum non haberent [ 28 ].
Dunque tutta la credenza poggia sui miracoli.
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La profezia non è considerata miracolo. Come san Giovanni parla del primo miracolo in Cana, e poi di ciò che Gesù Cristo dice alla Samaritana scoprendo tutta la sua vita nascosta, e poi guarisce il figlio di un signore. E san Giovanni chiama questo il secondo segno [ 29 ]. [429]
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Mostrando la verità, la si fa credere. Ma mostrando l’ingiustizia dei ministri, non la si corregge. Mostrare la falsità rassicura la coscienza, mostrare l’ingiustizia non rende sicura la borsa.
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I miracoli e la verità sono necessari, perché bisogna convincere l’uomo intero, corpo e anima.
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La carità non è un precetto figurativo. Dire che Gesù Cristo, il quale è venuto a sostituire le figure con la verità, sarebbe venuto solo a mettere la figura della carità al posto della realtà che c’era prima, è orribile.
Se la luce è tenebre, che mai saranno le tenebre [ 30 ]? [430]
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C’è una bella differenza fra tentare e indurre in errore. Dio tenta, ma non induce in errore. Tentare è procurare le occasioni in cui, se non si ama Dio, si farà una certa cosa, senza esservi costretti. Indurre in errore è mettere l’uomo nella necesità di arguire e seguire una cosa falsa. [431]
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Si tu es Christus, dic nobis.
Opera quae ego facio IN NOMINE PATRIS MEI,
Haec testimonium perhibent de me.
Sed vos non creditis, quia non estis ex ovibus meis.
Oves meae vocem meam audiunt [ 31 ].
Giovanni 6, 30: Quod ergo tu facis signum, ut videamus et credamus tibi. Non dicunt: quam doctrinam praedicas [ 32 ]?
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Nemo potest facere signa quae tu facis, nisi Deus fuerit cum illo [ 33 ].
2 Maccabei 14, 15:
Deus qui signis evidentibus suam portionem protegit [ 34 ].
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Volumus signum videre, DE CAELO TENTANTES eum. LUCA 11, 16 [ 35 ].
Generatio prava signum quaerit, et non dabitur [ 36 ].
Et ingemiscens ait: quid generatio ista signum quaerit? Marco 8, 12 [ 37 ]. Domandava un segno con cattiva intenzione.
Et non poterat facere [ 38 ]. E tuttavia promette loro il segno di Giona, quello della sua resurrezione, quello grande e incomparabile.
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Nisi videritis signa, non creditis [ 39 ]. Non li biasima di non credere senza che vi siano stati miracoli, ma senza che ne siano stati loro stessi spettatori.
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L’Anticristo: in signis mendacibus, dice san Paolo, 2 Tessalonicesi 2. Secundum operationem Satanae. In seductione iis qui pereunt eo quod charitatem veritatis non receperunt ut salvi fierent. Ideo mittet illis Deus operationes erroris ut credant mendacio [ 40 ]. Come nel passo di Mosè: Tentat enim vos Deus utrum diligatis eum [ 41 ].
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Ecce praedixi vobis. Vos ergo videte [ 42 ]. [432]
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Nell’Antico Testamento: Quando vi distoglieranno da Dio. Nel Nuovo: Quando vi distoglieranno da Gesù Cristo.
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Ecco le occasioni in cui i miracoli indicati vanno esclusi dalla fede. Non bisogna escluderne altri.
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Ne consegue che avevano diritto di escludere tutti i profeti che sono venuti a loro? No. Avrebbero peccato non escludendo quelli che negavano Dio, e avrebbero peccato escludendo quelli che non negavano Dio.
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Quando dunque si vede un miracolo, bisogna sottomettersi o avere singolari indizi per fare il contrario. Bisogna vedere se negano Dio, o Gesù Cristo, o la Chiesa.
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Rimproverare a Miton di non smuoversi per niente.
Quando sarà Dio a rimproverarlo. [433]
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Se non credete in me, credete almeno ai miracoli [ 43 ]: li rinvia come al più forte.
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Agli Ebrei come ai cristiani era stato detto di non credere sempre ai profeti. Ma tuttavia i farisei e gli scribi danno molta importanza ai suoi miracoli, e cercano di mostrare che sono falsi o fatti dal diavolo, poiché se riconoscono che sono da Dio sono costretti a lasciarsi convincere.
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Oggi non abbiamo il problema di fare questo discernimento. Tuttavia è molto facile farlo. Chi non nega né Dio né Gesù Cristo non opera miracoli che non siano sicuri.
Nemo facit virtutem in nomine meo et cito possit de me male loqui [ 44 ].
Ma non ci spetta questo discernimento.
Ecco una reliquia sacra, ecco una spina della corona del Salvatore del mondo, su cui il principe di questo mondo non ha potere, che compie miracoli per la potenza stessa di quel sangue sparso per noi. Ecco che Dio stesso sceglie questa casa per farvi risplendere la sua potenza.
Non sono degli uomini che fanno questi miracoli in virtù di una forza ignota e incerta che ci obbliga a un difficile discernimento, è Dio stesso, è lo strumento della passione del suo figlio unico che, trovandosi in vari luoghi, sceglie questo e convoca da ogni dove gli uomini a ricevere un miracoloso sollievo nelle loro infermità. [434]
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Giov. [Gv] 6, 26: Non quia vidistis signum, sed quia saturati esti [ 45 ].
Quelli che seguono Gesù Cristo a causa dei suoi miracoli rendono onore alla sua potenza in tutti i miracoli che essa compie.
Ma quelli che, dichiarando di seguirlo per i suoi miracoli, in realtà lo seguono solo perché li consola e li sazia dei beni di questo mondo, disonorano i suoi miracoli quando sono contrari alle loro comodità.
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Gv 9: Non est hic homo a Deo quia sabbatum non custodit. Alii: quomodo potest homo peccator haec signa facere [ 46 ]? Quale posizione è la più chiara?
Questa casa è di Dio, perché egli vi opera singolari miracoli. Altri: Questa casa non è di Dio, perché non vi si crede che le cinque proposizioni siano in Giansenio. Quale posizione è la più chiara?
Tu quid dicis? Dico quia propheta est. Nisi esset hic a Deo non poterat facere quidquam [ 47 ]. [435]
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Contestazioni.
Abele, Caino.
Mosè, maghi.
Elia, falsi profeti.
Geremia, Anania.
Michea, falsi profeti.
San Paolo, Bariesu.
Apostoli, esorcisti.
I cristiani e gli infedeli.
I cattolici e gli eretici.
Elia, Enoch, Anticristo.
Il vero prevale sempre in fatto di miracoli. Le due croci [ 48 ]. [436]
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Geremia 23, 32: i miracoli dei falsi profeti. Nell’ebraico e in Vatable c’è: le leggerezze.
Miracolo non significa sempre miracolo. 1 Re 14, 15: miracolo significa timore, e così nell’ebraico.
Così, chiaramente, in Giobbe 33, 7.
E ancora Isaia 21, 4. Geremia 44, 22.
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Portentum significa simulacrum: Geremia 50, 38. Ed è così nell’ebraico e in Vatable.
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Isaia 8, 18. Gesù Cristo dice che lui e i suoi saranno un miracolo [ 49 ].
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La Chiesa ha tre specie di nemici: gli Ebrei, che non hanno mai fatto parte del suo corpo; gli eretici, che se ne sono ritirati; e i cattivi cristiani, che la straziano dal di dentro. Di solito queste tre specie di diversi avversari la combattono diversamente. Ma in questo caso la combattono alla stessa maniera. Siccome sono tutti privi di miracoli e la Chiesa ha sempre avuto miracoli contro di loro, hanno avuto tutti lo stesso interesse a eluderli, e si sono tutti serviti dell’argomento trionfale che non bisogna giudicare la dottrina dai miracoli, ma i miracoli dalla dottrina. C’erano due partiti fra quanti ascoltavano Gesù Cristo; gli uni seguivano la sua dottrina per i suoi miracoli, gli altri dicevano… C’erano due partiti al tempo di Calvino [ 50 ]. Adesso ci sono i gesuiti, ecc. [437]
[ 1 ] Deuteronomio 18, 22; 13, 1-3; Marco 9, 39. Tourneur fa notare che questo frammento e il seguente sono stati scritti su due pagine interne di un grande foglio piegato in due. Poiché Pascal aveva cominciato a destra, l’indicazione «Inizio» serve a dare l’ordine di lettura.
[ 2 ] Giovanni 12, 37-41: «Benché avesse fatto tanti miracoli davanti a loro, non credevano in lui, perché si adempisse questa parola del profeta Isaia: [...] Ha accecato i loro occhi [...] Isaia ha detto queste cose, quando ha visto la sua gloria, e ha parlato di lui».
[ 3 ] Prima lettera ai Corinzi 1, 22-23: «Mentre i Giudei chiedono miracoli e i gentili cercano la sapienza, noi predichiamo Gesù Cristo crocifisso», ma che è ricco di miracoli, ricco di sapienza, aggiunge Pascal parafrasando il versetto 24.
[ 4 ] «Mentre voi [teologi corrotti, predicate] un Cristo non crocifisso, e una religione senza miracoli né sapienza». Testo verosimilmente costruito da Pascal, che oppone i nuovi teologi a san Paolo.
[ 5 ] Giovanni 10, 26, in cui Gesù dice ai Giudei: «Ma quanto a voi, non credete perché non siete mie pecore».
[ 6 ] Versetti 9-10: l’Anticristo verrà con ogni sorta di prodigi ingannevoli, che inganneranno solo gli ingiusti «perché non hanno accolto e amato la verità così da essere salvati».
[ 7 ] Deuteronomio 18, 15; Matteo 24, 24; Marco 13, 21-22.
[ 8 ] «Veri discepoli» (Giovanni 8, 31). Cf. «Legge figurativa».
[ 9 ] 4 Re 19.
[ 10 ] Geremia 8, 14-17.
[ 11 ] Versetto 24.
[ 12 ] Versetti 20ss.: Elia confonde i profeti di Baal facendo scendere il fuoco del cielo sull’olocausto.
[ 13 ] Giovanni 9, 29-30. Poiché la nipote di Pascal era stata guarita da un’affezione dell’occhio, è comprensibile che le guarigioni miracolose di ciechi siano così spesso evocate nei Pensieri.
[ 14 ] Giovanni 5, 39: «Voi vi preoccupate delle Scritture perché credete di trovarvi la vita eterna, e sono esse che rendono testimonianza di me».
[ 15 ] Giovanni 15, 22.
[ 16 ] Prima lettera ai Corinzi 1, 17, in cui Paolo rifiuta di predicare secondo la sapienza umana, «per non rendere vana la virtù della croce».
[ 17 ] Isaia 5, 4: «Quid est quod debui ultra facere vineae meae, et non feci ei?» (Volgata). Dio paragona Israele a una vigna che ha circondata di cure: «Che cosa avrei dovuto fare di più alla mia vigna, e non ho fatto?». Pascal si giustifica di applicare a Dio una parola come dovere.
[ 18 ] Isaia 1, 18.
[ 19 ] Atti degli apostoli 13, 11: san Paolo colpisce di cecità un falso profeta.
[ 20 ] Atti degli apostoli 19, 13-16.
[ 21 ] Testo celebre della Lettera ai Galati, costantemente allegato contro gli illuminismi: «Quand’anche un angelo del cielo vi annunciasse un Vangelo diverso da quello che noi vi abbiamo annunciato, sia anatema» (I, 8).
[ 22 ] Di sicuro padre Annat, autore presunto del Rabat-joie des jansénistes [Il guastafeste dei giansenisti] (20 agosto 1656), ove si può leggere: «È [...] bestemmia dire che Dio faccia miracoli per autorizzare errori condannati dalla sua Chiesa e per giustificare coloro che li sostengono con ostinazione contro l’autorità della stessa Chiesa» (p. 6).
[ 23 ] Cioè: un uomo come quello di cui ho parlato or ora.
[ 24 ] Marco 2, 10-11.
[ 25 ] Luca 10, 20, secondo la Bibbia francese di Lovanio, che Pascal ha modernizzato solo in parte: «Non rallegratevi del fatto che gli spiriti si sottomettono a voi: rallegratevi piuttosto che i vostri nomi sono scritti nei cieli».
[ 26 ] Luca 16, 31.
[ 27 ] Giovanni 3, 2: «Maestro, sappiamo che sei un maestro venuto da Dio; infatti nessuno potrebbe fare i segni che tu fai, se Dio non è con lui».
[ 28 ] Dopo aver alluso a Deuteronomio 17, 9-12; 18, 10-11, Pascal rinvia a Giovanni 15, 24: «Se non avessi fatto in mezzo a loro opere che nessun altro ha fatto, non avrebbero alcun peccato».
[ 29 ] Giovanni 2, 11; 4, 17-19; 4, 54. La Bibbia di Lovanio designa il padre del fanciullo guarito come «un signore di corte».
[ 30 ] Matteo 6, 23. L’amore di Dio è rivelato come unico senso dell’esistenza in tutto l’Antico Testamento, e in particolare nel Deuteronomio, così caro a Pascal. Cf. la Decima Provinciale.
[ 31 ] Giovanni 10, 24-27: «[I Giudei chiesero] : Se sei il Cristo, diccelo chiaramente [...] Gesù rispose: Le opere che faccio nel nome del Padre mio, rendono testimonianza di me; ma quanto a voi, non credete, perché non siete mie pecore. Le mie pecore ascoltano la mia voce».
[ 32 ] I Giudei dissero a Gesù: «Quale miracolo fai dunque, affinché vedendolo ti crediamo». Pascal commenta: «Non dicono: Quale dottrina predichi?».
[ 33 ] Giovanni 3, 2, già citato in questo dossier.
[ 34 ] «[Dio] che difende la sua eredità con miracoli evidenti» (cf. la trad. di Lovanio).
[ 35 ] «E altri, volendo tentarlo, gli chiedevano che facesse loro vedere un prodigio nell’aria».
[ 36 ] Matteo 12, 39. Alla richiesta di miracoli, Gesù risponde: «Questa generazione malvagia e adultera chiede un segno, e non le sarà dato altro segno che quello del profeta Giona».
[ 37 ] «Ma Gesù, gettando un sospiro dal fondo del cuore, disse: Perché questa generazione chiede un segno?».
[ 38 ] Marco 6, 5: soggiornando a Nazareth e mal accolto dai suoi, Gesù «non poté fare là alcun miracolo». Su Giona: Matteo 12, 40.
[ 39 ] Giovanni 4, 48. «Gesù disse: Se non vedete miracoli [...] non credete».
[ 40 ] Versetti 9-11. L’Anticristo verrà «con ogni sorta [...] di prodigi ingannevoli [...] accompagnato dalla potenza di Satana, con tutte le illusioni che possono portare all’iniquità quelli che periscono perché non hanno ricevuto e amato la verità così da essere salvati. Per questo Dio manderà loro illusioni così efficaci che crederanno alla menzogna».
[ 41 ] Deuteronomio 13, 4: «Il Signore vostro Dio vi mette alla prova, affinché appaia chiaramente se lo amate».
[ 42 ] Matteo 24, 25.42. Parlando della rovina del Tempio e del suo ultimo avvento, Gesù dice: «Ho voluto avvertirvi prima [...] . Vigilate dunque». Pascal ha trasformato vigilate in videte, in modo che si tratti del discernimento dei miracoli.
[ 43 ] Giovanni 10, 38.
[ 44 ] Marco 9, 38. Gesù dice: «Non c’è nessuno che, avendo fatto un miracolo nel mio nome, possa subito dopo parlare male di me». Il testo che segue celebra il miracolo della Santa Spina, avvenuto a Port-Royal il 24 marzo 1656.
[ 45 ] Gesù dice alla folla: «In verità vi dico: voi mi cercate, non perché avete visto dei segni, ma perché vi ho dato del pane da mangiare, e vi siete saziati».
[ 46 ] Versetto 16: dopo la guarigione del cieco nato, i farisei dissero: «Quest’uomo non è mandato da Dio, perché non osserva il sabato. Ma altri dicevano: Come potrebbe un uomo peccatore fare tali segni?».
[ 47 ] Giovanni 9, 17.33: «Dissero dunque di nuovo al cieco: E tu, che dici di quest’uomo che ti ha aperto gli occhi? Rispose: Dico che è un profeta. […] Se quest’uomo non fosse mandato da Dio, non potrebbe fare nulla».
[ 48 ] Genesi 4; Esodo 8; 3 Re 18; Geremia 28; 3 Re 22; Vangeli, passim; Atti degli apostoli 13.19; Apocalisse 11. La festa liturgica dell’Invenzione della Croce (Inventio S. Crucis) ricorda che la madre dell’imperatore Costantino, avendo fatto scavare il luogo del calvario, rinvenne due croci. Dei miracoli manifestarono quale delle due avesse portato il Cristo.
[ 49 ] Là dove la Volgata adopera miraculum, le traduzioni latine più fedeli all’ebraico ricorrono ad altri termini: levitas, metus, stupor, horror, portentum (in Isaia 8, 18), parola che in Geremia 50, 38 è data come sinonimo di simulacrum. Pascal ricorre qui alla Bibbia di Robert Estienne, le cui annotazioni sono dell’ebraista Vatable.
[ 50 ] I calvinisti negavano i miracoli di san Francesco Saverio, di san Carlo Borromeo.