LA LEGGE ERA FIGURATIVA

Figura

 

Il popolo ebraico ed egiziano visibilmente predetti da quei due individui incontrati da Mosè, l’Egiziano che percuote l’Ebreo, Mosè che lo vendica e uccide l’Egiziano, e l’Ebreo ingrato [ 1 ]. [278]

 

*

 

Figurativi

 

Fa’ ogni cosa secondo il modello che ti è stato mostrato sulla montagna2 ]. A questo proposito san Paolo dice che gli Ebrei hanno raffigurato le cose celesti. [279]

 

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Figura

 

I profeti profetizzavano attraverso figure, come cintura, barba e capelli bruciati [ 3 ], ecc. [280]

 

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Figurativi

Chiave della cifra.

 

Veri adoratores. Ecce Agnus Dei qui tollit peccata mundi4 ]. [281]

*

 

Figurativi

 

Quei termini di spada, di scudo, potentissime5 ]. [282]

 

*

 

Chi vuol trovare il senso della Scrittura e non lo prende dalla Scrittura è nemico della Scrittura. Agostino, De doctrina christiana6 ]. [283]

 

*

 

Due errori: 1. Prendere tutto alla lettera. 2. Prendere tutto spiritualmente. [284]

 

*

 

Figure

 

Gesù Cristo aprì loro la mente per capire le Scritture [ 7 ].

Due grandi aperture sono queste: 1. Tutto accadeva loro in figure. Vere Israelita, Veri liberi, Vero pane del cielo8 ].

2. Un Dio umiliato fino alla croce. È stato necessario che il Cristo abbia sofferto per entrare nella sua gloria. Avrebbe vinto la morte con la sua morte. Due avventi [ 9 ]. [285]

 

*

 

Parlare contro l’eccesso dei figurativi. [286]

 

*

 

Dio, per rendere il Messia riconoscibile ai buoni e irriconoscibile ai cattivi, lo ha fatto predire in questo modo. Se la maniera del Messia fosse stata predetta chiaramente, non vi sarebbe stata alcuna oscurità, nemmeno per i cattivi. Se il tempo fosse stato predetto oscuramente, vi sarebbe stata oscurità anche per i buoni. (Perché la bontà del loro cuore) non avrebbe fatto loro capire che per esempio x significa 600 anni. Ma il tempo è stato predetto chiaramente e la maniera per figure.

In tal modo i cattivi, che prendono i beni promessi come beni materiali, si smarriscono nonostante la chiara predizione del tempo, e i buoni non si smarriscono.

Perché l’intelligenza dei beni promessi dipende dal cuore, che chiama bene ciò che ama, ma l’intelligenza del tempo promesso non dipende affatto dal cuore. E così la predizione chiara del tempo, e oscura dei beni, trae in inganno solo i cattivi. [287]

 

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Gli Ebrei carnali non capivano né la grandezza né l’abbassamento del Messia predetto nelle loro profezie. Lo hanno misconosciuto nella sua grandezza predetta, come quando egli dice che il Messia sarà signore di Davide, benché suo figlio, e che prima che Abramo fosse egli è, e che Abramo lo ha visto [ 10 ]. Non lo credevano tanto grande da essere eterno, e lo hanno misconosciuto ugualmente nel suo abbassamento e nella sua morte. Il Messia, dicevano, rimane eternamente, e questi dice che morirà [ 11 ]. Non lo credevano dunque né mortale né eterno, cercavano in lui soltanto una grandezza carnale. [288]

 

*

 

Contraddizione

 

Non si può fare un buon ritratto se non accordando tutte le nostre contraddizioni, e non basta seguire una serie di qualità in accordo tra loro senza accordare anche quelle contrastanti. Per capire il senso di un autore, bisogna mettere d’accordo tutti i passi contrastanti.

Così, per capire la Scrittura bisogna avere un senso nel quale tutti i passi contrastanti si conciliano. Non basta averne uno che si adatta a molti passi in accordo tra loro, ma averne uno che concilia anche i passi contrastanti.

Ogni autore ha un senso nel quale si conciliano tutti i passi contrastanti oppure non ha affatto senso. Non si può dire questo della Scrittura e dei profeti, avevano certamente troppo buon senso. Bisogna dunque cercarne uno che concili tutti i contrasti.

Il vero senso non è dunque quello degli Ebrei, ma in Gesù Cristo tutte le contraddizioni si conciliano.

Gli Ebrei non saprebbero conciliare la fine del regno e del principato, predetta da Osea, con la profezia di Giacobbe [ 12 ].

Se si prendono per realtà la Legge, i sacrifici e il regno, non si possono conciliare tutti i passi. Bisogna dunque necessariamente che siano solo figure. Addirittura non si potrebbero conciliare i passi di uno stesso autore o di uno stesso libro e talvolta di uno stesso capitolo, cosa che indica fin troppo qual era il senso dell’autore. Come quando Ezechiele, capitolo 20, dice che si vivrà, e che non si vivrà, secondo i comandamenti di Dio. [289]

 

*

 

Non era permesso offrire sacrifici fuori da Gerusalemme, che era il luogo scelto dal Signore, e nemmeno di mangiare altrove le decime. Deuteronomio 12, 5, ecc. Deuteronomio 14, 23, ecc.; 15, 20; 16, 2.7.11.15.

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Osea ha predetto che sarebbe rimasto senza re, senza principe, senza sacrificio, ecc., senza idoli. Ciò che oggi si è compiuto, dato che non si possono offrire sacrifici legittimi fuori da Gerusalemme.

 

Figura

 

Se la Legge e i sacrifici sono la verità, bisogna che essa piaccia a Dio e non gli dispiaccia. Se sono figure, bisogna che piacciano e dispiacciano.

Ora, in tutta la Scrittura piacciono e dispiacciono. È scritto che la Legge sarà cambiata, che il sacrificio sarà cambiato, che si troveranno senza re, senza principi e senza sacrifici, che sarà celebrata una nuova alleanza, che la Legge sarà rinnovata, che i precetti ricevuti non sono buoni, che i loro sacrifici sono abominevoli, che Dio non ne ha chiesti.

È scritto, d’altra parte, che la Legge durerà in eterno, che quella alleanza sarà eterna, che il sacrificio sarà eterno, che lo scettro non uscirà mai dalle loro mani, poiché non ne deve uscire finché non giunga il re eterno.

Tutti questi brani significano che è realtà? No. Significano almeno che è figura? No, ma che è realtà o figura. Ma siccome i primi escludono la realtà, significano che è solo figura.

Tutti questi brani insieme non possono essere applicati alla realtà. Tutti possono essere applicati alla figura. Dunque non si applicano alla realtà, ma alla figura.

Agnus occisus est ab origine mundi. Juge sacrificium13 ]. [290]

 

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Un ritratto comporta assenza e presenza, piacere e dispiacere. La realtà esclude assenza e dispiacere.

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Figure

 

Per sapere se la Legge e i sacrifici sono realtà o figura, bisogna vedere se i profeti, parlando di queste cose, fermavano su di esse il loro sguardo e il loro pensiero in modo da non vedervi se non quell’antica alleanza. O se vedevano in esse qualche altra cosa di cui fossero raffigurazione. Perché in un ritratto si vede la cosa raffigurata. Per questo basta esaminare come ne parlano.

Quando dicono che sarà eterna, intendono parlare dell’alleanza di cui dicono che sarà cambiata? E ugualmente dei sacrifici, ecc.

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La cifra ha due sensi. Quando si scopre una lettera importante in cui si trova un senso chiaro, e in cui è detto tuttavia che il senso rimane velato e oscuro, nascosto in modo che si vedrà quella lettera senza vederla e la si intenderà senza intenderla, che cosa bisogna pensare se non che è una cifra a doppio senso? E tanto più in quanto vi si riscontrano patenti contraddizioni nel senso letterale. I profeti hanno detto chiaramente che Israele sarebbe stato sempre amato da Dio e la Legge sarebbe stata eterna. E hanno detto che il loro senso era velato e non sarebbe stato compreso.

Quanta stima, dunque, dobbiamo avere per chi ci scopre la cifra e ci insegna a conoscere il senso nascosto, e soprattutto quando lo fa in base a princìpi del tutto naturali e chiari. È quanto hanno fatto Gesù Cristo e gli apostoli. Hanno tolto il sigillo. Hanno squarciato il velo e scoperto lo spirito. Per far questo, ci hanno insegnato che i nemici dell’uomo sono le sue passioni, che il redentore sarebbe stato spirituale e spirituale il suo regno, che vi sarebbero stati due avventi, uno di miseria per abbassare l’uomo superbo, l’altro di gloria per innalzare l’uomo umiliato; che Gesù Cristo sarebbe stato Dio e uomo. [291]

 

*

 

Il tempo del primo avvento [è] predetto, il tempo del secondo non lo è: perché il primo doveva essere nascosto, il secondo doveva essere clamoroso, e manifesto al punto che i nemici stessi lo avrebbero riconosciuto. Ma dato che doveva venire solo in modo oscuro, e per essere riconosciuto da chi avrebbe sondato le Scritture... [292]

 

*

 

Che potevano fare gli Ebrei, suoi nemici?

Se lo accolgono, lo provano con la loro accoglienza, perché sono i depositari dell’attesa del Messia ad accoglierlo; e se lo rifiutano, lo provano con il loro rifiuto. [293]

 

*

 

Contraddizioni.

Lo scettro fino al Messia. Senza re né principe14 ].

Legge eterna, mutata [ 15 ].

Alleanza eterna, alleanza nuova [ 16 ].

Legge buona, cattivi precetti17 ]. Ezechiele 20. [294]

 

*

 

Gli Ebrei erano abituati ai grandi e clamorosi miracoli. E così, avendo vissuto i grandi fatti del mar Rosso e della terra di Canaan come un compendio delle grandi cose del loro Messia, se ne aspettavano di ancor più clamorosi, di cui quelli di Mosè erano solo il saggio. [295]

 

*

Figura comporta assenza e presenza, piacere e dispiacere.

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Cifra ha doppio senso. Uno chiaro, in cui viene detto che il senso è nascosto. [296]

 

*

 

Si potrebbe forse pensare che quando i profeti hanno predetto che lo scettro non sarebbe uscito da Giuda fino al re eterno, avessero parlato per lusingare il popolo e la loro profezia si sarebbe riscontrata falsa ai tempi di Erode. Ma per mostrare che non è quello il loro senso, e che invece sapevano bene che quel regno temporale doveva finire, dicono che rimarranno senza re e senza principe, e a lungo. Osea. [297]

 

*

 

Figure

 

Una volta svelato questo segreto, è impossibile non vederlo. Si legga in questa prospettiva il Vecchio Testamento e ci si domandi se i sacrifici erano veri, se la parentela di Abramo era la vera causa dell’amicizia di Dio, se la terra promessa era il vero luogo di riposo. No. Dunque erano delle figure.

Si considerino allo stesso modo tutte le cerimonie prescritte e tutti i comandamenti che non sono in vista della carità, si vedrà che ne sono le figure.

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Tutti quei sacrifici e quelle cerimonie erano dunque figure o sciocchezze. Ora, vi sono cose chiare, troppo alte per essere considerate sciocchezze.

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Sapere se i profeti limitavano il loro sguardo all’Antico Testamento o se vi vedevano altro. [298]

 

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Figure

 

La lettera uccide18 ].

Tutto accadeva in figure.

Bisognava che il Cristo soffrisse.

Un Dio umiliato. Ecco la cifra che ci dà san Paolo.

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Circoncisione del cuore, vero digiuno, vero sacrificio, vero tempio. I profeti hanno indicato che bisognava che tutto ciò fosse spirituale.

Non la carne che perisce, ma quella che non perisce19 ].

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Sarete veramente liberi20 ]. Dunque l’altra libertà è solo una figura di libertà.

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Io sono il vero pane del cielo21 ]. [299]

 

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Quando Davide predice che il Messia libererà il suo popolo dai suoi nemici, si può credere carnalmente che lo libererà dagli Egiziani, e allora mi sarebbe impossibile dimostrare che la profezia si è compiuta. Ma si può anche credere che lo libererà dalle iniquità, perché in verità gli Egiziani non sono nemici, ma le iniquità lo sono.

La parola nemici è dunque equivoca. Ma, se dice altrove, come infatti fa, che libererà il suo popolo dai suoi peccati [ 22 ], così come dicono Isaia e gli altri, l’equivoco è tolto, e il doppio senso di nemici ridotto al senso semplice di iniquità. Perché se aveva nella mente i peccati, poteva ben qualificarli come nemici, ma se pensava ai nemici, non li poteva designare col termine iniquità.

Ora, Mosè, Davide, Isaia, usavano gli stessi termini. Chi potrà dire dunque che non avevano lo stesso senso, e che il senso di Davide, che manifestamente significa iniquità quando parla di nemici, non fosse lo stesso quando Mosè parla di nemici?

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Daniele 9 prega per la liberazione del popolo dalla cattività dei loro nemici. Ma pensava ai peccati e, per mostrarlo, dice che Gabriele venne a dirgli che era esaudito e c’era da attendere solo settanta settimane. Dopo di che il popolo sarebbe stato liberato dall’iniquità, il peccato sarebbe finito e il liberatore, il santo dei santi, avrebbe introdotto la giustizia ETERNA, non quella legale, ma quella eterna.

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C’è chi vede bene che l’uomo non ha altro nemico se non la concupiscenza che lo distoglie da Dio, e non gli eserciti, né altro bene se non Dio, e non una terra fertile. Chi crede che il bene dell’uomo sia nella sua carne e il male in ciò che lo distoglie dai piaceri dei sensi, possa saziarsene e morirne. Ma coloro che cercano Dio con tutto il cuore, e non hanno altro dispiacere che la privazione della sua vista, né desiderio se non di possederlo, né nemici se non quelli che li distolgono da lui, e si affliggono di vedersi circondati e dominati da tali nemici, si consolino. Annuncio loro una notizia felice: c’è un liberatore per loro. Glielo farò vedere, gli mostrerò che c’è un Dio per loro. Non lo farò vedere agli altri. Farò vedere che un Messia è stato promesso per liberare dai nemici, e che ne è venuto uno per liberare dalle iniquità, non dai nemici. [300]

 

*

 

Figure

 

Gli Ebrei erano invecchiati in questi pensieri terrestri: che Dio amava il loro padre Abramo, la sua carne e la sua progenie, e per questo li aveva moltiplicati e distinti da tutti gli altri popoli senza tollerare che si mescolassero con loro; quando languivano in Egitto li fece uscire di là con tutti i suoi grandi segni in loro favore, li nutrì di manna nel deserto, li condusse in una terra assai fertile, diede loro dei re e un tempio ben costruito per offrirvi degli animali, e mediante lo spargimento del loro sangue sarebbero stati purificati, e infine doveva mandare loro il Messia per renderli padroni di tutto il mondo. E ha predetto il tempo della sua venuta.

Dopo che il mondo era invecchiato in questi errori carnali, Gesù Cristo è venuto nel tempo predetto, ma non con l’atteso splendore. E così non hanno pensato che fosse lui [ 23 ]. Dopo la sua morte, san Paolo è venuto a insegnare agli uomini che tutte quelle cose erano accadute in figura, che il regno di Dio non consisteva nella carne, ma nello spirito, i nemici degli uomini non erano i Babilonesi, ma le loro passioni, Dio non si compiaceva nei templi fatti da mani d’uomo, ma in un cuore puro e umiliato, la circoncisione del corpo era inutile, ma occorreva quella del cuore, non Mosè aveva dato loro il pane dal cielo, ecc. [ 24 ].

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Ma poiché Dio non aveva voluto rivelare queste cose a quel popolo che ne era indegno e aveva voluto tuttavia mostrarle affinché fossero credute, ne ha predetto il tempo chiaramente e le ha espresse talvolta chiaramente, ma le più volte in figure, in modo che quanti amavano le cose figuranti vi si fermassero (non dico bene) e quanti amavano le cose figurate ce le vedessero.

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Tutto ciò che non va alla carità è figura.

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L’unico oggetto della Scrittura è la carità.

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Tutto ciò che non va all’unico bene ne è la figura. Poiché infatti c’è un solo scopo, tutto ciò che non va ad esso con parole proprie è figura.

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Dio diversifica così l’unico precetto della carità per soddisfare la nostra curiosità, che cerca la diversità, mediante questa diversità che ci conduce sempre al nostro unico necessario. Perché una sola è la cosa necessaria25 ], e a noi piace la diversità. E Dio soddisfa a entrambe mediante queste diversità che conducono al solo necessario.

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Gli Ebrei hanno tanto amato le cose figuranti e le hanno così ben attese da misconoscere la realtà quando è venuta nel tempo e nel modo predetto.

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I rabbini prendono per figura le mammelle della Sposa [ 26 ] e tutto ciò che non esprime il loro unico fine, che ripongono nei beni temporali.

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E i cristiani prendono l’Eucarestia stessa come figura della gloria cui tendono. [301]

 

*

 

Gesù Cristo non ha fatto altro che insegnare agli uomini che erano colmi di amore di sé, schiavi, ciechi, malati, infelici e peccatori, che bisognava che egli li liberasse, illuminasse, guarisse e rendesse felici, e questo sarebbe accaduto attraverso l’odio di sé e la sequela di lui nella miseria e nella morte di croce. [302]

 

*

 

Figure

 

Quando la parola di Dio, che è vera, appare falsa letteralmente, è vera spiritualmente. Sede a dextris meis27 ]: questo è falso letteralmente, dunque è vero spiritualmente.

In queste espressioni si parla di Dio al modo degli uomini. E non significa altro se non l’intenzione con cui gli uomini fanno sedere qualcuno alla loro destra. Anche Dio l’avrà. È dunque un segno dell’intenzione di Dio, non del suo modo di darle seguito.

Così quando dice: Dio ha gradito l’odore dei vostri profumi e vi darà per ricompensa una terra fertile28 ], intende dire la stessa intenzione di un uomo che, accogliendo con piacere i vostri profumi, vi darebbe in ricompensa una terra fertile. Dio avrà la stessa intenzione nei vostri riguardi perché voi avete avuto nei suoi riguardi l’intenzione che ha un uomo quando regala a un altro dei profumi.

Così iratus est, Dio geloso, ecc. Perché le cose di Dio sono inesprimibili, e non possono essere dette in altro modo. La Chiesa oggi usa ancora tali espressioni. Quia confortavit seras29 ], ecc. [303]

_______

Non è permesso attribuire alla Scrittura i sensi che essa non ci ha rivelato di avere. Così, dire che il ם di Isaia significa 600, non è rivelato. Non è detto che i צּ ּּe i ח deficientes significhino dei misteri [ 30 ]. Dunque non è permesso dirlo. E ancor meno, dire che è la maniera della pietra filosofale. Ma se diciamo che il senso letterale non è quello vero, è perché i profeti stessi lo hanno detto.

 

*

Chi stenta a credere cerca argomenti nel fatto che gli Ebrei non credono: «Se fosse così chiaro – dicono –, perché loro non dovrebbero credere?», e quasi vorrebbero che credessero, per non essere frenati dall’esempio del loro rifiuto. Ma proprio il loro rifiuto è il fondamento della nostra credenza. Vi saremmo ben meno disposti se fossero dei nostri: avremmo allora un pretesto ben più importante.

Cosa mirabile, aver reso gli Ebrei grandi amanti delle cose predette, e grandi nemici del compimento. [304]

 

*

 

Prova dei due Testamenti insieme

 

Per provare i due in una volta sola basta vedere se le profezie dell’uno trovano compimento nell’altro.

Per esaminare le profezie bisogna capirle.

Perché se si crede che abbiano un solo senso, allora è certo che il Messia non sarà venuto. Ma se hanno due sensi, è certo che, in Gesù Cristo, sarà venuto.

Tutta la questione è dunque nel sapere se hanno due sensi.

 

La Scrittura ha due sensi,

rivelati da Gesù Cristo e dagli apostoli

e queste ne sono le prove.

1. Prova attraverso la Scrittura stessa.

2. Prove attraverso i rabbini. Mosè Maimone [ 31 ] dice che essa ha due facce, pro [vate]. E che le profezie hanno profetizzato solo di Gesù Cristo.

3. Prove attraverso la Cabala [ 32 ].

4. Prove attraverso l’interpretazione mistica che i rabbini stessi danno della Scrittura.

5. Prove attraverso i princìpi dei rabbini secondo cui vi sono due sensi.

Vi sono due avventi del Messia, glorioso o abietto, secondo ciò che meritano.

I profeti hanno profetizzato solo del Messia.

La Legge non è eterna ma, col Messia, deve cambiare.

Allora non ci si ricorderà più del Mar Rosso.

Gli Ebrei e i gentili si mescoleranno [ 33 ]. [305]

 

*

 

A Figure

 

Isaia 51, il mar Rosso immagine della Redenzione.

Ut sciatis quod Filius hominis habet potestatem remittendi peccata, tibi dico: Surge34 ].

Dio, volendo mostrare che poteva formare un popolo santo, di una santità invisibile, e ricolmarlo di una gloria eterna, ha fatto delle cose visibili. Poiché la natura è un’immagine della grazia, ha fatto nei beni della natura ciò che doveva fare in quelli della grazia, affinché gli si attribuisse il potere di fare l’invisibile, dal momento che poteva ben fare il visibile.

Ha dunque salvato il popolo dal Diluvio, lo ha fatto nascere da Abramo, lo ha riscattato dai suoi nemici e lo ha messo al sicuro.

L’obiettivo di Dio non era salvare dal Diluvio e far nascere da Abramo tutto un popolo semplicemente per introdurlo in una terra fertile.

E la grazia stessa non è che una figura della gloria, perché non è il fine ultimo. È stata figurata dalla Legge e a sua volta figura la [gloria], ma ne è la figura e insieme il principio o la causa.

_______

La vita ordinaria degli uomini è simile a quella dei santi. Tutti cercano la loro soddisfazione e differiscono solo nell’oggetto in cui la ripongono. Considerano loro nemici quelli che li ostacolano, ecc. Dio ha dunque mostrato il potere che ha di donare beni invisibili attraverso quello che ha mostrato di esercitare sui beni visibili. [306]

 

*

 

Due persone raccontano favole: una è consapevole del doppio senso inteso nella Cabala, l’altra si limita a un senso. Se qualcuno non iniziato al segreto sente discorrere i due in questo modo, li giudicherà alla stessa stregua. Ma se poi nel resto del discorso uno dice cose angeliche e l’altro continua a dire cose piatte e comuni, giudicherà che uno parlava in modo misterioso e l’altro no, dato che uno si è sufficientemente dimostrato incapace di tali sciocchezze e capace di essere misterioso, l’altro invece, incapace di mistero e capace di sciocchezza.

_______

L’Antico Testamento è una cifra. [307]

 


 

1 ] Esodo 2, 11-14. Sant’Agostino ha visto in «questi personaggi [...] delle figure, per significare in anticipo qualcosa del futuro» (Contro Fausto, XXII, 70).

2 ] Esodo 25, 40, versetto che Pascal cita secondo la Lettera agli Ebrei (8, 45), a lungo attribuita a san Paolo: «Vedi di fare tutto...» (cf. trad. di Lovanio).

3 ] Geremia 13, 11; Daniele 3, 94.

4 ] «Viene l’ora, ed è questa, in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità» (Giovanni 4, 23). «Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie i peccati del mondo», formula liturgica derivata da Giovanni 1, 29 (la Volgata traduce: peccatum).

5 ] Salmo 44, 4: «Accingere gladio tuo super femur tuum, potentissime» («Tu che sei il Potentissimo, cingi la spada al tuo fianco!»). In questo salmo non si tratta di scudo, ma Pascal ha appena letto un passo del Della Genesi contro i manichei di sant’Agostino: «Tutti coloro che afferrano il senso spirituale delle Scritture hanno imparato a interpretare questi termini [le mani di Dio] non come riferiti a membra corporali, ma a facoltà spirituali. Lo stesso con caschi, scudo, spada (scutum, gladium)».

6 ] III, 28, n. 39: se c’è controversia, «vi si ponga fine raccogliendo e invocando testimonianze prese ovunque in seno alla stessa Scrittura». Cf. ibid., I, 26-27, n. 41; III, 27, n. 38.

7 ] Allusione ai pellegrini di Emmaus (Luca 24, 26 e 32).

8 ] Prima lettera ai Corinzi 10, 11; Giovanni 1, 47: «Gesù vedendo Natanaele che gli veniva incontro, disse di lui: Ecco un vero Israelita...». Giovanni 8, 36: «Se dunque il Figlio vi rende liberi, sarete veramente liberi». Giovanni 6, 32: «Non Mosè vi ha dato il pane dal cielo; ma il Padre mio vi dà il vero pane dal cielo».

9 ] Lettera ai Filippesi 2, 8; Luca 24, 26. Prefazio liturgico del tempo pasquale: «mortem nostram moriendo destruxit»; Matteo 24-25, ecc. Più precisamente, molti di questi testi rinviano alla liturgia del lunedì di Pasqua.

10 ] Matteo 22, 45; Giovanni 8, 56.

11 ] Giovanni 12, 34.

12 ] Allusione esplicitata cinque frammenti oltre.

13 ] Apocalisse 13, 8: «L’Agnello è stato ucciso fin dall’origine del mondo» (trad. letterale dalla Volgata). Daniele 12, 11 annuncia che verrà un tempo in cui sarà abolito «il sacrificio perpetuo».

14 ] «Giacobbe morendo [...] predisse particolarmente alla famiglia di Giuda [...] (che anche il Messia che doveva essere l’atteso delle Nazioni sarebbe nato da lui, e che la regalità non sarebbe stata tolta da Giuda, né il governo e la legislazione dalla sua progenie, fin quando il Messia atteso sarebbe arrivato nella sua famiglia)». E tuttavia Osea predice che Israele sarà «senza re, senza principe, senza sacrificio...» (3, 4).

15 ] Levitico 7, 34 parla di «una Legge che sarà sempre osservata». E tuttavia numerosi testi annunciano che tutti questi precetti saranno cambiati.

16 ] Dio ha promesso ad Abramo un’alleanza eterna, e tuttavia annuncia in Geremia 31, 31 un’alleanza nuova.

17 ] L’eccellenza della Legge è celebrata in tutto il Deuteronomio. E tuttavia Pascal leggeva in Ezechiele 20, 25: «Ho dato loro dei precetti imperfetti, e degli ordinamenti in cui non troveranno la vita».

18 ] Seconda lettera ai Corinzi 3, 6. Invece che a Luca 24, 26, Pascal si riferisce agli Atti degli Apostoli 17, 3, in cui Paolo mostra agli Ebrei di Tessalonica «che era stato necessario che il Cristo soffrisse».

19 ] Giovanni 6, 27. Dopo la moltiplicazione dei pani, Gesù invita i suoi discepoli a cercare non il cibo (è il senso di viande, carne) che perisce... Questo arcaismo viene dalla Bibbia di Lovanio, che Pascal usava.

20 ] Giovanni 8, 36.

21 ] Giovanni 6, 32.

22 ] Salmo 129, 8. Cf. Isaia 43, 25; Daniele 9, 21-24.

23 ] Allusione al canto del Servo sofferente (Isaia 53, 3-4 nella Volgata).

24 ] Prima lettera ai Corinzi 10, 1; Lettera ai Romani 4 e Lettera ai Galati 3, 3; Lettera ai Romani 8, 14-25; Lettera agli Ebrei 9, 24; Lettera ai Romani 2, 28-29. L’«apertura» sul vero pane del cielo fu data da Gesù stesso (Giovanni 6, 32), ma san Paolo parla lungamente di quel pane (Prima lettera ai Corinzi 11, 17-33).

25 ] Luca 10, 42.

26 ] Cantico dei cantici 4, 5, in cui lo Sposo dice alla sua amata: «Le tue due mammelle sono come due piccoli gemelli della femmina di un capriolo, che passano fra i gigli».

27 ] Salmo 109, 1: «Il Signore ha detto al mio Signore: Siedi alla mia destra».

28 ] Genesi 8, 21 e 27, 27-28.

29 ] Isaia 5, 25: «L’ira del Signore si è accesa contro il suo popolo». Esodo 20, 5: «Io sono il Signore vostro Dio, il Dio forte e geloso». Salmo 147, 13: «[Dio] ha rinforzato le serrature delle tue porte [Gerusalemme] ».

30 ] Havet ha dilucidato queste allusioni. L’ebraico usa in fine parola una forma chiusa della lettera mem (ם) mentre all’inizio o nel corpo della parola ricorre a una forma aperta (מ). D’altra parte, come in greco, le lettere hanno un valore numerale. Il mem aperto vale 40, il mem chiuso 600. Ora, una delle più celebri profezie messianiche di Isaia: «Ecco è nato per noi un bambino...» (9, 6) comporta nell’ebraico le parole lemarbé hamisra (il suo regno si estenderà). Il mem di lemarbé essendo chiuso, contro la regola, i rabbini hanno visto «dei misteri» in questa grafia anomala. Questo mem chiuso indicava secondo alcuni che il Messia sarebbe nato da una vergine, e che tale nascita miracolosa sarebbe avvenuta in capo a sei anni. La lettera (ה) è detta deficiens quando in finale questa lettera, che in ogni modo non si pronuncia, non viene scritta. Il tsadé, come il mem, presenta due forme, una finale (ץ), l’altra iniziale o mediana (צ); e queste forme hanno valori numerali diversi. Pascal realizza qui il suo programma «Parlare contro l’eccesso dei figurativi».

31 ] Maimonide (1135-1204), uno dei grandi pensatori del giudaismo. Nella sua opera più celebre, la Guida degli smarriti (1190), egli sviluppa l’opposizione fra il senso manifesto e il senso profondo della Scrittura.

32 ] La Cabala è la Legge orale che Mosè ha ricevuto (Kibbel) sul Sinai insieme con la Legge scritta (Torah). È un messaggio spirituale che i mistici si trasmettono oralmente, ma che rimane fondato anche sulla Torah. La parola si è allargata a designare la gran parte degli scritti del misticismo ebraico, dal II secolo d.C. ai nostri giorni.

33 ] Pascal aveva aggiunto, poi cancellato: (6. Prove attraverso la chiave che ce ne danno Gesù Cristo e gli apostoli).

34 ] Marco 2, 10: «Affinché sappiate che il Figlio dell’uomo ha sulla terra il potere di rimettere i peccati: Alzati, disse [Gesù] al paralitico, te lo comando».

Pensieri [Nuova edizione a cura di Philippe Sellier secondo l’“ordine” pascaliano]
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