Epilogo
Maggie e Noah, dopo
Cinque mesi dopo, il sole stava sorgendo in un cielo limpido, gettando una luce screziata sul giardino. L’albero di Giuda era in fiore con i suoi minuscoli fiori violetti, il cespuglio di forsizia era esploso di stelle gialle e i fiori di storace chinavano le loro pure teste bianche. Le piante di rose Zephirine Drouhin lungo il recinto avevano sviluppato rami resistenti con delle grandi foglie verdi e da essi si dipanavano viticci sottili, che si arricciavano intorno ai paletti di legno, disegnando un confine naturale punteggiato di boccioli di rosa fucsia che emanavano una dolce fragranza.
«Che cosa ne pensi di quelle rose?» chiese Maggie, stendendosi sulla sdraio imbottita.
«Penso che siano meravigliose» rispose Anna, stendendosi accanto a lei, con Ralph Spaccatutto acciambellato a formare una palla che faceva le fusa ai suoi piedi.
«Penso che sono incredibilmente meravigliose.»
Anna sorrise. «A questo punto di solito mi dici che la Zephirine Drouhin è una delle poche varietà di rose senza spine e profumate.»
«Stavo giusto per dirlo, perché mi piace sentirti pronunciare Zephirine Drouhin.»
«Con il mio accento francese?»
«Sì. Dillo per me.» Maggie scherzava, ma solo fino a un certo punto. Era felicissima di avere di nuovo Anna con sé e che sua figlia si stesse riprendendo dalle terribili traversie grazie alla psicoterapia intensiva, al sostegno e all’amore. Anna aveva giornate buone e giornate meno buone, ma quella era una di quelle buone, una domenica mattina di Pasqua. Anna si era presa un anno di riposo dalla scuola, e Maggie era rimasta a casa per aiutarla a riprendersi. Per fortuna, ad Anna era stato risparmiato il processo perché anche gli altri cospiratori avevano patteggiato la pena. Jamie Covington, Samantha Silas e le altre quattro vittime erano state restituite alle loro famiglie.
«Zephirine Drouhin» disse Anna, in francese.
«Sublime.» Maggie sorrise, poi sentì Noah che rideva vicino ai cespugli. Guardò in quella direzione e vide che indicava Caleb, che stava frugando dietro la forsizia alla ricerca delle uova di plastica che aveva nascosto, piene di M&M’s e altri tesori al cioccolato.
«Caleb, cerca ancora!» gridò Noah, ridendo.
«Qui? O qui?» Caleb correva avanti e indietro con il suo sacchetto.
«Lì!» Noah indicò vicino ai cespugli. «Guarda là! Ce ne sono altre in quella direzione.»
«Acqua o fuoco?» Caleb correva avanti e indietro.
«Fuoco!»
«Qui fuochino?» Caleb corse verso destra. «Oppure qui?»
Maggie lanciò un’occhiata ad Anna. «Secondo te quanto ci metterà ancora?»
Anna ridacchiò. «Noah ha nascosto le uova troppo bene. Gliel’ho detto che doveva metterle in posti più semplici.»
«Quando mai Noah rende le cose semplici?»
Anna guardò Maggie, i suoi occhi azzurri splendevano. «Ha reso le cose semplici a me. È stato meraviglioso con me, e gli voglio molto bene per questo.»
«Oh, anche lui ti vuole bene. Entrambi te ne vogliamo.» Maggie accarezzò il braccio della figlia. Era molto fortunata ad avere Noah e Anna al suo fianco e che Noah fosse stato completamente scagionato. Maggie sentiva di essersi riscattata per il suo passato e aveva addirittura adottato Caleb, così erano diventati una famiglia. E Anna aveva modificato il suo fondo fiduciario in modo da entrarne in possesso più tardi e, nell’ambito del suo processo di guarigione, aveva creato The Anna Fund, una fondazione di beneficenza che offriva alle vittime del traffico sessuale sostegno psicologico, una casa sicura e una borsa di studio.
«Papà, hai detto qui, non lì!» ridacchiò Caleb.
«No, ho detto , non qui!» rise Noah.
«Noah!» gridò Maggie, con un sorriso. «Pensate di finire per Natale?»
«Ne dubito!» Noah si girò verso Maggie, sorridendo. Quell’uomo ancora riusciva a far sembrare sexy i Dockers e Maggie era innamorata di lui come non lo era mai stata. Noah si era ammorbidito e il loro matrimonio era più solido che mai. In più, quando discutevano, Maggie aveva sempre la meglio. Perché era stata lei a salvargli la vita.
«Ne ho trovato uno!» Caleb saltellava, tenendo in mano un uovo di plastica giallo.
«Bravissimo!» Noah gli arruffò i capelli.
«Ottimo lavoro, Caleb!» lo incitò Anna.
«Ne mancano solo altri trecento!» urlò Maggie.
«Maggie, dimmi dove sono!» le disse Caleb a gran voce, con un sorriso.
«Davvero lo vuoi sapere?» Maggie si mise a sedere sulla sdraio.
«No!» Caleb si mise a correre intorno al cespuglio, ricominciando a cercare le uova.
Maggie si distese di nuovo sulla sdraio. Non aveva nessuna fretta. Aveva imparato a non prendere troppi impegni. Chiuse gli occhi, contenta di sentire il sole caldo sul viso, sedendo con la sua famiglia, circondata dalla bellezza della natura.
Maggie si rese conto che la vita non sarebbe altrettanto bella se sapessimo dove sono nascosti i tesori che essa ci riserva. A volte devi andare a cercarli. Altre volte, devi lottare per averli. E a volte, sono davanti ai tuoi occhi.
In ogni caso, sono lì ad aspettare.
Te.