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Noah, dopo
Processo, sesto giorno
Noah non si era reso conto che c’erano dei momenti, in un processo per omicidio, in cui tutti restavano in aula in uno stato di animazione sospesa anche quando non succedeva nulla. Thomas e Linda stavano conferendo con il giudice Gardner, e Noah sedeva al banco degli avvocati, mentre i suoi pensieri ripercorrevano ciclicamente il passato. Era tormentato dai ‘se’, e quello che lo tormentava di più era il primo. E se avesse detto no a Maggie quando lei l’aveva chiamato quella sera da Congreve?
«Noah, sono appena stata a cena con Anna ed è andata benissimo! È adorabile ed eccezionale!»
«Perfetto, tesoro! Ero sicuro che sarebbe filato tutto liscio.» Noah era in macchina e stava tornando a casa dalla palestra. Aveva chiesto alla baby-sitter di portare Caleb dalla logopedista e sarebbe tornato a casa in tempo per preparare la cena o, più probabilmente, ordinare una pizza.
«E Noah, indovina, le ho chiesto di venire a vivere con noi e lei ha detto di sì!»
«Ma dài! Veramente? È fantastico!» Noah aveva frenato, imbottigliato al semaforo dietro una fila di macchine lungo Lancaster Avenue, era chiaramente iniziato il week-end.
«So che questa cosa ti piove dal cielo, ma è piovuta dal cielo anche a me.
«Ma no, non ti preoccupare, va benissimo!»
«Anna è molto infelice alla Congreve e va dalla psicologa, e a me sembra depressa. Sta soffrendo per suo padre, che le ha detto che io la picchiavo e che è per questo che ho perso la custodia!»
«Cosa? Ma è terribile!» Noah si sentiva scioccato. Al semaforo era scattato il verde e aveva premuto l’acceleratore, seguendo il serpentone di macchine.
«Lo so! Ho bisogno che mi scannerizzi e mi mandi per email i documenti del tribunale, sai quali sono? Sono nel classificatore.»
«Certo, cinque minuti e sono a casa. Ma come mai ti servono i documenti del tribunale?»
«Devo dimostrare che non ho abusato di lei, non è assurdo? Ho intenzione di vedere la sua psicologa e il suo avvocato stasera stessa. Anna è dentro al ristorante, sta parlando con loro. Mi ha dato gli indirizzi email di entrambi in modo che io possa girare loro i documenti. Se riesco a convincerli che non sono una persona violenta, posso tornare a casa con lei domani.»
«Domani?» aveva chiesto Noah, sorpreso.
«Sì, e lo so che stai pensando che sta succedendo tutto velocemente, ma a volte bisogna agire in fretta.»
«Penso che sia un’ottima idea, tesoro. Sono contentissimo.» Noah aveva letto fra le righe. Maggie gli diceva sempre che lui era troppo cerebrale e ponderato e Noah pensava che lei fosse troppo emotiva impulsiva. Questa volta, Noah capiva. Maggie aspettava Anna da una vita. Era sempre stata un pensiero costante per lei.
«Andrà tutto bene, tesoro! Saremo una famiglia. Lei ti piacerà. Piacerà anche a Caleb. Anna è proprio il tipo di ragazza che piace a lui.»
«Come fidanzatina?» Noah si era messo a ridere.
«Esatto!» Anche Maggie si era messa a ridere. «Solo che non so dove metterla. Abbiamo solo il tuo studio e la stanza dei treni.»
«Ci penso io, non ti preoccupare. Sento dalla voce che sei felicissima, tesoro. Portala a casa. Una soluzione la troveremo.»
«Sono sicura che sarà bellissimo, tesoro!»
«Saremo quattro in famiglia. Presto!1»
«Okay, devo andare. Ci vediamo domani!»
«Ti amo!» aveva detto Noah, ma Maggie aveva già riagganciato.
1 In italiano nel testo originale.