9
Noah, dopo
Processo, sesto giorno
Noah osservava mentre Thomas chiamava il loro testimone al banco, sperando che fosse di aiuto per la difesa, ne aveva un gran bisogno. Thomas aveva detto a Noah di restare fiducioso, ma era quasi impossibile. A ogni modo, rimase a testa alta mentre il testimone giurava e si sedeva, aggiustandosi il microfono nero.
«Esponga le sue generalità, nome, cognome, e indirizzo, per la messa agli atti» disse Thomas, che si trovava di fronte al banco dei testimoni.
«Mi chiamo Richard Weissberg e vivo in Marlin Road 474, a Haverford, Pennsylvania.»
«Signor Weissberg, lei conosce il dottor Alderman?»
«No.»
Noah non aveva mai visto Weissberg, che era di altezza e corporatura medie, con un paio di occhiali tartarugati che conferivano un aspetto da intellettuale al suo viso rotondo e amichevole, incorniciato da capelli corti castano scuro.
Indossava un abito di lana scuro e una cravatta di seta e Noah si sentì incoraggiato dall’aspetto piacevole e affidabile che Weissberg aveva al banco dei testimoni.
«Signor Weissberg, c’è stato un momento in cui è venuto a sapere che il dottor Alderman viveva nella sua stessa zona, in Howell Road 460?»
«Sì.»
«La prego di dirci dove si trova il suo appartamento, utilizzando questa mappa, reperto numero 52 dell’imputato.» Thomas indicò un diagramma ingrandito di due isolati del quartiere di Noah, compresa la dépendance che aveva affittato e, di fronte, la casa principale, dove viveva il padrone di casa di Noah.
«Io abito in fondo alla via, lì.» Weissberg indicò la parte più bassa di Marlin Road. «Vivo al pianoterra di una casa a due piani. Quasi tutte le altre sono case singole.»
«Che lavoro fa?»
«Sono assistente di Linguistica alla Temple University.»
«Ora, veniamo agli eventi della sera in questione, mercoledì 10 maggio. A che ora è rientrato dal lavoro quella sera?»
«Quasi alle nove. Ho lavorato fino a tardi.»
«E che cosa ha fatto poi?»
«Ho portato fuori il cane.»
«A che ora è uscito per portare fuori il cane?»
«Più o meno alle 21:15.»
«Dica alla giuria che giro ha fatto. Può usare questa mappa, se vuole.»
Weissberg indicò la mappa, in modo generico. «Ho girato a destra in fondo alla mia via, su Devonette Road, poi ho girato di nuovo a destra e ho preso Howell Road.»
«Ha camminato sullo stesso lato della strada dove si trova la casa del dottor Alderman o sul lato opposto?»
«Sul lato opposto.»
«E Howell Road era buia o ben illuminata?»
«Era buia. In generale è un quartiere buio. Ci sono moltissimi alberi grandi. È una zona residenziale e le case sono grandi.»
«Ci sono lampioni lungo Howell Road, se lo sa?»
«No, non mi pare che ci siano.»
«C’erano feste o qualcosa del genere la sera in questione?»
«No. Le persone vanno a letto presto. Si tratta di un quartiere residenziale borghese con famiglie e bambini. Restano dentro a guardare la tv e a fare i compiti.»
«Ha visto qualcuno durante la sua passeggiata quella sera?»
«No.»
«Mentre camminava, stava facendo anche altro?»
«Sì, ero al telefono.»
«Posso chiederle con chi stava parlando?»
«Con quella che all’epoca era la mia fidanzata. L’ho chiamata quando sono uscito di casa con il cane. Lei lavorava alla New York University, era una relazione a distanza.»
«E che cosa è successo, ammesso che sia successo qualcosa, durante la sua passeggiata?»
«Ho sentito un grido.»
«E com’era il grido?»
«È stato improvviso, come se qualcuno avesse urlato ‘no!’ oppure ‘oh!’»
Thomas drizzò la testa. «Era ‘oh’ o ‘no’?»
«Era ‘oh’.»
«La voce era quella di una donna o di un uomo?»
«Quella di una donna.»
«Da adulto o da bambino?»
«Da adulto.»
«Da dove veniva il grido?»
«Dalla casa del dottor Alderman, sull’altro lato della strada.»
«Signor Weissberg, sa dirmi a che ora ha sentito il grido?»
Weissberg annuì. «L’ho sentito alle 21:28.»
«E come fa a saperlo?»
«Perché per caso ho guardato il telefono.»
«Dov’era lei quando ha sentito il grido?»
«Vicino al vialetto del dottor Alderman, a una quindicina di metri di distanza, era più avanti sulla sinistra, più o meno qui.» Weissberg indicò sulla mappa.
«Dal suo punto d’osservazione, riusciva a vedere la casa del dottor Alderman?»
«No, c’erano degli alberi che impedivano la visuale.»
«Riusciva a vedere il vialetto del dottor Alderman?»
«Sì.»
«Ha visto qualcosa sul vialetto?»
«Sì, una Range Rover nera.»
«Come fa a saperlo, se era buio?»
«L’ho vista chiaramente, è un’auto che non passa inosservata e mi è rimasta impressa, ehm, per quello che è successo dopo.»
Thomas fece una pausa. «C’erano altre auto nel vialetto in quel momento?»
«No. Solo quella.»
Noah sapeva che quello era un punto a suo favore. Era già agli atti che Anna aveva una Range Rover nera e che Noah aveva un suv dell’Audi.
«Signor Weissberg, che cos’è successo dopo che ha sentito il grido?»
«Il mio cane ha tirato il guinzaglio, io ho mollato la presa e lui si è messo a correre.»
«Correva verso il punto dal quale era venuto il grido?»
«All’inizio . Ha attraversato la strada, ma poi è tornato indietro. È andato un po’ di qua e un po’ di là, e poi è scappato via da me, risalendo Howell Road. È un beagle, ha un olfatto molto sviluppato.» Weissberg scosse la testa. «Fruga nell’immondizia di chiunque alla ricerca di avanzi di cibo.»
«Poi che cos’è successo?»
«Ho cominciato a rincorrerlo.»
«E mentre correva era al telefono con la sua fidanzata?»
«In un primo momento, sì, ma poi le ho detto che dovevo riagganciare perché temevo di perderlo.»
«Ed è riuscito a prenderlo?»
«Sì, ci ho messo venti minuti.»
«Dove si trovava quando l’ha ripreso?»
«All’inizio di Howell Road.»
Thomas fece una pausa. «Come ha fatto a vedere così bene l’auto nel vialetto del dottor Alderman?»
«Perché sono andato in quella direzione mentre rincorrevo il cane.»
«Quando ha sentito il grido, come si è sentito?»
«Turbato, voglio dire, ho avuto la sensazione che fosse successo qualcosa di brutto, per istinto.» Weissberg aggrottò la fronte. «Mi sento ancora in colpa per questo. È solo che mi sono distratto quando il cane è scappato via. Non volevo che qualcuno lo investisse.»
«Vostro onore, posso avvicinarmi al testimone?» Thomas tornò al banco degli avvocati quando il giudice Gardner annuì, e prese tre copie di un documento da sopra il suo blocco degli appunti, poi ne diede una al giudice, una a Linda e, infine, una a Weissberg. «Signor Weissberg, le sto mostrando una schermata e le chiedo, l’elenco rappresenta le chiamate che lei ha fatto quella sera?»
«Sì.»
Thomas annuì. «Vostro onore, inserisco il documento fra le prove come reperto numero 32 dell’imputato.»
Linda fece un cenno con la mano a indicare che non aveva osservazioni da fare. «Nessuna obiezione, Vostro onore.»
«È ammesso.» Il giudice Gardner annuì e Thomas si girò verso il banco dei testimoni.
«Signor Weissberg, il documento mostra che la telefonata con la sua fidanzata è iniziata alle 21:02 ed è terminata alle 21:47?»
«Sì.»
«Lei ha detto alla sua fidanzata di avere sentito un grido?»
«No.»
«Sa dirmi quanto tempo è rimasto al telefono con lei dopo avere sentito il grido?»
«No.»
«Ora, dopo avere ripreso il cane, è tornato indietro passando per la via del dottor Alderman?»
«Sì.»
«Ed è passato davanti alla casa del dottor Alderman?»
«Sì.»
«E ha guardato nel vialetto del dottor Alderman?»
«Sì, esatto. Mi ricordavo del grido.»
«E che cosa ha visto nel vialetto del dottor Alderman la seconda volta?»
«Ho visto che dietro alla Range Rover era parcheggiata un’altra macchina.»
«E che tipo di macchina era?»
«Era un suv dell’Audi grigio.»
Noah fece un sospiro di sollievo. La testimonianza di Weissberg era andata molto bene. Thomas aveva raggiunto il suo obiettivo. Il suv dell’Audi di Noah non era nel vialetto quando era stato sentito il grido, che presumibilmente era di Anna.
«Non ho altre domande. Grazie, signor Weissberg.»
Thomas tornò al banco degli avvocati e, nello stesso momento, Linda balzò in piedi, si sistemò l’abito e si diresse a passo deciso al banco dei testimoni.
«Signor Weissberg, mi chiamo Linda Swain-Pettit e rappresento lo Stato della Pennsylvania. La ringrazio per essere qui oggi.»
«Non c’è di che» rispose Weissberg con un sorriso cordiale, senza rendersi conto che si trattava di una formalità.
«Lei ha detto di essere certo di avere sentito il grido provenire dalla direzione della casa dell’imputato, è corretto?»
«Sì.»
«Ma lei ha detto anche che era una bella serata, è corretto?»
«Sì.»
Linda si rivolse al giudice Gardner. «Forse Vostro onore desidera mettere agli atti che era una serata limpida e temperata a quell’ora, ventidue gradi e bassa umidità. Ho verificato queste informazioni su accuweather.com.»
«Bene, proceda» annuì il giudice Gardner.
«Grazie, Vostro onore.» Linda si girò di nuovo verso il banco dei testimoni. «Signor Weissberg, lei ricorda se alcuni dei residenti avevano la finestra aperta quella sera?»
«No, non ricordo.»
«Ma lei ha testimoniato che le persone erano in casa a guardare la tv, non è vero?»
«Sì, è vero.»
«Signor Weissberg, non è vero che lei lo sapeva perché aveva visto le tv accese?»
«Sì. Si vede che cosa succede dentro le case e le persone avevano la tv accesa.»
«Quindi è sicuramente possibile che le finestre fossero aperte, dato il clima temperato, non è così?»
«Sì, credo di sì.» Weissberg sbatté le palpebre dietro le lenti.
«E non è possibile, inoltre, che il suono che lei ha sentito provenisse da una tv?»
«No, penso di averlo sentito provenire dal vialetto.» Weissberg scosse la testa.
Noah restò impassibile, ma avrebbe voluto fare salti di gioia.
Linda aggrottò la fronte. «Ma lei non può avere la certezza assoluta che il suono provenisse da lì, o no?»
«Penso di essere abbastanza sicuro.»
Linda lo fulminò con lo sguardo. «Signor Weissberg, lei pensa di essere abbastanza sicuro, ma lei era al telefono in quel momento, non è vero?»
«Sì.»
«E il suo cane è un beagle, che tira il guinzaglio quando lei lo porta fuori, non è così?»
«Sì, tutte le volte che usciamo.»
«Il cane ansima anche, quando lo porta a passeggio?»
«Sì.»
«Signor Weissberg, allora ricapitolando, lei sta passeggiando con il cane, che tira il guinzaglio e ansima, e intanto è al telefono con la sua fidanzata, è corretto?»
«Sì.»
«Signor Weissberg, qual era l’argomento della conversazione?» Al banco degli avvocati, Thomas si spostò sulla sedia, ma non obiettò. Noah cominciò a scoraggiarsi. Linda sembrava che stesse rimuginando, ma lui sapeva che aveva già un piano.
Weissberg esitò. «Parlavamo della nostra relazione.»
«Era una conversazione emotiva o calma?»
«Emotiva.»
«Uno di voi due stava alzando la voce?»
«Sì.»
«Uno di voi due stava piangendo?»
Weissberg sbatté le palpebre. «Sì, lei.»
Linda alzò la testa perfettamente pettinata. «Quindi lei sta camminando lungo la strada di notte, il suo cane sta ansimando mentre tira il guinzaglio e lei sta avendo una conversazione emotiva al telefono con la sua fidanzata, che sta piangendo, e ci sono le televisioni accese nelle case, è corretto?»
«Sì.»
«Di fatto, lei era talmente distratto da essersi lasciato sfuggire il guinzaglio, è corretto?»
«Sì.»
«Eppure nonostante tutte queste distrazioni, il cane che tirava e ansimava, la sua fidanzata che piangeva, le tv accese che si sentivano dalle finestre che probabilmente erano aperte, è sicuro di avere sentito il rumore provenire dalla casa dell’imputato precisamente alle 21:28?»
«Ho notato l’ora sullo schermo del telefono» rispose Weissberg, di nuovo sulla difensiva.
«Signor Weissberg.» Linda lo guardò come se fosse pazzo. «Lei ha visto quei minuscoli numeri in alto sullo schermo col buio, con tutte quelle distrazioni?»
«Lo schermo era, ehm, acceso.»
«E lei li ha visti precisamente nel momento in cui il suo amato cane è scappato, la sua fidanzata piangeva e lei era distratto, è questa la sua testimonianza?»
«Mi sembrava... di sì, ma forse mi sbaglio» rispose Weissberg, vacillando.
«Quindi non è possibile che lei si sia sbagliato?»
«Penso che sia possibile.» Weissberg deglutì a fatica.
«Non ho altre domande, Vostro onore.» Linda si girò sui tacchi.