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Noah, dopo
Processo, sesto giorno
Noah osservava mentre Thomas
chiamava il loro testimone al banco, sperando che fosse di aiuto
per la difesa, ne aveva un gran bisogno. Thomas aveva detto a Noah
di restare fiducioso, ma era quasi impossibile. A ogni modo, rimase
a testa alta mentre il testimone giurava e si sedeva, aggiustandosi
il microfono nero.
«Esponga le sue generalità, nome, cognome, e
indirizzo, per la messa agli atti»
disse Thomas, che si trovava di fronte al banco dei
testimoni.
«Mi chiamo Richard Weissberg e vivo in Marlin Road
474, a Haverford, Pennsylvania.»
«Signor Weissberg, lei conosce il dottor
Alderman?»
«No.»
Noah non aveva mai visto
Weissberg, che era di altezza e corporatura medie, con un paio di
occhiali tartarugati che conferivano un aspetto da intellettuale al
suo viso rotondo e amichevole, incorniciato da capelli corti
castano scuro.
Indossava un abito di lana
scuro e una cravatta di seta e Noah si sentì incoraggiato
dall’aspetto piacevole e affidabile che Weissberg aveva al banco
dei testimoni.
«Signor Weissberg, c’è stato un momento in cui è
venuto a sapere che il dottor Alderman viveva nella sua stessa
zona, in Howell Road 460?»
«Sì.»
«La prego di dirci dove si trova il suo
appartamento, utilizzando questa mappa, reperto numero 52
dell’imputato.» Thomas indicò un
diagramma ingrandito di due isolati del quartiere di Noah, compresa
la dépendance che aveva affittato e,
di fronte, la casa principale, dove viveva il padrone di casa di
Noah.
«Io abito in fondo alla via, lì.» Weissberg indicò la parte più bassa di Marlin
Road. «Vivo al pianoterra di una casa
a due piani. Quasi tutte le altre sono case singole.»
«Che lavoro fa?»
«Sono assistente di Linguistica alla Temple
University.»
«Ora, veniamo agli eventi della sera in questione,
mercoledì 10 maggio. A che ora è rientrato dal lavoro quella
sera?»
«Quasi alle nove. Ho lavorato fino a
tardi.»
«E che cosa ha fatto poi?»
«Ho portato fuori il cane.»
«A che ora è uscito per portare fuori il
cane?»
«Più o meno alle 21:15.»
«Dica alla giuria che giro ha fatto. Può usare
questa mappa, se vuole.»
Weissberg indicò la mappa, in
modo generico. «Ho girato a destra in
fondo alla mia via, su Devonette Road, poi ho girato di nuovo a
destra e ho preso Howell Road.»
«Ha camminato sullo stesso lato della strada dove si
trova la casa del dottor Alderman o sul lato
opposto?»
«Sul lato opposto.»
«E Howell Road era buia o ben
illuminata?»
«Era buia. In generale è un quartiere buio. Ci sono
moltissimi alberi grandi. È una zona residenziale e le case sono
grandi.»
«Ci sono lampioni lungo Howell Road, se lo
sa?»
«No, non mi pare che ci siano.»
«C’erano feste o qualcosa del genere la sera in
questione?»
«No. Le persone vanno a letto presto. Si tratta di
un quartiere residenziale borghese con famiglie e bambini. Restano
dentro a guardare la tv e a fare i compiti.»
«Ha visto qualcuno durante la sua passeggiata quella
sera?»
«No.»
«Mentre camminava, stava facendo anche
altro?»
«Sì, ero al telefono.»
«Posso chiederle con chi stava
parlando?»
«Con quella che all’epoca era la mia fidanzata. L’ho
chiamata quando sono uscito di casa con il cane. Lei lavorava alla
New York University, era una relazione a distanza.»
«E che cosa è successo, ammesso che sia successo
qualcosa, durante la sua passeggiata?»
«Ho sentito un grido.»
«E com’era il grido?»
«È stato improvviso, come se
qualcuno avesse urlato ‘no!’ oppure ‘oh!’»
Thomas drizzò la testa.
«Era ‘oh’ o ‘no’?»
«Era ‘oh’.»
«La voce era quella di una donna o di un
uomo?»
«Quella di una donna.»
«Da adulto o da bambino?»
«Da adulto.»
«Da dove veniva il grido?»
«Dalla casa del dottor Alderman, sull’altro lato
della strada.»
«Signor Weissberg, sa dirmi a che ora ha sentito il
grido?»
Weissberg annuì.
«L’ho sentito alle
21:28.»
«E come fa a saperlo?»
«Perché per caso ho guardato il
telefono.»
«Dov’era lei quando ha sentito il
grido?»
«Vicino al vialetto del dottor Alderman, a una
quindicina di metri di distanza, era più avanti sulla sinistra, più
o meno qui.» Weissberg indicò sulla
mappa.
«Dal suo punto d’osservazione, riusciva a vedere la
casa del dottor Alderman?»
«No, c’erano degli alberi che impedivano la
visuale.»
«Riusciva a vedere il vialetto del dottor
Alderman?»
«Sì.»
«Ha visto qualcosa sul vialetto?»
«Sì, una Range Rover nera.»
«Come fa a saperlo, se era buio?»
«L’ho vista chiaramente, è un’auto che non passa
inosservata e mi è rimasta impressa, ehm, per quello che è successo
dopo.»
Thomas fece una pausa.
«C’erano altre auto nel vialetto in
quel momento?»
«No. Solo quella.»
Noah sapeva che quello era un
punto a suo favore. Era già agli atti che Anna aveva una Range
Rover nera e che Noah aveva un suv
dell’Audi.
«Signor Weissberg, che cos’è successo dopo che ha
sentito il grido?»
«Il mio cane ha tirato il guinzaglio, io ho mollato
la presa e lui si è messo a correre.»
«Correva verso il punto dal quale era venuto il
grido?»
«All’inizio sì. Ha
attraversato la strada, ma poi è tornato indietro. È andato un po’
di qua e un po’ di là, e poi è scappato via da me, risalendo Howell
Road. È un beagle, ha un olfatto molto sviluppato.» Weissberg scosse la testa. «Fruga nell’immondizia di chiunque alla ricerca di
avanzi di cibo.»
«Poi che cos’è successo?»
«Ho cominciato a rincorrerlo.»
«E mentre correva era al telefono con la sua
fidanzata?»
«In un primo momento, sì, ma poi le ho detto che
dovevo riagganciare perché temevo di perderlo.»
«Ed è riuscito a prenderlo?»
«Sì, ci ho messo venti minuti.»
«Dove si trovava quando l’ha ripreso?»
«All’inizio di Howell Road.»
Thomas fece una pausa.
«Come ha fatto a vedere così bene
l’auto nel vialetto del dottor Alderman?»
«Perché sono andato in quella direzione mentre
rincorrevo il cane.»
«Quando ha sentito il grido, come si è
sentito?»
«Turbato, voglio dire, ho avuto la sensazione che
fosse successo qualcosa di brutto, per istinto.» Weissberg aggrottò la fronte. «Mi sento ancora in colpa per questo. È solo che mi
sono distratto quando il cane è scappato via. Non volevo che
qualcuno lo investisse.»
«Vostro onore, posso avvicinarmi al
testimone?» Thomas tornò al banco
degli avvocati quando il giudice Gardner annuì, e prese tre copie
di un documento da sopra il suo blocco degli appunti, poi ne diede
una al giudice, una a Linda e, infine, una a Weissberg.
«Signor Weissberg, le sto mostrando
una schermata e le chiedo, l’elenco rappresenta le chiamate che lei
ha fatto quella sera?»
«Sì.»
Thomas annuì. «Vostro onore, inserisco il documento fra le prove
come reperto numero 32 dell’imputato.»
Linda fece un cenno con la
mano a indicare che non aveva osservazioni da fare. «Nessuna obiezione, Vostro onore.»
«È
ammesso.» Il giudice Gardner annuì e Thomas si girò verso il
banco dei testimoni.
«Signor Weissberg, il documento mostra che la
telefonata con la sua fidanzata è iniziata alle 21:02 ed è
terminata alle 21:47?»
«Sì.»
«Lei ha detto alla sua fidanzata di avere sentito un
grido?»
«No.»
«Sa dirmi quanto tempo è rimasto al telefono con lei
dopo avere sentito il grido?»
«No.»
«Ora, dopo avere ripreso il cane, è tornato indietro
passando per la via del dottor Alderman?»
«Sì.»
«Ed è passato davanti alla casa del dottor
Alderman?»
«Sì.»
«E ha guardato nel vialetto del dottor
Alderman?»
«Sì, esatto. Mi ricordavo del grido.»
«E che cosa ha visto nel vialetto del dottor
Alderman la seconda volta?»
«Ho visto che dietro alla Range Rover era
parcheggiata un’altra macchina.»
«E che tipo di macchina era?»
«Era un suv dell’Audi
grigio.»
Noah fece un sospiro di
sollievo. La testimonianza di Weissberg era andata molto bene.
Thomas aveva raggiunto il suo obiettivo. Il suv dell’Audi di Noah non era nel vialetto quando
era stato sentito il grido, che presumibilmente era di Anna.
«Non ho altre domande. Grazie, signor
Weissberg.»
Thomas tornò al banco degli
avvocati e, nello stesso momento, Linda balzò in piedi, si sistemò
l’abito e si diresse a passo deciso al banco dei testimoni.
«Signor Weissberg, mi chiamo Linda Swain-Pettit e
rappresento lo Stato della Pennsylvania. La ringrazio per essere
qui oggi.»
«Non c’è di che»
rispose Weissberg con un sorriso cordiale, senza rendersi conto che
si trattava di una formalità.
«Lei ha detto di essere certo di avere sentito il
grido provenire dalla direzione della casa dell’imputato, è
corretto?»
«Sì.»
«Ma lei ha detto anche che era una bella serata, è
corretto?»
«Sì.»
Linda si rivolse al giudice
Gardner. «Forse Vostro onore desidera
mettere agli atti che era una serata limpida e temperata a
quell’ora, ventidue gradi e bassa umidità. Ho verificato queste
informazioni su accuweather.com.»
«Bene, proceda» annuì
il giudice Gardner.
«Grazie, Vostro onore.» Linda si girò di nuovo verso il banco dei
testimoni. «Signor Weissberg, lei
ricorda se alcuni dei residenti avevano la finestra aperta quella
sera?»
«No, non ricordo.»
«Ma lei ha testimoniato che le persone erano in casa
a guardare la tv, non è vero?»
«Sì, è vero.»
«Signor Weissberg, non è vero che lei lo sapeva
perché aveva visto le tv accese?»
«Sì. Si vede che cosa succede dentro le case e le
persone avevano la tv accesa.»
«Quindi è sicuramente possibile che le finestre
fossero aperte, dato il clima temperato, non è così?»
«Sì, credo di sì.»
Weissberg sbatté le palpebre dietro le lenti.
«E non è possibile, inoltre, che il suono che lei ha
sentito provenisse da una tv?»
«No, penso di averlo sentito provenire dal
vialetto.» Weissberg scosse la
testa.
Noah restò impassibile, ma
avrebbe voluto fare salti di gioia.
Linda aggrottò la fronte.
«Ma lei non può avere la certezza
assoluta che il suono provenisse da lì, o no?»
«Penso di essere abbastanza sicuro.»
Linda lo fulminò con lo
sguardo. «Signor Weissberg, lei
pensa di essere abbastanza sicuro, ma lei era al telefono in quel
momento, non è vero?»
«Sì.»
«E il suo cane è un beagle, che tira il guinzaglio
quando lei lo porta fuori, non è così?»
«Sì, tutte le volte che usciamo.»
«Il cane ansima anche, quando lo porta a
passeggio?»
«Sì.»
«Signor Weissberg, allora ricapitolando, lei sta
passeggiando con il cane, che tira il guinzaglio e ansima, e
intanto è al telefono con la sua fidanzata, è
corretto?»
«Sì.»
«Signor Weissberg, qual era l’argomento della
conversazione?» Al banco degli
avvocati, Thomas si spostò sulla sedia, ma non obiettò. Noah
cominciò a scoraggiarsi. Linda sembrava che stesse rimuginando, ma
lui sapeva che aveva già un piano.
Weissberg esitò.
«Parlavamo della nostra
relazione.»
«Era una conversazione emotiva o
calma?»
«Emotiva.»
«Uno di voi due stava alzando la
voce?»
«Sì.»
«Uno di voi due stava piangendo?»
Weissberg sbatté le palpebre.
«Sì, lei.»
Linda alzò la testa
perfettamente pettinata. «Quindi lei
sta camminando lungo la strada di notte, il suo cane sta ansimando
mentre tira il guinzaglio e lei sta avendo una conversazione
emotiva al telefono con la sua fidanzata, che sta piangendo, e ci sono le televisioni accese nelle case, è
corretto?»
«Sì.»
«Di fatto, lei era talmente distratto da essersi
lasciato sfuggire il guinzaglio, è corretto?»
«Sì.»
«Eppure nonostante tutte queste distrazioni, il cane che tirava e
ansimava, la sua fidanzata che piangeva, le tv accese che si
sentivano dalle finestre che probabilmente erano aperte, è
sicuro di avere sentito il rumore
provenire dalla casa dell’imputato precisamente alle
21:28?»
«Ho notato l’ora sullo schermo del
telefono» rispose Weissberg, di nuovo
sulla difensiva.
«Signor Weissberg.»
Linda lo guardò come se fosse pazzo. «Lei ha visto quei minuscoli
numeri in alto sullo schermo col buio, con tutte quelle
distrazioni?»
«Lo schermo era, ehm, acceso.»
«E lei li ha visti precisamente nel momento in cui
il suo amato cane è scappato, la sua fidanzata piangeva e lei era
distratto, è questa la sua
testimonianza?»
«Mi sembrava... di sì, ma forse mi
sbaglio» rispose Weissberg,
vacillando.
«Quindi non è possibile
che lei si sia sbagliato?»
«Penso che sia possibile.» Weissberg deglutì a fatica.
«Non ho altre domande, Vostro onore.» Linda si girò sui tacchi.