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Noah, dopo
Processo, quinto giorno
In aula calò un silenzio di
tomba mentre la registrazione del 911 risuonava dagli
altoparlanti:
«Risponde il 911, qual è la
sua emergenza?»
«La mia figliastra non
respira. Il massaggio cardiaco non funziona. Sono un dottore, ma
non funziona. Non si fa più la respirazione bocca a bocca, vero?
Solo le compressioni toraciche, giusto?»
«Sì, solo le compressioni
toraciche, dottore. Ci sono lesioni? Che cosa è successo?»
«Penso che sia stata
strangolata. Mandate un’ambulanza. L’indirizzo è Howell Road
460.»
«Sta arrivando. Continui a
fare le compressioni. Quanti anni a sua figlia?»
«Figliastra. Ha diciassette
anni. Le compressioni non funzionano. Penso di stare esercitando
una forza sufficiente. Ascolti, l’ambulanza sta arrivando?»
«Sì, è già partita. Resti al
telefono con me. Le darò istruzioni...»
«Non posso, devo andare. Non
posso restare al telefono e fare le compressioni. La prego, mandi
un’ambulanza. Grazie.»
Noah non ricordava che la
registrazione desse un’impressione tanto negativa quando Thomas
l’aveva presentata durante l’esame diretto, perché Thomas aveva
preparato tutto come avevano concordato. Ma ora Noah la stava
ascoltando con le orecchie di Maggie. Non riusciva a vederla nella
galleria, ma sapeva che la registrazione l’avrebbe uccisa.
«Dottor Alderman, torniamo al momento in cui lei ha
scoperto il corpo della sua figliastra, strangolata sulla sua
veranda. Doveva essere rimasto scioccato da quell’orribile vista,
non è vero?»
«Sì.»
«E sicuramente era terrorizzato, non è
vero?»
«Sì.»
«E doveva essere sconvolto dal dolore nel rendersi
conto che una ragazza così giovane, la sua figliastra, era morta,
non è vero?»
«Sì.»
«Ma lei non ha manifestato nessuna di queste
emozioni nella registrazione del 911, non è vero?»
Noah esitò. «No.»
Linda abbozzò un sorriso.
«Non c’è nessuna espressione alterata
che ci si aspetterebbe da un patrigno scioccato, terrorizzato e
sconvolto dal dolore, vero?»
«Be’, no.»
«Lei non ha detto ‘oh, mio dio!’ oppure ‘oh no!’,
giusto?»
«No.»
«Lei non ha pianto, giusto?»
«No.»
«Lei ha formulato frasi complete, non è
vero?»
«Sì.»
«Lei ha fatto domande coerenti, non è
vero?»
«Sì.» Noah sentiva il
fruscio dei giurati che si spostavano alle sue spalle. Thomas
glielo avrebbe sconsigliato, ma doveva offrire qualche spiegazione.
«Provavo quelle emozioni, ma le
tenevo dentro. Sono un professionista, un medico, penso di avere
reagito come farebbe un medico.»
Linda si ritrasse.
«Lei sta dicendo che non faceva
alcuna differenza il fatto di sapere che quella paziente, quel
cadavere, fosse la sua figliastra?»
«No, voglio dire, ehm, non è questo che voglio dire.
Intendo dire che mi sono comportato da medico. Provavo quelle cose,
quelle emozioni, ma mi sono comportato da medico.»
«Eppure per essere uno che si comporta da medico,
sembrava non ricordare come si fa il massaggio cardiaco, non è
vero?»
Noah sbatté le palpebre.
«Ehm, forse avevo bisogno di qualche
consiglio. Sapevo che la procedura era cambiata. Non avevo mai
eseguito il massaggio cardiaco in una situazione reale. Non ho la
certificazione.»
«È interessante, non le pare,
che nella registrazione non si senta che lei respiri con difficoltà
o sia affannato, come succederebbe a chiunque stesse facendo delle
compressioni toraciche per rianimare il corpo della propria
figliastra.»
«Non so perché non fossi affannato.» Noah stava dimenticando che doveva rispondere solo
sì o no. Non era semplice come sembrava.
«Dottor Alderman, non ha inviato un messaggio alla
sua figliastra per farla venire a casa sua e quando quest’ultima ha
rifiutato le sue avances sessuali per l’ennesima volta, lei l’ha
uccisa a mani nude?»
«No.»
«Vero, continuo a dimenticare che lei l’ha trovata
strangolata e che era scioccato, terrorizzato e sconvolto dal
dolore, è corretto?»
«Corretto.»
«Dottor Alderman, lei ha dichiarato in precedenza
che dopo che Anna ha presentato un’istanza per un ordine di
protezione contro gli abusi contro di lei, sua moglie le ha chiesto
di andarsene di casa, è corretto?»
«Sì.» Noah non poteva
pensare a Maggie in quel momento. Capiva che lei si era trovata tra
due fuochi.
«Non è vero che dopo che si è sparsa la voce
sull’istanza di Anna, alcuni dei suoi pazienti hanno smesso di
venire da lei?»
«Sì.» Noah si sentì in
imbarazzo. Alcuni appuntamenti erano stati cancellati già il giorno
successivo. La voce si era sparsa sui social media.
«Non è vero quindi che dopo l’istanza di Anna, lei
ha perso sua moglie, la sua casa e alcuni dei suoi
pazienti?»
«Sì.» Noah non voleva
rivivere quel momento né farlo rivivere a Maggie, ma era
inevitabile.
«Sua moglie non sta testimoniando a suo favore in
questo processo, vero?»
«No.»
«Né è venuta in tribunale per sostenerla,
vero?»
«No, non è qui.» Noah
non esitò. Maggie era ancora in aula.
«Quindi.» Linda
incrociò le braccia. «Non è vero che
dopo che Anna ha presentato l’istanza per l’ordine di protezione
contro gli abusi contro di lei, lei provava rabbia nei confronti di
Anna?»
«No.»
«Lei sta davvero chiedendo alla giuria di credere
che, nonostante Anna le costasse così tanto, non provava sentimenti negativi nei suoi confronti?»
«Sì.» Noah non sapeva
cos’altro dire. Ma anche se l’avesse saputo, sarebbe stato
spacciato in ogni caso. Non riusciva a vedere Thomas al banco degli
avvocati. Linda gli bloccava la visuale.
Linda si avvicinò
minacciosamente, socchiudendo gli occhi. «Ma lei ha detto che Anna era una bugiarda,
corretto?»
«Sì.»
«Sta dicendo che a lei questo non
importava?»
Noah vide le persone in
galleria scambiarsi degli sguardi. Maggie sapeva che Noah stava
mentendo. «Be’, ehm, non è che non
m’importasse.»
«Quindi lei provava dei sentimenti negativi nei
confronti di Anna, non è vero?»
Noah esitò. «Un po’. Sì.»
«Lei provava rabbia nei suoi confronti, non è
vero?»
«Un po’ sì.» Noah
seppe che era la cosa sbagliata da dire non appena gli occhi di
Linda si illuminarono.
«Lei provava qualcosa di più di un po’ di rabbia, non è vero?»
«No.»
«Dottor Alderman, lei non era furioso con Anna
perché aveva presentato quell’istanza mentendo sul suo
conto?»
«No.»
«E non era furioso con
Anna per aver rifiutato le sue avances sessuali?»
«No.»
Linda si avvicinò ancora di
più al banco. «Lei non ha adescato
Anna per farla venire a casa sua con quel messaggio?»
«No.»
«Lei non ha fatto altre avances sessuali ad Anna
sulla veranda di casa sua?»
«No.»
«E quando Anna ha rifiutato per l’ennesima volta le
sue avances, non è venuta fuori tutta quella rabbia che aveva
dentro e l’ha strangolata a mani nude?»
«Questo non è vero!»
Noah alzò la voce, ma persino lui sentiva la rabbia nella sua
voce.
«Passiamo oltre la registrazione del
911.» Linda tornò al banco degli
avvocati e Noah vide le facce che lo fissavano. Le loro espressioni
di rabbia, disapprovazione, giudizio. Maggie era fra loro, ma non
riusciva a vederla.
Improvvisamente a Noah sembrò
di vedere una persona in fondo alla galleria che si tirava indietro
i capelli, un gesto che gli ricordava molto Maggie, quando si
spostava un ciuffo dagli occhi. Ritornò con la mente alla prima
sera, la sera in cui avrebbe già dovuto capire tutto. Erano stati
al negozio di mobili, poi da Bed Bath & Beyond e Maggie era
salita di sopra dopo avere dato la buonanotte ad Anna.
«Tutto bene?» le aveva
chiesto lui, vedendola preoccupata.
«Tutto okay.»
«Meglio così.» Noah le
aveva dato il bacio della buonanotte, ma lei l’aveva ricambiato in
modo automatico, il che era insolito. A Maggie piaceva chiamarsi la
Regina del bacio alla francese.
«Vi siete divertiti in negozio?»
«Intendi da Bloodbath & Beyond?»
«Che significa?»
Maggie aveva aggrottato la fronte.
È una
battuta. Noah si stava togliendo la maglietta, un gesto che
normalmente avrebbe suscitato un complimento da parte di Maggie
sulle sue braccia o sul suo petto.
«Ti va di andare a guidare con Anna?»
«Ma lei sa già guidare.»
«Intendo semplicemente fare qualche lezione di
guida. Per essere certi che si senta a suo agio al volante. E
sicura.»
«Cos’è questa storia della macchina? Vuole comprare
una Range Rover? Quello che le serve è prendere una patente valida
in Pennsylvania. Non dovrebbe andare in giro senza. Non penso che
la patente del Maine sia valida qui alla sua età.»
«Non mi riferisco alla macchina o alla patente, sto
parlando di lezioni di guida. Ti va di portarla? Potrebbe essere un
modo carino per passare del tempo insieme. Per conoscervi, come hai
detto tu.»
«Okay.»
«E io starò con Caleb.»
«Oppure può venire anche lui.»
«No, penso che sia meglio che andiate da soli,
solamente tu e Anna. Ti piace l’idea?»
Noah aveva detto di sì e
quello si era rivelato il suo secondo grande errore.
Il primo errore era stato
accettare che Anna andasse a vivere con loro.