15
Noah, dopo
Processo, quinto giorno
Noah si fece coraggio mentre
Linda si avvicinava per iniziare il controesame. Non aveva visto
Maggie entrare in aula durante l’esame diretto e questo l’aveva
preoccupato. Detestava l’idea che stesse ancora piangendo in auto.
L’esame diretto era andato bene e aveva testimoniato per tre ore,
un tempo che avevano cronometrato durante le prove. Thomas credeva
che fosse la durata perfetta per la testimonianza, dato che la
capacità di attenzione della maggior parte dei giurati era
condizionata dai film.
Linda si preparò allo scontro
al banco dei testimoni. «Dottor
Alderman, mi chiamo Linda Swain-Pettit e rappresento lo Stato della
Pennsylvania. Ho alcune domande per lei.»
«Certo.» Noah disse a
sé stesso di mantenere la calma, che poteva affrontarla. Lui e
Thomas avevano provato il controesame, ponendosi ogni possibile
domanda che Linda avrebbe potuto gettargli addosso. Noah aveva
imparato alla perfezione la sua storia e l’aveva appena raccontata
all’esame diretto, quindi tutto ciò che doveva fare era non
indebolire la sua posizione. Thomas gliel’aveva ripetuto
all’infinito: ‘Rispondi solo alla domanda; non dare informazioni
non richieste né spiegazioni’.
«Partiamo dal reperto dell’accusa numero
26.» Linda scorse velocemente i
reperti appoggiandosi al banco del giudice, tirò fuori
l’ingrandimento di una foto di Anna e la appoggiò su un cavalletto.
Anna era bella nella foto che Noah aveva scattato inquadrandola
dalle spalle in su, i capelli lunghi sul collo sinuoso, gli occhi
azzurri accattivanti e il suo sorriso stranamente malizioso. Ora
Noah sapeva il perché. Troppo tardi.
«Dottor Alderman, lei ha scattato questa foto ad
Anna durante una vacanza in famiglia a Stone Harbor, è
corretto?»
«No, non una vacanza tout court. Siamo andati una
giornata al mare.»
«Tout court?» Linda
sogghignò. «È francese?»
«Sì, significa ‘vera e propria’.»
«So che cosa significa. La mia domanda è, è stato
lei a scattare questa foto, non è vero?»
«Sì.» Noah si sentì
destabilizzato. Uno dei giurati fece una risatina. Thomas l’aveva
soprannominato il Signor Sotuttoio ed era vero. Un tempo anche Noah
pensava di sapere tutto. Prima.
«Dottor Alderman la invito a osservare attentamente
lo schermo mentre le mostro il reperto dell’accusa numero 15 e le
chiedo, lei ha scattato anche questa fotografia ad Anna, non è
vero?»
«Sì» rispose Noah,
mentre sullo schermo si apriva un’immagine di Anna in un bikini a
fiori, in posa a riva. Persino mentre indossava un costume da bagno
sexy, sembrava dolce, innocente e modesta. Nessuna di quelle erano
qualità che Anna possedeva, eppure era riuscita a prendersi gioco
di tutti.
«Continui a osservare lo schermo mentre le mostro
altre dieci foto di Anna, i Reperti dell’accusa dal 16 al 25 e le
chiedo, anche in questo caso è stato lei a scattare le foto, non è
vero?»
«Sì» rispose Noah,
mentre sullo schermo si succedevano le foto con Anna in pose
diverse in costume da bagno sulla riva. I giurati allungarono il
collo, spostandosi sulle sedie.
«Dottor Alderman, sua moglie e suo figlio erano in
spiaggia con lei quel giorno, non è vero?»
«Sì.»
«Lei non ha scattato foto a sua moglie,
giusto?»
«No.» Noah non fornì
spiegazioni perché Thomas gli aveva detto di non dare informazioni
non richieste. A Maggie non piaceva essere fotografata perché si
sentiva sempre grassa. Lui non era d’accordo, ma le fotografie non
catturavano mai la vivacità che la caratterizzava, la vitalità e il
brio nei suoi occhi. La prima volta che l’aveva vista, aveva
pensato che era una donna piena di vita, e
che i suoi occhi danzavano.
«Lei non ha scattato foto a suo figlio,
giusto?»
«No.» Noah ripensò a
quella giornata. Caleb non si era fermato un attimo in spiaggia ed
erano stati impegnati a fare castelli di sabbia e a trovare
granchi.
L’acqua era fredda, ma Caleb
aveva voluto fare comunque il bagno. Noah l’aveva avvolto nel suo
asciugamano di SpongeBob, le sue spalle ossute tremavano, le labbra
blu dopo aver mangiato un ghiacciolo. Il suo perfetto figlio
imperfetto.
«Sua moglie non era presente quando lei ha scattato
queste foto ad Anna, vero?»
«No.» Noah non diede
spiegazioni. La spiegazione avrebbe solo peggiorato le cose. Vedeva
Thomas fargli dei cenni con gli occhi, per metterlo in
guardia.
«Dov’era sua moglie mentre lei scattava le
foto?»
«Era andata a comprare il pranzo con mio figlio
Caleb.»
«Non è vero che lei ha aspettato che se ne fossero
andati per chiedere ad Anna di mettersi in posa per lei in
costume?»
«No, non è vero.» Noah
doveva dire qualcosa. Era andato al banco dei testimoni per un
motivo. «È stata Anna a chiedermi di
scattare quelle foto. Non è stata una mia idea, è lei che me l’ha
chiesto. Voleva delle foto da mettere su facebook. Non riusciva a
sceglierne una, è per questo che ce ne sono così
tante.»
Gli occhi di Linda brillarono
di incredulità. «Dottor Alderman, sta
cercando di dirci che Anna, un’adolescente, non sapeva fare un
selfie?»
«No.»
«Se era stata Anna a chiederle di scattare delle
foto, perché Anna non gli ha dato il suo telefono per
farle?»
Noah aveva capito quale fosse
la risposta, ma non poteva dirla. Thomas l’avrebbe ucciso.
«Non lo so.»
«Ma lei non ha mai inviato ad Anna le foto in modo
che potesse pubblicarle, vero? Posso mostrarle il suo telefono, se
ha bisogno di rinfrescarsi la memoria.» Linda indicò il tavolo delle prove, sul quale si
trovavano i reperti riposti in sacchetti ed etichettati.
«No, non le ho mai inviate. Devo essermene
dimenticato.» Noah aveva capito
l’implicazione. Il fatto che lui non le avesse inviate faceva
sembrare che non fosse stata Anna a chiedergli di scattare le
foto.
«Dottor Alderman, non c’è stato un momento in cui è
venuto a conoscenza del fatto che Anna era l’unica ereditiera di
una fortuna di cinquanta milioni di dollari?»
«Sì.»
«Lei aveva un atteggiamento amichevole nei confronti
di Anna quando è venuta a vivere da voi, non è vero?»
«Sì.» Noah aveva
capito che Linda stava facendo un collegamento per la giuria, ma
doveva difendersi. «Stavo cercando di
essere un buon patrigno, tutto qui.»
«Non è vero che lei si è offerto di dare ad Anna una
lezione di guida?»
«Sì.»
«Non è vero anche che Anna sapeva già
guidare?»
«Sì.» Noah detestava
doversi difendere. In verità, era stata Maggie a chiedergli di
portare fuori Anna in modo che potessero conoscersi meglio.
«Dottor Alderman, non è vero che lei ha saputo
dell’enorme ricchezza di Anna prima di offrirsi di darle una
lezione di guida?»
«Sì.» Noah sentì il
mormorio della giuria.
«Durante la lezione di guida, c’eravate solo lei e
Anna, da soli in macchina, è corretto?»
Noah non resisteva più.
«Sì, ma questo non significa nulla. È
normale.»
Linda arricciò le labbra.
«Dottor Alderman, Anna era giovane,
bella e ricca, non è vero?»
«Sì.»
«Non è vero che non appena ha conosciuto Anna, lei
ha deciso di farle delle avances sessuali?»
«No.»
«Ma lei era attratto da Anna, non è
vero?»
«No.» Noah doveva
mentire.
«Lei non era attratto da questa giovane donna, alla
quale lei ha scattato una miriade di foto in
costume?»
«No.»
«Dottor Alderman, lei non ha tentato di sedurre
Anna?»
«No, ero un uomo sposato e il nostro matrimonio
andava a gonfie vele prima...» Noah
si interruppe, a metà della frase. Sarebbe suonata male. Avrebbe
dato un’impressione orribile.
«Prima di cosa?»
«Prima. Prima, e basta.»
Linda lo trafisse con lo
sguardo. «Prima di cosa, dottor
Alderman? Risponda alla domanda.»
«Prima che succedesse tutto questo.» Noah aveva la bocca asciutta.
«Ma quello che è successo è Anna, non è
vero?»
«No.»
Linda arricciò le labbra.
«Non è vero che Anna si è trasferita
a casa sua sabato 22 aprile?»
«Sì.»
«E che è stata uccisa mercoledì 10 maggio, solo un
paio di settimane dopo?»
«Sì.»
«Dottor Alderman, il suo matrimonio era felice prima
dell’arrivo di Anna, non è vero?»
«Sì.»
«La prego di osservare il reperto dell’accusa numero
35 sullo schermo.» Linda stava per
fare un cenno al suo assistente quando Thomas si alzò.
«Obiezione, Vostro onore. Ho un’obiezione
all’ammissione del reperto dell’accusa numero 35 ai sensi
dell’articolo 404 del regolamento probatorio della Pennsylvania. Ai
sensi dell’articolo 404, le prove di crimini, torti o altri atti
pregressi sono inammissibili e pregiudicano indebitamente la
giuria.»
Linda si girò verso il
giudice. «Vostro onore, il reperto
dell’accusa numero 35 è ammissibile ai sensi dell’articolo 404(b)
come uso consentito, in quanto tende a provare movente e intento.
L’argomento dell’avvocato difensore è stato rigettato dalla Corte
Suprema nella sentenza Stato contro
Drumheller e più di recente nella
sentenza Stato contro Ivy.
L’istanza per un ordine di protezione contro gli abusi è
sicuramente rilevante per il caso in specie e non solo, è
ammissibile anche ai sensi dell’eccezione res
gestae perché fa parte della storia del caso in
questione.»
Il giudice Gardner arricciò
le labbra. «Obiezione respinta. Il
reperto dell’accusa numero 35 è ammissibile.»
«Grazie, Vostro onore.» Thomas si lasciò cadere sulla sedia.
«Sì, la ringrazio, Vostro onore.» Linda fece un cenno al suo assistente, poi si girò
verso Noah, e sullo schermo si aprì un documento che, purtroppo,
lui conosceva molto bene.
‘Istanza per un ordine di
protezione contro gli abusi’, si leggeva in alto e sotto c’era un
modulo con le caselle per il richiedente e l’imputato, che
riportava i nomi di Anna Desroches e Noah Alderman, con la
calligrafia di Anna e, ancora più sotto, la dicitura in grassetto
‘Attenzione’, con le caselle per ‘Coinvolta arma’, ‘Arma presente
sulla proprietà’ o ‘Arma richiesta consegnata’, le uniche caselle
che, per fortuna, restavano vuote.
«Dottor Alderman, questa è una istanza per un ordine
di protezione contro gli abusi presentata contro di lei al
tribunale di primo grado della contea di Montgomery l’8 maggio, non
è vero?»
«Sì» annuì Noah.
«In Pennsylvania, un ordine per la protezione contro
gli abusi è richiesta dalle vittime di abuso sessuale nel tentativo
di proteggersi dal proprio molestatore, è corretto?»
«Sì.»
«Dottor Alderman, chi ha presentato l’istanza contro
di lei?»
«Anna.»
Linda fece una pausa, alzando
un sopracciglio. «Non è vero che
questa istanza è stata presentata diciassette giorni dopo che Anna
era venuta a vivere con voi?»
«Sì.»
«E non è vero anche che questa istanza afferma che
lei ha tentato di abusare sessualmente di Anna in due occasioni
distinte, il 27 aprile, in auto durante la lezione di guida, e il 6
maggio, in un bagno?»
«Sì.»
«Dottor Alderman, non sono
queste accuse specifiche riguardanti le due occasioni di cui
sopra?» Linda fece un segno al suo assistente e la schermata
cambiò.
Descrivere i fatti
dell’incidente di abuso più recente, compresi data, ora e luogo, e
descrivere in dettaglio che cosa è successo, compresi eventuali
abusi fisici o sessuali, minacce, lesioni, episodi di stalking,
richiesta di intervento medico e/o chiamate alle autorità.
Il mio patrigno Noah Alderman
ha cercato di baciarmi e palpeggiarmi nel bagno di casa sabato 6
maggio alle ore 22:45 circa.
Se il convenuto ha commesso
atti pregressi di abuso contro il/la richiedente e/o il/la minore,
descrivere tali episodi pregressi, compresi eventuali minacce,
lesioni o episodi di stalking, e indicare all’incirca il momento in
cui si sono verificati tali atti di abuso.
Il mio patrigno Noah Alderman
ha messo la mano sotto il mio vestito durante una lezione di guida
giovedì 27 aprile alle ore 20:30 circa.
Noah lesse con il cuore a
pezzi. «Sì.»
«Anna ha testimoniato a supporto delle sue accuse in
un’udienza di emergenza per un ordine di protezione contro gli
abusi l’8 maggio, non è vero?»
«Sì.»
«In quell’occasione anche lei ha testimoniato e ha
negato le accuse durante l’udienza, non è vero?»
«Sì.»
Gli occhi scuri di Linda
brillarono. «È normale per un patrigno
essere chiamato a testimoniare a un’udienza per un ordine di
protezione contro gli abusi relativamente a un abuso sessuale
contro la propria figliastra?»
«No.»
«È normale
per un patrigno fare avances sessuali alla
propria figliastra?»
«No.» Noah rispose,
mascherando il proprio sgomento.
«Dottor Alderman, non è vero che lei ha provato a
sedurre Anna, la quale però ha rifiutato le sue
avances?»
«No.»
«Ma dopo che Anna ha presentato una istanza per un
ordine di protezione contro gli abusi, sua moglie le ha chiesto di
andarsene di casa, non è vero?»
«Sì.»
«Quindi nella risposta che lei ha dato in precedenza
intendeva dire ‘prima di Anna’, non è vero?»
«Sì.» Noah si sentì la
gola secca. Aveva iniziato male.
«Dottor Alderman, non è vero che Anna è stata uccisa
solo due giorni dopo che aveva presentato l’istanza per la
protezione contro gli abusi contro di lei?»
«Sì» dovette ammettere
Noah, e lo schermo mostrava ancora l’ordine di protezione contro
gli abusi accanto alla bella foto di Anna sul cavalletto. Lui
sapeva che era stato tutto calcolato, un’apertura di sipario a suo
sfavore.
«Dottor Alderman, veniamo alla notte in questione,
quella del 10 maggio, va bene?»
Noah fece un respiro
profondo.