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Maggie, prima
Era mezzanotte quando Maggie
finì in cucina, premendo il tasto di avvio della lavastoviglie,
come a mettere il punto alla fine di una giornata impegnativa.
Avevano riposto gli asciugamani e i prodotti da bagno di Anna nella
sua camera al piano di sopra, e il giorno dopo sarebbero stati
consegnati i mobili della camera da letto. Avevano usato le
lenzuola nuove per improvvisare un letto sul divano e ora Anna era
lì che guardava il Saturday Night
Live. Noah era di sopra a mettere a letto Caleb. Era molto
tardi, ma aveva voluto aiutare Anna a tutti i costi e né Maggie né
Noah avevano voluto scoraggiarlo.
Maggie uscì dalla cucina ed
entrò in soggiorno, dove Anna stava guardando il portatile,
semidistesa sul divano. «Come stai,
tesoro?»
«Bene, grazie.» Anna
sorrise. «Le mie lenzuola nuove sono
bellissime.»
«Fanno un figurone, persino sul
divano.» Maggie si sedette sulla
sedia di sbieco rispetto ad Anna.
«Non è che il letto a baldacchino sarà troppo da
bambina?» Anna si morse le
unghie.
«No, affatto. È femminile.»
«Pensi che inizierò la scuola lunedì?»
«Dubito, ma domani manderò un’email. Sono sicura che
possiamo fissare un incontro per lunedì o forse è prevista una
giornata di affiancamento.»
«Ho trovato il loro calendario online. Riprendono le
lezioni adesso dopo le vacanze di Pasqua. Ho già scelto quali corsi
seguire.»
«Benissimo» disse
Maggie, colpita dal suo spirito di iniziativa. «Posso vedere?»
«Certo.» Maggie la
guardò mentre Anna premeva un tasto e sulla pagina compariva un
foglio di calcolo con una lunga serie di corsi di Diritto,
Spagnolo, Algebra avanzata 2, Inglese avanzato, Scienze ambientali
avanzate, Psicologia avanzata. «Accipicchia, mi sembra troppo. Forse dovresti
prendertela con calma all’inizio.»
«Non posso, in vista dell’università.» Anna si morse le unghie. «Sono gli stessi corsi che seguo alla Congreve, più
o meno. Alcuni libri di testo sono diversi, ma posso trovare una
soluzione. Ho anche creato un nuovo profilo facebook. Ho appena
pubblicato una cosa, vuoi vedere?»
«Certo.» Maggie guardò Anna
premere un altro tasto e si aprì un profilo facebook. La prima foto
era di loro quattro sul divano nel negozio di mobili, con la
didascalia:
‘Ecco la mia famiglia: mia
mamma Maggie, il mio patrigno Noah, e il mio adorabile fratellastro
Caleb. Nelle foto manca Ralph Spaccatutto, il nostro gatto, perché
in negozio non poteva entrare...’
«Ma che bella!» Maggie
si sentiva compiaciuta. In qualche modo, vedere la foto su facebook
li faceva sembrare una vera famiglia, un pensiero che persino a lei
sembrava ridicolo.
«Ho pubblicato anche altre foto in cui ci siamo noi.
Sono carine.» Anna scorse verso il
basso, mostrando una foto di Ralph che guardava fuori dalla
finestra della cucina. «Sembra sempre
riflessivo.»
«In realtà sta solo aspettando che gli piovano dal
cielo dei bocconcini da mangiare.»
«Lo so, gliene ho dati un po’. Caleb mi ha fatto
vedere dove li tenete.»
Maggie scoppiò a ridere,
pensando ad Anna e Caleb che se la spassavano. «Sono molto contenta che tu sia stata così carina
con Caleb. Sicuramente non potevi essere interessata ai treni
durante la cena.»
«Sì, invece! È stato molto carino!»
Maggie sospirò felice.
«Be’, sono stanchissima. Fra un po’
vai a dormire, vero?»
«Tra poco. Sto giusto facendo qualche ricerca.
Voglio sapere quanto più possibile sulla mia classe. Sto dando
un’occhiata a qualche compagno.»
«Mi sembra una buona idea.»
«Ah, un’altra cosa. In realtà non ho dei vestiti
adatti per la scuola. Se ricordi, alla Congreve avevamo la divisa e
l’unica cosa che ho sono i vestiti per uscire.» Anna fece una faccina triste. «Pensi che possiamo andare a fare un po’ di
shopping?»
«Ma certo.»
Improvvisamente Maggie si ricordò dei suoi giorni di scuola. Era
strano come il fatto di avere Anna vicina le riportasse alla mente
molti ricordi. «Indossavo un abito
nuovo a ogni primo giorno di scuola. Io e mia mamma andavamo a
comprarlo insieme ogni anno.»
«Oh, sicura che non ti dispiaccia? So che hai il
lavoro e tutto il resto.»
«Ma no, figurati. Sarò in ferie tutta la settimana
per darti una mano a sistemarti. Ho perso molti anni di shopping
con te e sono proprio contenta di recuperare il tempo
perduto.»
«Perfetto.» Lo sguardo
di Anna tornò sul portatile. «Creerò
un nuovo profilo anche su instagram e snapchat, e su facebook stavo
vedendo i club della scuola che hanno una pagina.»
Maggie la guardò mentre Anna
apriva la pagina del club di poesia, che mostrava un gruppo di
ragazze dai capelli lunghi e ragazzi con il codino distesi sul
prato dietro la scuola. «Sembrano
simpatici. Sarebbe perfetto per te.»
«Infatti. La rivista di poesia si chiama
Phrases. Hanno dei club anche per la
rivista letteraria, il giornale e l’annuario. Hanno una marea di
club.» Anna cliccò su una serie di
finestre di facebook, che erano tutte già aperte. «Questo è il club dei musical, del coro, della
musica corale, poi ci sono tutti gli sport femminili. Visto che è
primavera, ci sono tennis, lacrosse e atletica.»
«Fai qualche sport?»
«No, io sono un gatto casalingo.» Anna arricciò il naso. «Voi invece?»
«Io vado a camminare, Noah invece non salta mai un
allenamento.» Maggie sorrise.
«Dei due, sono io quella che ha la
pancetta.»
Anna sorrise. «Siete davvero simpatici. Mi sembrate felici
insieme, vero?»
«Proprio così.»
«Che figata. Ci sono tre cognomi e quattro persone
in questa casa. Ma mi piace che il tuo cognome sia il mio secondo
nome. Anna Ippoliti Desroches.»
«Piace anche a me.»
Maggie aveva insistito, all’epoca. «Non preoccuparti per la scuola. Ti farai
sicuramente degli amici.»
«Alla Congreve non è stato così.» Anna le lanciò un’occhiata scettica.
«Qui sarà diverso. Le persone sono più
aperte.» Maggie parlò con
delicatezza, in modo che ad Anna non sembrasse una critica, bensì
solo un incoraggiamento.
«Sarà. Queste ragazze sono carine, e quelle carine
sono sempre le stesse ovunque.» Anna
aprì una pagina facebook della rivista Phrases che mostrava un gruppo di ragazze
eccentriche vestite secondo la moda gotica. «Questa è la mia tribù.»
«Ma anche tu sei carina e non sei
gotica.»
«Avevo un’amica gotica alla Congreve. Mi stava
simpatica, ma ha lasciato la scuola. Eccola.» Anna premette alcuni tasti, aprendo una finestra
che mostrava il primo piano di una ragazza dalla carnagione pallida
e con i capelli nero corvino, gli occhi truccati di nero e una
corona di cartoncino rossa. «Si
chiama Jamie Covington. Si definiva ‘visigotica’, cioè una gotica
con le lenti a contatto.»
Maggie sorrise.
«Perché ha lasciato la
scuola?»
«Per lo stesso motivo per cui l’ho lasciata io. È
difficile inserirsi in quell’ambiente se non sei come loro. Ha
provato a creare il club wiccan.»
Anna distolse lo sguardo, con un sorriso ironico.
«Ma è difficile immaginare una strega con una borsa
della Congreve, no?»
«Infatti.» Maggie
rise, immaginando la scena. Anna era sempre stata ai margini e si
identificava con gli esclusi.
«Anche lei andava da Ellen. Ci trovavamo bene
entrambe con lei.» Anna alzò lo
sguardo. «E la sai una cosa? Non
penso di avere bisogno di uno psicologo qui.»
«Dici sul serio?»
Maggie non era sicura di essere d’accordo, ma mantenne
un’espressione affabile. «Perché?»
«Non lo so, sento di non averne
bisogno.» Anna scosse le spalle.
«Se mi serve, posso sempre chiamare
Ellen. Ha detto che potevo chiamarla tutte le volte che
volevo.»
«Io le ho detto che avremmo trovato qualcuno qui in
zona. Dovrai affrontare molti cambiamenti e potrebbe essere un bene
avere qualcuno con cui parlare.»
«Ma ora ho te, no?»
«Certo» rispose
Maggie, commossa. «E penso anche che
dobbiamo trovare un avvocato qui.»
«E James?» Anna
aggrottò la fronte.
«Noah pensa che sia meglio per te avere qualcuno qui
in zona e probabilmente ha ragione.»
«Ma voi volete licenziare James?» Anna si ritrasse. «Io non voglio. Non ha fatto niente di male e in più
mi conosce. A te è piaciuto James, no? Avevi detto che ti era
piaciuto.»
«Sì, certo.» Maggie si
pentì di avere tirato fuori l’argomento troppo presto.
«Okay, ne parlerò con Noah, va
bene?»
«Okay.» Anna esitò.
«Senti, posso parlarti di lui? Ma non
dirgli niente, okay?»
«Okay» rispose Maggie,
camuffando il suo disagio.
«Penso di non piacergli. Quando stavamo scegliendo
le lenzuola da Bed Bath & Beyond, era, come posso dire,
freddo.»
Maggie si sentì in imbarazzo.
«Ma lui non ti conosce tanto bene,
Anna. In genere, è una persona riservata.»
«No, non era quello.»
Anna scosse la testa, le labbra disegnavano una linea piatta.
«Ho provato a farmi aiutare da lui a
scegliere le lenzuola, ma l’unica cosa che contava era Caleb. È
stato con lui tutto il tempo. Era come se io non
esistessi.»
«Oh no.» Maggie si
sentì in colpa. Caleb era stato figlio unico per molto tempo ed
entrambi gli dedicavano molte attenzioni. Era possibile che Noah
avesse involontariamente prestato più attenzione a Caleb che ad
Anna. «Mi dispiace che sia andata
così.»
«Non devi chiedermi scusa, ma se lui non volesse che
io viva con voi?»
«Ma certo che vuole, Anna.» Maggie mise la sua mano su quella di Anna, con le
unghie mangiucchiate. «Lui ti vuole
qui, so che è così, vedrai.»
«Ne sei sicura? Perché possiamo sempre cambiare,
potrei andare in convitto in un’altra scuola.» La voce di Anna si irrigidì, di nuovo distante.
«Non devo per forza vivere qui, era
solo un mio desiderio.»
«E io voglio che tu viva qui» si affrettò a sottolineare Maggie, parlandole con
il cuore in mano. Non poteva perdere Anna ora che l’aveva appena
ritrovata. «Anche Noah vuole che tu
viva qui. Qualsiasi cosa sia successa da Bed Bath & Beyond è
stato un equivoco.»
«Ti prego, non dirgli niente. Me lo
prometti?»
«Sì, te lo prometto.»
Maggie strinse la mano di Anna. «Non
pensarci più. Andrà tutto bene.»
«Lo spero.» Anna
sorrise. «Sarà meglio che vada a
dormire, eh?»
«Sì, buonanotte.»
Maggie le diede un bacio sulla guancia, ma si stava chiedendo che
cosa fare con Noah.