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Maggie, prima
Maggie e Kathy si sedettero
sul pavimento della camera di Anna, leggendo i bigliettini che si
scambiavano Anna e Jamie, tutti sparsi davanti a loro. Ce n’erano
nove, perlopiù dal libro di algebra, sui professori, sulle calorie,
sui compiti e i prodotti per i capelli. L’unico bigliettino che
riguardava la fuga di Jamie era quello che avevano già
trovato.
«Oddio.» Maggie non
poteva negare l’evidenza, era davanti a suoi occhi. «Quindi sembra che Anna probabilmente sappia dov’è
scappata Jamie.»
«Esatto.» Kathy guardò
Maggie con preoccupazione. «Potrebbero essere addirittura ancora in
contatto.»
«Penso che Anna mi abbia mentito» sospirò Maggie, e Kathy sorrise in modo
comprensivo.
«È così che capisci che hai
un figlio adolescente. Quando ti mente.»
«A sentire Anna, avevo avuto l’impressione che Jamie
avesse lasciato la scuola di recente, sicuramente questo
semestre.»
«Ma noi non sappiamo la data esatta.»
«No.» Maggie osservò i
bigliettini.
«Il bigliettino in cui Jamie dice di volersene
andare è il più recente, perché è quello che si trovava più avanti
nel libro. Ho sfogliato le pagine partendo dal
fondo.»
«Okay.» Maggie si girò
verso il portatile. Su Google avevano cercato Jamie Covington e
Congreve, sperando di trovare un articolo sulla sua fuga sulla
stampa locale, ma non c’era niente. Maggie pensò che la notizia non
avesse avuto risonanza o che la Congreve o la famiglia di Jamie
avessero tenuto lontana la stampa.
«Non riesco a credere che non riusciamo a capire chi
sia pg o Connie.» Kathy prese una copia del The Zephyr, che era fra i quaderni di Anna nella
libreria, e andò alla prima pagina. Vi erano una testata e una foto
in bianco e nero dello staff, e la didascalia riportava Nora Brady,
Simona D’Artiel, Sofia Belovic, Jamie Covington, Larissa Cabot,
Rachel Dinatello e Leah Rosenstein.
«Jamie è così carina, è un peccato che fosse così
tormentata. Non le mancava nulla.»
Kathy indicò le unghie curate di Jamie, che si distingueva per il
suo look gotico.
«E la foto è in bianco e nero, quindi non sappiamo
di che colore sono i suoi capelli. Sembrano disposte a tutto pur di
farsi notare. Sono delle try-hard.»
Finalmente Maggie capì che cosa voleva dire quella parola.
«Ma nessuna di queste ragazze si chiama pg oppure ha queste iniziali, e non c’è nessuna
Connie.»
«Quindi pg è il
soprannome di una ragazza dello staff oppure non ha niente a che
fare con la rivista. Io penso che pg
sia un soprannome. Ho questa impressione.»
«Oppure potrebbero essere delle ragazze del
dormitorio o di qualche altra classe o club.»
«Ma ho l’impressione che la cerchia di amici sia
ristretta. Nei bigliettini non si parla di nessun altro a parte
pg e Connie.»
«È
possibile che pg
sia un maschio?»
«È una
scuola femminile, quindi mi sembra improbabile.» Maggie
rilesse il bigliettino in cui si parlava di pg per vedere se ci fosse un pronome femminile o
maschile, ma non c’era alcuna indicazione. «Anna era sola, e mi sto facendo l’idea che tutte le
sue amiche più strette, come Jamie, non avessero altri
amici.»
Kathy esitò. «Pensi che siano lesbiche? Anna o
Jamie?»
«No, Anna non mi dà questa impressione. In quanto a
Jamie, non lo so. Okay, ipotizziamo che pg sia una ragazza. E nessuno degli altri
bigliettini parla di un fidanzato o di un ragazzo.»
«Quindi manteniamo l’ipotesi originale, che erano
ragazze sole ed erano amiche.»
Maggie si rese conto di una
cosa. «Chissà se il fatto che Jamie
sia scappata è un altro motivo per il quale Anna mi ha
contattata.»
«Può darsi.»
«Anna ha passato più momenti difficili di quanto
pensassi.»
«Strano che la psicologa non ti abbia parlato di
Jamie, no?»
«No, non so se la psicologa si sia resa conto di
quanto fossero amiche Anna e Jamie. Abbiamo parlato del fatto che
Anna non avesse amici.»
«Pensi che sia stata Anna a non parlarne con la
psicologa o che sia stata la psicologa a non parlarne con
te?»
«Anna gliene avrà parlato sicuramente, quindi
scommetto che sia stata la psicologa a non averne parlato con me.
Si tratta di informazioni riservate.»
Maggie rimuginò. «Mi dispiace
tantissimo per i genitori di Jamie. Bisogna che qualcuno glielo
dica.»
«Lo so» annuì Kathy.
«Potremmo provare a cercarli
sull’elenco telefonico online.»
«Ma è suddiviso per Stati, no?» Maggie lanciò un’occhiata a Kathy. «E noi non sappiamo dove vivono.»
«Vero. Forse facebook.» Kathy cercò sul suo telefono, digitando
velocemente. «Cavoli, Covington è un
cognome comunissimo. Potremmo cominciare a dare un’occhiata, ma
probabilmente mi ci vorrebbe un po’.»
«A ogni modo, questo non cambia ciò che ho
intenzione di fare» si rianimò
Maggie, determinata. «Devo parlarne
con Anna. Ci deve dire dove si trova Jamie. Non posso passarci
sopra. Non farei mai una cosa del genere a un’altra famiglia. Prima
voglio parlarne con Noah, poi possiamo affrontare la questione con
Anna, dopo cena.»
Kathy arricciò le labbra.
«Proprio così. Jamie è una ragazzina.
Potrebbe succederle qualsiasi cosa. Anna capirà.»
«Non subito. Si arrabbierà.»
«Oh be’. Fa parte del gioco.»
«Mi sa che i campioni di vernice possono
aspettare.»
«Stai scherzando?»
Kathy si alzò in piedi e aiutò Maggie a rialzarsi.
«Non c’è niente di meglio di una mazzetta di colori
per tirare su il morale di una donna.»
«Vuoi venire con me?»
«Mi piacerebbe ma non posso. Devo prendere degli
spuntini per gli sportivi di casa, poi devo andare a comprare
arance e acqua in bottiglia. Ci infilerò anche dei bretzel
morbidi.»
«Buoni.»
Kathy sorrise di sbieco.
«Sono o non sono la mamma più esperta
di merende del mondo?»