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Maggie, prima
Il cielo era ancora nuvoloso, ma l’aria era fresca e frizzante, e Maggie stava aspettando sul gradino davanti all’ingresso, dal momento che Anna sarebbe dovuta tornare a casa alle sei del pomeriggio accompagnata da Samantha. Aveva messo in forno una parmigiana di melanzane per cena, e Caleb era di sopra che faceva i compiti.
Maggie l’aveva portato dalla logopedista, ma non era andata bene con le parole target: ‘cerotto’, ‘incidente’, ‘emergenza’. Le tensioni in casa si stavano ripercuotendo su di lui, ma Maggie sperava che sarebbero riusciti a superarle.
Una Mini Cooper gialla e nera accostò al marciapiede; a bordo c’era Anna sul sedile del passeggero. Maggie si alzò per andare incontro alle ragazze, osservando Samantha, che aveva capelli corti tinti di un rosso chiaro, grandi occhi azzurri e un sorriso spontaneo, che le conferivano un aspetto grazioso ed eccentrico in un abito vintage fluttuante.
«Ciao, tesoro!» Maggie abbracciò affettuosamente Anna quando scese dall’auto, mentre si metteva lo zaino e la borsa in spalla.
«Ciao, mamma. Perché sei qui fuori? Ti ho mandato un messaggio.»
«Lo so, ma volevo conoscere Samantha.»
«Ah, okay. Mamma, ti presento Samantha Silas.» Anna indicò l’auto e Maggie sbirciò dentro.
«Piacere di conoscerti, Samantha. Vuoi restare a cena con noi?»
«No, grazie. Ho, ehm, un altro impegno.»
«Allora sarà per un’altra volta.»
«Molto volentieri.»
«Ciao, Samantha!» gridò Anna, agitando la mano.
«Ci vediamo» rispose Samantha, poi si allontanò in retromarcia.
Maggie si mise accanto ad Anna sul vialetto. «Sembra simpatica, ed è stata carina a darti un passaggio a casa.»
«Eh sì.» Anna distolse lo sguardo e Maggie le prese la mano quando arrivarono in cima alle scale.
«Tesoro, possiamo sederci a parlare?»
«Ma ho un sacco di compiti da fare e ieri sera mi sono addormentata presto, quindi sono rimasta indietro.»
«Ti prego.» Maggie si sedette, tirando delicatamente Anna accanto a sé. «Volevo chiederti scusa. Mi dispiace. Ero preoccupata per Jamie.»
«Capisco.» Anna sembrava più triste che arrabbiata. «Stai solo cercando di fare la cosa giusta.»
«Proprio così.» Maggie si sentiva soddisfatta. «La domanda è come conciliare la sicurezza di Jamie e la tua privacy, in modo che io e Noah non dobbiamo chiamare la scuola o i suoi genitori.»
«Bene, grazie.» Anna incrociò lo sguardo di Maggie, sofferente. «Tu non puoi capire, ma a quelle ragazze io non sono mai stata simpatica. Mi sopportavano, persino Jamie. Sarebbe molto imbarazzante, se tu chiamassi la scuola o i genitori di Jamie.»
«Capito. Detto questo, ti offro un compromesso. Ti chiedo di contattare Jamie e chiederle di tornare a casa o, almeno, di chiamare i suoi genitori.»
«Ma non so se ho il suo numero.» Anna aggrottò la fronte. «Probabilmente avrà un cellulare nuovo.»
«Prova con quello vecchio o chiedi in giro per vedere se qualcuno ha il suo nuovo numero. Prova a chiamare pg o Connie o qualcuno al The Zephyr. Se tu riuscissi a farle arrivare quel messaggio, dormirei più tranquilla la notte.»
«Allora vuoi che mi metta a chiamare quelle della Congreve? Mi prenderanno solo in giro» brontolò Anna.
«Se fosse successo qualcosa di terribile a Jamie e tu non avessi fatto nulla per trovarla, non te lo perdoneresti mai più.»
«Ok, farò come dici» rispose Anna, con un sospiro.
«Perfetto, mi dispiace che sia stato tutto in salita ultimamente.» Maggie la abbracciò, sentendola di nuovo vicina.
«Lo so, è stato tutto molto difficile.» Anna si sciolse dall’abbraccio, cercando lo sguardo di Maggie. «Detesto tutte queste tragedie. Ho pensato che sarebbe stato difficile a scuola e facile a casa, invece sta succedendo il contrario.»
«Troveremo una soluzione.» Maggie ignorò il suo dolore al petto. Sentirlo dire da Anna peggiorava le cose. «Ascolta, ho un’idea. Ti piace andare in spiaggia?»
«Tantissimo.» Anna si rianimò. «Ci andavo con i miei nonni. Avevano una casa nel sud della Francia.»
Maggie sorrise. «E noi ti portiamo nel sud del New Jersey, ad Avalon.»
Anna scoppiò a ridere. «Guarda, per me va benissimo.»
«Passeremo una giornata in famiglia, solo noi quattro.»
«Okay.» Anna scosse le spalle. «Così mi abbronzo un pochino.»
«Sarà divertente.» Maggie percepiva che Anna ce la stava mettendo tutta. «E il fine settimana prossimo, sabato sera, vorrei organizzare un barbecue per presentarti ai nostri amici. Sarai l’ospite d’onore.»
«Io?» Anna sorrise, sorpresa.
«Sì.» Maggie cominciò a sentirsi meglio. «Penso che sia ora che i nostri amici ti conoscano, non credi? Invita anche Samantha.»
«Ma che bello. Certo.» Anna era raggiante, quindi guardò alle spalle di Maggie verso la strada. «Oh, ecco che arriva Noah. Problemi in vista.»
«No, non ti preoccupare. Ho un’idea.» Maggie guardò il suv dell’Audi parcheggiare davanti casa, quindi Noah spense il motore e scese dall’auto, con la sua borsa a tracolla.
«Un bel comitato di benvenuto!» Noah percorse il vialetto lastricato con un sorriso e Maggie gli sorrise a sua volta.
«Noah, ho deciso che dobbiamo ripartire da zero. Ti presento mia figlia, Anna.»
«Okay, Anna, piacere di conoscerti» sorrise Noah, tendendole la mano.
Anna esitò, poi gli strinse la mano. «Piacere mio, Noah.»
«Anna, sono un tipo che ha buone intenzioni, ma a volte dico cose stupide quando mi infervoro. Ti chiedo scusa.»
Anna si sforzò di sorridere. «E io sono una tipa che ha reazioni eccessive e sbatte le porte. Anch’io ti chiedo scusa.»
Intervenne Maggie: «Anna ha accettato di provare a mandare un messaggio a Jamie, dicendole di chiamare i suoi genitori, così noi non dobbiamo chiamare la scuola né nessun altro.»
«Fantastico.» Noah si rivolse ad Anna: «Io sono ancora disponibile per quella lezione di guida, se vuoi. Domani sera? Alle otto in punto?»
«Perfetto.»
«Segnato in agenda.» Noah si girò verso Maggie. «A proposito, tu chi sei?»
«La tua amata moglie.» Maggie lo baciò sulla guancia, ma sentì una nuova distanza fra loro. Sperò che si sarebbe sistemato tutto quel fine settimana.
«Caleb, sono tornato!» gridò Noah, mentre rientravano.