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Maggie, prima
Maggie passò quella serata sentendosi distante da Noah, che lavorava nel seminterrato mentre lei era al suo portatile in camera da letto. Anche Anna e Caleb erano al loro portatile nelle rispettive stanze. Quando fu ora di dormire, Maggie si rese conto che nessuno di loro aveva guardato nient’altro che un computer per tutta la serata, ma avevano tutti bisogno di un po’ di tranquillità, specialmente lei.
La mattina successiva, Noah uscì per andare al lavoro, Caleb prese l’autobus per andare a scuola e Anna ricevette un passaggio da Samantha. Maggie andò al funerale di Mike Wilson, dove sedette vicino a Noah, sebbene fossero arrivati separatamente dato che lui veniva dallo studio insieme agli altri. Prima del funerale, Maggie e Noah salutarono Dina e Steve Wilson, distrutti dal dolore, e Maggie continuò a sentirsi distante durante la commovente cerimonia, ma non cercò la mano di Noah, né Noah cercò la sua. Al termine del rito funebre, lo baciò con freddezza sulla guancia, ma lui incrociò a malapena il suo sguardo.
Nel pomeriggio, Maggie si tenne impegnata dipingendo i campioni dei colori su tele bianche per aiutare Anna a scegliere un colore per la stanza, poi preparò la cena, spaghetti al pesto e una caprese, un pomodoro tagliato a fette spesse e una tenera mozzarella di bufala ricoperta di basilico fresco tritato condita con un filo di un pregiato aceto balsamico e olio d’oliva. Anna mandò un messaggio, ‘torno alle 6 gasata per la guida J’, che fece sentire meglio Maggie.
Si sedettero tutti a tavola alla solita ora, ma a parte quello, non c’era niente di abituale che ricordasse i loro pasti. Noah sembrava insolitamente silenzioso, forse per via del funerale di Mike, e neanche Caleb parlava. Maggie prese in mano la conversazione, chiedendo a entrambi i ragazzi come fosse andata la scuola, ma solo Anna rispose con entusiasmo, poi lei e Noah uscirono insieme per la lezione di guida.
«Com’è andata, ragazzi?» disse Maggie, uscendo dalla cucina nel sentire la porta d’ingresso che si apriva. Aveva appena finito di cuocere dei biscotti al cioccolato e li aveva disposti su un piatto da portata accanto a quattro piccoli piattini e a dei tovaglioli, aspettandosi che tutti mangiassero i biscotti e facessero due chiacchiere, come una festa in famiglia improvvisata.
«È andata» rispose Anna, entrando in casa accigliata.
Noah entrò dopo di lei, perplesso. «Che significa, Anna? Hai guidato molto bene.»
«Grazie.» Anna si mise la borsa a tracolla e andò verso la scala, ma Maggie la intercettò.
«Vuoi fare uno spuntino, tesoro? Ho fatto i biscotti.»
«Scusa, ma è meglio che mi metta al lavoro, sono veramente indietro, farò la notte in bianco.»
«Ma io voglio sapere com’è andata la lezione. Com’è andata? Com’è la macchina?»
«Tutto bene, ma adesso devo fare i compiti.» Anna arricciò le labbra, salendo al piano di sopra. «Ci vediamo dopo.»
«Dov’è Caleb?» chiese Noah, slacciandosi la cravatta.
«Di sopra, sta facendo i compiti.» Maggie si avvicinò, parlando a bassa voce, anche se Anna se n’era già andata. «Che cos’è successo? Sembra scocciata.»
«A me sembra che non abbia niente.» Noah andò in cucina, e Maggie lo seguì, sconcertata.
«Come ha guidato?»
«Benissimo, ma non dovrebbe guidare in strada finché non prende la patente qui in Pennsylvania.» Noah andò dalla parte opposta dell’isola della cucina, prese alcuni biscotti e un tovagliolo e si girò per scendere nel seminterrato. «Dove l’hai portata?»
«Al centro commerciale, dietro il ristorante cinese.» Noah tirò fuori il telefono dalla tasca di dietro dei pantaloni e digitò sullo schermo.
«Era agitata?»
«No.» Noah continuò a scorrere sullo schermo, e Maggie sapeva che stava controllando la posta, dove in genere riceveva i risultati degli esami, niente di urgente.
«Sei stato gentile sulla questione della macchina?»
«Sì.»
«Non è che le hai detto qualcosa di male?»
«No.» Noah continuava a fissare lo schermo del telefono e Maggie sentì che stava per perdere la pazienza.
«Scusa tanto, ma mi puoi guardare due minuti? Sto cercando di capire che cos’è successo.»
Noah alzò lo sguardo, con la bocca serrata. «Non è successo niente. Che dovrebbe essere successo?»
«Non è che hai tirato fuori la storia di Jamie, vero?»
«No.» Noah la guardò dritta negli occhi. «Tesoro, possiamo fare che una sera non litighiamo? È chiedere troppo?»
«Va bene» rispose Maggie, irritata. «È solo che la lezione di guida doveva essere la cosa divertente che avrebbe dovuto farvi riavvicinare.»
«Sto cercando di fare del mio meglio, tesoro.»
«A me non sembra affatto.» Maggie sentiva ribollire dentro di sé il rancore. «È tornata a casa infelice.»
«Ma non è infelice.»
«Be’ di certo non fa i salti di gioia, o sbaglio?» Maggie non riusciva a credere che Noah stesse mettendo in discussione quel punto, quando era così evidente.
«Stai sollevando un polverone per niente.» Noah si voltò, e aprì la porta del seminterrato.
«Scherzi, vero?» Maggie lo guardò scomparire nel seminterrato, poi mise qualche biscotto sul piatto, versò un bicchiere di latte e salì al piano di sopra, in camera di Anna, e bussò alla porta. «Anna, posso entrare? Ti ho portato un rinforzino.»
«Certo» rispose Anna.
«Ehilà» disse Maggie, aprendo la porta e vide Anna seduta a gambe incrociate sul letto; si era cambiata e indossava una maglietta grigia e dei pantaloncini da ginnastica della Congreve. Il suo portatile e i libri di testo erano sparsi intorno a lei, e la sua nuova abat-jour riempiva la camera con una luce tenue.
«Oh, i biscotti. Grazie.» Anna spostò il portatile di lato, e Maggie le passò il piatto e il latte.
«Dimmi un po’, che ne pensi della tua selezione di vernici?» Maggie indicò le tele che aveva allineato sulla parete, con i campioni delle vernici, sotto ai quali era riportato il nome del colore, come promemoria.
«Ho visto, è stato molto carino da parte tua.» Anna si alzò e andò verso le tele. «Mi piace il verde Nottingham. Che te ne pare?»
«Anche a me, ma pensaci su ancora per un paio di giorni. I colori cambiano a seconda della luce, prendi in considerazione anche l’azzurro.»
«Pensi che starebbe meglio l’azzurro?» Anna si girò verso Maggie, più rilassata rispetto a quando era rientrata, e Maggie si senti più tranquilla.
«Forse sì, ma è una tua scelta.»
«Grazie.» Anna diede un morso a un biscotto. «Mmm, buonissimo.»
«A proposito, sei riuscita a fare qualche progresso con Jamie? Tipo, trovare il suo numero o mandarle un messaggio?»
«No, non ancora.» Anna scosse la testa. «Ma lo farò, promesso. È che oggi ho avuto un sacco di cose da fare e poi la lezione di guida.»
«Certo, capisco» Maggie doveva credere che Anna avrebbe mantenuto la parola data. «Allora com’è andata? Tutto bene?»
«Abbastanza.» Anna si lasciò cadere sul letto. «Ma non serve più che vada con Noah. Farò un altro paio di lezioni con un maestro di scuola guida. Mi sono appena iscritta online.»
«Non vuoi che ti porti Noah?» Maggie sprofondò nel letto, delusa. «Che cos’è successo?»
«Niente» esitò Anna. «Perché, Noah ha detto che è successo qualcosa?»
«No, ma perché vuoi un professionista? È stato troppo severo? Di solito, è paziente anche se è, be’, pignolo.»
«No, nessun problema.»
«Ti ha detto ancora qualcosa per la macchina?»
«No.»
«Ha tirato fuori la storia di Jamie?»
«No. Non è una cosa che ha fatto lui.» Anna arricciò le labbra. «È solo che mi sono sentita un po’ a disagio.»
«Perché?»
«Non lo so, è solo che mi sono sentita a disagio. Sarà per tutte queste scenate.» Anna distolse lo sguardo. «Penso che sia meglio così, davvero, mamma.»
«Ne sei sicura?» chiese Maggie, preoccupata che le divergenze tra Anna e Noah si stessero inasprendo.
Anna si girò, osservando le tele. «Sei stata proprio carina a preparare i campioni.»
«Mi sono divertita» disse Maggie, impensierita.