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Maggie, dopo
Quella sera stessa, Maggie e
Kathy uscirono di casa in un silenzio lugubre per recarsi
all’obitorio della contea, dopo avere lasciato un Caleb straziato
con Steve, il marito di Kathy.
Era stata Kathy a mettersi
alla guida e Maggie in cuor suo teneva aperte tutte le possibilità
perché non voleva credere che Anna fosse morta finché non avesse
visto il suo corpo. Forse c’è stato un
errore, un errore madornale, può sempre capitare, potrebbe essere
la figlia di qualcun altro, anche se non dovrebbe succedere mai a
nessuno di perdere una figlia, una vita stroncata a diciassette
anni.
La vista del corpo di Anna
mise Maggie in ginocchio. La sua unica figlia non c’era più, la sua
pelle era grigia e fredda, gli occhi chiusi, il corpo coperto da un
lenzuolo. Uno degli impiegati dell’obitorio aveva parlato di
strangolamento e Maggie si sentì svenire all’istante, anche se non
era necessario che glielo dicessero. Ecchimosi violacee disegnavano
un cerchio intorno al collo di Anna, una vista talmente grottesca
che Maggie riusciva a malapena a guardare. Uno strano alone scuro
ricopriva il retro del collo e le spalle di Anna; Maggie capì che
quella era la linfa di sua figlia che si accumulava nel suo stesso
corpo.
Maggie si sentiva in preda a
una furia incontrollabile che le bruciava dentro, una rabbia
crescente al pensiero che fosse stato Noah a fare quello alla sua
bambina, la sua unica figlia. Si coprì la bocca per non urlare, ma
singhiozzò appoggiandosi a Kathy, nuove lacrime di agonia e dolore.
Non poteva fare niente per riavere Anna. Non riusciva a capire che
cosa fosse successo. Non aveva mai immaginato che Noah fosse capace
di tanta violenza, tanta crudeltà.
Maggie aveva lasciato che
fosse Kathy a guidare sia all’andata che al ritorno dall’obitorio
e, da quel momento, Kathy si era praticamente trasferita da Maggie,
prendendosi cura della sua amica e di Caleb e tenendo lontani i
giornalisti. Noah era stato accusato dell’omicidio il giorno
successivo e Caleb continuava a chiedere di suo padre e a piangere.
Maggie cercò di spiegargli ogni cosa, poi lo fece rimanere a casa
da scuola. Non voleva che subisse le angherie dei suoi compagni,
ora che la sua famiglia era sui giornali, Medico del posto accusato di omicidio.
Kathy faceva da baby-sitter
mentre Maggie organizzava il funerale di Anna, sceglieva la bara, i
fiori, e l’abito boho-chic con il quale seppellirla. Fecero una
piccola cerimonia funebre alla camera ardente, e Maggie e Caleb
sedevano in prima fila accanto a Kathy e alla sua famiglia. Dietro
di loro, la cerchia degli amici, che solo qualche giorno prima
erano al barbecue, attoniti e sconvolti dall’inimmaginabile svolta
degli eventi. Un pastore fece un piccolo elogio funebre, ma Maggie
si ritrasse in un guscio mentale per evitare di provare il dolore
peggiore della sua vita.
Alla fine della cerimonia, fu
avvicinata da una donna in un abito blu. «Mi scusi, lei è Maggie Alderman?»
«Ippoliti» la corresse
Maggie, una cosa che non aveva mai fatto prima d’allora.
«Mi dispiace molto per la sua
perdita.»
«Grazie» rispose
Maggie, guardinga. Sospettò che la donna fosse una giornalista.
«Lei è...?»
«Lei non mi conosce. Sono Chris Silas, la madre di
Samantha Silas. Le nostre figlie erano amiche.»
«Oh, sì.» Maggie
ricordava Samantha, con la Mini Cooper e i tatuaggi.
«Dev’essere molto difficile per lei.»
Maggie non riusciva a
formulare una risposta, quindi non fece neanche un tentativo.
«Come sta Samantha? Anche per lei
dev’essere dura.»
«È
scappata.» Chris si fece scura in volto.
«In che senso?»
«Se n’è andata. È già successo altre volte. Questa
volta credo che sia per via di Anna, insomma, per la sua
morte.»
Maggie provò compassione per
quella donna. Non aveva minimamente pensato alle reazioni a catena
dell’omicidio di Anna. «Mi dispiace
tanto. Samantha è una ragazza molto dolce.»
«Lei l’ha conosciuta?»
«Sì, quando ha accompagnato a casa Anna e poi è
venuta anche al nostro barbecue.»
Maggie non aveva il coraggio di ripensare a quella sera. Alla scena
in bagno. Anna che piangeva. Le bugie di Noah. La foto della camera
d’albergo di Jordan.
«La ringrazio davvero molto» sorrise Chris, triste.
«Ha avvertito la polizia?»
«Sì, ma nulla da fare. Spero che torni
presto.» Chris diede dei colpetti
sulla spalla di Maggie. «Si faccia
coraggio. Devo andare al lavoro.»
«Grazie» disse Maggie,
ritirandosi nel conforto del suo guscio.