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Maggie, dopo
Maggie, Kathy e Caleb
bussarono alla porta della Steingard House, che aveva una piccola
finestra di vetro satinato. All’interno c’era una luce accesa, e
questo incoraggiò Maggie, che si stava sforzando di essere
ottimista. Avevano cercato negli annuari della Congreve e di Connie
o pg nessuna traccia, sebbene ci
fossero foto di Jamie e, soprattutto, di Anna. Maggie aveva
scattato delle foto alle immagini di Anna con il suo cellulare, e
questo l’aveva aiutata a spiegare a Caleb che cosa stava
succedendo.
«Arriva qualcuno.»
Maggie si rassettò mentre una sagoma si avvicinava dall’altro lato
del vetro satinato, e alla porta comparve una studentessa alta e
magra con i capelli biondi raccolti in una treccia. Aveva un viso
lungo, zigomi prominenti e indossava un’enorme felpa di Harvard con
leggings e anfibi neri.
«Salve, come posso esservi utile? Sono Mercer
Cooperman, uno degli editor di The
Zephyr.»
«Sì, grazie.» Maggie
si presentò e poi introdusse Caleb e Kathy. «Sono la madre di Anna Desroches, una ragazza che
studiava qui fino allo scorso anno. Temo che sia scomparsa. Abbiamo
parlato con Morris Whitaker e si stanno occupando del caso con la
polizia, ma vogliamo comunque fare alcune domande per conto
nostro.»
«Tipico delle mamme»
aggiunse Kathy.
«Capisco. Mia mamma farebbe la stessa cosa. Prego,
entrate. Ho appena chiuso il numero invernale della rivista.
Sarebbe dovuto uscire prima del Ringraziamento, ma i poeti non
seguono le scadenze.» Mercer aprì la
porta, facendole entrare in un atrio originale con un paio di
poltrone di velluto verde acido, accanto a un tavolo da caffè di
legno con sopra pile di libri.
«Grazie mille. Tu sei all’ultimo anno, Mercer?
Conoscevi Anna?»
Mercer chiuse la porta.
«Sì, l’ho vista un paio di volte. Mi
dispiace molto che sia scomparsa.»
«Vi vedevate?» chiese
Maggie, incoraggiata. «Qui o alla
Parker Hall? Oppure a lezione?»
«Penso di avere fatto letteratura francese con lei,
ma perlopiù passava in redazione con Jamie
Covington.»
«Sì, erano amiche.»
Maggie sentì che erano sulla strada giusta.
«Conoscevi Jamie?»
«Non bene, era una tipa solitaria. Tornerà a
scuola?»
«Non lo so. Sai dov’è andata?»
«No, ho sentito solo che ha lasciato la
scuola.» Mercer arricciò il labbro
inferiore. «Peccato, aveva molto
talento.»
«Conosci pg o Connie?
Anche loro erano amiche di Jamie e Anna.»
«Mmm, Connie no, ma pg
mi dice qualcosa.» Mercer aggrottò la
fronte. «Un attimo, mi ricordo di
pg. Era un’amica di Jamie. Si faceva
chiamare pg, che stava per ‘Ponygirl’,
da ‘Ponyboy’.»
«Chi è Ponyboy?»
«Ponyboy de I ragazzi della
56ª strada. Il romanzo. L’abbiamo letto alle
medie.»
Intervenne Kathy:
«Conosco quel libro. L’ha letto mio
figlio a scuola. Ponyboy è l’eroe. È il ragazzino povero della
cittadina, uno dei Greaser, i ragazzini ricchi invece sono i
Soc.»
Caleb alzò lo sguardo.
«‘Rimani d’oro,
Ponyboy.’»
«Esatto!» Mercer lo
guardò sorridendo. «È una citazione del
libro.»
«Bravo, tesoro.»
Maggie strinse Caleb al suo fianco. «Mercer, stavi dicendo che ti ricordi di
pg? L’hai conosciuta?»
«No, non studiava qui, ma ricordo che Jamie ne
parlava per via della storia del suo soprannome.»
«Sai dove si trova pg?
Dove andava a scuola?»
«Penso che andasse alla scuola pubblica, alla
Congreve High. Faceva la cameriera da Eddie’s. Penso che Jamie
l’abbia conosciuta lì. Le piaceva andare lì a mangiare per uscire
dal campus, ma non si mangia bene. È tutto fritto.»
«Eddie’s è in centro?»
Maggie sentiva il cuore cominciare a batterle all’impazzata.
«No, è a Tipton, una cittadina a nord. Il locale si
chiama Eddie’s Diner, una sorta di posto per camionisti ma più
carino.»
«Quanto ci vuole ad arrivare là?»
«Venti minuti se è bel tempo, ma con la neve, ci
vuole un’ora. Se qui nel Maine vi dicono che un posto si trova alla
fine della strada, vuol dire che ci vogliono ore per
arrivare.»
«Sarà meglio che andiamo. Grazie
mille.» Maggie aprì la porta.
«Ci sei stata di grande
aiuto.»
«Sì, grazie» disse
Kathy alle sue spalle.
«Siamo state fortunate!» Maggie accese la macchina, piena di
entusiasmo.
«Puoi dirlo forte!»
Kathy si strofinò le mani.
«’Rimani d’oro’»
ripeté Caleb. «Era simpatica. e
carina.»
«Sì, molto.» Maggie si
allontanò da Steingard House e andò verso il cancello di uscita. Il
campus sembrava completamente deserto, e non c’era nessuno a
spalare la neve a quell’ora. Superarono l’edificio amministrativo,
ora completamente buio. «Mi chiedo se
Whitaker si sia degnato di chiamare il capo della polizia
Vogel.»
«Me lo chiedo anch’io.»
«C’è solo un modo per scoprirlo. Mi cercheresti il
numero della polizia di Congreve così li chiamo?»
«Subito.» Kathy prese
il telefono di Maggie, aprì il browser e trovò il numero.
«Ecco qua.»
«Grazie.» Maggie prese
il telefono e fece partire la chiamata. Il telefono squillò a lungo
prima che qualcuno rispondesse.
«Polizia di Congreve»
disse una donna. «Come posso
aiutarla?»
«Salve, sono Maggie Ippoliti e sono la madre di una
ragazza di nome Anna Desroches, una studentessa di diciassette anni
della Congreve Academy che è scomparsa lo scorso aprile. Credo che
il capo della polizia Vogel abbia parlato del caso con Morris
Whitaker oggi. Posso parlare con il capo Vogel? È
importante.»
«In questo momento è fuori. Sto prendendo le
telefonate per l’emergenza neve. Non sono un agente.»
«Non c’è un vice o qualcuno con cui posso
parlare?»
«Anche lui è fuori, mi spiace. Sono tutti fuori. Ci
sono solo tre agenti e un agente part time che non lavora solo per
noi.»
«Posso avere il cellulare del capo
Vogel?»
«Mi dispiace, non ho questa informazione. Può
cercare il numero del telefono fisso, se vuole. È sull’elenco
telefonico.»
Maggie si girò e vide che
Kathy stava già armeggiando con il telefono per cercare il numero
di casa di Vogel. «Lei sa per caso se
è stata presentata una denuncia di scomparsa per mia figlia presso
la polizia di Congreve o del Maine?»
«Non ne sono a conoscenza, signora. Come le ho
detto, sto solo prendendo le telefonate. Siamo a corto di
personale.»
«Okay, può dire al comandante che ho
chiamato?» Maggie stava guidando
sulle strade innevate di Congreve.
«Certamente. Mi può ripetere il suo
nome?»
Maggie ripeté il suo nome,
traslitterando il cognome, poi disse: «Può dire al capo Vogel che può chiamarmi in
qualsiasi momento al cellulare? Non importa l’orario. Alloggio alla
Congreve Inn e sto andando a Tipton, all’Eddie’s Diner. C’è una
cameriera lì che si chiama pg e che
potrebbe sapere qualcosa sulla scomparsa di Anna.»
«Oh, Eddie’s?» si
rianimò la donna. «Si mangia davvero
bene lì. Prenda la platessa. Doppia panatura e
fritta.»
«Grazie, adesso la saluto.» Maggie riagganciò e passò di nuovo il telefono a
Kathy. «Nel frattempo, mi faresti un
altro favore? Cerca l’fbi a Bangor,
gli facciamo uno squillo.»
«Non ti ferma più nessuno.» Kathy prese il telefono, cercò il numero, poi fece
partire la chiamata e passò il telefono di nuovo a Maggie.
«Mentre eri al telefono con la
polizia di Congreve, ho cercato su Google Maps le indicazioni per
andare da Eddie’s. Metto il mio telefono qui così puoi vedere. È
tutto a nord.»
«Grazie.» Maggie
teneva il telefono, che stava squillando. Rallentò dietro uno
spazzaneve mentre superavano la Congreve Inn. Non voleva pensare
alla sera in cui aveva portato lì la truffatrice, con il letto a
baldacchino, il servizio in camera e le lacrime per Top Gun. Maggie si era bevuta tutta la
storia.
«Ho anche cercato su yelp. Eddie’s ha cinque stelle
e dicono che hanno delle bellissime docce. Mi piacciono i
ristoranti con una bella doccia.»
«Anche a me. Io ordino il sapone come
contorno.»
«Sarà sicuramente una roba da
camionisti.»
Maggie sentì un clic e qualcuno rispose al telefono.
«Pronto?»
«Agente speciale Tony Delgado. Con chi
parlo?»
«Salve, mi chiamo Maggie Ippoliti e sono la madre di
una ragazzina di diciassette anni, Anna Desroches, che è scomparsa
dalla Congreve Academy lo scorso aprile. Forse lei può
aiutarmi.»
«Signora Ippoliti, sta chiamando fuori orario e mi
sto occupando di alcune scartoffie. Mi sembra che questo sia un
caso per la polizia locale, non per l’fbi.»
Maggie non sapeva che
l’fbi avesse degli orari di apertura,
ma non importava. «La polizia è già
stata contattata, ma penso che debba essere coinvolta anche
l’fbi. Ci sono anche altre due ragazze
che sono scomparse, Jamie Covington di Congreve e Samantha Silas di
Ardmore, Pennsylvania.»
«Covington? Ricordo di aver sentito parlare di quel
caso. Non si trattava di una persona scomparsa. Io ricordo che la
ragazzina è scappata di casa.»
«Forse questo è quello che si diceva prima, ma ho
nuove informazioni che fanno pensare che le cose stiano
diversamente.» Maggie seguiva lo
spazzaneve. «Jamie Covington era
un’amica di mia figlia ed erano anche amiche di un’altra ragazza di
nome pg, che fa la cameriera
all’Eddie’s Diner di Tipton.»
«Sua figlia è scomparsa ad aprile?»
«Sì, ma l’abbiamo saputo solo ora, e io voglio
trovarla.»
«Posso chiedere al mio supervisore di chiamarla
domani, in orario di ufficio.»
«Ma devo aspettare così tanto? Lei non può aiutarmi?
In questo momento sto andando a Tipton per parlare con pg.»
«Lei sta andando a Tipton adesso? Le condizioni
meteo sono pessime lassù, signora Ippoliti. Lei non dovrebbe essere
in strada.»
«Agente speciale Delgado, mi perdoni se sono così
preoccupata da essermi messa in strada in una sera come questa.
Santo cielo, lo farei anche se si trattasse del mio gatto.» Maggie
guardò nello specchietto retrovisore e vide Caleb che le mostrava
un pollice alzato.
«Il governatore sta per dichiarare l’emergenza
neve.»
«Ancora non l’ha fatto, però.» Maggie accelerò quando lo spazzaneve svoltò e
proseguì dritta su una strada larga a una corsia fuori città, con i
cumuli di neve su entrambi i lati.
«Signora Ippoliti, lei non aiuterà sua figlia se
avrà un incidente o ne causerà uno. La farò chiamare dal mio
supervisore.»
«La prego di farlo, il prima possibile, a questo
numero. Non importa che ora sia.»
«Lo farò sicuramente, signora Ippoliti. Ma la prego
di lasciare le indagini alla polizia.»
«Non si tratta di fare indagini, agente speciale
Delgado.» Maggie sterzò nella
tormenta. «È quello che farebbe ogni
madre.»