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Noah, dopo
Processo, quinto giorno
Noah sedeva al banco dei testimoni accanto all’ingrandimento di una foto di Anna su un cavalletto. Nessuno avrebbe creduto che un viso così innocente nascondesse un animo crudele e ingannevole, specialmente Maggie. Erano rimasti in soggiorno dopo che Anna era corsa di sopra, quando l’avevano affrontata in merito a Jamie, la sua amica scomparsa.
«Le hai detto che è una bugiarda, Noah! Come hai potuto?»
«Tesoro, ho detto che stava mentendo, non le ho detto che è una bugiarda. È diverso.»
«E invece no. Io non penso che lei stia mentendo.»
«Lei sa sicuramente dove si trova Jamie.»
«Tu non lo sai per certo.»
«Sì che lo so. So quando una ragazzina sta mentendo e lei sta mentendo.»
«E dài, Noah! Lei è mia figlia, e quello che ha detto è sensato. Avrei dovuto pensarci prima. Jamie non le ha detto dove stava andando, di proposito.»
«Per darle la possibilità di farla franca? Quale ragazzina ragiona in quel modo? Non esiste. Tu l’hai colta in flagrante con quei bigliettini.»
«Perché le hai detto che avevo trovato gli altri biglietti?»
«Dov’è il problema? Lei deve dirci dove si trova Jamie. C’è una ragazza là fuori per strada. Lo sai che le cose brutte succedono. Abbiamo appena perso Mike.»
«Noah, Jamie non è Mike. Questo non ha nulla a che fare con Mike.»
«Questo lo so» aveva detto Noah, trovandosi nella posizione contraddittoria di sostenere l’opposto di quello che aveva appena affermato. Ultimamente litigavano così tanto che non riusciva a tenere il filo del discorso.
«Ti avevo detto che avrei parlato io.»
«E te l’ho lasciato fare.» Noah non riusciva a capacitarsi di quanto si fossero allontanati lui e Maggie. Non riusciva a ricordare quand’era stata l’ultima volta che si erano trovati d’accordo su qualcosa. «Maggie, devi pensare a Jamie. È scomparsa.»
«Non è scomparsa, è scappata di casa. Succede ogni giorno. Non stiamo parlando di Adam Walsh.»
«Ma i suoi genitori non sanno dov’è. Per me questo significa che una persona è scomparsa. Dovremmo chiamare la scuola e chiedere loro un recapito dei genitori di Jamie. Potremmo chiamare il padre e la madre di Jamie e dire loro...»
«Che cosa? Di chiamare Anna? Per metterla in difficoltà?»
«Maggie, non ho certo intenzione di fare finta che non sia successo nulla. Potremmo chiamare la scuola e avere i recapiti di Jamie. Oppure quelli di pg e Connie. È così difficile da capire?»
«Non ho intenzione di farlo.»
«Perché no? Non t’importa di Jamie?»
«M’importa di più di Anna, e dovrebbe essere lo stesso per te.»
«Qualsiasi genitore sarebbe disperato se il proprio figlio fosse scomparso, anche se fosse semplicemente scappato di casa. Ma te lo immagini?»
«Sì, Noah, lo immagino benissimo. Gli occhi di Maggie luccicavano di lacrime. Perché è proprio come mi sono sentita negli ultimi diciassette anni e se tu continui a fare così, la perderò una volta per tutte.»
«Tesoro, ascolta, Noah aveva teso le braccia verso di lei, ma Maggie aveva spinto via la sua mano.»
«Noah, ultimamente non ti riconosco. Da quando in qua sei diventato un maniaco del controllo?»
Ma per quello, Noah non aveva alcuna risposta, fatta eccezione per una, che non poteva essere detta.
Dopo Anna.