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Maggie, dopo
Maggie, Kathy e Caleb sedevano nella piccola sala d’attesa dell’accogliente caserma della polizia di Tipton, dopo avere rilasciato le proprie dichiarazioni a un gruppo di agenti della polizia federale, statale e locale. Le sedie di legno erano abbinate a un tavolo sul quale erano disposti vecchi numeri della rivista People e l’aria odorava di caffè stantio. Maggie stava aspettando di avere notizie di Anna. Le autorità stavano ancora interrogando Connie e le avevano detto che stava confessando tutto in cambio di un patteggiamento.
La sala d’attesa era separata dall’ufficio da una vecchia porta di legno con un riquadro in vetro e Maggie dava di tanto in tanto un’occhiata per vedere che cosa stava succedendo. La piccola stanza era stipata di agenti della polizia locale in divisa, sostituti procuratori dello Stato, sostituti procuratori distrettuali locali e agenti dell’fbi. Sopra una fila di classificatori grigi malconci c’era una vecchia tv che stava trasmettendo le previsioni meteo senza audio, accanto a una pila di fascicoli e a un’accozzaglia di gadget dei New England Patriots e dei Red Sox, compresa una statuina di David Ortiz.
Maggie provava un autentico terrore all’idea che fosse successo il peggio ad Anna, ma si disse che doveva restare fiduciosa, e si preoccupava per Caleb, per via della scena orribile a casa di Elma Tenderly. Era ancora stupita dalla prontezza di riflessi che aveva avuto Caleb nell’uscire di corsa dalla porta sul retro e chiamare il 911, quando Connie e Roy avevano fatto irruzione in casa. Non aveva ancora avuto la possibilità di parlare con lui di quello che era successo, sicuramente doveva essere stata un’esperienza traumatica. In quel momento sembrava che stesse bene, seduto accanto a lei con il suo telefono in grembo. Durante l’interrogatorio, aveva assorbito tutto con gli occhi spalancati. Maggie l’avrebbe aiutato a elaborare quell’esperienza più avanti e avrebbe potuto parlarne anche con uno psicologo, una volta tornati a casa.
«Come stai, tesoro?» gli chiese Maggie, arruffandogli i capelli.
«Tutto okay.» Caleb annuì con un sorriso.
«Sarai stanco.» Maggie lanciò un’occhiata all’orologio alla parete. Era quasi l’una di notte.
«No, sto bene.»
Maggie gli sfiorò la mano. «È stato spaventoso in quella casa, eh?»
«Eh sì.»
«Sono molto fiera di te, Caleb. Ci hai salvato la vita, ma ti rendi conto?»
«Sì.» Caleb sorrise.
«Ti voglio un mondo di bene.» Maggie lo abbracciò e gli diede un bacio.
«Anch’io ti voglio bene, Mag.» Caleb alzò lo sguardo con un sorriso. «E ho detto ‘emergenza’!»
«E l’hai detto benissimo!» Maggie sorrise, orgogliosa di lui.
«Ti ricordi quando sono caduto e mi sono ferito al ginocchio a scuola? Quella era un’emergenza.»
«Sì. L’hai detto alla perfezione. Sei incredibile.»
Kathy li guardò, con gli occhi lucidi. «Sono perfettamente d’accordo. Caleb, sei stato incredibilmente coraggioso. Ci hai salvato la vita.»
Caleb sorrise. «Mag ha sparato al ragazzo!»
A Kathy brillarono gli occhi, con un mezzo sorriso. «È vero. Chi l’avrebbe detto?»
«Io no di certo.» Maggie rabbrividì. «E Kath, tu l’hai placcato.»
Kathy fece un occhiolino. «Visto? Me l’hanno insegnato i ragazzi, lacrosse a primavera, e football in autunno. Forza, ragazzi!»
Caleb sorrise guardando Maggie. «Avevi mai sparato a qualcuno prima d’ora, Mag?»
«No, e non ho intenzione di farlo di nuovo. Non volevo ucciderlo, sai? Non ne avevo alcuna intenzione.» Maggie riuscì a sorridere, sapendo che anche lei avrebbe dovuto elaborare il tutto più avanti.
Kathy mise una mano su quella di Caleb. «Tua mamma ha sparato solo perché quel tizio voleva farti del male.»
«Lo so.» Caleb alzò lo sguardo verso Maggie. «Sei una mamma fantastica.»
«Oh, grazie, tesoro» disse Maggie, sentendosi sciogliere. Lei sapeva che Caleb le voleva bene, ma non l’aveva mai detto prima di allora.
Improvvisamente, la sala operativa entrò in fermento. La porta della sala degli interrogatori si stava aprendo, e degli uomini in giacca e cravatta stavano uscendo con i loro portatili e fascicoli legali. Gli agenti dell’fbi stavano indossando le giacche e gli avvocati, i loro impermeabili, mentre i poliziotti si stavano mettendo i giubbetti antiproiettile per poi uscire dall’ingresso sul retro e andare al parcheggio dietro alla caserma.
Maggie si alzò subito in piedi. «Stanno andando da qualche parte.»
Kathy si tirò su. «Sembra proprio di sì.»
Caleb balzò dalla sedia. «Arriva il capo della polizia.»
Maggie fece un cenno al capo Vogel della polizia di Congreve, il quale incrociò il suo sguardo mentre si faceva strada nella sala d’attesa, allacciandosi la giacca a vento blu sopra la divisa e indossando il berretto dell’uniforme. Si erano conosciuti prima quella notte e a Maggie era piaciuto. Vogel era un taciturno abitante del Maine sulla cinquantina, ma aveva preso a cuore il caso di Anna. Aprì la porta che dava sulla sala d’attesa con un sorriso teso.
«Salve» disse Vogel, chiudendosi la porta alle spalle.
«Comandante, che sta succedendo?» Maggie gli andò incontro sulla porta con Kathy e Caleb. «Anna sta bene?»
«Ho alcune risposte ma non tutte. Sono autorizzato a dirle solo lo stretto necessario. Si tratta di informazioni riservate della polizia e non abbiamo molto tempo per parlare in questo momento.»
«Capisco.»
«Ci sono delle indagini in corso. Glielo sto dicendo solo perché lei è il genitore di una vittima. Una delle vittime.»
Maggie deglutì a fatica. Il suo cuore cominciò a battere all’impazzata. Pregava che Anna fosse viva.
«Stiamo definendo il patteggiamento della pena con Connie, nome completo Konstantine Rogolyi. Di conseguenza, a Konstantine Rogolyi sarà risparmiata la pena di morte e trascorrerà il resto della vita in prigione senza possibilità di appello. In cambio, ha accettato di dichiararsi colpevole degli omicidi di primo grado di Elma Tenderly, Patti ‘pg’ Tenderly e Roy Watson di Tipton. Inoltre, Konstantine Rogolyi si sta dichiarando colpevole di altre accuse, compresi numerosi reati federali di sfruttamento della prostituzione.»
«Sfruttamento della prostituzione?» A Maggie si rivoltò lo stomaco. Sentì che Kathy le teneva il braccio, sostenendola. Non sapeva fino a che punto Caleb capisse, ma quelli non erano né il momento né il luogo per dare spiegazioni.
«Sì. Stando alle sue dichiarazioni, Konstantine Rogolyi era coinvolto insieme a Roy Watson e altri in un giro di sfruttamento della prostituzione, in violazione della legge in materia di protezione delle vittime di traffici illeciti e altre leggi. Patti Tenderly, che lei conosce come pg, era parte integrante di questo traffico criminale. Il ruolo di Patti Tenderly era quello di reclutare le vittime come sua figlia e adescarle in un incontro con Konstantine Rogolyi, Roy Watson, e altri, che poi le sequestravano e le sfruttavano.» La bocca di Vogel aveva una smorfia cupa. «Konstantine Rogolyi ha detto alle autorità che ci sono sette vittime costrette a prostituirsi, sotto minaccia di violenza. Lei forse non lo sa, ma non tutti i casi di traffico sessuale sono internazionali. Al contrario, il traffico sessuale interno al Paese sta aumentando nelle regioni isolate degli Stati Uniti come la nostra. Di fatto, le autorità statali e federali si coordinano con molti gruppi antitratta, compresi organizzazioni femminili e l’associazione dei camionisti contro lo sfruttamento, Truckers Against Trafficking.»
«Quindi questo significa che Anna è viva?» Maggie aveva un barlume di speranza, lasciando da parte la repulsione. «E lei sa dov’è?»
«Possiamo ritenere ragionevolmente che lei e le altre ragazze si trovino nelle vicinanze, ma non possiamo esserne certi. Konstantine Rogolyi ci ha detto che Patti Tenderly ha reclutato Jamie Covington e sua figlia Anna Desroches alla Congreve. Patti Tenderly è venuta a sapere che sua figlia stava per ereditare un fondo fiduciario all’età di diciotto anni. Notando la somiglianza con la fisionomia di sua figlia, Patti Tenderly l’ha avvicinata, costringendola a prostituirsi, e ha colto l’opportunità di rubare l’identità di sua figlia e trasferirsi in Pennsylvania.»
Maggie rabbrividì. «Perché voleva i soldi di Anna?»
«Sì. Inoltre, aveva la necessità di lasciare la giurisdizione per evitare di essere individuata, dal momento che aveva già adescato altre vittime qui. Se ne avesse avvicinate altre, avrebbe destato dei sospetti. Konstantine Rogolyi ha già detto anche che, dopo essersi trasferita in Pennsylvania, Patti Tenderly ha adescato Samantha Silas, una studentessa al terzo anno della Lower Merion High School.»
«Tutte le ragazze scomparse sono state costrette a prostituirsi?» Maggie era completamente disgustata, persino mentre cercava di ricostruire tutta la storia. «Patti, o pg, agiva molto in fretta.»
«Doveva fare per forza così, doveva sfruttare al massimo l’anno scolastico per conoscere le sue vittime.»
«Allora perché Connie l’ha uccisa? Mio marito è stato ingiustamente condannato per quell’omicidio.»
«Le spiego, in breve.» Il capo della polizia lanciò un’occhiata all’ufficio, dove l’fbi, i sostituti procuratori federali e distrettuali e gli agenti in divisa stavano uscendo. «Secondo le dichiarazioni di Konstantine Rogolyi, Patti Tenderly intendeva reclutare le vittime in Pennsylvania utilizzando l’identità di sua figlia fino alla liquidazione del fondo fiduciario e dell’eredità di sua figlia, al compimento dei diciotto anni. A quel punto, Patti Tenderly avrebbe ritirato i soldi e se ne sarebbe andata da casa sua. Tuttavia, Patti temeva che suo marito avrebbe fatto cambiare le condizioni del fondo e che quindi sarebbe entrata in possesso dei soldi a venticinque anni. Non voleva aspettare così tanto per avere i soldi, quindi ha cercato di eliminarlo muovendogli accuse false in una istanza per un ordine di protezione contro gli abusi»
Ora era tutto chiaro, Maggie era inorridita. «In altre parole, lei ha presentato quell’istanza per cacciarlo di casa?»
«Si, ma Patti Tenderly temeva che lei alla fine si sarebbe riconciliata con suo marito. Quindi aveva elaborato un piano per incolparlo di un altro incidente di violenza sessuale, che aveva intenzione di utilizzare per accusarlo in sede penale e in definitiva costringere lei a divorziare da suo marito. Konstantine Rogolyi ha finto di essere d’accordo con l’idea di Patti ma, nel contempo, stava elaborando un piano per ucciderla.»
«In che modo?»
«All’insaputa di Patti Tenderly e Roy Watson, Konstantine Rogolyi pensava che Patti si stesse montando la testa. Quindi Konstantine Rogolyi è andato a casa di suo marito prima che lui arrivasse, ha ucciso Patti Tenderly e se n’è andato senza essere visto.»
«Oh mio dio» disse Maggie, atterrita. «Allora dov’è Anna?»
«Konstantine Rogolyi ci ha appena dato informazioni su una località nelle vicinanze dove vengono sfruttate le vittime. Intendiamo fare irruzione immediatamente.» Vogel lanciò uno sguardo alle autorità che avevano lasciato la sala operativa.
«Lei mi sta dicendo che avete intenzione di trovare Anna adesso?» chiese Maggie, con il cuore in gola.
«Penso che sia giunto il momento per lei di andare alla Congreve Inn e aspettare nostre notizie. Va bene?» Il comandante Vogel lanciò uno sguardo a Kathy e Caleb. «Vi chiamerò non appena mi sarà possibile...»
Maggie lo interruppe: «Se state andando a salvare Anna, vengo con voi.»
Il comandante Vogel alzò il palmo della mano. «Sentite, preferisco che aspettiate in albergo. Cercheremo di catturare criminali che sono armati e pericolosi. Le vittime saranno in un pericolo ancora più grande quando comincerà l’operazione. Vogliamo evitare che ci siano ostaggi. Si tratta di un’operazione importante e coordinata che coinvolge agenti federali e statali.»
«E io verrò con voi, comandante» Maggie si voltò verso Kathy. «Kath, è meglio se porti Caleb in albergo, okay?»
«Sì, giusto. Noi torniamo in albergo.» Kathy l’abbraccio velocemente.
«In bocca al lupo, tesoro. Stai attenta.»
«Mag, ma io voglio venire con te» disse Caleb, prendendole la mano.
«Tesoro, no. Hai sentito il comandante.» Maggie gli diede un bacio e lo abbracciò. «Ti voglio bene. Ci vediamo il prima possibile, okay?»
Il comandante Vogel aggrottò la fronte. «Maggie, anche lei dovrebbe aspettare in albergo. La prego.»
«Grazie, ma no» disse Maggie. «Vengo con voi.»
Si intromise Kathy: «Comandante Vogel, dovete portarla con voi. Dopotutto, non avreste risolto questo caso se non fosse stato per lei. Avrà modo di ringraziarla mentre siete in macchina.»