82
Maggie, dopo
Maggie, Kathy e Caleb
sedevano nella piccola sala d’attesa dell’accogliente caserma della
polizia di Tipton, dopo avere rilasciato le proprie dichiarazioni a
un gruppo di agenti della polizia federale, statale e locale. Le
sedie di legno erano abbinate a un tavolo sul quale erano disposti
vecchi numeri della rivista People e
l’aria odorava di caffè stantio. Maggie stava aspettando di avere
notizie di Anna. Le autorità stavano ancora interrogando Connie e
le avevano detto che stava confessando tutto in cambio di un
patteggiamento.
La sala d’attesa era separata
dall’ufficio da una vecchia porta di legno con un riquadro in vetro
e Maggie dava di tanto in tanto un’occhiata per vedere che cosa
stava succedendo. La piccola stanza era stipata di agenti della
polizia locale in divisa, sostituti procuratori dello Stato,
sostituti procuratori distrettuali locali e agenti
dell’fbi. Sopra una fila di
classificatori grigi malconci c’era una vecchia tv che stava
trasmettendo le previsioni meteo senza audio, accanto a una pila di
fascicoli e a un’accozzaglia di gadget dei New England Patriots e
dei Red Sox, compresa una statuina di David Ortiz.
Maggie provava un autentico
terrore all’idea che fosse successo il peggio ad Anna, ma si disse
che doveva restare fiduciosa, e si preoccupava per Caleb, per via
della scena orribile a casa di Elma Tenderly. Era ancora stupita
dalla prontezza di riflessi che aveva avuto Caleb nell’uscire di
corsa dalla porta sul retro e chiamare il 911, quando Connie e Roy
avevano fatto irruzione in casa. Non aveva ancora avuto la
possibilità di parlare con lui di quello che era successo,
sicuramente doveva essere stata un’esperienza traumatica. In quel
momento sembrava che stesse bene, seduto accanto a lei con il suo
telefono in grembo. Durante l’interrogatorio, aveva assorbito tutto
con gli occhi spalancati. Maggie l’avrebbe aiutato a elaborare
quell’esperienza più avanti e avrebbe potuto parlarne anche con uno
psicologo, una volta tornati a casa.
«Come stai, tesoro?»
gli chiese Maggie, arruffandogli i capelli.
«Tutto okay.» Caleb
annuì con un sorriso.
«Sarai stanco.» Maggie
lanciò un’occhiata all’orologio alla parete. Era quasi l’una di
notte.
«No, sto bene.»
Maggie gli sfiorò la mano.
«È stato spaventoso in quella casa,
eh?»
«Eh sì.»
«Sono molto fiera di te, Caleb. Ci hai salvato la
vita, ma ti rendi conto?»
«Sì.» Caleb
sorrise.
«Ti voglio un mondo di bene.» Maggie lo abbracciò e gli diede un bacio.
«Anch’io ti voglio bene, Mag.» Caleb alzò lo sguardo con un sorriso.
«E ho detto
‘emergenza’!»
«E l’hai detto benissimo!» Maggie sorrise, orgogliosa di lui.
«Ti ricordi quando sono caduto e mi sono ferito al
ginocchio a scuola? Quella era un’emergenza.»
«Sì. L’hai detto alla perfezione. Sei
incredibile.»
Kathy li guardò, con gli
occhi lucidi. «Sono perfettamente
d’accordo. Caleb, sei stato incredibilmente coraggioso. Ci hai
salvato la vita.»
Caleb sorrise.
«Mag ha sparato al ragazzo!»
A Kathy brillarono gli occhi,
con un mezzo sorriso. «È vero. Chi l’avrebbe
detto?»
«Io no di certo.»
Maggie rabbrividì. «E Kath, tu l’hai
placcato.»
Kathy fece un occhiolino.
«Visto? Me l’hanno insegnato i
ragazzi, lacrosse a primavera, e football in autunno. Forza,
ragazzi!»
Caleb sorrise guardando
Maggie. «Avevi mai sparato a qualcuno
prima d’ora, Mag?»
«No, e non ho intenzione di farlo di nuovo. Non
volevo ucciderlo, sai? Non ne avevo alcuna
intenzione.» Maggie riuscì a
sorridere, sapendo che anche lei avrebbe dovuto elaborare il tutto
più avanti.
Kathy mise una mano su quella
di Caleb. «Tua mamma ha sparato solo
perché quel tizio voleva farti del male.»
«Lo so.» Caleb alzò lo
sguardo verso Maggie. «Sei una mamma
fantastica.»
«Oh, grazie, tesoro»
disse Maggie, sentendosi sciogliere. Lei sapeva che Caleb le voleva
bene, ma non l’aveva mai detto prima di allora.
Improvvisamente, la sala
operativa entrò in fermento. La porta della sala degli
interrogatori si stava aprendo, e degli uomini in giacca e cravatta
stavano uscendo con i loro portatili e fascicoli legali. Gli agenti
dell’fbi stavano indossando le giacche
e gli avvocati, i loro impermeabili, mentre i poliziotti si stavano
mettendo i giubbetti antiproiettile per poi uscire dall’ingresso
sul retro e andare al parcheggio dietro alla caserma.
Maggie si alzò subito in
piedi. «Stanno andando da qualche
parte.»
Kathy si tirò su.
«Sembra proprio di sì.»
Caleb balzò dalla sedia.
«Arriva il capo della
polizia.»
Maggie fece un cenno al capo
Vogel della polizia di Congreve, il quale incrociò il suo sguardo
mentre si faceva strada nella sala d’attesa, allacciandosi la
giacca a vento blu sopra la divisa e indossando il berretto
dell’uniforme. Si erano conosciuti prima quella notte e a Maggie
era piaciuto. Vogel era un taciturno abitante del Maine sulla
cinquantina, ma aveva preso a cuore il caso di Anna. Aprì la porta
che dava sulla sala d’attesa con un sorriso teso.
«Salve» disse Vogel,
chiudendosi la porta alle spalle.
«Comandante, che sta succedendo?» Maggie gli andò incontro sulla porta con Kathy e
Caleb. «Anna sta bene?»
«Ho alcune risposte ma non tutte. Sono autorizzato a
dirle solo lo stretto necessario. Si tratta di informazioni
riservate della polizia e non abbiamo molto tempo per parlare in
questo momento.»
«Capisco.»
«Ci sono delle indagini in corso. Glielo sto dicendo
solo perché lei è il genitore di una vittima. Una delle
vittime.»
Maggie deglutì a fatica. Il
suo cuore cominciò a battere all’impazzata. Pregava che Anna fosse
viva.
«Stiamo definendo il patteggiamento della pena con
Connie, nome completo Konstantine Rogolyi. Di conseguenza, a
Konstantine Rogolyi sarà risparmiata la pena di morte e trascorrerà
il resto della vita in prigione senza possibilità di appello. In
cambio, ha accettato di dichiararsi colpevole degli omicidi di
primo grado di Elma Tenderly, Patti ‘pg’ Tenderly e Roy Watson di Tipton. Inoltre,
Konstantine Rogolyi si sta dichiarando colpevole di altre accuse,
compresi numerosi reati federali di sfruttamento della
prostituzione.»
«Sfruttamento della prostituzione?» A Maggie si rivoltò lo stomaco. Sentì che Kathy le
teneva il braccio, sostenendola. Non sapeva fino a che punto Caleb
capisse, ma quelli non erano né il momento né il luogo per dare
spiegazioni.
«Sì. Stando alle sue dichiarazioni, Konstantine
Rogolyi era coinvolto insieme a Roy Watson e altri in un giro di
sfruttamento della prostituzione, in violazione della legge in
materia di protezione delle vittime di traffici illeciti e altre
leggi. Patti Tenderly, che lei conosce come pg, era parte integrante di questo traffico
criminale. Il ruolo di Patti Tenderly era quello di reclutare le
vittime come sua figlia e adescarle in un incontro con Konstantine
Rogolyi, Roy Watson, e altri, che poi le sequestravano e le
sfruttavano.» La bocca di Vogel aveva
una smorfia cupa. «Konstantine
Rogolyi ha detto alle autorità che ci sono sette vittime costrette
a prostituirsi, sotto minaccia di violenza. Lei forse non lo sa, ma
non tutti i casi di traffico sessuale sono internazionali. Al
contrario, il traffico sessuale interno al Paese sta aumentando
nelle regioni isolate degli Stati Uniti come la nostra. Di fatto,
le autorità statali e federali si coordinano con molti gruppi
antitratta, compresi organizzazioni femminili e l’associazione dei
camionisti contro lo sfruttamento, Truckers Against
Trafficking.»
«Quindi questo significa che Anna è
viva?» Maggie aveva un barlume di
speranza, lasciando da parte la repulsione. «E lei sa dov’è?»
«Possiamo ritenere ragionevolmente che lei e le
altre ragazze si trovino nelle vicinanze, ma non possiamo esserne
certi. Konstantine Rogolyi ci ha detto che Patti Tenderly ha
reclutato Jamie Covington e sua figlia Anna Desroches alla
Congreve. Patti Tenderly è venuta a sapere che sua figlia stava per
ereditare un fondo fiduciario all’età di diciotto anni. Notando la
somiglianza con la fisionomia di sua figlia, Patti Tenderly l’ha
avvicinata, costringendola a prostituirsi, e ha colto l’opportunità
di rubare l’identità di sua figlia e trasferirsi in
Pennsylvania.»
Maggie rabbrividì.
«Perché voleva i soldi di
Anna?»
«Sì. Inoltre, aveva la necessità di lasciare la
giurisdizione per evitare di essere individuata, dal momento che
aveva già adescato altre vittime qui. Se ne avesse avvicinate
altre, avrebbe destato dei sospetti. Konstantine Rogolyi ha già
detto anche che, dopo essersi trasferita in Pennsylvania, Patti
Tenderly ha adescato Samantha Silas, una studentessa al terzo anno
della Lower Merion High School.»
«Tutte le ragazze scomparse sono state costrette a
prostituirsi?» Maggie era
completamente disgustata, persino mentre cercava di ricostruire
tutta la storia. «Patti, o
pg, agiva molto in
fretta.»
«Doveva fare per forza così, doveva sfruttare al
massimo l’anno scolastico per conoscere le sue
vittime.»
«Allora perché Connie l’ha uccisa? Mio marito è
stato ingiustamente condannato per quell’omicidio.»
«Le spiego, in breve.»
Il capo della polizia lanciò un’occhiata all’ufficio, dove
l’fbi, i sostituti procuratori
federali e distrettuali e gli agenti in divisa stavano uscendo.
«Secondo le dichiarazioni di
Konstantine Rogolyi, Patti Tenderly intendeva reclutare le vittime
in Pennsylvania utilizzando l’identità di sua figlia fino alla
liquidazione del fondo fiduciario e dell’eredità di sua figlia, al
compimento dei diciotto anni. A quel punto, Patti Tenderly avrebbe
ritirato i soldi e se ne sarebbe andata da casa sua. Tuttavia,
Patti temeva che suo marito avrebbe fatto cambiare le condizioni
del fondo e che quindi sarebbe entrata in possesso dei soldi a
venticinque anni. Non voleva aspettare così tanto per avere i
soldi, quindi ha cercato di eliminarlo muovendogli accuse false in
una istanza per un ordine di protezione contro gli
abusi»
Ora era tutto chiaro, Maggie
era inorridita. «In altre parole, lei
ha presentato quell’istanza per cacciarlo di casa?»
«Si, ma Patti Tenderly temeva che lei alla fine si
sarebbe riconciliata con suo marito. Quindi aveva elaborato un
piano per incolparlo di un altro incidente di violenza sessuale,
che aveva intenzione di utilizzare per accusarlo in sede penale e
in definitiva costringere lei a divorziare da suo marito.
Konstantine Rogolyi ha finto di essere d’accordo con l’idea di
Patti ma, nel contempo, stava elaborando un piano per
ucciderla.»
«In che modo?»
«All’insaputa di Patti Tenderly e Roy Watson,
Konstantine Rogolyi pensava che Patti si stesse montando la testa.
Quindi Konstantine Rogolyi è andato a casa di suo marito prima che
lui arrivasse, ha ucciso Patti Tenderly e se n’è andato senza
essere visto.»
«Oh mio dio» disse
Maggie, atterrita. «Allora dov’è
Anna?»
«Konstantine Rogolyi ci ha appena dato informazioni
su una località nelle vicinanze dove vengono sfruttate le vittime.
Intendiamo fare irruzione immediatamente.» Vogel lanciò uno sguardo alle autorità che avevano
lasciato la sala operativa.
«Lei mi sta dicendo che avete intenzione di trovare
Anna adesso?» chiese Maggie, con il
cuore in gola.
«Penso che sia giunto il momento per lei di andare
alla Congreve Inn e aspettare nostre notizie. Va
bene?» Il comandante Vogel lanciò uno
sguardo a Kathy e Caleb. «Vi chiamerò
non appena mi sarà possibile...»
Maggie lo interruppe:
«Se state andando a salvare Anna,
vengo con voi.»
Il comandante Vogel alzò il
palmo della mano. «Sentite,
preferisco che aspettiate in albergo. Cercheremo di catturare
criminali che sono armati e pericolosi. Le vittime saranno in un
pericolo ancora più grande quando comincerà l’operazione. Vogliamo
evitare che ci siano ostaggi. Si tratta di un’operazione importante
e coordinata che coinvolge agenti federali e
statali.»
«E io verrò con voi, comandante» Maggie si voltò verso Kathy. «Kath, è meglio se porti Caleb in albergo,
okay?»
«Sì, giusto. Noi torniamo in albergo.» Kathy l’abbraccio velocemente.
«In bocca al lupo, tesoro. Stai
attenta.»
«Mag, ma io voglio venire con te» disse Caleb, prendendole la mano.
«Tesoro, no. Hai sentito il
comandante.» Maggie gli diede un
bacio e lo abbracciò. «Ti voglio
bene. Ci vediamo il prima possibile, okay?»
Il comandante Vogel aggrottò
la fronte. «Maggie, anche lei
dovrebbe aspettare in albergo. La prego.»
«Grazie, ma no» disse
Maggie. «Vengo con
voi.»
Si intromise Kathy:
«Comandante Vogel, dovete portarla
con voi. Dopotutto, non avreste risolto questo caso se non fosse
stato per lei. Avrà modo di ringraziarla mentre siete in
macchina.»