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Noah, dopo
Processo, secondo giorno
Noah si raddrizzò sulla sedia durante il giuramento del successivo testimone dell’accusa, l’ispettore Andrew Hickok. Thomas l’aveva ribattezzato l’Ispettor Pavone, ed era chiaro il perché. Il suo abito scuro era di buona fattura, e la sua cravatta a pois brillava come fosse seta. Aveva i capelli scuri, pettinati con un taglio costoso, che incorniciavano un viso dalla mascella squadrata, occhi marroni, un naso dritto e baffi sale e pepe curatissimi. Nel complesso, l’ispettore Andrew Hickok aveva l’aspetto di un membro delle forze dell’ordine tutto d’un pezzo, a casa o al banco dei testimoni.
Linda sorrise all’ispettore, l’alta considerazione che aveva di lui era evidente. «Dica il suo nome e cognome per la messa agli atti.»
«Ispettore Andrew J. Hickok.»
«Ispettore Hickok, potrebbe spiegare brevemente alla giuria le sue qualifiche?»
«Sì. Ho iniziato come agente della polizia di Philadelphia, poi sono entrato nell’unità Omicidi, sempre della polizia di Philadelphia. Mi sono trasferito nella contea di Montgomery e ho iniziato a lavorare come ispettore presso l’ufficio investigativo.»
«E da quanto tempo lavora nell’ufficio investigativo della contea di Montgomery?»
«Sedici anni.»
«Quante indagini per omicidio ha seguito?»
«Più di cento.»
«Ha collaborato all’indagine dell’omicidio di Anna Desroches?»
«Sì, ero a capo delle indagini.»
«Lei si è recato sulla scena del delitto la sera dell’omicidio?»
«Sì, dopo avere ottenuto il mandato, ho pensato che fosse stato necessario andare lì.»
«E che cosa stava succedendo sulla scena del delitto?»
«Gli agenti stavano delimitando il perimetro e la dottoressa Kapoor e la sua équipe si trovavano vicino al cadavere sulla veranda. La dottoressa mi ha riferito le prime conclusioni sulle cause e le circostanze della morte. I criminologi dell’unità Servizi forensi stavano scattando fotografie e raccogliendo le prove sulla scena del delitto, comprese le auto, il vialetto e la veranda. Inoltre, un agente aveva sequestrato il cellulare dell’imputato e me lo ha consegnato.»
«Ispettore Hickok, il cellulare le ha fornito delle prove relative all’indagine?»
«Sì, dopo aver ottenuto il mandato adeguato.»
«Quali erano queste prove?»
«Abbiamo trovato un messaggio che l’imputato aveva inviato alla vittima poco prima quella sera.»
«Le mostro un documento e le chiederò di identificarlo per la giuria.» Linda prese un foglio dal banco degli avvocati, poi lo fece passare davanti a Thomas, al giudice Gardner e poi all’ispettore, che lo lesse e alzò lo sguardo.
«Si tratta del messaggio che abbiamo trovato sul telefono dell’imputato. Il messaggio è stato inviato alle 18.55 del 10 maggio, la sera dell’omicidio.»
«Vostro onore, vorrei classificare il documento come reperto dell’accusa numero 43.» Linda si voltò verso Thomas, il quale annuì.
Anche il giudice Gardner annuì. «Ammesso.»
Linda fece un cenno, e sullo schermo comparve il messaggio:
Ciao Anna! Ti va di venire a casa mia alle 21:15 stasera? Mi dispiace e voglio sistemare le cose. Non dirlo a tua madre.
«Ispettore Hickok, lei ha ritenuto che il messaggio fosse rilevante per le indagini?»
«Sì, era un grave indizio di colpevolezza. I termini letterali del messaggio, il fatto che il luogo dell’incontro fosse la casa dell’imputato e che l’imputato fosse presente sulla scena nel momento dell’omicidio della vittima e che fosse stato lui a chiamare il 911.»
«E che cosa ha fatto poi?»
«Abbiamo proseguito con le indagini tutta la notte.»
«E a quali conclusioni siete giunti?»
«Abbiamo concluso che l’imputato aveva commesso l’omicidio di Anna Desroches.»
«Su quali basi siete giunti alla vostra conclusione?»
«Avevamo delle prove schiaccianti. Oltre al messaggio dell’imputato alla vittima, abbiamo tenuto conto dell’esistenza di un’istanza per la protezione contro gli abusi che era stata presentata dalla vittima contro l’imputato lunedì, 8 maggio, solo due giorni prima dell’omicidio.»
«Ispettore Hickok, mi scusi, perché questo elemento era rilevante?»
«Mostrava che in precedenza si erano verificati tentativi di violenza sessuale nei confronti della vittima, supportando la nostra teoria secondo la quale l’imputato aveva adescato la vittima a casa sua per un altro tentativo di violenza, è stato rifiutato e ha ucciso la vittima in un accesso d’ira o che si trattava di un crimine passionale, che in genere avviene per strangolamento.»
«Avete preso in considerazione altre prove per giungere alla conclusione che l’imputato aveva commesso l’omicidio?»
«Sì, abbiamo anche considerato il referto dell’autopsia e le tracce di capelli, fibre e dna raccolte e analizzate dalla scientifica, e tutti gli elementi supportavano la nostra teoria.»
Linda raddrizzò la testa. «Non è vero che, in genere, in un omicidio per strangolamento, la vittima si difende, lasciando le cosiddette ferite da difesa sull’aggressore?»
«Sì.»
«L’imputato presentava le suddette ferite da difesa?»
«No.»
«Questo ha scardinato la vostra conclusione in merito alla colpevolezza dell’imputato?»
«No. In genere le ferite da difesa si trovano sulle braccia e l’imputato stava indossando una camicia a maniche lunghe nel momento in cui è stato preso in custodia.»
Noah ascoltava, con una stretta al petto. L’ispettore Hickok risultava credibile e Linda gli stava facendo preventivamente le domande che Thomas avrebbe posto nel controesame. Purtroppo, l’ispettore Hickok aveva una risposta.
Linda fece una pausa, con la testa ancora dritta. «Non è vero anche che in genere, in un omicidio per strangolamento, durante la colluttazione le cellule cutanee della vittima finiscono sotto le unghie dell colpevole?»
«Sì.»
«È stato trovato il dna di Anna sotto le unghie dell’imputato?»
«No.»
«Questo ha scardinato la vostra conclusione in merito alla colpevolezza dell’imputato?»
«No. Sapevamo che l’imputato era un medico e aveva accesso a guanti, il suo messaggio alla vittima dimostrava la premeditazione, quindi avrebbe potuto avere con sé dei guanti.»
«Ispettore Hickok, sono stati trovati dei guanti sulla persona dell’imputato quando è stato preso in custodia?»
«No.»
«Questo ha scardinato la vostra conclusione in merito alla colpevolezza dell’imputato?»
«No. È possibile che si sia sbarazzato dei guanti prima di chiamare il 911.»
«Lei o qualcun altro ha trovato dei guanti sulla proprietà?»
«No, ma poiché avevamo stabilito che l’omicidio era avvenuto per strangolamento manuale, non abbiamo condotto una perquisizione, come facciamo di solito per un’arma del delitto. Inoltre, le altre prove di colpevolezza erano talmente schiaccianti da giustificare l’accusa.»
«Ha trovato impronte dell’imputato sul collo di Anna?»
«No, la nostra unità Scientifica non ha gli strumenti per prendere le impronte dalla pelle o dal tessuto.»
«Ispettore Hickok, com’è proseguita la sua indagine?»
«Io e il mio collega ci siamo visti con un vice procuratore distrettuale e abbiamo presentato le prove. Lui ha stabilito che le prove fossero sufficienti a incriminare l’imputato, quindi l’abbiamo messo in stato di fermo e al mattino è stato convalidato l’arresto.» L’ispettore Hickok si rivolse alla giuria. «In altre parole, l’imputato è stato formalmente accusato.»
«La ringrazio, ispettore Hickok. Non ho altre domande.» Linda sorrise, ovviamente compiaciuta, e tornò al banco degli avvocati.
«Chiedo il controesame, Vostro onore» disse Thomas, già diretto verso il banco dei testimoni, mentre Linda gli passava accanto senza guardarlo, per poi sedersi.
Il giudice Gardner annuì. «Proceda pure, signor Owusu.»
Thomas si tenne a distanza dal banco dei testimoni. «Ispettore Hickok, quando lei si è recato sulla scena del delitto, non era a conoscenza del fatto che il dottor Alderman era già stato sottoposto all’interrogatorio della polizia riguardo all’omicidio?»
«Sì.»
«E non era anche conoscenza del fatto che il dottor Alderman aveva detto all’operatrice del 911 di essere stato lui ad avere trovato il corpo?»
«Sì.»
«E infine, non era a conoscenza del fatto che il dottor Alderman era il soggetto dell’istanza per un ordine di protezione contro gli abusi?»
«Sì.»
«Ispettore Hickok, lei ha dichiarato di essere andato avanti con le indagini per tutta la notte, non è vero?»
«Sì.»
«E a che ora della notte è giunto alla conclusione che era stato il dottor Alderman ad avere commesso l’omicidio?»
«All’incirca alle quattro del mattino.»
«Quindi lei e il suo collega avete deciso, solo sette ore dopo il delitto, che il dottor Alderman era colpevole, è corretto?»
«Sì.»
«Non avete interrogato altri indiziati quella notte, giusto?»
«No.»
«Non avete cercato altri indiziati, giusto?»
«No.»
«Non avete cercato nessun altro indiziato, giusto?»
«Avevamo un principale indiziato.»
Thomas si mise in punta di piedi. «Ispettore Hickok, le ripeto la domanda. Non avete cercato nessun altro indiziato, giusto?»
«No.» L’ispettore Hickok sollevò il mento, un segno di sfida quasi impercettibile.
«Lei conosce il termine ‘pregiudizio di conferma’, applicato all’autorità giudiziaria?»
«Sì.»
«La prego di definire il termine per la giuria.»
L’ispettore Hickok si rivolse alla giuria. «Il pregiudizio di conferma implica che una volta raggiunta una conclusione in merito a un perpetratore, si cercano fatti a supporto di quella conclusione e si ignorano i fatti che invece non la supportano.»
«Ispettore Hickok, lei ha considerato la possibilità che l’assassino sarebbe potuto venire da una casa nelle vicinanze?»
«No.»
«Perché no?»
«Sembrava meno probabile.»
«Vuole dire, meno probabile rispetto al dottor Alderman?»
«Sì.»
«Ma la dépendance del dottor Alderman non era visibile dalla casa principale, dove viveva il suo padrone di casa?»
«Sì.»
«Il padrone della dépendance non era a casa la sera dell’omicidio?»
«Sì.»
«Il nome del padrone di casa era Scott Ropsare, non è vero?»
«Sì.»
«Ma il signor Ropsare poteva vedere la dépendance del dottor Alderman?»
«Sì.»
«Quindi non è vero che il signor Ropsare avrebbe potuto vedere Anna Desroches arrivare a bordo della sua macchina, scendere e aspettare il dottor Alderman sulla veranda?»
«Sì.» L’ispettore Hickok sbatté le palpebre.
«Tuttavia, lei non ha interrogato il signor Ropsare, vero?»
«No, ma ho bussato alla sua porta e ho parlato con lui. Gli ho chiesto se aveva visto qualcosa di insolito o sospetto, e lui ha detto di no.»
Thomas aggrottò la fronte. «La mia domanda era, lei non ha interrogato il signor Ropsare, vero?»
«No.»
«Lei era a conoscenza del fatto che nel 2015 il signor Ropsare è stato condannato per violenza aggravata contro la sua ex moglie?»
Le labbra dell’ispettore Hickok si appiattirono. «Sì, l’ho saputo il giorno dopo.»
«Eppure lei non è andato a prendere il signor Ropsare per interrogarlo?»
«No.»
«Perché lei aveva già accusato del crimine il dottor Alderman, è corretto?»
«Sì.»
Noah pensò che quella era una dimostrazione da manuale del pregiudizio di conferma e si chiedeva se Thomas si sarebbe arrischiato a fare un’altra domanda. I giurati stavano ascoltando e Noah sentiva che stavano seguendo il filo del discorso.
Thomas fece una pausa. «Lei era a conoscenza del fatto che il signor Ropsare si è suicidato sei mesi fa, soltanto un mese dopo l’omicidio di Anna Desroches?»
L’ispettore Hickok sbatté le palpebre due volte. «No, non ne ero a conoscenza.»
Noah rimase a bocca aperta. Non lo sapeva neanche lui. Aveva visto Ropsare solo una volta e Thomas non gli aveva detto che si era suicidato. La giuria reagì con sorpresa, e il Veterano si sporse in avanti, con rinnovato interesse.
«Non ho altre domande, Vostro onore.» Thomas si voltò e tornò al banco degli avvocati, con un’espressione grave. Si sedette accanto a Noah, prese la penna e scrisse sul suo taccuino: ‘Ta-dà! Non te l’ho detto perché volevo la tua reazione. E l’ho avuta. Non sei tanto bravo a mentire come pensi.’
Linda scattò in piedi e si affrettò ad andare al banco dei testimoni. «Vostro onore, voglio un nuovo esame per il testimone, se posso.»
Il giudice Gardner annuì. «Proceda, avvocato.»
«Ispettore Hickok, lei è sicuro che l’imputato abbia commesso l’omicidio di Anna Desroches?»
«Sì.»
«Lei ritiene che il pregiudizio di conferma abbia influito sulla sua indagine?»
«No, affatto.»
«Non ho altre domande, Vostro onore.»