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Maggie, prima
«Ciao!» Maggie rispose
alla chiamata di Kathy mentre scendeva di sotto a prendere uno
spuntino per Noah, Anna e Caleb, che stavano sistemando la camera
di Anna, dopo la consegna dei mobili. Era già domenica pomeriggio,
ma non aveva avuto un momento libero per chiamare la sua migliore
amica e aggiornarla.
«Ciao, bella, non vedo l’ora di sapere com’è andata
con Anna.»
«Non ci crederai mai.»
Maggie scese di corsa verso la cucina. «L’ho portata a casa con me. È qui.»
«Ma chi? Anna?»
«Sì! Vive con noi adesso.»
«Aspetta, cosa?» Kathy
ebbe un sussulto di gioia. «Dici sul
serio?»
«Sì sì, e senti questa, Florian le ha detto che io
ho abusato di lei e che è per quello che ho perso la custodia.
Assurdo!»
«Oh mio dio! Ma aspetta, è davvero lì?
Adesso?»
«Sì!» Maggie si mise a
raccontare tutta la storia, mentre prendeva le bibite, un sacchetto
di popcorn dalla credenza, e il luccicante vassoio di rame che
conservava per le occasioni speciali. E se non era un’occasione
speciale quella!
«Oh mio dio, ma è fantastico! Sono felicissima per
te!»
«Lo so, incredibile, vero? Ce l’ho di nuovo qui con
me! La mia bambina!»
«Fantastico! Quindi devi iscriverla a scuola e tutto
il resto.»
«Esatto, domani andiamo insieme a iscriverci e
martedì inizierà a frequentare le lezioni.» Maggie aprì lo sportello del freezer e riempì di
ghiaccio i bicchieri.
«Non vedo l’ora di conoscerla! Ma
com’è?»
«È carina e intelligente, ma
non ha molta fiducia in sé.»
«Vuoi dire che è insicura?»
«In un certo senso, sì.»
«Indovina da chi avrà preso.»
Maggie rise, di sé stessa.
«Con Caleb si trova
benissimo.»
«Sicuro! Chi è che non si trova bene con
lui?»
«Sono davvero contenta che vadano
d’accordo.» Maggie abbassò la voce.
«Ha paura di non piacere a Noah, ma
ovviamente non è vero.»
«Come fai a saperlo?»
«Me l’ha detto lei. Anna pensa che Noah preferisca
Caleb.» Maggie sistemò i bicchieri
sul vassoio, poi cercò dei tovaglioli.
«Sarebbe normale, non ti pare? Caleb è suo figlio.
Lei nemmeno la conosce.»
«Lo so, ma comunque non penso che Noah faccia così.
Siamo una famiglia di quattro persone ora,
incredibile!»
«In bocca al lupo»
sbuffò Kathy. «Io sono a una partita
di lacrosse e Josh è a un torneo di pallacanestro. Prendete un
figlio ciascuno. Divide et
impera.»
«Esatto.»
«Vuoi andare a camminare domani?»
«No, se non ti dispiace, dammi il tempo di sistemare
Anna.» Maggie si chiese se Anna non
preferisse qualcosa di più salutare, quindi andò verso il
frigorifero, frugò nel cassetto della frutta e trovò delle arance e
una mela. Le mise in una ciotola a parte sul vassoio, facendosi un
appunto mentale di chiedere ad Anna che tipo di frutta le
piacesse.
«Ho capito. Ci sentiamo allora. Congratulazioni! Ti
voglio bene!»
«Ti voglio bene anch’io. Ciao.» Mentre riagganciava Maggie sentì che qualcuno
stava scendendo di sotto, dal rumore dei passi poteva essere solo
Noah, che entrò in cucina e attraversò la stanza per andare
all’armadietto dove tenevano gli utensili, un metro a nastro e la
lana d’acciaio.
«Ovviamente mi serve una chiave a brugola. I miei
giorni delle chiavi a brugola non finiranno mai.»
«Com’è il letto?»
«Bellissimo.»
«Ad Anna piace?»
«Lo adora.» Noah trovò
la chiave a brugola e si rialzò, lanciando un’occhiata al vassoio
di rame. «Guarda lì. Fai gli onori di
casa?»
«Eh sì!»
Noah si guardò alle spalle,
poi abbassò la voce. «Anna sta
dicendo a Caleb che vuole comprare una Range Rover. Le lascerai
comprare una macchina? Non deve chiedere il nostro
permesso?»
«Non so, non ci ho pensato.» A Maggie piaceva essere più spontanea di Noah, che
invece faceva tutto in modo graduale. La loro differenza di
temperamento era ormai un dato di fatto, come è tipico delle coppie
sposate. Lui era ‘Lo scienziato’, e lei ‘L’Italiana’, anche se
Maggie sospettava che quel nomignolo a volte non le rendesse
giustizia.
«Non dovremmo trovare una soluzione? Anna vive sotto
il nostro stesso tetto, quindi deve seguire le nostre regole, non
trovi?»
Maggie sorrise.
«Non è che abbiamo delle regole
specifiche per le macchine.»
«Ma noi non permettiamo a Caleb di comprare tutto
quello che vuole con i suoi soldi.»
«Be’, ha trentasette dollari.»
«Ma non è questo il punto. È il principio. Anna può
semplicemente comprarsi una macchina senza il nostro permesso, solo
perché ne ha i mezzi? Siamo una famiglia e dobbiamo comportarci
come tale.»
«Ne possiamo parlare più tardi?» Maggie lanciò un’occhiata al piano di sopra.
«Non è giusto che Anna compri una Range Rover. Penso
che ci siano delle macchine usate migliori e anche se ha soldi a
sufficienza potrebbe essere una buona idea prendere un
finanziamento. I tassi sono bassi ora e questo le insegnerà a
pagare una rata mensile.»
«Vedremo.» Maggie
prese il vassoio, ma Noah la fermò.
«E un’altra cosa. Aveva un fidanzato a
scuola?»
«Non credo.»
«Secondo me usciva con qualcuno.»
«No, ti dico di no.»
Maggie non capiva il perché di quella domanda. «È una scuola femminile, ricordi? Non è che avesse molte
occasioni.»
«Ne sei sicura? Perché mi dà l’impressione che abbia
avuto dei ragazzi. È carina.»
«Lo so, ma non è uscita con nessuno. Ne ho parlato
anche con la sua psicologa. Anna praticamente non aveva amici,
fatta eccezione per una ragazza. Jamie.» Maggie si sporse, per non farsi sentire.
«Non penso che abbia avuto già dei
rapporti.»
Le labbra di Noah si aprirono
in un’espressione di sorpresa. «Tu
pensi che sia vergine?»
«Sssh.» Maggie lanciò un’occhiata alla scala.
«Non farne un problema
adesso.»
«Certo che no.»
«Invece sì. Sembravi sorpreso.»
«È
vero, ma non ne sto facendo un problema.»
«Abbassa la voce, okay? E non dirle niente, per
favore.»
«Ma certo che non le dico niente.» Noah alzò gli occhi al cielo, esattamente come
faceva Caleb. «Ma non penso che sia
vergine.»
«Perché no?»
«Non penso che lo sia e basta» replicò Noah, poi sembrò trattenersi dal dire
qualcosa.
«Che cos’è che te lo fa pensare? C’è qualcosa che io
non so?»
«No no, niente.»
«Ha solo diciassette anni, Noah.»
«Tesoro, un sacco di ragazze ha rapporti ancora
prima dei diciassette anni al giorno d’oggi. Questa è l’era dei
selfie e delle labbra a papera.»
«Ma come fai a saperlo?»
«Lo so e basta.» Noah
distolse di nuovo lo sguardo e Maggie capì che la conversazione lo
stava mettendo a disagio, il che era strano. Noah non si tirava mai
indietro quando si parlava di sesso e, semmai, lui aveva una carica
sessuale maggiore della sua. O forse era meno stanco. O forse era
un uomo.
«Si può sapere che hai?»
«Niente.» Noah mise la
chiave a brugola sul vassoio. «Tranquilla, lo porto io.»
«Grazie.»
«Non c’è di che.» Noah
uscì dalla cucina con il vassoio e Maggie lo seguì, chiedendosi
perché si comportasse in modo tanto strano.