18
Maggie, prima
Maggie tornò a casa in
macchina con Anna, che aveva un aspetto fresco e curato con i
capelli raccolti in una coda di cavallo. Indossava un delizioso
prendisole a scacchi celeste, con un giubbino di jeans. Maggie non
era mai stata così felice. Non riusciva a credere che stesse
tornando a casa con sua figlia.
«Questa è la nostra via» disse Maggie con una voce stridula che ricordava
quella di una guida turistica. «Merion Avenue.»
«Ma è bellissima! E ci sono tantissimi
alberi!»
«Aspetta di vedere il mio giardino.»
Anna la guardò con un
sorriso. «Ho sempre voluto imparare a
fare giardinaggio.»
«Anch’io» disse Maggie
ed entrambe si misero a ridere. Maggie prese una strada che
scendeva verso casa, superando vecchie case di pietra e querce
enormi. I vicini erano intenti a spuntare le siepi, spargere
pacciame e scaricare suv. Nessuno di
loro sapeva che Maggie aveva una figlia, ma ben presto l’avrebbero
saputo.
«La nostra casa è sulla destra o sulla
sinistra?»
‘La nostra
casa.’«Sulla sinistra. Là, quella con
le persiane gialle.»
«E ti anticipo una cosa. Caleb è affetto da
disprassia, quindi il suo modo di parlare potrebbe sembrare un po’
lento o esitante.»
«Oh.» Anna la guardò.
«Avevo visto qualcosa sulla tua
pagina facebook. Quando ha ricevuto il premio.»
«Esatto.» Maggie
ripensò alla cerimonia che aveva organizzato la logopedista.
«Sta facendo molti progressi. Devi
essere paziente con lui. Può sentirsi a disagio con le persone
nuove.»
«Certo, nessun problema.»
«Grazie.» Maggie entrò
nel vialetto con la sua Subaru carica di bagagli, guardando la
porta di ingresso. Aveva mandato un messaggio a Noah quando erano
atterrate all’aeroporto e lui aveva risposto con il suo tipico
‘OK’.
«Che bella casa!» Anna
si guardò intorno.
«Ecco i ragazzi.»
Maggie spense il motore mentre Noah e Caleb uscivano di casa.
«Ciao, vi presento
Anna!»
«Bentornate a casa, ragazze!» Noah andò spedito verso di loro con un sorriso
enorme, e Maggie scese dall’auto vedendo, come sicuramente aveva
visto anche Anna, il perfetto patrigno borghese con indosso una
polo bianca e pantaloni color cachi, come nella pubblicità dei
Dockers, nella versione sexy però.
Noah strinse forte a sé
Maggie. «Tesoro, sono felicissimo!
Questo è un gran giorno!»
«Proprio vero!» Maggie
si sciolse dal suo abbraccio, facendo un cenno ad Anna.
«Noah, ti presento Anna. Anna, Noah e
Caleb.»
«Benvenuta, Anna, è un grande piacere
conoscerti!» Noah porse la mano e
Anna la strinse con un sorriso.
«Vi ringrazio molto per avermi
accolta.»
«Mag, abbiamo preso la pizza!» urlò Caleb, stringendogli al collo le braccia
esili. «È una sorpresa!»
«Ormai non più» rise
Noah.
«Ottima idea!» Maggie
abbracciò a sua volta Caleb, rendendosi conto di non avere avuto la
possibilità di prepararlo all’incontro con Anna. «Caleb, ti presento Anna, mia figlia. Le ho parlato
di te. Viene a vivere con noi.»
«Anna, ti piace la pizza?» Caleb alzò lo sguardo verso di lei, con un sorriso
timido.
«Sì, la pizza è la cosa che mi piace di più in
assoluto.» Anna sorrise verso di
lui.
«Come ti piace la pizza?» chiese Caleb, parlando con una notevole
fluidità.
«Margherita.»
«Anche a me.» Caleb
esplose praticamente di felicità e Maggie e Noah si lanciarono
delle occhiate. Maggie immaginava che Noah avesse fatto esercitare
Caleb sulle frasi, e quello era un altro trucco che avevano
imparato, anticipando espressioni e frasi che sarebbero servite con
le persone nuove. In più, Caleb adorava la pizza, e sicuramente era
per quello che Noah l’aveva ordinata con il servizio di consegna a
domicilio. Maggie provò gratitudine per suo marito e gli toccò il
braccio.
Noah le cinse le spalle.
«Entrate, dobbiamo farvi vedere una
cosa.»
«È un
segreto!» Caleb trotterellò davanti a tutti verso la porta
d’ingresso, facendo cenno con le braccia di raggiungerlo; Maggie
sapeva che si stava mettendo in mostra per Anna, e pensò che fosse
adorabile.
«Prego» disse Noah,
tenendo la porta aperta; Caleb, Anna e Maggie entrarono e Noah
chiuse la porta alle loro spalle.
«Caleb, facciamo un giro veloce prima della
sorpresa.»
«Okay» sospirò
Caleb.
Maggie prese in mano la
situazione. «Questo è il
soggiorno» disse, indicando con la
mano. La sala era grande, con un pavimento color pino, un tappeto
Karastan a fantasia blu e poltrone a scacchi grandi blu raggruppate
davanti a un camino con un rivestimento in mattoncini. I soffitti
erano alti e la stanza era luminosa e ariosa, grazie alla vetrata
sul davanti e di lato.
«Questa è la sala da pranzo, che non usiamo
mai.» Maggie li fece entrare nella
sala da pranzo, dominata da un tavolo proveniente da una fattoria
irlandese che aveva comprato a New Hope. Aveva finiture rustiche
che erano in sintonia con una credenza di pino, posta sotto una
vetrata sulla destra.
«Il tavolo è meraviglioso.» Anna passò un dito sulla superficie.
«E adesso passiamo alla cucina.» Maggie li accompagnò, circondata da pensili
bianchi a vetri e ripiani di granito bianco. La parete posteriore
aveva un’esposizione assolata a sud. «Abbiamo aggiunto le finestre sopra il lavandino
così posso vedere il giardino.»
«Ci è voluta una vita»
esclamò Noah.
«Solo cinque mesi.»
Maggie diede dei colpetti con la mano sull’isola della cucina, dove
consumavano gran parte dei pasti. C’erano solo tre sgabelli, quindi
prese nota mentalmente di prenderne un altro. «E abbiamo aggiunto l’isola, con dei ripiani per i
libri di cucina. Non è fantastico?»
«Fichissimo.» Anna
diede un’occhiata ai libri di cucina. «Lidia Bastianich. Il direttore del collegio guarda
sempre il suo programma in tv.»
Caleb non stava più nella
pelle. «Possiamo mostrare la sorpresa
adesso?»
Maggie e Noah avevano
iniziato a rispondere, ma Anna fece un passo avanti con un
sorriso.
«Caleb, voglio vedere la mia sorpresa! Fammi
strada!» Anna tese la mano e Caleb la
trascinò fuori dalla cucina verso le scale.
«Dopo di te.» Maggie
lanciò uno sguardo a Noah, che le passò un braccio intorno alle
spalle.
«Siamo partiti col piede giusto» le sussurrò nell’orecchio.
«Lo so» rispose Maggie
bisbigliando e andarono verso le scale seguendo Anna e Caleb.
Maggie e Noah salirono al primo piano, Anna e Caleb erano in
corridoio, li raggiunsero, e guardarono dentro la stanza.
Quello era lo studio di Noah,
ma era completamente vuoto e alla parete c’era un cartellone dove
Caleb aveva scritto coi pennarelli camera di
anna!
Maggie si sentì commossa.
«Tesoro, quand’è che hai fatto tutto
questo?»
Noah si strinse nelle spalle
con un sorriso. «Ieri sera. Caleb mi
ha dato una mano.»
«Dove sono tutti i mobili?»
«Nel seminterrato. Era giusto che cedessi il mio
studio dal momento che c’è un bagno, che invece manca nella stanza
dei treni.»
Caleb andò verso il suo
cartellone. «Guarda,
Anna!»
Anna scoppiò in una risata
divertita. «Ma che carino che sei! Mi
piacciono un sacco il tuo cartellone e la camera. È più grande il
doppio della mia vecchia stanza a scuola!»
«E guarda!» Caleb
indicò il bordo del cartellone, dove aveva disegnato dei piccoli
letti, sedie, lampade e Ralph Spaccatutto. «Questo è il nostro gatto. Dorme sul mio letto. L’ho
disegnato uguale.»
«Grazie» sorrise Anna.
«Non sapevo che avevate un gatto.
Adoro i gatti!»
«Guarda. Il tuo bagno.» Caleb corse verso il bagno per accendere la luce.
«Anch’io ho un bagno. Tutti e due
abbiamo un bagno.»
«Ho un bagno tutto per me?» Anna incrociò lo sguardo di Maggie con un sorriso
di sorpresa. «A scuola, avevo un
bagno in comune con altre tre ragazze.»
«Bleah!» Caleb storse
il naso e, guardandolo, Maggie non ricordava quand’era stata
l’ultima volta che era stata tanto felice, sentendosi di nuovo
completa. Noah meritava un grande abbraccio per aver messo Caleb e
Anna al primo posto, com’era d’altronde nel suo carattere.
Anna aggrottò leggermente la
fronte. «Noah, spero che per te non
sia troppo trambusto.»
Noah minimizzò con un gesto
della mano. «Niente affatto. Ci siamo
divertiti e di sotto è tutto sistemato.»
«E questo è solo uno dei motivi per cui mio marito è
l’uomo più in gamba del mondo»
esclamò Maggie.
L’espressione sul viso di
Anna si distese. «Be’, non so davvero
come ringraziarti.»
«Vuoi le pareti di un colore diverso? Il bianco è
noioso, non ti pare?» chiese
Maggie.
«Sarebbe fantastico! A che colore stavi
pensando?»
«Quello che vuoi tu! Prenderemo il copriletto e
vediamo quale colore ti piacerebbe. È la tua stanza, quindi la
decisione spetta a te. Posso fermarmi al negozio di vernici a
prendere dei campioni.»
Caleb afferrò la mano di
Anna, guardandola raggiante. «Vieni a
vedere la mia stanza dei treni!»
«Vuoi dire la stanza dei quaderni?» Anna guardò verso di lui con un sorriso
perplesso.
«No! Vieni a vedere!»
Caleb trascinò Anna per la mano fuori dalla stanza e lungo il
corridoio.
«Sono contento che tu sia felice,
tesoro.» Noah sorrise guardando
Maggie, spostandole un boccolo dall’occhio. «Ti amo.»
«Anch’io» disse
Maggie, più convinta che mai.
«Hai avuto quello che volevi, eh?»
«Ho acchiappato il mio sogno!» disse Maggie, riprendendo un’espressione di
Caleb.
Dal corridoio si sentivano le
risate e Maggie e Noah entrarono nella stanza dove Noah e Caleb
avevano costruito un ambiente per i modellini dei treni, con una
città circondata da alberi finti e un laghetto che Ralph usava come
scodella dell’acqua.
«Anna, guarda!» Caleb
girò la manopola del trasformatore, accendendo la locomotiva sulla
pista nuova.
«Fantastico!» Anna
lanciò uno sguardo a Maggie con un sorriso.
«Non è bellissimo?»
Maggie apprezzava che Anna si dimostrasse interessata ai treni di
Caleb. Noah aveva proposto a Caleb di costruirli insieme per
rinsaldare la sua autostima, dato che si trattava di un’attività
non verbale.
Caleb tirò il giubbino di
Anna. «Vuoi provare? Ti faccio vedere
come si fa. È facile.»
«Grazie.» Anna prese
la scatola, e Maggie indietreggiò, portando Noah con sé in
corridoio.
«Penso che a Caleb Anna stia simpatica, non
credi?»
«Direi proprio di sì.»
«Non è carina?» Maggie
sorrise.
«È
bella.» Noah accarezzò la guancia di Maggie. «Come sua madre.»
Maggie annuì felice. «Ha le fossette
come le mie, l’hai notato?»
«Certo che l’ho notato» disse Noah con un sorriso.