20
Maggie, prima
Parcheggiarono davanti al
negozio di mobili e Maggie pensò che erano come una qualsiasi
famiglia di quattro persone in una macchina. Aveva fatto gli
spaghetti per cena e a tavola tutto era filato liscio e si erano
divertiti, con Caleb che era più loquace del solito. Per tutta la
cena aveva parlato ad Anna del suo ponte a traliccio per il treno,
una conversazione piena di vecchie parole target che riusciva a
pronunciare bene. Maggie e Noah avevano lasciato che fosse al
centro dell’attenzione, dato che succedeva di rado.
Noah strinse a sé Maggie
passandole un braccio intorno alle spalle, mentre si dirigevano
verso l’ingresso del negozio seguendo Caleb e Anna. Era buio ormai
e l’aria era fresca e frizzante. Il centro commerciale stava per
chiudere e in quella parte del parcheggio erano rimaste pochissime
macchine. Le luci brillanti del negozio di mobili si riversavano
sull’asfalto disegnando riquadri luminosi.
Maggie sorrise mentre
guardava Caleb e Anna che procedevano a passo svelto davanti a
loro, con il profilo in controluce. «Ma guardali. ‘Mutt e Jeff’ avrebbe detto mia
madre.»
Noah ridacchiò.
«Qualunque madre avrebbe detto ‘Mutt
e Jeff’.»
Maggie fu pervasa da un’altra
ondata di felicità. «Ma sta
succedendo davvero? Quelli sono i nostri due figli, che ci ignorano
come in una vera famiglia?»
«E Anna mi sembra un’ottima compagna di
giochi.» Noah sorrise.
«Non ho mai visto Caleb chiacchierare
così tanto. Mai più Coca-Cola a cena.»
«Accompagno dentro Anna!» urlò Caleb, quasi correndo verso l’ingresso del
negozio.
«Aspetta!» Anna lo
rincorse. «Voglio un letto a
baldacchino!»
«Ottima idea!» Maggie
rispose ad Anna, pensando alla Congreve Inn. Le sembrava
impossibile che fossero lì solo la sera prima, ma aveva
l’impressione che Top Gun fosse già
stato dimenticato.
«Un letto a baldacchino?» brontolò Noah, fra i denti. «Non è che poi devo montarlo io, no?»
«No. Quei giorni sono finiti.»
«Promettimelo. Niente più chiavi a
brugola.» Noah tenne la porta aperta
per Maggie ed entrarono nel negozio, che era vuoto. «Intanto, questa è la nostra nuova vita. In un
negozio di mobili il sabato sera.»
«Non volevo aspettare fino a domani.» Maggie guardò Caleb che guidava Anna da un
soggiorno all’altro nell’ampio spazio, provando i divani. Un
cartello che pendeva dal soffitto avvisava: ora consegne sette giorni su sette!
«Hai ragione, ma non abbiamo avuto un momento per
stare da soli.»
«Lo so, e ti devo raccontare un sacco di
cose.»
Noah le lanciò un’occhiata
maliziosa. «Non era proprio quello
che avevo in mente, ma va bene. È sabato sera, se capisci a cosa mi
riferisco.»
«Ah!» rise Maggie,
senza distogliere lo sguardo dai ragazzi.
«Ho capito, mi stai dando buca!»
«Hai capito perfettamente. Ne riparliamo fra un
anno. Per allora sarà all’università.»
Noah sorrise. «Come facciamo, con due figli in
casa?»
«Senza fare rumore.»
Maggie tirò fuori il telefono dalla tasca dei jeans e aprì la lista
che si era fatta. «Allora, ecco
quello che dobbiamo prendere dopo il letto. Uno specchio da trucco
con le luci, un astuccio per i trucchi, un asciugacapelli, un
carrello per il bagno...»
«Mi sembra che non sia previsto il momento delle
coccole.»
«No, è il momento di Bed Bath & Beyond. Ce n’è
soltanto uno in questo centro commerciale ed è aperto solo fino
alle 21.30.» Maggie guardò
l’orologio. «Sono le 20:35. Significa
che dobbiamo fare in fretta e si sa che per fare tutti i documenti
ci vuole una vita.»
«Se vuoi, tu puoi andare da Bed Bath & Beyond e
io resto qui con Anna e Caleb.»
«No, vediamo come vanno le cose. Forse riusciamo a
fare entrambe le cose.» Maggie guardò
Anna in lontananza, che si faceva un selfie con Caleb su un’enorme
poltrona reclinabile.
«Come preferisci. Non mi dispiace restare da solo
con lei, così potrei conoscerla meglio, come hai fatto tu con
Caleb.»
«Perfetto, e non indovinerai mai, non ho nemmeno
avuto il tempo di dirti la grande notizia. Riguarda l’eredità di
Anna.» Maggie continuò a guardare sua
figlia, abbastanza lontana da non sentire. «Cerca di non fare facce strane perché non voglio
che lei capisca di che cosa stiamo parlando.»
«Okay» annuì Noah,
perfettamente impassibile.
«Wow. La sai fare bene la faccia
indifferente.»
«A quanto ammonta la sua eredità?»
«È una
fortuna.» Maggie si avvicinò all’orecchio di Noah.
«Florian ha lasciato ad Anna
cinquanta milioni di dollari, che lei riceverà al compimento del
diciottesimo anno di età.»
«Ah però!» annuì Noah,
alzando le sopracciglia. «Un po’ me
l’aspettavo.»
Maggie si sentì presa alla
sprovvista. «Come, te l’aspettavi? Ho detto cinquanta milioni di dollari.»
«Florian ha venduto la sua start up per trenta
milioni di dollari, tanti anni fa. Dovrebbe avere un patrimonio
almeno pari a quella cifra. Stavo già pensando che Anna dovrebbe
vedere Mike.»
«Il tizio che ha fatto il nostro
testamento?» Maggie guardò Anna e
Caleb, che stavano salendo al piano superiore con le scale mobili.
«Ma lei ha già un avvocato. James
Huntley.»
«Secondo me, dovrebbe avere un avvocato
patrimonialista qui in zona, diciotto anni è troppo poco per
entrare in possesso di tutti quei soldi. Quanto può essere bravo un
avvocato che dà queste disposizioni?»
«Non è stato lui infatti. James mi ha detto la
stessa cosa. Sta già cambiando questa condizione e Anna si è detta
d’accordo.»
«A ogni modo, bisogna che Anna prenda un avvocato
qui. Può cambiarle Mike le disposizioni. La legge della
Pennsylvania e quella del Maine potrebbero essere
diverse.»
«Ma ad Anna James piace.» Maggie lo strattonò. «Gli ho già detto che non abbiamo intenzione di
cambiare.»
«Allora digli che hai cambiato idea. Dovremmo farle
prendere un altro avvocato.»
«Ma Anna dovrebbe avere voce in
capitolo.»
«Va bene, ma quanto peso vuoi dare alla sua
opinione? È una ragazzina.»
«Devo chiedere a lei. I soldi sono i
suoi.»
«Lo so, sto solo cercando di dare una
mano.» Noah scosse le spalle.
«Ora siamo noi a essere responsabili
per lei. È nostra figlia.»
«’Nostra figlia.’ Senti come suona
bene.» Maggie cinse Noah con il
braccio mentre andavano verso le scale mobili. «Sei eccezionale.»
«Continua così. Farò finta che siano
preliminari.» Noah l’avvicinò a sé
cingendole le spalle.
«Mag, papà!» Caleb si
precipitò verso di loro. «Venite a
farvi un selfie! Anna ci vuole tutti insieme!»
«Okay.» Noah si lasciò
strattonare e Maggie lo seguì verso uno dei soggiorni della mostra,
dove i mobili erano in finto stile castello inglese, con un
tavolino da tè davanti a un divano imbottito damascato.
«Papà, siediti!» urlò
Caleb, indicando con il dito.
«Caleb, calma!» Noah
si sedette ridacchiando. «Dov’è che
ti spegni?»
Anna guardò Maggie.
«Vieni, mettiti vicino a
me!»
«È
bellissimo!» Maggie si
sedette. «La nostra prima foto di
famiglia, eh? La famiglia
Ippoliti-Desroches-Alderman!»
«Esatto, ben detto!»
Anna sorrise, tenendo il telefono lontano da sé nella mano destra.
«Pronti?»
«Dite ‘cheese’!» Caleb balzò
accanto a Noah, spingendo tutti.
«Mi raccomando, tutti pronti,
sorridete!» canticchiò Anna e Maggie
sorrise per la foto, pensando che non avrebbe più smesso di
sorridere, tanto si sentiva felice.
Caleb balzò in piedi.
«Anna dobbiamo andare di sopra.
Vieni!»
«Eccomi!» Anna rimise
il telefono nella borsa. «Va come un
treno!»
Noah alzò gli occhi al cielo,
mentre si metteva in piedi. «Caleb,
dài!»
«Lascialo fare» lo
tranquillizzò Maggie, sorridendo, e Anna si affrettò a raggiungere
Caleb, che stava già andando verso le scale mobili. Noah si mise al
fianco di Maggie, e lei le passò il braccio intorno alla
vita.
«Ma quanto sei bravo?»
«Bravo.» Noah sorrise
ironico. «Ma dimmi
perché.»
«Ti ho fatto piombare Anna in casa e ora, eccoti
qui, già tutto preso.»
«Anna è tua figlia.»
Noah guardò Maggie sorridendo.
«E la tua figliastra.
Che cosa si prova?»
«Una sensazione bellissima. Sarà divertente
conoscerla.» Noah lasciò che fosse
Maggie a salire per prima sulla scala mobile mentre Caleb faceva
loro dei cenni dal piano di sopra.
«Papà! Mag! Veloci!»
Maggie e Noah raggiunsero il
secondo piano e videro Anna distesa su un bellissimo letto a
baldacchino con un copriletto di cotone bianco lucido e i montanti
rosa. Il letto era posto al centro di una camera in mostra
corredata di una scrivania, uno specchio e un guardaroba laccato
bianco.
«Wow, ma è bellissima!» disse Maggie entusiasta ad Anna.
«Vero?» Anna sorrise,
facendo il saluto regale. «Mi sento
come una principessa.»
Noah prese l’enorme etichetta
appesa alla colonna del letto. «Penso
che ci entrerà. La stanza è grande.»
Caleb aprì e chiuse i
cassetti dell’armadio. «Funzionano
buono!»
«’Bene’,» lo corresse
Noah «funzionano bene.»
«Come dici tu, papà.»
Caleb alzò gli occhi al cielo, lanciando un’occhiata ad Anna, che
sorrise a sua volta.
Maggie era felice nel vedere
che stavano legando. «Allora pensi
che questa sia la camera giusta per te, Anna? Non vuoi vederne
altre?»
«Penso che questa sia perfetta.» Anna si tirò su a sedere. «Dobbiamo prendere anche la
cassettiera?»
«Sì. Hai bisogno di una cassettiera e di uno
specchio. Forse anche del guardaroba perché l’armadio che c’è già è
piccolo.»
«Proprio quello che stavo pensando» annuì Anna. «In più
fanno il dieci percento di sconto se compri tutto il
set.»
«Giusto, e si possono fare le rate.»
«Lo metterò sul mio conto. James autorizzerà la
spesa.»
Maggie sorrise.
«Anna non devi pagare tu. Vogliamo
regalartela noi.»
«Davvero?» Anna
spalancò gli occhi.
«Certamente» esclamò
Noah. «Non devi pagare per i tuoi
mobili.»
«Ma posso comprarla coi miei soldi.»
Caleb alzò lo sguardo, in
un’espressione di sorpresa. «Anna,
davvero puoi comprare tutto questo? Quanti soldi
hai?»
«Caleb,» esclamò Noah
«non fare domande
personali.»
Anna fece un cenno con la
mano. «Non c’è problema. Caleb può
chiedermi tutto. È il mio fratellino.»
Caleb sbarrò gli occhi.
«Anna, puoi comprare anche una
macchina?»
Anna sorrise. «In effetti, ho proprio intenzione di prenderne una.
Una Range Rover, nera.»
Maggie la guardò, sorpresa.
«Dici sul serio, Anna?»
«Ho bisogno di una macchina, no?» Anna scosse le spalle felice. «Dovrò pur andare a scuola in qualche modo e non ho
intenzione di prendere l’autobus. Sono sicura che nessuno prende
l’autobus.»
«Nessuno prende
l’autobus» ripeté Caleb, anche se lui
lo prendeva.
Maggie non sapeva cosa
pensare dell’idea di Anna di comprare una macchina. «Non hai ancora molta esperienza alla guida, o
sbaglio?»
«No, ma ho una patente del Maine valida e, una volta
comprata la macchina, mi eserciterò.»
Anna scosse di nuovo le spalle, felice.
«Non credo che tu debba comprare un’auto tutta per
te. Ne dobbiamo parlare.» Maggie
sapeva che Noah non sarebbe stato d’accordo, ma non voleva
discuterne in quel momento.
«Sono d’accordo» annuì
Noah. «Possiamo aiutarti noi con la
macchina, e scommetto che possiamo trovarne una usata in buone
condizioni per andare a scuola.»
«Ma io voglio la Range Rover. L’ho già scelta su
internet.» Maggie si accorse
dell’espressione corrucciata di Noah, ma quello non era né il
momento né il luogo adatto.
«Noah, possiamo parlarne più tardi, va
bene?»
«Certo.» Noah indicò
il letto. «Dobbiamo prendere i
mobili.»
Maggie sorrise.
«Giusto. Abbiamo un’agenda fitta
qui.» Si girò verso Anna.
«Anna, dobbiamo ancora prendere le
cose che sono sulla lista. Bed Bath and Beyond è dalla parte
opposta del parcheggio. Te la senti o sei troppo
stanca?»
«Per me va benissimo!»
Anna balzò in piedi.
«Anche per me!»
s’intromise Caleb.
Maggie toccò il braccio di
Noah. «Noah, perché non porti Anna e
Caleb da Bed Bath & Beyond? Anna ha già la lista e io mi occupo
dei documenti qui, poi vi raggiungo.»
«Certo. Andiamo, ragazzi!» Noah finse di iniziare a fare una corsetta.
«Arrivo prima io!»
«No, arrivo prima io, papà!» Caleb scattò di corsa dietro a suo padre, ma Anna
si trattenne, guardando Maggie.
«Ti dispiace se andiamo intanto?»
«Niente affatto»
rispose Maggie. «Voglio provare a
chiedere la consegna dei mobili per domani.»
«Grazie, mamma!» disse
Anna, poi se ne andò di fretta, con la coda di cavallo che
oscillava.
‘Mamma.’