34
Maggie, prima
Maggie sapeva che Noah era arrabbiato nel momento stesso in cui aveva varcato la soglia e sapeva il perché. Maggie aveva chiamato lo studio quando erano arrivate a casa e le avevano detto che Mike Wilson era morto. Erano tutti addolorati e Maggie sapeva che Noah avrebbe reagito male, dal momento che voleva molto bene a Mike. Tuttavia, non si sarebbe mai aspettata che sarebbe tornato a casa così arrabbiato. Aveva urlato contro Anna per la Range Rover e lei era corsa di sopra, mentre Caleb era uscito frettolosamente con Ralph Spaccatutto, lasciando Maggie da sola con Noah in sala da pranzo.
«Maggie, come hai potuto permettere che succedesse questo? Che ti sta succedendo?»
«Ma dài, Noah» Maggie cercò di riordinare le idee. Fece un passo indietro contro il tavolo, apparecchiato per la cena. Aveva cercato di rendere tutto speciale. Un filetto di salmone con aneto fresco e patate al rosmarino cotte al forno, che riempivano l’aria con il loro inconfondibile profumo. Aveva tagliato le peonie dal giardino e le aveva messe in un vaso di vetro e il sole al tramonto filtrava dalle finestre.
«Ma dài cosa?»
«Guarda, lo so che sei addolorato per Mike e dispiace anche a me, ma...»
«Qui non si tratta di Mike.»
«Sì, invece.» Maggie conosceva Noah meglio di quanto lui non conoscesse sé stesso, un pensiero condiviso dalla maggior parte delle mogli, e a ragione.
«Non è vero.»
«Smettila di urlare, sembri fuori di te.»
«Non è che sembro, sono fuori di me! Ma ti rendi conto di quanto sia oltraggioso?» Noah andò in direzione del vialetto. «Che una diciassettenne compri una Range Rover nuova di zecca solo perché ne vuole una? Ma lo sai quanto costano quelle macchine?»
«Sì, ma non è un buon motivo per urlare.»
«Evidentemente, devo farlo perché nessuno ascolta! Te l’avevo detto che l’avrebbe comprata quella macchina. Ti avevo avvertita. Tu hai cincischiato e guarda che è successo! Chi è che comanda qui?»
«Noah, abbassa la voce o non ti rivolgo più la parola.» Maggie deglutì a fatica, scossa.
«Siamo una famiglia. Anna dovrebbe esserne parte integrante. È lei che deve adattarsi a noi, non noi che ci adattiamo a lei. Siamo noi che dettiamo le regole, non lei.»
«Non abbiamo una regola che dice che non si può comprare una macchina e comunque non è per questo che sei arrabbiato.» Maggie si accorse che Noah aveva gli occhi arrossati, doveva essere sconvolto dopo l’ospedale. «Ho saputo che sei andato a trovare Dina e Steve. Come stanno?»
«Neanche loro c’entrano nulla. Qui si tratta di Anna e di come conduciamo le nostre vite.» Noah andò di nuovo in direzione del vialetto. «E quello non è il modo in cui viviamo noi. Noi non buttiamo via soldi in quel modo.»
«Ma sono i suoi soldi...»
«Il punto è che lei deve chiedere a noi se può comprare una cosa del genere. Vive sotto il nostro stesso tetto e deve imparare i nostri valori. È questo che fanno i genitori. Insegnano i valori ai loro figli.»
«Ma lei non è mai vissuta in famiglia prima d’ora. Sta imparando...»
«È lei che detta le regole. Ha persino preso il mio posto auto. Non posso neanche parcheggiare nel mio vialetto.»
«Noah, ne abbiamo parlato e non succederà più.»
«Ma ci mancherebbe altro. Quella macchina tornerà dritta dritta dal concessionario.»
«No, tutte le vendite sono definitive e le ho detto che possiamo tenerla.» Maggie stava cercando di ragionare insieme a lui, nonostante il risentimento nei suoi confronti che sentiva montare dentro di sé. «Possiamo insegnarle il nostro sistema di valori, indipendentemente dalla macchina che guida. Ha commesso un errore, ma fa parte del processo di apprendimento.»
«Oddio! È in corso un processo di apprendimento? E quand’è che è cominciato? Perché il treno del ‘cominciamo dall’inizio’ è partito da un pezzo.»
«Scusa, mi sono sfuggite le cose di mano.»
«Lo vedo bene, tesoro.»
«Smettila. Basta con il sarcasmo.» A Maggie non piaceva il modo in cui Noah la guardava, con disprezzo. «E poi, dico, mica sarà la fine del mondo?! Ha mentito, truffato, rubato? No, si è comprata una macchina perché è abituata a fare sempre tutto da sola. Non è abituata a chiedere il permesso a nessuno perché non c’è stato mai nessuno a cui potesse chiedere, soprattutto a me. E non è questo il motivo per cui sei arrabbiato, comunque.»
«Per favore, smettila di dirmi come mi sento!» disse Noah, torvo. «Mi sento come si sentirebbe chiunque, qualsiasi padre, qualsiasi uomo che rientrasse a casa e vedesse che è tutto completamente fuori controllo.»
«Invece la situazione è sotto controllo. Forse non sotto il tuo ma il mio controllo.»
«Oh, ma per favore. Anna ti ha rigirata come un calzino. Adesso devi giustificarla all’infinito. Che cosa vuole comprare poi, una casa?»
«Basta2 Maggie uscì a grandi passi dalla stanza. «Raccogli i vetri del bicchiere che hai rotto, prima che Ralph ci cammini sopra.»
«Va bene!» le urlò dietro Noah e Maggie si precipitò su per le scale, trattenendo le lacrime. Raggiunse il primo piano, arrivò alla stanza di Anna e bussò piano alla porta.
«Tesoro?» la chiamò Maggie con delicatezza.
2 In italiano nel testo originale.