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Maggie, prima
Maggie sapeva che Noah era
arrabbiato nel momento stesso in cui aveva varcato la soglia e
sapeva il perché. Maggie aveva chiamato lo studio quando erano
arrivate a casa e le avevano detto che Mike Wilson era morto. Erano
tutti addolorati e Maggie sapeva che Noah avrebbe reagito male, dal
momento che voleva molto bene a Mike. Tuttavia, non si sarebbe mai
aspettata che sarebbe tornato a casa così arrabbiato. Aveva urlato
contro Anna per la Range Rover e lei era corsa di sopra, mentre
Caleb era uscito frettolosamente con Ralph Spaccatutto, lasciando
Maggie da sola con Noah in sala da pranzo.
«Maggie, come hai potuto permettere che succedesse
questo? Che ti sta succedendo?»
«Ma dài, Noah» Maggie
cercò di riordinare le idee. Fece un passo indietro contro il
tavolo, apparecchiato per la cena. Aveva cercato di rendere tutto
speciale. Un filetto di salmone con aneto fresco e patate al
rosmarino cotte al forno, che riempivano l’aria con il loro
inconfondibile profumo. Aveva tagliato le peonie dal giardino e le
aveva messe in un vaso di vetro e il sole al tramonto filtrava
dalle finestre.
«Ma dài cosa?»
«Guarda, lo so che sei addolorato per Mike e
dispiace anche a me, ma...»
«Qui non si tratta di Mike.»
«Sì, invece.» Maggie
conosceva Noah meglio di quanto lui non conoscesse sé stesso, un
pensiero condiviso dalla maggior parte delle mogli, e a
ragione.
«Non è vero.»
«Smettila di urlare, sembri fuori di
te.»
«Non è che sembro, sono
fuori di me! Ma ti rendi conto di quanto sia oltraggioso?» Noah
andò in direzione del vialetto. «Che
una diciassettenne compri una Range Rover nuova di zecca solo
perché ne vuole una? Ma lo sai quanto costano quelle
macchine?»
«Sì, ma non è un buon motivo per
urlare.»
«Evidentemente, devo farlo perché nessuno ascolta!
Te l’avevo detto che l’avrebbe comprata quella macchina. Ti avevo
avvertita. Tu hai cincischiato e guarda che è successo! Chi è che
comanda qui?»
«Noah, abbassa la voce o non ti rivolgo più la
parola.» Maggie deglutì a fatica,
scossa.
«Siamo una famiglia. Anna dovrebbe esserne parte
integrante. È lei che deve adattarsi a noi, non noi che ci
adattiamo a lei. Siamo noi che dettiamo le regole, non
lei.»
«Non abbiamo una regola che dice che non si può
comprare una macchina e comunque non è per questo che sei
arrabbiato.» Maggie si accorse che
Noah aveva gli occhi arrossati, doveva essere sconvolto dopo
l’ospedale. «Ho saputo che sei andato
a trovare Dina e Steve. Come stanno?»
«Neanche loro c’entrano nulla. Qui si tratta di Anna
e di come conduciamo le nostre vite.»
Noah andò di nuovo in direzione del vialetto. «E quello non è il modo
in cui viviamo noi. Noi non buttiamo
via soldi in quel modo.»
«Ma sono i suoi soldi...»
«Il punto è che lei deve chiedere a noi se può
comprare una cosa del genere. Vive sotto il nostro stesso tetto e
deve imparare i nostri valori. È questo che fanno i genitori.
Insegnano i valori ai loro figli.»
«Ma lei non è mai vissuta in famiglia prima d’ora.
Sta imparando...»
«È lei che detta le regole.
Ha persino preso il mio posto auto. Non posso neanche parcheggiare
nel mio vialetto.»
«Noah, ne abbiamo parlato e non succederà
più.»
«Ma ci mancherebbe altro. Quella macchina tornerà
dritta dritta dal concessionario.»
«No, tutte le vendite sono definitive e le ho detto
che possiamo tenerla.» Maggie stava
cercando di ragionare insieme a lui, nonostante il risentimento nei
suoi confronti che sentiva montare dentro di sé. «Possiamo insegnarle il nostro sistema di valori,
indipendentemente dalla macchina che guida. Ha commesso un errore,
ma fa parte del processo di apprendimento.»
«Oddio! È in corso un processo
di apprendimento? E quand’è
che è cominciato? Perché il treno del ‘cominciamo dall’inizio’ è
partito da un pezzo.»
«Scusa, mi sono sfuggite le cose di
mano.»
«Lo vedo bene, tesoro.»
«Smettila. Basta con il sarcasmo.» A Maggie non piaceva il modo in cui Noah la
guardava, con disprezzo. «E poi,
dico, mica sarà la fine del mondo?! Ha mentito, truffato, rubato?
No, si è comprata una macchina perché è abituata a fare sempre
tutto da sola. Non è abituata a chiedere il permesso a nessuno
perché non c’è stato mai nessuno a cui potesse chiedere,
soprattutto a me. E non è questo il
motivo per cui sei arrabbiato, comunque.»
«Per favore, smettila di dirmi come mi
sento!» disse Noah, torvo.
«Mi sento come si sentirebbe
chiunque, qualsiasi padre, qualsiasi uomo che rientrasse a casa e vedesse che è tutto
completamente fuori controllo.»
«Invece la situazione è sotto controllo. Forse non
sotto il tuo ma il mio controllo.»
«Oh, ma per favore. Anna ti ha rigirata come un
calzino. Adesso devi giustificarla all’infinito. Che cosa vuole
comprare poi, una casa?»
«Basta2!»
Maggie uscì a grandi passi dalla stanza. «Raccogli i vetri del bicchiere che hai rotto, prima
che Ralph ci cammini sopra.»
«Va bene!» le urlò
dietro Noah e Maggie si precipitò su per le scale, trattenendo le
lacrime. Raggiunse il primo piano, arrivò alla stanza di Anna e
bussò piano alla porta.
«Tesoro?» la chiamò
Maggie con delicatezza.
2 In
italiano nel testo originale.