69

Il bar era rumoroso per via della musica alta e della gente che tentava di farsi sentire. C’era una luce soffusa che abbelliva il locale e gli donava una certa atmosfera, ma soltanto perché alcune lampade non funzionavano. Sembrava non importare a nessuno. I frequentatori erano per la maggior parte uomini, che passavano la serata in piccoli gruppi o da soli. Le donne erano tutte accompagnate. Le uniche donne non in coppia erano le due bariste. Entrambe avevano l’aria di essere state in piedi fin troppo a lungo per una paga fin troppo bassa. Le loro facce si illuminavano solo quando dovevano servire dei clienti, ma Victor, a differenza loro, riusciva a vedere oltre i loro sorrisi.

Era una giornata soleggiata, e Londra aveva un’aria inusuale di vivacità invernale. I pedoni camminavano più lentamente, e gli automobilisti non usavano i loro clacson con la stessa frequenza. La gente era persino più cordiale. C’erano meno bronci e più sorrisi.

Il locale era a metà tra un bar e un pub. Per quanto ne sapesse Victor, e per quanto gliene importasse, non c’era alcuna differenza tecnica tra i due, ma la sua regola era: non ordinare mai il pranzo in un bar e non chiedere mai un cocktail in un pub. Dei particolari potevano discutere i puristi.

Beveva abitualmente per mantenere alta la sua tolleranza. Doveva essere in grado di reggere l’alcol nel suo lavoro. Un uomo solitario che beveva una limonata dopo l’altra in un bar attirava l’attenzione; uno che sorseggiava birra si integrava nel contesto.

Si spostò con calma dall’ingresso all’interno del bar, concedendosi un’ampia opportunità di esaminare in anticipo la scena e i suoi occupanti. Molti banconi avevano degli specchi dietro di essi. Victor non aveva mai capito perché i venditori d’alcol credessero che i loro clienti volessero guardarsi ubriachi. Quel locale non ne aveva. Forse quell’aspetto lo rendeva un pub.

«Grazie per avermi incontrata» disse Monique.

Era seduta in un angolo rumoroso, sotto uno speaker montato a muro, in modo che la musica impedisse a qualcun altro di ascoltare la loro conversazione.

Disse: «Comprendo che tu fossi esitante dopo tutto quello che ti abbiamo fatto passare.»

Si sedette ad angolo retto rispetto a lei per non dare le spalle al resto della sala. Questa volta non c’erano osservatori per proteggere né lei né lui. Lei indossava un tailleur di ottima finitura e un paio di occhiali dalla montatura sottile. Insieme sembravano l’ennesima coppia di colleghi in fuga dall’ufficio.

Continuò: «Quando non mi hai contattata quella sera a Belgrado, ho pensato che fossi morto, o che fossi scomparso. Ho passato l’intera notte pronta, con una squadra di estrazione, in attesa di tue notizie.»

«Questo è il motivo per il quale ti sto concedendo questa cortesia.»

Riuscì a trattenersi dal dire che lui pagava sempre i suoi debiti.

«Sono sicura che per te non sia una sorpresa apprendere che Rados è stato assassinato quella notte in una delle sue case. Pare che ci fossero molti serbi influenti in quel momento all’interno della sua casa, ma indovina un po’, nessuno sa niente e gli investigatori stanno subendo un’enorme pressione politica per seppellire il caso come una rapina finita male. Ciò significa che le persone influenti non dovranno rispondere a domande scomode sul perché fossero lì. Ciò significa anche che nessuno sta cercando un assassino assoldato dal governo britannico.»

«Cosa vuoi?» disse Victor.

«Londra vuole ringraziarti per aver fatto un ottimo lavoro. Potrai anche aver disobbedito al comando di lasciare l’incarico per la tua sicurezza personale, ma nessuno si sta lamentando, non quando sei riuscito a completare l’incarico. In realtà, dato che la colpa per la morte di Rados è stata ben sviata, le tue azioni sono salite ancora di più all’interno delle nostre sacre stanze. Ci mancava un uomo che riuscisse a portare a termine le cose.»

«I tuoi ringraziamenti non sono necessari, ma questo non è l’unico motivo per cui sei qui, giusto?»

Annuì. «Ci sono altre due ragioni per le quali volevo parlarti. La prima è che Londra vorrebbe avvalersi dei tuoi servigi in modo permanente. Oltre a renderci conto di averti esposto a un grosso rischio a causa del tuo collegamento con Banik, continueremo a fare tutto il possibile per tenerti d’occhio e fornirti informazioni sui tuoi nemici, e in aggiunta riceverai un considerevole aumento del tuo compenso. Se accetterai, ci sarebbe un altro lavoro perfetto per te. Questa volta sappiamo esattamente dove si trova il bersaglio. Il lavoro preliminare è stato svolto completamente. Devi semplicemente, ehm, eliminare. Posso dire loro che lo prenderai in considerazione?»

Ripensò alla sua conversazione con Leonard Fletcher sul treno per San Pietroburgo.

«La risposta è no.»

Lei non reagì. «Li avevo avvisati che avresti risposto così, anche se speravo che potesse essere diverso. Penso che potremmo esserci molto utili a vicenda.»

Victor rimase in silenzio.

Monique disse: «A Londra non interessa il perché hai disobbedito agli ordini, ma a me piacerebbe tanto saperlo. Specialmente perché molti degli uomini di Rados, incluso il suo braccio destro, sono stati uccisi a loro volta lo stesso giorno. Insieme a un maschio di origini tedesche non identificato. Ovviamente, posso immaginare il motivo per cui hai ucciso il secondo, ma questo non spiega perché sei andato a uccidere Rados quando non era necessario, e nemmeno perché hai richiesto una squadra di estrazione.»

Lui volse lo sguardo alla porta. «Spero che tu abbia un ombrello in borsa. Credo che il tempo stia per cambiare.»

«Okay» gli disse. «Sei riluttante nel rivelare le tue motivazioni, lo sarei anche io se fossi in te, ma sono certa che capirai che dovevo chiedertelo comunque.»

«Hai detto due ragioni.»

«La seconda possiamo chiamarla un regalo d’addio. Uno che spero ti convincerà a farmi uno squillo prima o poi» gli disse.

«Ne dubito, ma fai pure.»

«Sono sicura che puoi arrivarci da solo da quello che ho detto. Be’, da quello che non ho detto.»

Ci pensò un momento, poi capì.

Glielo spiegò.

Quando ebbe finito, le disse: «Grazie.»

Era estremamente raro per lui pronunciare quella parola, e ancora più raro che fosse sincero nel pronunciarla.

Monique lo capì. «Puoi ringraziarmi non dimenticando chi sono i tuoi amici.»

Gli porse il suo biglietto da visita.

Lui lo prese.