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Victor era in anticipo, perché preferiva sempre arrivare prima del previsto. Era semplicemente il protocollo. Era in anticipo perché preferiva anticipare i guai anziché sbatterci contro. Si aspettava dei guai perché l’agente inglese dell’SIS aveva bisogno di vederlo. Non potevano che essere altre cattive notizie.

Lei non era ancora arrivata. Ne era contento. Non gli piaceva che le persone arrivassero prima di lui. Non gli piaceva che le persone pensassero come pensava lui.

Ma aveva mandato qualcun altro prima di lei.

L’osservatore appariva e si comportava come la maggior parte degli altri uomini all’interno del bar. Indossava lo stesso tipo di completo alla moda, e aveva tolto la giacca. La cravatta era allentata e il primo bottone della camicia era slacciato, dando l’impressione di libertà e sollievo. Era appoggiato al bar con il gomito, come se fosse stato stanco dopo una lunga giornata. Sudava, e i suoi capelli erano disordinati per il continuo tentativo di sistemarli indietro con le dita. Sorseggiava un alto boccale di birra premium. Il bicchiere era pieno per tre quarti. Alcol e lavoro difficilmente erano un buon mix, ma un bicchiere pieno o una bevanda analcolica non avrebbero arricchito la sua copertura allo stesso modo. Il modo di vestire, il comportamento e la birra lo inquadravano come professionista. Si mescolava perfettamente con l’ambiente circostante. Se Victor non avesse avuto il sospetto che lo attendessero dei guai, probabilmente gli sarebbe sfuggito.

L’osservatore lavorava da solo, ma non era solo. Stava chiacchierando e flirtando con una rossa in un tailleur pantalone gessato. Era una mossa rischiosa. L’interazione attirava inevitabilmente l’attenzione, e l’energia e lo sforzo necessari a mantenerla significavano meno risorse per osservare. Ma se la stava cavando piuttosto bene. La rossa era posizionata in modo tale che lui potesse guardarla e allo stesso tempo avere Victor nella visione periferica.

A tradirlo fu la camicia. La giacca era appesa allo schienale di un’alta sedia, perché faceva caldo nel bar mentre fuori faceva freddo. Lo tradirono le pieghe sulla camicia: nello specifico la loro assenza. Aveva gli abiti giusti, l’atteggiamento giusto, il comportamento giusto, ma la sua camicia non mostrava le increspature che avrebbe dovuto acquisire dopo una giornata in ufficio. Era troppo immacolata e ben stirata, probabilmente perché non la indossava da molto oppure perché aveva passato la maggior parte della giornata facendo sorveglianza a piedi, e non sprofondato in una sedia o incurvato su una scrivania.

Eccellente, ma non perfetto.

Non era sorpreso dal fatto che l’SIS avesse inviato dei rinforzi. Monique poteva essere convinta dell’innocenza di Victor nell’assassinio di Banik, ma non avrebbe preso una decisione fin quando i suoi capi fossero stati preoccupati. Oppure le era stato detto di inviare l’osservatore, o forse qualcuno più in alto avrebbe potuto aver preso quella decisione senza il suo consenso. A Victor non piaceva essere osservato, ma in quel momento era più una seccatura che un’interferenza, quindi era disposto a ignorarla.

Quando Monique arrivò lo trovò in un angolo tranquillo. Nessuno era seduto nel raggio di ascolto.

Non c’era traccia dell’altro, Dennis. Forse ne avevano discusso in anticipo e avevano deciso che era meglio se lui non fosse andato. Forse era stata un’idea di Monique. Penso che sarebbe meglio occuparmi di lui da sola... Non preoccuparti, porterò con me un professionista di sorveglianza come spalla.

Monique indossava abiti civili: jeans e maglione. Gli stivali alla caviglia la rendevano ancora più alta. Aveva un aspetto molto più fresco rispetto all’ultima volta che l’aveva vista in aeroporto. Sotto i faretti del bar la sua pelle era così liscia da sembrare levigata.

«Grazie per aver accettato di incontrarmi» disse. «So che il preavviso è stato breve.»

«Non c’è bisogno di ringraziarmi. Non c’è bisogno di nessun convenevole. Arriviamo al punto. Sono a corto di tempo ed è un rischio anche solo incontrarti.»

Non reagì alle sue parole aggressive né al tono brusco. Fece un cenno. «Siediti per favore.»

«Perché sono qui?» chiese Victor, mentre sistemava uno sgabello per avere un angolo di visuale migliore, e si sedette.

«Ti sto guardando le spalle» insistette Monique. «E sto facendo un gran bel lavoro.»

«Spero che tu non ti sia fatta male mentre ti davi la pacca sulla spalla.»

«Ero una ginnasta,» disse «ma ho una buona ragione per la mia affermazione presuntuosa, te lo assicuro.»

«Sto aspettando.»

Monique disse: «È saltato fuori che Fletcher e Banik conducevano una bella attività collaterale, usando i beni della compagnia per affari personali. Inoltre, è venuto fuori che entrambi usavano lo stesso killer professionista per la maggior parte dei loro lavori.»

«Si tratta per caso di un tedesco?»

«Sì, e il suo nome è Krieger. Banik ha usato te per liberarsi di Fletcher, ma Fletcher nel frattempo aveva ingaggiato Krieger per fare fuori Banik.»

Si rese conto che Krieger aveva quindi dato la priorità a Victor perché era il compenso migliore, ed era andato a uccidere Banik solo dopo il tentativo fallito sul treno per San Pietroburgo.

«Perché mi stai dicendo questo?» chiese.

«Perché hai un problema,» gli disse «uno serio, ma sono riuscita ad accorgermene. Uno degli alias di Krieger è arrivato ieri a Belgrado.»

«Grandioso» disse Victor. «Quindi è al corrente del mio incarico attuale.»

«Si direbbe di sì, temo.»

«Hai detto che Banik è stato ucciso nel suo vialetto, non che è stato interrogato. Come può aver passato la mia posizione a Krieger?»

«Non lo ha fatto» spiegò Monique. «Lo ha fatto Fletcher. Banik dopotutto ti stava dicendo la verità. Può anche averti mandato a uccidere Fletcher a suo vantaggio, ma a parte questo stava giocando pulito con te.»

‘Ti considero anche un amico’ Banik aveva detto a Victor.

Gli disse: «Fortunatamente c’è una soluzione semplice a questo pasticcio.» Si fermò. «Puoi lasciare Belgrado e non tornare mai più. Krieger sa dove sei, ma non dove sarai.»

«E l’incarico? E Rados?»

«Lascia perdere Rados. Lascia perdere il lavoro. È finita. Alla luce di questa situazione con Krieger, Londra ha staccato la spina. Hanno già perso due agenti operativi per conflitti interni e non vogliono altro spargimento di sangue, anche se si tratta di quello di un libero professionista.»

Rimase seduto in silenzio.

«Puoi lasciare l’incarico con effetto immediato» continuò. «Prendi il prossimo volo per andartene. Posso fornirti sicurezza se vuoi, oppure possiamo volentieri lasciarti volare da solo.»

Pensò all’osservatore al bar. Era lì per la sua protezione e per quella di Monique.

«Londra si rende conto che i suoi dubbi ingiustificati ti hanno causato problemi e ti porge le più sentite scuse, lo stesso vale per le azioni di Fletcher che hanno messo a rischio la tua vita. Come ricompensa, sarai pagato completamente per l’incarico di Rados, così non dovrai rimetterci a causa di eventi fuori dal tuo controllo. Sperano che se ti senti danneggiato da tutto questo, il pagamento in qualche modo ti risarcirà.»

Lesse il suo tono, e se la immaginò supplicare i suoi superiori per assicurarsi che venisse pagato, perché si ricordava ciò che aveva detto sul sedile posteriore della Lada.

«Stai bene?» gli chiese. «Sei stato in silenzio a lungo.»

Lui annuì, pensando a quanto fosse andato vicino a uccidere Rados nella foresta e come tutto quello che aveva fatto fino a quel momento fosse stato fatto per niente.

‘Ti porterò fuori di qui. Hai la mia parola.’

«Apprezzo l’offerta di protezione,» disse Victor «ma andrò via per conto mio e secondo i miei tempi.»

Lei annuì. «Immaginavo che avresti risposto così, ma puoi cambiare idea in ogni momento. Tutto ciò che devi fare è dirmelo.»

«La prima volta che ti ho incontrata,» disse Victor «mi hai detto che avresti fatto qualsiasi cosa per aiutarmi, che mi avresti fornito qualsiasi tipo di assistenza di cui avessi avuto bisogno.»

«Sì.»

«Vale ancora, dato che il lavoro è finito?»

Si prese un momento per pensare alla risposta. «Mentre sei a Belgrado, l’offerta è valida. Una volta che te ne sarai andato la mia abilità di aiutarti sarebbe estremamente limitata.»

«Ma mentre sono qui, sono sempre qui per conto dell’SIS

Annuì. «Esatto.»

«Mi servono due cose: un trasporto fuori dalla città, e poi fuori dal continente, ma non per me, per una civile, una donna. Nazionalità armena, qui senza documenti. La porterai in qualche posto sicuro e poi la manderai all’estero, nel Regno Unito se per lei va bene, o in qualsiasi posto nell’UE dove possiate garantire la sua sicurezza.»

«Perché? Chi è?»

«La seconda cosa di cui ho bisogno è che tu non faccia domande. Dal momento in cui me ne andrò da qui devi essere pronta a ricevere una mia chiamata e pronta ad andare via su due piedi. Porta dei rinforzi. Metti insieme una squadra d’estrazione. Porta il tizio al bar, e chiunque pensi che possa aiutare. Fai in modo che siate tutti armati, e non permettere in nessuna circostanza che arrivi voce delle vostre azioni alla polizia di Belgrado. Non posso dirti di più perché al momento non so altro. Ma ho bisogno del tuo appoggio e che tu sia pronta.»

«Okay» disse. «Penso di poter fare quello che mi stai chiedendo, ma non capisco il perché. Lo dico solamente perché dirmi cosa sta succedendo aiuterebbe la tua causa. Mi servirà un’autorizzazione per questo.»

«Londra non vuole che io mi senta danneggiato per il fatto che Fletcher mi abbia messo in pericolo, giusto?»

Annuì. «Giusto. Siamo davvero dispiaciuti.»

Victor si alzò. «Questo è il prezzo per il mio perdono.»