30
Il pavimento della piscina non era la superficie liscia e priva di attrito che appariva dall’esterno. Al contrario, la sabbia gettata per assorbire il sangue si era diffusa creando uno strato sottile, che lo aveva reso ruvido e con una buona tenuta. Victor dubitava che fosse un effetto volontario, ma i combattenti sarebbero stati avvantaggiati dalla trazione supplementare. Sarebbero scivolati meno facilmente, e il loro equilibrio sarebbe stato migliore. Come risultato, avrebbero tirato pugni più forti, rendendo lo spettacolo più avvincente. Camminò avanti e indietro per qualche momento. Giù, dove si teneva lo scontro, poteva vedere la consistenza della sabbia, dove era più densa e dove più sottile. Alcune zone avevano una maggior aderenza delle altre. Il centro della piscina, dove lo scontro aveva inizio, aveva la minor presa; la zona più superficiale della piscina aveva la copertura maggiore, e diminuiva verso la parte più profonda. Aveva senso. I combattimenti si sarebbero tenuti nella parte più superficiale della piscina, dove gli spettatori potevano vedere l’azione più da vicino. ‘Niente regole’ aveva detto Rados.
Mentre la Bestia incitava la folla, ed essa ruggiva per il suo campione, Victor giudicava la distanza e si trascinava all’indietro, gambe più distanti tra loro rispetto all’ampiezza delle spalle, spazzando il suolo con le piante dei piedi, per allontanare il sottile strato di sabbia.
La Bestia ruggiva insieme alla folla, e fendeva l’aria su e giù con i suoi pugni giganti per mandarli in delirio. Cantilenavano il suo nome.
Bestia. Bestia. Bestia.
Victor ignorò il rumore e la spettacolarità, e continuò a spazzare con le piante dei piedi fin quando non stridettero contro le mattonelle lisce.
La Bestia continuò con il preambolo, ruggendo e urlando, agitando e ostentando i pugni. Quella routine doveva durare più di uno scontro usuale. Doveva essere una parte essenziale della sua popolarità tra gli uomini di Rados, che aveva picchiato uno per uno. All’inizio, dovevano aver odiato il mostro per aver fracassato le loro facce, e per aver rotto le loro estremità, ma gli uomini sono fondamentalmente animali da branco, e solitamente sono soddisfatti del loro posto all’interno di una gerarchia, una volta stabilito chi è il maschio alfa. È lo stesso per i cani. Quegli uomini erano sopravvissuti alla Bestia, il che era una conquista di per sé, e agli uomini violenti piaceva guardare la violenza. Non ci sarebbe stato alcun divertimento se gli scontri della Bestia fossero terminati dopo qualche secondo. La spettacolarità prima dell’incontro compensava la mancanza di suspense rispetto a ciò che sarebbe accaduto (chiunque sapeva chi sarebbe stato il vincitore), aumentando l’aspettativa di vedere un altro nemico distrutto.
Quando si ritenne pronto, l’uomo Bestia scese dentro la piscina. Era lui stesso uno spettacolo. Era immenso e goffo, mentre usava la scalinata e il corrimano progettati per qualcuno grande la metà. Victor era consapevole dello sguardo intenso di Rados, come se il serbo stesse analizzando l’analisi stessa di Victor.
Erano scesi nella piscina vuota trasformata in arena dalla parte meno profonda. Victor ora si trovava verso il centro, e la Bestia, avendo ricevuto un impaziente cenno da parte di Rados, si fece avanti per incontrare Victor. Gli spettatori schierati ai bordi della piscina, si sporgevano per assicurarsi di avere la vista migliore, attenti a non ostacolare la visuale di Rados sull’azione imminente.
La Bestia non era in grado di sussurrare, ma poteva produrre un basso ringhio. «Ti ucciderò per quello che hai detto prima. Una volta che crollerai, non mi fermerò fino a quando il tuo cranio non sarà frantumato. Vedremo chi è quello debole.»
Victor sorrise, perché era lieto di essere riuscito a penetrare sotto la corazza della Bestia, e perché il sorriso avrebbe reso l’uomo ancora più ostile. Voleva che la Bestia fosse arrabbiata.
La faccia del lottatore era già rossa per l’alta pressione sanguigna, resa ancora più elevata dall’adrenalina che gli scorreva in circolo dopo tutto quell’atteggiarsi e dare spettacolo. L’effetto in quel momento era reso ancora più intenso dalla rabbia nei confronti di Victor.
Il tifo degli spettatori si quietò, percepivano che il momento era vicino.
Victor si allontanò, e la Bestia fece lo stesso. Si guardarono l’un l’altro attraverso la piscina vuota. Gli spettatori si calmarono fin quando non rimasero quasi in silenzio. Quindi, a quel punto Victor fece l’occhiolino alla Bestia, e il grosso uomo partì alla carica.
Ruggiva spingendosi in avanti, dagli uomini di Rados si sollevò un frastuono, urlavano il loro sostegno, mentre la Bestia si lanciava attraverso la piscina vuota.
Era più veloce del previsto, ma questo era solo un vantaggio per Victor, il quale aspettava fino all’ultimo istante, mentre la Bestia abbassava la testa e apriva il braccio per scontrarsi con Victor e atterrarlo, prendendosi il tempo per il suo stratagemma, ovvero dileguarsi una volta che il mostro fosse stato impegnato in una presa ad ariete. Victor era veloce per un uomo della sua corporatura, ma paragonato alla Bestia si muoveva come un fulmine.
Tutta quella forza non trovò resistenza, e come Victor aveva dedotto, non poteva essere arrestata neanche dallo stesso uomo Bestia, che tentò di rallentare e fare una manovra, qualcosa di cui era capace (sebbene non in modo aggraziato), ma non quando i suoi piedi nudi incontravano le mattonelle lisce prive della sabbia e della frizione a cui era abituato.
Victor si era assicurato di posizionarsi dando le spalle alla parte profonda, in modo che il pavimento inclinato della piscina ostacolasse la Bestia nel suo tentativo di ritrovare l’equilibrio. Incespicò e annaspò, scivolò e cadde, violentemente. Le urla di aspettativa della folla diventarono dei sussulti di sorpresa.
Il pavimento in discesa tolse un po’ di potenza all’impatto, permettendo alla Bestia di deviare un po’ dell’energia anziché assorbirla tutta, ma non abbastanza da evitare che la sua faccia andasse a sbattere contro le mattonelle, frantumandosi il naso e disseminando i suoi denti sul fondo della piscina.
Rimase comunque cosciente, e tentò di fare presa con i palmi per tirarsi su, mentre il sangue gli scorreva dal naso appiattito e dalla bocca distrutta. I palmi scivolavano sulle piastrelle rese viscide dal sangue.
L’uomo era disorientato ma ancora veloce nel mettersi in ginocchio, e con il suo avversario alle spalle si girò prima di tentare di rimettersi in piedi e rischiare di rimanere di schiena e vulnerabile troppo a lungo.
Si voltò appena in tempo per vedere la mano di Victor arrivare fulmineamente, e colpire un lato della sua faccia con uno schiaffo a mano aperta, eseguito come un gancio, che convogliò tutta la potenza che Victor era in grado di generare. Il suono dell’impatto del ceffone fu mostruoso, e la testa della Bestia girò di novanta gradi, fino a quando il collo non poté più ruotare, e la forza rimanente risalì facendo vibrare il suo cervello disorientato all’interno del cranio. I suoi occhi si rovesciarono all’indietro e lui cadde ribaltandosi.
Victor fece una smorfia. Il suo palmo era di un rosso vivido e bruciava, ma il dolore sarebbe passato senza alcuna ferita. Le sue nocche non se la sarebbero cavata così bene contro la struttura ossea della Bestia di Neanderthal.
La folla era in silenzio.
Victor tornò indietro da dove era arrivato e uscì fuori dalla piscina vuota, mentre gli uomini di Rados lo guardavano sotto un alone di incredulità.
Rados lo stava aspettando.
«Ben fatto.» Non c’era alcun elogio nel suo tono.
Victor ignorò il tono e annuì in segno di ringraziamento.
«Non sono sicuro se essere colpito o infuriato. Il test non era sconfiggerlo. Dovevi sopportare il pestaggio per dimostrare la tua lealtà nei miei confronti e la tua forza di volontà.»
«Ha detto lei stesso che non c’erano regole.»
Rados non rispose.
Victor fece un cenno verso il punto in cui la Bestia giaceva supina, immobile, la sua faccia imbrattata di sangue luccicante, mentre uno degli uomini di Rados si inginocchiò al suo fianco per controllare che fosse ancora vivo. Lo era, ma non avrebbe mangiato cibo solido per molto tempo.
«Se non è contento del risultato,» disse Victor «quando la Bestia si sveglia, mi batterò volentieri di nuovo.»
Rados lo fissò duramente, e Victor non sapeva quali pensieri si stessero facendo strada dietro a quegli occhi blu sbiaditi, ma alla fine Rados ridacchiò.
«Penso che tu stia cominciando davvero a piacermi.»
«Sono sorpreso che ci sia voluto tanto.»
Rados gli diede una pacca sulla spalla. «Vieni, andiamo via di qui. Ne ho avuto abbastanza di sport per stasera.»
«Dove stiamo andando?»
«In un posto più tranquillo così posso riuscire a conoscerti» disse Rados.
Per un breve momento sembrò che stessero andando via insieme solo Victor e Rados, ma alcuni dei suoi uomini li seguirono. Rados non proferì alcuna parola e non fece gesti, quindi Victor capì che questo era uno dei loro compiti. Dovevano stare al fianco del loro capo continuamente. Erano la sua scorta ventiquattr’ore su ventiquattro. Quello sarebbe stato un ulteriore problema.
Rados salì sul sedile posteriore di una Range Rover ferma in attesa, un uomo prese posto accanto a lui. Victor prese il posto del passeggero. Gli altri quattro uomini erano in un secondo veicolo.
Quegli uomini erano diversi dagli altri. L’abbigliamento casual; i gioielli; la barba corta, il taglio di capelli e persino l’odore erano gli stessi. La differenza stava nella loro età. Erano più vecchi di tutti. Victor era l’uomo più giovane nel veicolo. Gli uomini più vicini a Rados erano sulla quarantina o sulla cinquantina. Si trascinavano addosso più peso rispetto ai loro coetanei (parte del quale distribuito in una maggiore e utile massa, mentre un’altra parte era concentrato sul girovita), ma sembravano capaci e sicuri di loro stessi.
Erano dell’epoca di Rados, della guerra; magari non avevano combattuto insieme a lui, ma avevano combattuto. Erano diventanti criminali incalliti, ma un tempo erano stati paramilitari incalliti. I loro occhi avevano la patina tipica degli uomini che avevano ucciso e ne andavano fieri, e non avrebbero esitato a farlo di nuovo. Quelli erano guerrieri. Come aveva detto Rados: erano uomini che avevano rinunciato alla loro umanità, come aveva fatto lui stesso. Rados in ogni caso era diverso, con i suoi completi raffinati e la sua vita salutare, la sua filosofia e la sua intelligenza. Sembrava civilizzato in confronto a quegli uomini. Come aveva detto, lui era un imperatore protetto da barbari.
A loro non piaceva Victor. Era chiaro. Non gli piaceva il modo affrettato in cui era entrato a far parte del loro circolo esclusivo interno. Loro si erano guadagnati quel posto. Avevano dimostrato che appartenevano a Rados. Victor non lo aveva fatto, e si chiedeva perché Rados fosse intenzionato a turbare i suoi fedeli uomini per un forestiero. Doveva conoscere i suoi uomini abbastanza bene per capire la loro reazione a Victor. Essendo stato in compagnia di alcuni di loro per vent’anni o anche di più, doveva essere in grado di prevedere il loro risentimento. Rados non era stupido. Se i suoi uomini erano scontenti, allora lui era preparato ad accettarlo in cambio di... cosa?