Non raccontare che sei cambiata, non raccontare la guerra che ti ha fatto cambiare. La tribù dove vivi non sa cosa farsene dei martiri e degli eroi. Essi vanno contro le regole, essi turbano la coscienza dei semplici, essi sono i pazzi in un mondo di savi. Devi tacere o mentire se non vuoi spaventarli. E ricordati che queste parole le scrisse con rimpianto, con amore, l'unico uomo col quale avresti potuto non tacere e non mentire: Bill". L'unico? Giovanna alzò le spalle e si lasciò andare a una smorfia. A cosa voleva alludere Bill con quelle ultime frasi? Voleva forse invitarla a tacere o a mentire con Francesco? Francesco l'avrebbe capita meglio di lui. A cosa voleva alludere con la storiella del fosso che aveva innocua apparenza: a Francesco.? Francesco non le avrebbe mai fatto del male. L'avrebbe fasciata, le avrebbe dato da bere, avrebbe ripreso il cammino con lei. Ripose la lettera in borsa e cadde in un sonno disfatto: per. svegliarsi, sei ore dopo, sotto una mano che la scuoteva. "Vuole agganciare la cintura di sicurezza, signorina?" "Come?! Oh! Sì! Perché?" "Stiamo per atterrare, signorina." "Come?! Dove?!" "A Roma, signorina. Si è fatta un bel sonno, eh? Non ha neppure mangiato." "Roma!" E' strano chiudere gli occhi su una città e riaprirli su un'altra. Ti da il senso dell'impossibile, del tempo che non esiste, dello spazio che non conta. Ora l'aereo si abbassava su Roma e co-m'era minuscola, Roma, in confronto a New York! Com'era spiaccicata, gialla, tapina! Ora l'aereo sfiorava la pista, si posava sopra la pista, si fermava con un rombo cattivo e Dio!, come avrebbe fatto a dirlo a Francesco? Ravviò svelta i capelli, tinse disordinatamente le labbra, spruzzò un po' di profumo per togliere di dosso lo sgradevole odore di sonno, scese la scaletta con gambe malcerte, porse il passaporto con mani malcerte, cercò Francesco con occhi malcerti e Francesco era là, dietro le sbarre della dogana: il solito corpo massiccio, la solita faccia tranquilla, le solite mani che sapevano guidarla così bene attraverso la calca. "Bentornata, Giovanna." "Grazie, Francesco." "Sei in anticipo di due giorni." "Ho finito il lavoro un po' prima." "E' venuto bene?" "Oh, non so. Devo ancora scriverlo, sai." "Té piaciuta l'America, eh?" "SI, molto." "E cosa si dice in America?" "Si aspetta la guerra." «Ma valà!" "Sul serio. E qui che si dice?" "Nulla. Su che?" "Non so. Sullo sputnik, ad esempio." "Chi se ne frega dello sputnik." "Che Dio ti benedica, se esiste." "Sai, Giovanna. Non sei affatto cambiata. Nemmeno un po'." Poi, in un silenzio un po' imbarazzato, colmo di occhiate nascoste, ripercorsero all'indietro la strada di due mesi prima e non si sentiva freddo, a Roma: ma un dolce sapore di terra. Non si vedevano scoiattoli, qui, né tappeti di foglie, né alberi gialli rossi viola, né apocalissi di acqua: ma vigne basse e cani randagi e rovine antiche e un'aria di povertà. Però queste erano le sue vigne e i suoi cani e le sue rovine, e questa povertà le era così familiare. "A cosa pensi, Giovanna?" "A tante cose, tutte difficili a dirsi." "Vuoi dire che sei contenta d'essere a casa?" "Lo sono, Francesco. Lo sono." "Sai, credevo proprio che tu non tornassi." "Lo credevo anch'io. Ne parleremo, eh?" "Ma no, lasciamo stare, Giovanna. Raccontami piuttosto di New York. Davvero parlano tutti di guerra?" "Oh, fammi guardare Roma." Non si avvertiva il Natale, a Roma. Non si vedevano vetrine coi fiocchi, né palline d'argento, né papà Natale con la pancia gonfia di trucioli: ma cupole tonde come carezze e verde e dolcezza di cui aveva fame, ora, con la stessa violenza con la quale aveva fame, prima, di grattacieli e di grigio e di forza. "La domestica viene domani," disse Francesco portando le valige in casa. "Intanto mi sono fatto dare le chiavi, ho dato un po' d'aria alle stanze ed ho scaldato l'acqua del bagno. Il letto è a posto." "Sei un tesoro, Francesco! E poi dicono che gli italiani non sono animali domestici." Fece scorrere subito l'acqua nel bagno e lo spinse fuori dal bagno, ridendo. Lui si appoggiò al di là della porta. "Allora, Giovanna: ci vivresti in America?" "Nooo!" "Meglio qui?" "Sììi!" "Avevo ragione?" "Abbastanza." "Però non sei davvero cambiata, sai! Il tuo cuore e il tuo cervello sono invulnerabili, tutto sommato." "Come dicevi?" "Ti stavo chiedendo se mi hai portato qualche bel disco. La Fitzgerald, ad esempio." "Fitzgerald...? No... Sono partita