assomigliava alle lacrime. "Richard, mi ricorda qualcuno. Ma chi?" "E' la terrazza dei suicidi, Giò. Se alzi un braccio, te lo vedi spazzar via." "Cosa hai detto?" Quel rumore. "Mi butto, Giò? Che ne pensi: mi butto?" "Cosa hai detto?" Quel rumore. "Bill sostiene che non ne avrei mai il coraggio." "Cosa hai detto?" Quel rumore. "Gli potresti raccontare che ho avuto coraggio, stavolta: che non è stata una disgrazia." "Cosa hai detto?" Quel rumore. "E poi potresti metterlo dentro il tuo film. Queste cose vanno sempre bene in un film!" "Cosa hai detto?" Quel rumore. Quel rumore terribile. Richard gridava, disperato, tutta la sua indecisione, la sua inguaribile ricerca di pace, e lei non udiva: vedeva soltanto quel muto agitar delle labbra, quella smorfia che assomigliava alla smorfia di un folle, quegli occhi pieni di acqua che non era acqua ma pianto. "Richard, non si sente nulla! Andiamo, fa freddo." "Giò, quanto sei stupida, Giò!" "Andiamo, Richard!" "Giò, ma che sei venuta a fare a New York?" "Andiamo, Richard!" "Giò, ma non lo capisci che hai fatto?" «Andiamo, Richard!" "Giò perché non mi aiuti almeno a fare questo? Sarebbe meglio per tutti, Giò!" Richard scavalcò con la gamba destra la ringhiera di ferro e restò a cavalcioni, il mantello che quasi sfiorava la gran ghigliottina di acqua. E rideva, cosciente di quanto fosse grottesco il suo desiderio di morte e la sua paura della morte, quella posizione da bimbo che finge di andare a cavallo: ma nello stesso tempo piangeva perché lei non capiva. "Richard, non fare il cretino!" "Richard, è pericoloso!" "Richard, ti bagni i pantaloni ti dico!" "Richard, ti sembra il posto per mettersi a fare gli indiani?" E lo tirava, divertita, infastidita: ma le mani bagnate scivolavano su quelle bagnate di lui che rideva coi bei denti lavati dall'acqua e con le labbra diceva qualcosa che lei non capiva. "Quanto sei stupida, Giò!" "Be', mi hai seccato. Io me ne vado. Raggiungimi su." "Giò!" Lentamente, timidamente, Richard portò anche la gamba sinistra dalla parte dell'acqua. Ora stava coi piedi sul limite esterno della terrazza e solo le mani lo reggevano alla ringhiera: un breve salto, una leggera spinta in avanti, e tutto sarebbe finito. Era solo, ormai. I passi di Giovanna, ignara, stizzita, si allontanavano sempre più rimbombanti nel tunnel. Che aspettava, allora? Dio! Che aspettava? Nulla, si disse. E staccò una mano dalla ringhiera, si preparò a staccare anche l'altra. Ecco, ora mi butto. Ancora un momento e mi butto. Un momento piccolo piccolo. Ecco, è passato. Mi butto. Oh, perché non mi butto? Dio, fa' che mi butti. Dio, mammy, Bill, Giò! "Giooò!" Fu allora che udì quel rintronare di voci nel tunnel, poi il grido di Giovanna che s'era voltata al grido per sollecitarlo a raggiungerla. "Richard! Che fai?!" Si tenne forte alla ringhiera. La riagguantò con l'altra mano. La scavalcò dalla parte del tunnel: in tempo per intravedere una comitiva di turisti fuori stagione che veniva verso la terrazza, sghignazzando, poi Giovanna che correva, scivolava, lo agguantava, lo portava verso l'ascensore, gli toglieva l'impermeabile, il cappuccio, gli stivali. "Richard, mio Dio! Cosa facevi laggiù?" "Niente, giocavo. Perché correvi a quel modo?" "Imbecille! Per un attimo ho creduto che tu ti volessi ammazzare." "Ma va'!" "Allora perché stavi lì? Cretino!" "Mi divertivo." "Bel divertimento. Guarda come ti sei conciato. Su, vieni." E come se nulla fosse successo risalirono sull'ascensore, furono nell'automobile ad asciugarsi la faccia, poi in un ristorante a mangiare tacchino arrostito: lei di nuovo allegra, lui appena nervoso. "Hai trovato ciò che cercavi, Richard?" "No, non credo che farò quel reportage." "Perché?" "Così." "Richard, vuoi smetterla di fare il ragazzo? Mi tieni il broncio perché t'ho insultato, lo so. Ma ho avuto paura, ecco tutto." "Chi tiene il broncio? Eri tu, semmai, che tenevi sempre la fronte aggrottata." "Pensavo. Un'idea che mi pizzica dentro il cervello da quando ho visto la prima cascata. Ha qualcosa di umano quell'acqua, e insieme di disumano. Mi ricorda qualcuno, ma chi?" Prese a mangiare, distratta. Smise di colpo. "Ho trovato!" "Cosa hai trovato?" "Chi mi ricorda quell'acqua." Richard si chinò sul tacchino. "Bill! Mi ricorda Bill! Bill quando si arrabbia. Un uragano di acqua: coi cazzotti al posto dell'acqua." Richard si chinò ancora di più sul tacchino.