schizzano ponti sottili come aghi d'argento." Poi la accarezzava dicendo che anche lei era bellissima e Joseph rideva: "Non è straordinario? C'è un idillio tra Giovanna e Richard". Era durato un mese quest'idillio con Richard. Quando Joseph entrava nel bagno per fare la doccia, lei sgusciava lesta da Richard e si mordeva le labbra per farle diventare più rosse, impallidiva all'idea che tutto potesse finire. Era sgusciata da Richard anche quel pomeriggio, mentre lui sedeva sul letto, lo sguardo perduto in chissà quale pensiero. Udendola s'era voltato e sulle ciglia gli tremava una lacrima. Lei non aveva mai visto una lacrima sulle ciglia di un uomo, così gli aveva voluto più bene e lo aveva pregato di non essere triste: tanto, finita la guerra, lo avrebbe sposato. Richard l'aveva baciata sul naso, poi s'era steso sul letto, le braccia incrociate sotto la testa, a guardare il soffitto: "Vieni qua". Gli era andata vicina sul letto, il letto era fresco e anche Richard era fresco, però lei sentiva un gran caldo, sulla tempia sinistra le pulsava forte una vena, e sentiva anche un gran tremito salirle su dai ginocchi. Così Richard s'era girato, come incerto, come perplesso, poi l'aveva abbracciata come fanno gli attori al cinematografo: e in quel momento li aveva sorpresi Joseph: "Richard!" Subito era scappata, Joseph aveva chiuso la porta, al di là della porta s'era levato un litigio mentre la mamma diceva: "Giovanna! Che hai fatto?" Litigavano ancora quand'era suonato l'allarme e il ronzio degli aeroplani aveva scosso la terra come il ronzio di una mostruosa cicala. La città era illuminata da palloncini che calavano piano sui tetti, poi si spengevano come fiammiferi uccisi da una ventata e la gente gridava: "I bengala! I bengala!" Il babbo non c'era, la mamma spiegava a Joseph e Richard che bisognava scappare, Joseph rispondeva di no, Richard taceva. Era seguito un lungo momento durante il quale nessuno sapeva che fare, poi Richard aveva detto: "Via! Presto!" ed aveva gli occhi lucidi lucidi. Così s'era trovata per strada, insieme alla mamma, poi dentro il rifugio zeppo di gente, e chi urlava, chi diceva preghiere, mentre la mamma ripeteva non avere paura, ma lei non aveva paura, pensava soltanto: "Richard!" Poi tutto era finito, anche il ronzio della mostruosa cicala, e fuori del rifugio stagnava un silenzio d'inchiostro, molte case eran crollate come pile di libri, i fili del telefono pendevano come spaghi appassiti, sul marciapiede una vecchia sembrava dormisse. Scavalcando la vecchia s'era messa a correre, a correre, poi era entrata in casa urlando "Richard!" ma Richard non c'era e nemmeno Joseph. Lo aveva cercato dovunque: sotto i letti, dentro gli armadi, perfino in giardino tra i cespugli di rose e le file dei cavoli. Richard non c'era. Era fuggito con Joseph durante il bombardamento, diceva la mamma, e d'un tratto lei aveva ricordato di non sapere nemmeno il suo indirizzo a New York. Da quella notte, quanti mesi eran trascorsi nell'attesa che Richard inviasse notizie? Tutti i mesi del suo primo dolore: fino a quando un compagno del babbo aveva portato i saluti di uno dei due americani ormai al di là delle linee, l'altro era morto. "Quale?" aveva gridato. E il compagno del babbo: "Il più giovane. E' morto il più giovane". Giovanna voltò le spalle a un viaggiatore che la fissava con golosità e tentò di distrarsi guardando attraverso l'oblò ma al di là dell'oblò c'era solo una nebbia incolore, l'aereo ronzava in quella nebbia incolore ed era come viaggiare, anziché dentro il tempo e lo spazio, dentro un ricordo ignaro di tempo e di spazio. Riprese a pensare: che strano, anche allora stava per incominciare l'autunno, eran passati quattordici anni precisi, la vita dev'essere fatta di nodi durante i quali accade tutto ciò che è mancato nei periodi di noia: quell'autunno era perfino diventata una donna. E dove, accidenti! Alle altre bambine accadeva a letto, a scuola, al cinematografo. A lei, proprio lì doveva accadere: al funerale del nonno. C'era il funerale del nonno, e al sermone un dolore aveva preso a martellarle le reni, scendendo giù verso l'inguine. Spaventata. aveva cercato la mamma: la mamma mancava. Imbarazzata, aveva guardato suo padre che subito l'aveva presa pel braccio: portandola fuori. Fuori c'era un odore di erba disfatta, l'odore dei cimiteri. Il cane del guardiano dormiva sopra una tomba e di colpo s'era svegliato correndo