feroce con cui l'avrebbe ficcata in testa a Giovanna. Era un colpo gobbo. Giovanna sentì la forchetta entrarle dentro la testa e le parve che una goccia di sangue le scorresse giù per la nuca. Ma non era sangue, era sudore. "Mammy s'è lasciata incantare da Fulton Sheen," intervenne Richard. "Papà non fu mai capace di farle abbandonare la religione anglicana ma Fulton Sheen, dal televisore, c'è riuscito in due mesi. Fulton Sheen è un gran bell'uomo. Molto più bello di quanto fosse papà." "Richard, ti proibisco!" strillò Florence ma subito si riprese. "Richard è proprio matto, mia cara. Ama scherzare sulle cose più serie. "Anche i suoi amici italiani sono matti come Richard?" "Qualche volta. Ma Richard è più divertente." "E' fidanzata con qualcuno di loro?" "No, signora!" "Sposata?" "Ma no!" "Divorziata?" "In Italia non esiste il divorzio, signora. E non esistono neppure le divorziate che campano sugli alimenti dell'ex marito. In tanto errore, quest'ultima è una pregevole virtù. Non le pare?" "Ah, sì?" La voce di Florence era soave, molto soave. " Io ho divorziato due volte, cara. Una volta dal padre di Richard che poverino morì subito dopo. Un'altra volta dal mio secondo marito sui cui alimenti io vivo. Né giudico immorale campare sull'eredità o gli alimenti, mia cara. O mi sbaglio?" Stavolta sembrò a Giovanna che la beccata la colpisse nell'occhio e che l'occhio fosse già cieco per il sangue che lo riempiva. Istintivamente se lo asciugò: ma non era sangue, era sudore. Il sudore ora le appiccicava i vestiti alla pelle come se fosse agosto, e sentiva un gran sonno. Guardò Richard come a dirgli che cedeva le armi, accettava la propria sconfitta. Di nuovo Richard le tese una mano. "Mammy, Giò non ti giudica affatto immorale. La sua opinione è quella di una donna che prende il matrimonio sul serio." "Pensate di sposarvi, miei cari?" ridacchiò Florence. "E' probabile, mammy: se Giò mi vuole." "Naturalmente che voglio, signora," disse Giovanna rialzando la testa. "Oh, carini, carini! Allora dovrò farvi un regalo. Che ne direste di un bellissimo shelter?" "La sola idea mi disturba, signora." "Lei è contro le disposizioni del Comitato per la difesa civile? Lei non ammette che gli americani si debbano difendere? Lei vorrebbe far morire il mio Richard?" "Non vorrei far morire nessuno, signora. Vorrei solo non pensare alla morte, signora. Soprattutto vorrei non organizzar la mia vita intorno al sepolcro di un rifugio antiatomico. L'ho già vista la guerra, signora: quando lei se ne stava tranquilla a New York. E non ho nessun desiderio di rivederla, signora: perché la guerra non è ciò che lei crede. Non è..." come aveva detto Bill? "...una partita di baseball. Lo chieda a suo figlio, signora." L'unghiata colpì Florence in pieno petto e stavolta fu Florence a tastarsi: come se le sue belle penne le fossero tutte volate e un'ala le pendesse staccata dal corpo. Ma subito essa corse ai ripari e portando alle tempie le belle mani gemette. "Cari! Oh, cari! M'è venuta un'emicrania terribile. Ma forse non è l'emicrania, è il mio cuore. Sapete che soffro di cuore. Oh, che male! Soffoco, soffoco! Presto, la mia medicina, un po' d'acqua! Oh, dov'è la mia medicina? E' a casa, Dio!, è a casa. Presto, portatemi a casa. Sto male! Sto maleee!" Pagarono il conto alla svelta. Chiamarono il taxi, la riportarono a casa, e Richard era pallido, Giovanna impietrita. Nel taxi, Florence s'era seduta tra lei e Richard, dividendoli, ed ora, abbandonata sul petto del figlio, respirava con sforzo: le palpebre abbassate sugli occhi. Per farle salire le scale, fu necessario sorreggerla in due. "Credo che mammy abbia bisogno di me," disse Richard prima di aprire la porta, e lo disse in un modo che aveva qualcosa di ostile. "Ti dispiace tornartene a casa da sola?" "Figurati." "Allora ciao." "Richard! Non sei... non sei arrabbiato con me, vero?" "Ciao, t'ho detto." "Richard, senti..." "Non vedi che mammy sta per svenire?" "E va bene, che svenga! " urlò Giovanna. Poi, rivolta a Florence: "Addio, signora Baiine. Non svenga, la prego". "Addio, cara. Faccia buon viaggio e mi lasci il suo indirizzo di Roma," soffiò Florence. Giovanna si soffermò a guardare Richard che apriva faticosamente la porta, sostenendo il peso materno, e non vide le palpebre di Florence Baiine che si alzavano sugli occhi marroni, trionfanti.