e, prima che il nonno potesse intervenire, la scimmia e il pappagallo furono una cosa sola che si rotolava per terra, decisa a distruggersi. Fu un vero combattimento, uno scontro da uomini. La scimmia non mandava un grido, il pappagallo non faceva uno strillo. Si distruggevano senza rumori fuorché quello sbattito d'ali, quell'ansimare un po' rauco, e così continuarono, ostinate, corrette, finché giacquero moribonde: il pappagallo con un'ala sola, quasi privo delle sue belle penne, la scimmia coperta da lunghe striature di sangue e la pelle quasi scucita. Giovanna non ricordava quale delle due bestie fosse morta, o se fossero morte tutte e due, o se avessero continuato a vivere con le loro mutilazioni. Ma ricordava, benissimo, l'odio garbato con cui si ferivano: lo stesso odio che luccicava negli occhi di Florence Baiine e che saliva anche ai suoi mentre, per la seconda volta e con calma, guardava quelle guance affilate, quel naso imperioso, quelle labbra sottili e strepitosamente dipinte di rosso, quel volto dove tutto era bello eppure sgradevole allo stesso modo di un moscon d'oro i cui riflessi ti affascinano ma non bastano a farti dimenticare che il moscon d'oro è un insetto. "Spero che il locale sia di suo gradimento, cara," disse Florence alzando una mano curatissima e bianca. E, per un attimo, il suo odor di cardenia sopraffece il puzzo di pomodori e di acciughe. "Il suo gusto è squisito, signora," rispose Giovanna. "Grazie. Ma noi due non ci siamo già viste?" "No, signora. Lo escludo." "Che strano, che bizzarro." "Davvero che strano, che bizzarro." "Poco fa zoppicava, mia cara. Le è successo qualcosa?" "E' il mio modo di camminare, signora." Si sorrisero, ambigue. Richard finse di studiare il menu. "Mangiamo la pizza, eh? Mangiamo la pizza!" "Con piacere," disse Florence. "Con piacere," disse Giovanna. Detestavano entrambe la pizza?, "Gran bel paese, l'Italia," riprese Florence, "Io adoro, semplicemente adoro la vostra patria. Così pittoresca, così soleggiata." "Io preferisco New York," disse Giovanna. "E i newyorkesi," aggiunse Florence. "Però la capisco. Gli italiani sono così insopportabili con le donne. Per strada, fischiano sempre alle donne. Che io sappia, solo gli italiani fischiano per strada alle donne." "Gli americani fischiano meglio, signora. Dopo l'arrivo degli alleati, le nostre strade erano tutte un concerto. Avevano un modo così divertente di ficcarsi in bocca due dita e fischiare. Ho ritrovato lo stesso metodo qui. Solo Richard non fischia. Non fischiava nemmeno quand'era nascosto in casa nostra, con Joseph." "A proposito, cara. Grazie per avere ospitato mio figlio: davvero gentile da parte vostra. Spero che non vi abbia dato troppo disturbo," disse Florence col tono con cui si ringrazia il padrone di casa che ha messo lenzuoli e coperte sopra un divano per ospitare l'amico che non ha trovato posto in albergo. "Prego, non è stato un disturbo. Ci faceva molto piacere averlo con noi," rispose Giovanna col medesimo tono. Poi tutte e due attaccarono la pizza: in silenzio, consapevoli di non poter sprecare parole. Il primo round era stato debole, capivano bene anche questo, ma il secondo sarebbe stato violento: e la preda era lì, zitta zitta, pronta ad essere presa dal vincitore. Bisognava riposarsi un pochino, mangiar due bocconi. Al terzo boccone arrotarono il becco e gli artigli, sorrisero. Da quel momento ogni pietà era esclusa, ogni viltà permessa. "L'anno prossimo tornerò a Roma. Spero proprio di vederla, cara Giò." " Io invece spero di vederla a New York perché l'anno prossimo, signora, sarò a New York." "Preferirei vederla a Roma, le dico.» "A New York, vuol dire." "A Roma, ho detto." "Mammy!" esclamò Richard, stupito. "Figliolo, senza Giò mi divertirei molto meno! Se fosse a Roma, Giò mi accompagnerebbe dal papa. Chissà quanto lo desidera, anche lei." "Non lo desidero affatto, signora. Non m'importa nulla del papa, signora." "Giò!" esclamò Richard, smarrito. Poi, dai recessi dimenticati del maschio che sente il dovere di proteggere la donna, le venne in aiuto. "Giò la pensa come me, mammy. Anche in questo ci troviamo d'accordo." "Ma io credevo che fosse cattolica, caro." "Solo ufficialmente, signora. I cattolici non riscuotono le mie simpatie." "Io, invece, lo sono realmente e il suo discorso mi offende," sibilò Florence. E infilò la forchetta nell'insalata con la stessa gioia