averti incontrato per primo, al posto di Dick. E allora, ti giuro, nessuna Florence e nessun Dick mi avrebbe allontanato da te." Giovanna si avviò con la schiena curva verso la porta e qui si rialzò: in un estremo tentativo di non subir quella voce. "Non dovresti dirmelo, Bill: perché io sto andando da Richard e intendo restare con Richard." "Certo. Per questo io ti..." "Richard mi ha chiamato e io vado..." "Vai subito, allora. Altrimenti ti abbraccio. Ammesso... che non ti faccia disgusto." Giovanna stava per aprire la porta. Si fermò. "Perché dovrebbe farmi disgusto, Bill?" "Perché sono il disgusto stesso." "Non direi. Non direi proprio." Si riaccinse ad aprire la porta. Senza impedirglielo, Bill si appoggiò vicino alla porta. "Hai bellissimi occhi e bellissimi capelli e bellissimo cuore. Sei bellissima tutta: di dentro e di fuori." "Grazie, Bill." "Se non fosse tanto importante per Dick ti direi: lascia subito l'America, Giò, perché se resti..." "Addio, Bill." "Addio, Giò." Bill la fissò per un lungo silenzioso momento, poi le passò una mano leggera sopra i capelli, il naso, le labbra: e Giovanna credette che volesse baciarla ma non la baciò. Le andò vicino, ancora più vicino fin quasi a sfiorarla con le labbra. Poi, di colpo si scostò, sollevò le braccia, strinse le mani sopra la testa: come fanno i pugili prima delle partite di boxe. Giovanna sorrise, annuendo tristemente, aprì la porta, restò un attimo immobile, a stringer la maniglia, si voltò verso Bill, lasciò la maniglia, lo abbracciò con disperazione. Bill richiuse la porta. Dopo l'ascensore venne subito. E partì insopportabilmente veloce.
CAPITOLO XV.
Per strada si accorse che cominciava a far buio e che era rimasta da Bill molto più a lungo di quanto credesse; tuttavia rispose con un cenno negativo al taxi che s'era fermato. Aveva voglia di camminare, pensare, prendere freddo: tanto, stavolta, Richard non sarebbe scappato. Si incamminò verso l'Incrocio dei Mondi. Ripetutamente indugiò a guardar le vetrine infiocchettate di nastri rossi, bucaneve, palline d'argento, perfino qualche Papà Natale con la gran barba bianca e la pancia gonfia di trucioli. Durante la sua influenza sentimentale, era scoppiata l'organizzazione del Natale, a New York. "Sai, Giò, si preparano anche due mesi avanti e piantano un albero immenso proprio dentro la gola del Rockefeller Center, poi l'accendono con migliaia di lampade che sembrano stelle e la gente si ubriaca sotto le lampade fingendo di vedere autentiche stelle." Chi aveva fatto questo discorso? Bill? Richard? Mah! Comunque doveva essere contenta di passare il Natale a New York. Lo avrebbe trascorso con Richard, pensò incantandosi ad osservare un giovanotto dai fianchi muliebri che si ammirava a uno specchio. Irato, il giovanotto sprizzò una vocina di stecche. "Ebbene? Cos'ha da guardare?" "Niente." "Con la mia vita io fo quel che voglio." "Troppo giusto." Continuò a camminare. Tra poco sarebbe stato completamente buio ed era trascorso ormai molto tempo dalla telefonata di Richard a Martine, poi di Martine a Bill: ma non c'era proprio ragione di avere retta: dopotutto il Village non era lontano. Poteva anche salire su un autobus, scendere alla Quattordicesima, proseguire verso Cooper Union, inoltrarsi in un pezzo di Bowery. Non aveva mai visto la Bowery. Quando chiedeva a Richard di accompagnarcela, lui rispondeva che era pericoloso o non ne valeva la pena, o trovava giustificazioni. Salì su un autobus, scese alla Quattordicesima, fu a Cooper Union poi nella Bowery che le parve una strada come tutte le altre, solo un poco più sudicia con le case un poco più basse, e sui marciapiedi vagabondi vestiti di stracci. Guardò senza eccessivo interesse quei corpi quasi privi di ossa, quegli occhi vitrei e perduti in chissà che ricordo, quelle bocche bavose da cui colava una scia di saliva. Uno, completamente ubriaco, giaceva in mezzo alla strada e le automobili gli passavano accanto sfiorandogli un piede o la testa. Un altro le ciondolava con muggiti alle spalle e le tirava una manica per domandarle un ventino. In un raschiare di gomme,