quasi un milione di lire. Giovanna fissò Gomez con aria balorda, incapace di dire qualcosa, di muoversi. "Via, non faccia la difficile, baby. E' sottinteso che questa è la cifra base. Esclude gli extra, le spese. E poi si può sempre trattare. Arrivare, che dico, ai duemila. Fa sempre piacere subir le pretese di una donna graziosa. Lei sa d'essere molto graziosa: ciò aumenta il suo prezzo. Ah, se fosse stata un uomo non mi sarei mosso di un dollaro. Invece è una donna: eccomi qua a farmi scannare. Non che ci rimetta, s'intende: deve ancora nascere l'americano che ci rimette a pagar molti quattrini. Però... Pazienza: saprò servirmi di quel faccino e di quel cervello. Ora risponda." Stavolta Giovanna si strinse nelle spalle: cosa doveva rispondergli? Le sembrava di tornare indietro, nel tempo, quand'era cronista di un giornale qualsiasi e il produttore italiano l'aveva convocata nel suo ufficio per chiederle di scriver soggetti. "Ma non l'ho mai fatto, commendatore." "Ci provi, topolino, ci provi. Basta un intreccio, un po' di verismo, di sesso. Con la sua fantasia!" "Ma perché lo chiede a me, commendatore?" "Dio, quanto è ingenua! Perché una cosa scritta da una ragazza bellina vale il doppio della medesima cosa scritta da un vecchio brutto. Bisogna sapersi vendere al mondo. Consideri lo champagne. Cos'è? Vino che frizza. Se mette una presina di sali effervescenti in un vino qualsiasi, frizza lo stesso. Ma lo champagne si chiama champagne, ha un tappo speciale e 4tutti lo considerano qualcosa di più di un vino che frizza. Ci provi, topolino. Trecentomila per cominciare, le va?" "Ma Gomez! Lei non mi conosce. Potrebbe sbagliarsi." "Per tutti i dollari! Anche furba è. Via, Giò, diamoci del tu e non perdiamoci in diplomazie. Sai benissimo che io annuso il talento come un cane da tartufo annusa il tartufo. Dimmi, piuttosto: ti piacerebbe vivere a Hollywood o preferiresti abitare a New York? Ah, vedo che ti brillano gli occhi. Quindi pensaci e dammi la risposta più presto possibile. Ma nel frattempo lavora e porta a spasso il tuo bel faccino. L'importante, sai, non è esistere: è far sapere agli altri che si esiste. Malinconico, eh? Molto bene. Cominceremo col cocktail di oggi. E' in tuo onore: che il vestito sia sexy, mi

raccomando." "Lo sarà. Però ho anch'io qualcosa da chiedere." "Avanti." "Quell'ufficio, quella segretaria... Io non sono abituata a lavorare in ufficio e della segretaria non ho affatto bisogno. Non avrò da scrivere molto, in questi due mesi. Solo andare in giro, far qualche ricerca, prendere appunti. La ragazza con gli occhiali mi darebbe fastidio. E in camera mia lavoro meglio. Per intenderci: non mi va. In certe cose sono un tipo all'antica." "Ah! Non si può dire che tu abbia peli sulla lingua. Pazienza. Li terrò ugualmente a tua disposizione: ufficio e segretaria. Se cambi idea, sono lì: tutti e due. Ciao, baby. Ci vediamo alle sei per il cocktail. E ricordati: duemila." "Duemila." Giovanna uscì ubriaca d'orgoglio. E di nuovo le sembrava d'esser tornata bambina quando indugiava a chiedersi quale sarebbe stata la via più svelta a diventare qualcuno e a momenti si vedeva su un palcoscenico col costume di Ofelia, a momenti in tribunale con la toga dalle nappe dorate, a momenti in una sala chirurgica con il camice bianco: e al di là degli alberi e delle colline, oltre i bordi del cielo, vedeva immense città, sconosciuti paesi, il mondo intero da conquistare. Il mondo che Gomez le offriva per duemila dollari al mese. Con duemila dollari al mese, che le importava di Richard, del rimorso per averne causato in certo senso la morte, del suo assurdo amore infantile? Con duemila dollari al mese poteva andarsene sola e senza paura nel gran gorgo di folla, così, accarezzare in occhiate i grattacieli di vetro messi lì a dimostrare che nulla, proprio nulla, era impossibile in questa Terra Promessa, così, passare dinanzi ad una chiesa annerita e rider dei deboli che si inginocchiavano a pregare il Signore, così, portar via un taxi ad un uomo che correva meno di lei, così, entrare in questo negozio di lusso e comprarsi un vestito, così. Entrò e, simile ad una ventata fetida e dolce, la travolse una folla di donne. Donne belle e brutte, giovani e vecchie, coi pacchi e senza pacchi, nemmeno un uomo in quella folla di donne che agguantavano, lasciavano, riagguantavano, rilasciavano,