alberi grigi, era il suo punto di equilibrio topografico e sentimentale. Lì si sentiva ugualmente distante dal Village, l'America di Richard, e dai grattacieli del Rockefeller Center, l'America di Bill. Rannicchiata su un gradino, le braccia intorno alle ginocchia e il mento sulle ginocchia, poteva osservare e pensare. Osservava il traffico crudele lungo la Quinta Avenue, gli autobus verdi, i taxi gialli e ingombranti, le automobili della propaganda elettorale urlata attraverso i megafoni, i giornalai che vendevano incessantemente giornali presto gettati nelle cassette dell'immondizia, quei piedi che camminavano senza fermarsi, quei volti che sfilavano senza fermarsi: e la coglievano i dubbi. Perché a molta gente questa Terra Promessa non piaceva e sembrava un inferno? Pensava a se stessa, alla Cosa, a Richard: e la coglievano sospetti angosciosi. Perché la Cosa non si era più ripetuta? Perché ogni sera le faceva far tardi in luoghi gradevoli, sì, ma sempre pieni di gente? Perché non capiva quanto fosse ridicolo per una donna di ventisei anni trovarsi intrappolata in una relazione platonica col medesimo uomo cui s'era data per la prima volta della sua vita? A cos'era servito aver spalancato le porte dell'Inferno se non osavano entrarci? Lei era adulta, lui era adulto, lei era libera, lui era libero: questa castità da neonati non diventava ogni giorno più assurda? Incapace di capire, decisa a non capire, trasformava i sospetti in interrogativi senza risposta. Poi si alzava, svogliata, saliva su un autobus che la lasciava all'angolo con la strada di Richard e qui, con amara ironia, esplodeva nell'ultima domanda: la Cosa era davvero avvenuta? Ai suoi sensi ormai svegli si univa anche l'esasperata curiosità di rivedere il letto al di là della porta smaltata di verde, convincersi che la Cosa era davvero avvenuta. E architettava scuse, pretesti per poterci tornare, finché un
pomeriggio, quando Richard chiamò per avvertirla che sarebbe passato a prenderla verso le otto, rispose: "Non sarò in casa, a quell'ora. Passerò io da te. Ciao, scusami, ho fretta". Poi incaricò la cameriera di rispondere, nel caso che il signor Baiine richiamasse: "La signorina non c'è. Non posso prender messaggi perché ignoro dove sia andata e quando ritorni". Il signor Baiine richiamò, la cameriera disse quel che c'era da dire, Martine lanciò un'occhiata obliqua senza fare commenti. E alle otto, puntuale, Giovanna era lì. "Entra pure," gridò dal bagno la voce stentorea di Richard. "Non c'è chiave." Cautamente Giovanna girò la maniglia, aprì. "Accomodati, c'è il whisky sul tavolo." Ancora più cautamente Giovanna avanzò lungo il corridoio, fu nel grande soggiorno. "Finisco di farmi la barba." In silenzio, Giovanna sedette su una poltrona e tutto era come ricordava: la scrivania ingombra di fogli e fotografie, il divano di velluto marrone, l'anta scorrevole della camera da letto. L'anta era chiusa. "Giò, sei lì?" "Certo che sono qui." "Per favore mi prendi una camicia? Nel terzo cassetto del mobile in camera." "Va bene." Aveva le mani sudate, le scivolarono più d'una volta sull'anta. Poi riuscì ad aprirla e per un attimo la coperta bianca, il televisore ai piedi del letto, il grammofono, le bloccarono il fiato: la Cosa era avvenuta davvero. Ma subito si riprese e lo specchio della camera rifletté il volto di una ragazza composta che apriva un cassetto, tirava fuori una camicia e si allontanava. Richiudendo l'anta, le sue mani erano asciutte. Tese la camicia a Richard che allungava un braccio dal bagno e andò a versarsi un poco di whisky. Versandolo la bottiglia tintinnò contro il bicchiere. "Giò, sei lì?" "Certo che sono qui." "Dove vuoi che andiamo, stasera? Al polinesiano, allo spagnolo, al francese, al cinese? Li abbiamo girati quasi tutti, ormai." "Dove vuoi tu, Richard." "Avanti non fare la remissiva. Non ti si addice." "Remissiva io?" "No, grazie a Dio non lo sarai mai. Però ti ci provi e nelle occasioni meno opportune: come scegliere un ristorante. Non lo sai che gli americani odiano scegliere? Guardali col menu in mano: tremano. Oh, Dio, sembran dire: ed ora che mangio? Mi sento americano fino al menu, questa sera. Non ho voglia di scegliere." Era uscito dal bagno e si abbottonava la camicia. Ora la infilava dentro i calzoni che fasciavano i bei fianchi piatti. E sorrideva: con quell'aria di